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Autore: Red Nika    05/08/2012    4 recensioni
E se Light facesse uno scherzetto a L?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito, Watari | Coppie: L/Light
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L scese, esasperatamente lento, le scale che conducevano al piano superiore, dove si trovavano gli appartamenti riservati agli agenti coinvolti nel caso Kira. La solita espressione annoiata sul viso indicò ai presenti che non era riuscito a trovare nulla di nuovo. Arrivato nelle vicinanze della scrivania i suoi occhi furono catturati da un oggetto insolito: una confortevole poltrona, provvista di rotelle, era stata sistemata davanti al suo pc. La fissò enigmatico chiedendosi se fosse comoda come sembrava, non aveva braccioli quindi poteva sedersi tranquillamente come meglio credeva.
Si avvicinò, se possibile, ancora più lentamente di come aveva sceso le scale. L’espressione del volto sempre distesa nella perenne indifferenza, solo gli occhi rifulgevano di una patina di curiosità. La fece roteare su se stessa così da avere lo schienale di fronte a se. Continuò a fissarla per altri venti secondi, chiedendosi chi l’avesse portata e messa lì; alla fine, vinto dalla curiosità, colmò la distanza che lo separava da quella sistemazione. Si girò per poggiare la pianta del piede sulla poltrona, era più morbida di quanto pensasse; appoggiato il primo piede si affrettò ad appoggiarci anche l’altro, ma lo slancio datosi lo sbilanciò facendo sì che la poltrona rotolasse all’indietro e lui venisse catapultato in avanti, finendo rovinosamente con il viso sul pavimento e il bacino piegato in un angolo di quasi novanta gradi.
 
A quella scena Soichiro, Matusa e gli altri agenti presenti si lanciarono sguardi perplessi, ognuno recante la stessa domanda: Era veramente L quello che avevano davanti?
 
Come a voler rispondere a quel silenzioso quesito, L si sedé a terra con le gambe incrociate, quasi stesse facendo yoga, e puntò il suo sguardo oltre la spalliera del divano da dove sapeva sarebbe arrivata di lì a poco una risata di scherno da parte di Light. Non ebbe nemmeno il tempo di formulare il pensiero che la risata calda e suadente del giovane Yagami riempì la stanza.
 
Anche se non aveva visto la scena con i propri occhi, il tonfo che aveva udito era inequivocabilmente quello di Ryuuzaki che rovinava a terra. Più di una volta, da quando lo aveva conosciuto, era stato tentato di fargli qualche scherzo per il gusto di vederlo in imbarazzo o di riuscire a incrinare quella maschera eterna d’indifferenza. Aveva pensato e ripensato al modo migliore per prendersi gioco di lui, alla fine, dopo averlo osservato per ore, era arrivato a pensare che l’unico modo per ottenere ciò che voleva fosse di utilizzare a suo vantaggio quel peculiare modo di sedersi,  e così aveva fatto. Se ripensava al modo in cui aveva fatto entrare quella galeotta poltrona nel palazzo non poteva fare a meno di sghignazzare ancora di più. Con la complicità di Watari, che affezionato come un padre ad L, voleva vederlo sorridere e non ostentare continuamente quell’indifferenza, era andato a comprare la poltrona per poi posizionarla davanti al pc durante la notte precedente. Sapeva che L sarebbe stato incuriosito da quella novità e che la mancanza di braccioli lo avrebbe indotto a pensare di potersi sedere come voleva. Per quanto il detective ostentasse la completa assenza di emozioni, Light sapeva che sotto quella maschera si celava una personalità all’evenienza vivace e spiritosa. A confermare il suo ragionamento e destare ancora più stupore negli agenti della polizia, alla sua risata se ne aggiunse una un poco più roca. L dal suo posto in terra se la rideva, insieme all’amico, come da anni non faceva.
 
Watari dalla sua piccola stanza di sorveglianza si aggiunse a quel coro di risate, lieto che il tanto amato ragazzo fosse riuscito una volta tanto a divertirsi.
 
Ci volle poco più di mezz’ora perché l’accesso di risa dei due ragazzi si spegnesse, lasciando però dietro di sé dei sorrisi furbi e qualche lacrima impigliata tra le ciglia. L si alzò dal pavimento riprendendo un poco della sua solita aria indifferente e avvicinatosi al divano guardò Light negli occhi, ringraziandolo silenziosamente per quello sfogo d’ilarità. Giratosi nuovamente verso i colleghi ritornò il solito L che, con voce monocorde, ordinò a tutti di tornare a lavoro. Avevano pur sempre un assassino da catturare!




Note d'Autrice:

Che dire... Il finale è stato un parto, per il resto è stata la mia mente malata a voler scrivere una cavolata del genere xD

L'insonnia gioca brutti scherzi!

   
 
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