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Autore: Angel Selphie    19/02/2007    3 recensioni
Un angelo nella neve, un delirio di onnipotenza, paura e morte…. L’epico scontro fra Bene e Male, fotografato in un duello…. Accenni slash.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Angelo nella neve

I miei passi scricchiolano sulla neve fresca.
C’è uno strano profumo nell’aria, un profumo che amo, che venero come fosse un dio.
Si sente il profumo della Morte, del sangue caldo che cola dalle ferite.
Si sente la Sorella Nera danzare in questo bosco, ne avverto chiaramente la presenza calma e tenebrosa, sento i suoi respiri, la sua aura mi riscalda.
Continuo ad avanzare, lasciandomi sferzare dalla brezza ghiacciata e tagliente che gioca fra i rami di questi alberi spogli, simili a tanti spiriti crudeli e assetati di sofferenza, che si divertono con le loro dita ossute a graffiare la pelle del cielo nero sopra di noi.
Tutto attorno a me è un tripudio di dolore, un limbo sospeso a metà sul filo di una follia che da secoli governa i Sacri Regni.
Il terreno gelido rimbomba al mio marciare, le mie scarpe lo feriscono, lasciandovi impronte nitide come marchi infuocati.
La radura è vicina, la mia meta è prossima. Da lì viene il dolce aroma del sangue, da lì si innalzano le altisonanti preghiere ad un Dio che ci ha abbandonati perché troppo limitati per lui, che ci ha ripudiati per essersi ricordato di averci creato a sua immagine e somiglianza, e quindi di essere a sua volta imperfetto e scadente al pari nostro.
Il mio passo si fa più veloce, tutto si acuisce violentemente dentro di me, rendendomi saturo e sempre più impaziente, fino a che non arrivo alla meta.
La visione mi incanta, mi rapisce in un’estasi di fuoco e ghiaccio.
Un angelo davanti a me, un meraviglioso angelo femminile.
Sta inginocchiato al centro di questo spiazzo innevato, e prega con tutta la forza che gli rimane nel corpo.
Sanguina abbondantemente, il meraviglioso liquido rosso traccia sentieri audaci sulla sua pelle più candida della luce lunare, mentre una forte aura di luce illumina tutto il suo corpo ben modellato ma provato dalla battaglia.
I suoi occhi stillano lacrime, la sua voce melodiosa è rotta per la fatica e l’emozione che la opprime, mentre con le mani giunte e gli occhi al cielo invoca la pietà di quell’essere che dovremmo venerare ma che disprezzo più di qualsiasi altro.
Nonostante sia lercia di sangue e terra, nonostante la veste da combattimento stracciata, chela lascia quasi nuda ai miei occhi demoniaci, questa ragazza risplende di una purezza che non ricordavo potesse esistere.
Ed io, crudele bestia dalle ali nere, mi sento tentato, avverto le mie viscere contorcersi in un perverso desiderio di crudeltà e patimento. La mia brama di sporcare quell’anima innocente, di strappare quelle candide ali dalla schiena di questa creatura pateticamente buona, di distruggere tanta bellezza è così forte che temo di non potermi dominare.
Chissà come sarebbe sentire questa voce angelica urlare per l’atroce sofferenza, come sarebbe vedere il suo bel corpo mutilato e orrendamente sfigurato…chissà che sapore avrebbe la sua linfa vitale…chissà se davvero conserva il calore di un corpo mortale…chissà che effetto mi farebbe scorgere in quegli occhi, dai quali ora traboccano devozione e dolcezza, la paura folle, l’ansia più devastante, il terrore puro.
Chi mi dice che non posso provarci, che non posso distruggere questa pietosa esistenza? Chi c’è qui ad impedirmelo? Nessuno, perché nessuno può controllarmi, nessuno può comandarmi, darmi ordini, usarmi a suo piacimento. Io sono libero! Sono forte e infinitamente potente, il mondo è nelle mie mani, così come ormai lo è la vita di quell’angelo nella neve.
Mi avvicino cautamente, cercando di non fare rumore…solo quando le sono ormai accanto, la ragazza si volta, interrompendo la sua disperata preghiera per fissarmi con tutto l’odio di cui è capace. Sa chi sono, sa che ho ucciso io i suoi compagni d’armi, sa che tutta questa guerra è avvenuta solo per mano mia, e mi odia, mi odia dal profondo del suo purissimo cuore di cristallo.
Si rivolge a me con parole cariche di rancore, alzandosi in piedi per fronteggiarmi.
Barcolla, ricade a terra, ma si rialza…le ferite su di lei sono troppe, non può vivere a lungo, il sangue che ha perso è talmente tanto che non so nemmeno come faccia a reggersi sulle sue gambe…eppure non demorde, guidata dalla convinzione di essere dalla parte del bene, convinta che il suo principale strumento di offesa sia la Giustizia. Leggo nel suo sguardo la voglia incontenibile di vendicare i suoi amici, di riscattare la sua compagnia dopo la miserevole sconfitta che io stesso ho inflitto loro per mezzo della mia spada.
Ma davvero è convinta che possa bastare il suo ridicolo desiderio per uccidermi? Uccidere me, più potente perfino dello stesso Creatore?
Pagherà con la morte se solo oserà sfiorarmi con le sue armi benedette, pagherà soffrendo così tanto da supplicarmi di ucciderla per porre fine al suo tormento.
Assaggerà l’umiliazione, la vergogna, la voglia disperata e devastante di morire.
Mi sfida, vomitandomi in faccia parole sempre più maleducate…ignorando di essere la mia predestinata vittima sacrificale, la bambola che mi divertirò a sfregiare solo per soddisfare la mia natura di creatura riprovevole e abietta.
Ma sto ancora riflettendo, quando un bruciore mai provato prima mi fa capire di essere stato ferito appena sotto l’occhio.
Pazza, ha firmato la sua condanna alla tortura senza fine.
Con una rabbia che poche volte ho provato, mi scaglio contro di lei, ferendola senza posa, deviando i suoi colpi sempre più fiacchi.
L’aria si impregna del tanto amato profumo della Morte, mentre il sangue si sparge ovunque…la lama della mia spada, i miei vestiti, il mio corpo, il terreno…tutto viene inghiottito dal rosso, mentre la mia lama affonda con sempre maggiore forza nella sua carne, strappandomi ghigni di pura soddisfazione. La sto lentamente distruggendo, mentre la decisione che prima lampeggiava nei suoi occhi si va smorzando.
Solo, devo riconoscere che è estremamente forte, altrimenti non potrei spiegarmi la strenua resistenza che pone, anche se era già ferita all’inizio del combattimento.
Ma che m’importa?
I miei fendenti diventano sempre più fitti e più decisi, tanto che con un colpo le trancio di netto un’ala. Ne segue un urlo impareggiabile, così forte, intenso e carico di sofferenza da farmi accapponare la pelle. I miei sorrisi al veleno si fanno sempre più frequenti, il mio appagamento è quasi totale.
Ancora una volta non posso che rimanere incantato di fronte alla bellezza maledetta della decadenza, della rovina, dell’oblio eterno. È uno spettacolo che mi lascia assolutamente soddisfatto, completamente in pace con me stesso. Manca solo la scena finale per completare la mia opera, ed ora che ho l’occasione, non me la lascio sfuggire.
Con un ultimo scatto ferino mi avvento sulla mia vittima morente, e con tutta la spietatezza di cui sono dotato, le conficco con forza la lama gocciolante della mia spada nel petto.
Un altro grido, più forte ancora del precedente, seguito da un rantolo pietoso.
La mia preda cade a terra, sputando sangue sulla neve, prima di alzare gli occhi su di me, implorandomi di ucciderla, di frenare il dolore che sta provando. Finalmente la paura, l’ansia, il terrore…finalmente quello che cercavo…finalmente posso godermi tutte quelle sensazioni, che il viso ormai completamente sfigurato dell’angelo di fronte a me mi consente di scorgere.
In un ultimo atto di crudeltà, con un calcio ben assestato faccio rotolare quel corpo quasi privo di vita lontano da me, lasciandolo bocconi ed ignorando la sua richiesta. Un debole gemito si solleva da quella direzione, mentre due occhi pieni di lacrime mi scrutano.
So che non sono lacrime provocate dal dolore fisico, e perciò rido, rido maleficamente. Rido per aver ferito l’animo di questa donna troppo buona e troppo pia.
In un sussurro che di vivo ha ben poco mi chiede perché io le abbia fatto questo, perché non l’abbia uccisa subito…così, con un divertimento sadico che va oltre l’immaginazione glielo spiego…le spiego il mio odio verso la bontà sua e della sua specie, verso il suo ridicolo servilismo per un Dio che ha rinnegato tutti noi molto tempo fa, verso la sua vomitante voglia di bontà nel mondo…
E mentre parlo mi accorgo che il suo cuore ha smesso di battere, che i suoi occhi si sono chiusi per sempre, ascoltandomi mentre decantavo il mio disprezzo per tutto ciò in cui lei credeva. Sono felice, completamente compiaciuto…ma tanto per poter rimirare il risultato finale della mia follia mi allontano di qualche passo da quel cadavere irriconoscibile.
Rimango inebriato da ciò che vedo…in una radura in cui le tenebre del male stanno avanzando inesorabilmente, giace un angelo nella neve, un angelo femminile seminudo, completamente abbandonato su un letto di ghiaccio, circondato da gigli cremisi di neve e sangue…il suo corpo dalla pelle lunare è ricoperto di ferite profonde, dalle quali ancora stilla il prezioso liquido denso e caldo che ha il potere di tenerci in vita. I suoi lunghi capelli argentei sono stati completamente divorati da quel tripudio vermiglio, così come l’unica ala che le è rimasta dopo lo scontro.
Incantato, mi soffermo ancora qualche istante a guardare, prima di avvertire una mano posarsi sulla mia spalla con delicatezza.
Ancora in uno stato di trance, mi volto, scoprendo il volto stupendo di Sammael, il mio braccio destro.
Si congratula con me per aver eliminato tutta quella feccia, così lo ringrazio con un cenno della testa. Ma non è finita. Mi prende per mano e mi trascina via, dicendo che dobbiamo andarcene alla svelta. Le truppe di Dio ci staranno cercando dappertutto dopo questa strage, trovando in noi il valido motivo per sfamare almeno un po’ la loro fede morente. Con un altro cenno del capo gli faccio comprendere di aver capito qual è la nostra posizione in questa rivolta contro il Signore, rivolta della quale ho appena innalzato lo stendardo.
Sorrido a questo pensiero, mentre Sammael, scorgendo questa mia espressione beata, mi si avvicina, stringendosi a me. Sa bene che la mia ribellione è nata da quello che sento per lui, un sentimento che il Buon Dio avrebbe condannato, e credo che me ne sia riconoscente….
Distogliendomi da questi pensieri, si rimette a correre, trascinandomi con lui. È la nostra fuga nel buio, nel male, nel peccato, una fuga prima della battaglia finale per la realizzazione di un’utopia quale l’amore libero anche per gli angeli.
Quegli stessi angeli che io disprezzo, che uccido senza rimorso, senza pietà, come la ragazza di poco fa…quegli angeli troppo chiusi per capire che il Paradiso è decaduto da tempo immemore, quegli angeli che non mi faccio scrupolo di torturare con mio immenso divertimento, quegli angeli che lascio morire come bestie, quegli angeli che giacciono esanimi nella neve. Quelle infide creature che hanno paura delle proprie idee e le rifuggono, rendendosi burattini inutili nelle mani cattive di un Signore che non fa altro che usarli per i suoi scopi…
Come lo spirito celeste che prima con tanto gusto ho barbaramente ammazzato…l’ennesimo inutile messaggero divino, l’ennesimo fantoccio senza spina dorsale…l’ennesimo insignificante essere che è divenuto la mia ennesima vittima, il mio ennesimo peccato…l’ennesimo angelo nella neve di questa cruenta battaglia.

  
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