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Autore: Reikma    05/08/2012    2 recensioni
Axqurel, Sroxib, Tamaxit, Xedinan. Quattro ragazzi, quattro cavalieri dei Keyblade, tutti incrociati dallo stesso passato oscuro e temuto, del quale non si ricordano. Un passato sconvolgente, fitto di mistero e risentimento, di fratellanza e amore, di odio e guerra. I vari mondi sono ancora assediati dagli Heartless e i ragazzi dovranno dare atto al loro destino, unendo le forze con altri cavalieri dei Keyblade, vaganti anche loro, e lottando contro il male che colma l'universo.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Buonasera a tutti! Questa è la mia prima fanfiction su Kingdom Hearts, ho cominciato a scriverla due anni fa, poi l'ho lasciata perdere e ora ho intenzione di continuarla ^_^ Spero vi possa piacere!

1.I Cavalieri dei Keyblade


Axqurel


Il cielo era completamente ricoperto di stelle. La brezza fresca dell'aria mi accarezzava il corpo sdraiato nell'erba e una sensazione mi prese il cuore. Casa. Quella era la mia casa e niente mi avrebbe fatto andar via da lì. Chiusi gli occhi crecando di abbadonarmi al sonno.

«Ancora sveglia a quest'ora Axqurel?»

Aprii le palpebre e sobbalzai trovandomi la faccia di un ragazzo sopra la mia, che mi fissava sorridente.

«Oh ciao Sroxib. Non spaventarmi più così! Sono ancora giovane!» sospirai e afferrai la mano tesa del mio amico, che mi aiutò ad alzarmi.

Entrambi avevamo la stessa età, 16 anni. Lui aveva una strana pettinatua per i suoi capelli neri. Molti ciuffi erano in aria e pochi gli ricadevano sulla fronte.
Era più alto di me, forte ma di una gentilezza infinita. Era un ragazzo serio ma molte volte sorrideva. Una grande particolarità, erano i suoi occhi, il destro giallo e il sinistro blu.

«Andiamo a casa, ci stanno aspettando.» mi disse sempre con il sorriso

«Va bene.» risposi e insieme percoremmo la strada vero casa. La dimora dei puri di cuore, come molti dicono. I Cavalieri dei Keyblade.

Arrivati sentii subito il calore accogliente del fuocherello nel camino del salotto.
Su uno spazioso divano sedevano due adolescenti. Xedinan e Tamaxit.
Xedinan era una ragazza di 18 anni, la più grande del gruppo. Era alta, magra e bella. Aveva dei grandi occhi azzurri chiaro e capelli biondi scalati che le arrivavano poco più sotto delle spalle. Era molto attenta e insieme a Tamaxit si occupava di noi.
Tamaxit era un ragazzo di 17 anni più alto di me e della stessa altezza di Sroxib. I capelli castani erano in aria e vari ciuffi gli ricadevano lungo il viso. Gli occhi verdini apparivano parecchio assonnati. Lui sembrava un angioletto, ma quando lo si faceva incavolare diventava alquanto isterico e feroce. Un po' come Sroxib.
Del gruppo io ero la più allegra, quella che aveva sempre il sorriso sul volto. Tranne nei momenti davvero tristi o quando mi facevano arrabbiare.

«Finalmente sei tornata! Non ti allontanare più senza il nostro permesso! Anche se è una città protetta non si sa mai...» mi sgridò Xedinan con fare da superiorità

«Volevo solo vedere le stelle. Oggi ci dovevano essere le comete...»mi giustificai

«Si, sempre stelle e stelle! Dobbiamo sempre cercarti in lungo e in largo!» sbottò Tamaxit e Xedinan aggiunse «Sei ancora una ragazzina!» squotendo il capo.

Si sentì uno sbuffo provenire da Sroxib che si era tenuto in disparte. Oramai aveva già visto quella scena parecchie volte.

«Tu hai solo un anno in più di me, anche se sei quasi un maestro dei Keyblade. Voi comunque non siete i miei genitori!!» strillai furiosa. Un mio difetto molto brutto, quando mi facevano arrabbiare cominciavo ad urlare come una pazza.

Li superai e corsi su per le scale, sbattendo la porta della mia camera. Ero davvero furiosa. Presi un vaso di fiori che avevo sul comodinoo e lo stavo per gettare a terra, ma mi fermai. Mi ero vista allo specchio. Abbassai lol sguardo e rimisi l'oggetto al suo posto.
Mi voltai, rivolgendomi alla mia immagine nello specchio


«Perché sono così? Ho oscurità nel cuore?» il mio riflesso ovviamente non mi rispose.

Il mio viso era incorniciato da lunghi capelli lisci bronzo-rame. Due treccine mi partivano dai lati della testa e venivano poi legati dietro alla nuca. Gli occhi verde smeraldo fissavano intensamente. Ero alta quasi 163 centimetri ed ero di corporatura normale. Avevo la carnagione un poco abbronzata e sulla spalla avevo un piccolo tatuaggio a forma di cuore.

«No, non ne hai. Siamo tutte persone dal cuore puro o non avremmo i Keyblade.»

Mi girai; sulla soglia c'era Xedinan.

«Mi dispiace per quello che ti ho detto prima, ma tu e Sroxib non siete ancora pronti per essere maestri dei Keyblade. Fino ad allora sarete completamente vulnerabili...»

La mia espressione si ammorbidì un poco a quelle parole e cedetti alla tentazione di perdonarla. Al piano di sotto si sentì un esclamazione. Poco dopo arrivò Sroxib di corsa e disse


«Dovete venire subito! Sta succedendo qualcosa di strano!»
Corremmo giù dalle scale e uscimmo dalla casa.

«Guardate il cielo...»sussurrò Tamaxit

Alzammo lo sguardo e restammo di stucco. Il manto stellato era scomparso, al suo posto c'era un vortice scuro. Qualcosa uscì da esso e planò davanti a noi. Lo osservammo camminare nella nostra direzione. Si tolse il piccolo elmo che aveva in testa e si mostrò.

«Re Topolino! Qual buon vento ti ha portato qui?» esclamarono sorpresi Tamaxit e Xedinan vedendo l'arrivato.

Era una specie di topo nero con due orecchioni e che sapeva parlare! Indossava un'armatura come quella dei miei compagni più grandi, solo molto ridotta di misura. Infatti Re Topolino era davvero molto basso, arrivava a malapena al mio ombelico.

«Buondì giovani Cavalieri. Mi dispiace dirvi che non è un buon vento ma un cattivo vento che vi porto...I mondi sono stati invasi da orde di creature dell'Oscurità. Il mio mondo è stato risucchiato da un vortice, ci siamo fotunatamente salvati tutti. Nel nome di tutti i popoli vi chiedo di aiutarci. Ovviamente questo è riferito solo ai maestri dei Keyblade o quasi a quel rango.» ci informò tristemente

«Bene, io e Tamaxit siamo maestri. Vi aiuteremo volentieri. Ma deve restare qualcuno con Axqurel e Sroxib.» lo assicurò Xedinan e Tamaxit annuì in riposta.

Sroxib ed io ci guardammo con un'espressione annoiata
«Ma...veniamo anche noi!» urlammo all'unisono

«No. Voi state qui. Paperino e Pippo si prenderanno cura di voi.»
entrambi mettemmo il broncio e durante quella distrazione non ci accorgemmo del pericolo che correvamo.

Un grosso uccello scese dal vortice nel cielo e si avventò su di noi. Riuscì a prendere me con gli artigli e a sollevarmi. Sroxib accorse subito in mio aiuto e si afferrò pure lui agli artigli, standomi vicino. Ci alzammo velocemente di quota, non potevamo saltare giù.
Dietro di noi, Topolino, Xedinan e Tamaxit erano saliti su delle macchine volanti, tutti e tre con le loro armature e ci stavano seguendo.
Entrammo ben presto nel vortice e fummo scaraventati via. Fortunatamente Sroxib ed io riuscimmo a tenerci stretti e perdemmo conoscenza prima di sapere dove eravamo diretti...
  
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