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Autore: Angel Selphie    19/02/2007    5 recensioni
La mia personale versione del dialogo tra Boromir e Aragorn alla fine de “La Compagnia dell’Anello”, quando il primo, trafitto dalle frecce degli Uruk-Hai, sta per morire. Alcune battute sono prese pari pari dal film. Accenni slash. [BoromirxFaramir]
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Boromir
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Il vero colloquio fra Aragorn e Boromir prima della morte di quest’ultimo, in un clima di angoscia e di assenza di speranza…Ho preso spunto dal dialogo del film…e poi ho aggiunto del mio…
Chiedo anticipatamente scusa…lo so, la fic è molto triste…l’ho scritta dopo aver pianto per l’ennesima volta davanti alla morte di Boromir, ascoltando tra l’altro “Evenstar”, l’ottava canzone del CD della colonna sonora di TTT. E poi sto passando un momento di rassegnata tristezza, per cui non poteva certo uscirne una cosina comica…e poi abbiate pietà, ma è stata scritta in un paio d’ore, quindi non è venuta fuori questo gran che!
Come sempre la fic è dedicata a tutte le mie amiche! VVB, tesssssssori!


Solo un'ultima volta…


Cado a terra, ferito…tre frecce mi hanno trafitto…tutta colpa di quel maledetto Uruk-Hai…cosa credeva di fare? Credeva forse che ad ammazzarmi avrebbe avuto la vittoria?
Ma penso che, in fondo, stesse solo eseguendo gli ordini…
Non riesco più ad alzarmi…
Sento Merry e Pipino gridare disperati, e poi gettarsi contro gli Uruk inferociti, nel tentativo del tutto inutile di vendicare la mia sconfitta finale…
Non ce la fanno, sono troppo deboli, troppo piccoli…sono Hobbit, non hanno mai avuto a che fare con la guerra…e infatti non resistono e vengono fatti prigionieri…
Con la morte nel cuore riesco a scorgere il loro ultimo sguardo per me, mentre si allontanano, trascinati dai nostri nemici…e vedo solo lacrime e sconforto nei loro occhi…
Oramai sono solo…
Solo davanti alla Signora con la Falce…
È lì che mi guarda, mi sorride beffarda, preparandosi a vibrare il colpo fatale…
Il capo degli Uruk-Hai tende il suo arco, pronto a scagliarmi la freccia che segnerà la mia morte…
Lo guardo con la rabbia fiammeggiante nella mia espressione…
Non mi fa paura, ormai il mio destino è segnato, comunque vadano le cose…
Non chinerò il capo alla sua falce, mai…
Vedrà chi è Boromir di Gondor…
Mi preparo…non mi spaventa il dolore fisico…
In effetti, non sento più il mio corpo…
Il respiro sfugge velocemente dal mio petto…
L’alito di vita reciso mi sta lasciando…
Aspetto di sentire il quarto dardo conficcarsi con forza nella mia carne martoriata…ma ciò non avviene.
Aragorn, spuntato fuori dal nulla, si scaglia contro il mio boia, ingaggiando con lui una lotta furiosa…
Il clangore delle armi mi giunge indistinto alle orecchie…
Tutto si sta confondendo in una nube di incoscienza…
Cado all’indietro…ai piedi di un albero…
Sento gli ultimi stridii rabbiosi dell’Uruk…poi il Ramingo gli mozza d’un colpo la testa…
Non so quanto tempo sia trascorso…
Non me ne rendo conto…
So solo che dopo pochi istanti mi ritrovo l’Erede di Isildur di fronte…
Inginocchiato davanti al mio corpo ormai morente…
-Hanno preso i piccoletti…
La mia voce fatica ad uscire…
-Sta fermo…- mi ammonisce Aragorn, con la preoccupazione negli occhi…
-Frodo? Dov’è Frodo?- domando preoccupato…
-L’ho lasciato andare…- mi risponde, guardandomi dritto negli occhi…
-Hai fatto quello che io non ho potuto…. Ho cercato di togliergli l’anello…- mormoro, forse per scusarmi, forse per smorzare il senso di colpa…
-L’anello è lontano da noi, ora…- mi rassicura…
Aragorn…non siamo mai andati d’accordo…ogni occasione era buona per litigare…
L’ho sempre accusato di essere un codardo…
E ho sempre sbagliato…
Il codardo ero io…
-Perdonami…non l’avevo previsto…vi ho deluso tutti…- sospiro, pentito e conscio che non avrò mai una seconda occasione…
-No, Boromir! Hai dimostrato coraggio…hai conservato il tuo onore…-
-No…non è vero…-
-Hai combattuto…ci hai difesi! Senza di te, Merry e Pipino sarebbero stati spacciati…- mi conforta.
Ha le lacrime agli occhi…lo vedo, anche se tenta di nasconderlo…
Forte e orgoglioso come è sempre stato…
-Ma…. Li hanno…li hanno presi…- soffio, con sempre maggior fatica.
-C’è ancora speranza…possiamo ancora raggiungerli…-
-No…non io…il mio viaggio è finito…Aragorn, figlio di Arathorn…-
Parole…solo parole…
Parole che tradiscono amarezza e delusione…
Amarezza per non poter più godere della bellezza della vita…
Delusione nei confronti di me stesso, troppo debole per resistere al potere venefico di un anello…
Mi aggrappo alle spalle del Ramingo, in un ultimo e disperato tentativo di attaccamento alla vita…
Tremo…
Comincio ad avvertire freddo…
Mi entra nelle ossa…
Mi invade il cervello…
Mi ottenebra i sensi…
All’improvviso, un dolore…
Quasi non lo sento…
Poi vedo Aragorn…nel tentativo di estrarre una delle frecce che mi hanno colpito…
Sciocco, non vede che ormai nulla potrà salvarmi…
-Lascia stare...è finita...Il mondo degli uomini cadrà...su tutto calerà il buio...e sulla mia città la rovina...-
Parlo con la coscienza di chi ha conosciuto la precarietà della vita…
Con la coscienza di chi ha visto la morte e la distruzione in faccia…
Con la coscienza amara di chi sa che non vi è più speranza di vita, su questa terra…
Gli uomini…
Proprio io che predicavo il loro coraggio, ho ora così poca fiducia in loro?
Ma come averne?
Come, quando la grande Mietitrice Nera muove e recide i fili dei suoi burattini senza pietà?
-Non parlare, Boromir…- sussurra il futuro Signore di Gondor.
-Aragorn, è inutile…è la morte la mia via…la giusta via…-
-Perché parli così?-
-Perché…solo con la morte…potrò sentirmi…libero…e finalmente degno del nome di Figlio di Gondor…solo così…solo così la mia dignità…sarà riabilitata…- spiego, quasi ansimando.
La nebbia della Nera Signora mi investe…
La debolezza mi prende…
Non ho quasi più forza…
Le mie membra stanche non rispondono quasi più ai miei comandi…
Una lacrima mi bagna il viso…ma non è mia…
Aragorn…sta piangendo…
Piange per me!
Lui che ha sempre tentato di non lasciar trasparire sentimenti…
Lui, sulle quali spalle grava il peso delle azioni della Compagnia, ora che Gandalf non c’è più…e che io sto per raggiungerlo…
-Perché piangi?- chiedo piano.
-Perché sto vedendo la vita abbandonare un mio amico…-
-Amico?-
-Abbiamo litigato…e forse non ci siamo mai compresi, Boromir…ma in me ti ho sempre sentito come un amico…-
-Grazie…-
Mi zittisco per un po’…c’è una cosa che mi ronza nella testa…
Un pensiero…
Vorrei riuscire ad esprimerlo chiaramente…nonostante tutto…
-Sai…ora che sto per abbandonare tutto questo…-
-Non dire così!-
-Aragorn, non negare…ora che me ne sto andando…comincio veramente ad…apprezzare la bellezza…la vera bellezza delle cose…tuttavia…ho un unico rimpianto…-
-Quale?-
-Mi dispiace di andarmene perché…non ho potuto vedere…i suoi occhi per…per l’ultima volta…-
-I suoi occhi?-
-Faramir…mi dispiace…avrei dovuto restargli…sempre vicino…avrei dovuto proteggerlo…da nostro padre…e ora l’unica cosa che mi rincresce…è di non averlo…qui accanto…di non poterlo vedere…di non poter accarezzare il suo viso…di non poter baciare le sue labbra…un’ultima volta…-
-Vorrei…vorrei poterti aiutare…-
-Promettimi solo…che lo salverai…e che…che salverai il nostro popolo…- supplico con la morte che aleggia nella voce ormai stanca e spenta…
-Io non so quanta forza ci sia nel mio sangue, ma ti giuro: non lascerò che Minas Tirith cada, né che il nostro popolo fallisca...- promette, con le lacrime che premono per uscire dai suoi occhi azzurri, che un po’ mi ricordano quelli del mio amore…
E tuttavia mi meraviglia sentire queste parole…
Proprio da lui…
Proprio da lui che disprezzava la sua stessa razza…
-Il nostro popolo? Il nostro popolo?- domando stupefatto, in quello che ormai è solo un bisbigliare quasi incomprensibile.
L’erede di Isildur annuisce, con un sorriso triste a stirargli le labbra…
Voglio giurare…
Voglio giurargli la mia fedeltà…
Prima che il respiro lasci il posto al freddo della tomba…
Voglio che comprenda…
Voglio che sappia che gli sarei stato fedele…
Allungo il braccio destro verso la spada…
Un ultimo tentativo di trattenere ancora un po’ questa vita maledetta, che cerca con tanta foga di sottrarsi a me…
Non ci arrivo…
È troppo distante…
Non ho la forza di voltarmi su un fianco…
Ora che anche la vista mi si sta oscurando…
Ma il futuro Re di Gondor capisce…e mi porge la mia arma, che io mi porto al petto…
Il dolore è misto alla totale apatia, ormai…
Non sono più nemmeno cosciente delle radici che mi tormentano la schiena…o delle frecce nel petto…
Non avverto più nulla, solo freddo…
-Io ti avrei seguito, fratello mio...mio capitano...mio re...- bisbiglio.
Le mie ultime parole…
Tento di parlare ancora, ma la voce non esce…non più…
Null’altro che gemiti strozzati di una bestia irretita dalle catene della Nasconditrice senza volto…
Ancora un fremito…
Addio montagne risplendenti di energia…
Addio acque fresche dallo sciabordio tranquillo…
Addio astro del mattino…
Addio notte stellata che illuminavi di magia i miei sogni…
Addio amici e compagni di ventura, ancora quasi sconosciuti eppur così vicini…
Addio Faramir, amore mio…
Spero che tu non pianga…
Spero che possa trovare un compagno migliore di quello che sono stato io…
Addio lacrime che calde bagnate il mio volto…
Ancora una scossa…
Il rimbombo dell’ultimo battito del mio cuore nel petto.
Poi, la fine.
BUIO.

In quel pomeriggio d’autunno, in una foresta che costeggiava il corso solitario dell’Anduin, mentre il sole penetrava tra le fronde, il futuro Re degli Uomini salutò per l’ultima volta il suo amico appena trovato, e così presto perduto.
-Riposa in pace, figlio di Gondor...- sussurrò tra le lacrime di disperazione, di impotenza e di rabbia verso il Male.
Poi si chinò leggermente in avanti, e posò le labbra con delicatezza sulla fronte di quell’uomo per il quale, in quegli ultimi istanti, aveva nutrito un tale sentimento di ammirazione da spaventarlo…
Era finita…la sua agonia era cessata, ma in cuor suo sapeva che, a Minas Tirith, il tormento di un altro uomo stava per cominciare…un tormento che non avrebbe trovato pace…il tormento solitario di un’anima in frantumi…
Tre frecce per spezzare due esistenze legate dal filo rosso del destino?
Davvero bastava così poco?
Davvero la vita era così fragile?
Sì, era così…e quello non era che un monito…
La vera guerra doveva ancora cominciare.


Fine

  
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