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Autore: ViKy_FrA    05/08/2012    2 recensioni
Quarto anno. Ballo del ceppo. Non solo Hermione ha problemi col proprio cavaliere, e un incontro casuale potrebbe risolvere i problemi estetici di una e quelli sentimentali dell'altra.
Crossover!!! Non rivelo con cosa, altrimenti che gusto c'è? ;) E' qualcuno che amiamo o odiamo, ma sicuramente conosciamo benissimo tutti.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Boy. Friend.

 

 

 

 

Mentre la buonanima di Ginny Weasley riportava il fratello – o quello che ne era sopravvissuto a Fleur Delacour – nella sala comune, attorno al tavolo accanto al camino quattro teste bionde chiacchieravano fitto sopra i testi di scuola; una di loro in particolare attirava sia sguardi d’ammirazione che di puro odio. Barbara Millicent Roberts era tanto perfetta da crederla finta: bella, simpatica, versatile, intelligente e sincera attirava tante dichiarazioni d’amore quante di guerra, dentro e fuori la casa di Grifondoro. I ragazzi la adoravano, le ragazze l’avrebbero voluta  morta.

Le sorelle non erano da meno, ma la loro luce brillava con una intensità lievemente inferiore a quella di Barbara: quell’ondata di amoreodio rimbalzava su di loro come fossero state appendici della sorella, oppure non le investiva per nulla. In ogni caso, erano tutte troppo buone, sicure ed educate per dar peso a quello che la gente diceva di loro.

«Barbie!» la secondogenita diede una gomitata alla sorella indicandole l’ingresso della sala «Che è successo a Weasley

«Sembra abbia visto il fantasma di se stesso!» commentò la terza.

«Saranno stati i suoi fratelli, gli avranno fatto uno scherzo?» concluse la più piccola.

Entrò dal buco del ritratto anche Harry Potter e Ginny prese a spiegargli il motivo delle pietose condizioni di Ronald Weasley. Barbie captò le parole “invito” e “ballo” – cose a cui non voleva pensare – così provò a deviare l’attenzione delle sorelle: «Skipper, forza, finisci il tuo tema. Stacie, hai capito tutto o devo rispiegarti? Shelly! Attenta alla piuma, stai macchiando di inchiostro tutti i fogli!»

«Oh!» Shelly, in ginocchio sulla sedia, si sollevò constatando che anche le maniche della camicia bianca si erano sporcate di nero. Cercò la bacchetta, ma Barbie fu più veloce e subito le macchie sul tessuto sbiadirono. «Grazie… Barbie!» un pensiero improvviso le aveva attraversato la mente. «Come ti vestirai per il Ballo del Ceppo?»

Barbie sembrò cadere dalle nuvole, ma Skipper intervenne prima che potesse parlare.

«Giusto, da casa non hai portato nulla. Pensavo volessi comprare qualche ad Hogsmeade, ma non ti ho visto fare spese, no?»

«Lo vuoi cucire tu?» chiese Stacie, con gli occhi che le brillavano.

Barbie non sapeva cosa rispondere, ma ormai le sorelle erano prese dai loro sogni a occhi aperti, così non lo notarono.

«Tommy Carson» - Barbie sobbalzò al cognome, ma nessuna di loro se ne accorse – «ha detto che se non fosse al primo anno, mi porterebbe lui al Ballo!» sospirò Shelly.

«Tanto siete entrambi al primo, niente da fare!» la liquidò Stacie, sfogliando con cura il libro di Difesa. Moody, il professore di quell’anno, era particolarmente inquietante e Stacie non aveva voglia di finire nei guai per dei compiti fatti male.

«, tu sei al terzo. E poi sei solo invidiosa perché Todd a te non ha detto nulla del genere!» rispose la sorellina con una malignità tutta fraterna.

Stacie la ignorò piccata, guardando verso le altre sorelle. «Ginny è stata invitata da Paciock» disse, con tono discorsivo.

«Che culo…» Skipper alzò gli occhi al cielo, poi intinse la penna nell’inchiostro e riprese a vergare i fogli con la sua calligrafia tonda.

«Antipatica! Intanto lei ci va.»

«Allora lo sei, invidiosa!» disse di nuovo Shelly e di nuovo Stacie la ignorò, rivolendosi alla sorella maggiore.

«Skipper, tu con chi ci vai?»

«Non lo so,» disse senza smettere di scrivere «ho un sacco di inviti ma non so quale accettare. Sono amica di tutti e quello che vorrei davvero è solo passare una serata divertente con tutti quanti. Allora, Barbie? Il vestito?» Skipper alzò la testa dal compito, ripescando l’argomento iniziale, che Barbie sperava morto e sepolto.

Si mostrò sorpresa, come se non avesse seguito il filo dei discorsi, troppo presa dallo studio – invece aveva seguito attentamente sperando cambiassero in fretta discorso. Alla fine si strinse nelle spalle e disse semplicemente: «Penso non ci andrò.»

«Ma come!?» la protesta delle sue sorelle si levò a una sola voce, facendo voltare diversi ragazzi lì attorno.

«Oh… non avete ancora fatto pace?» chiese Skipper, rattristandosi.

Barbie non rispose, fingendo una concentrazione sui compiti che evidentemente non aveva.

«Midge ci va?»

«, Alan le ha chiesto di sposarla dopo la fine di Hogwarts…»

Skipper non aggiunse altro: non aveva risposto alla domanda, ma le aveva involontariamente detto più di quanto Barbie stessa avrebbe voluto.

«Carson!» urlò in quel momento uno dei ragazzi.

«Sì?» rispose una voce dall’altro lato della sala. Barbie si voltò di riflesso – era più forte di lei.

«Kenneth, la facciamo domani una partita a Quidditch? Tanto col torneo in corso lo stadio è sempre libero.» urlò di nuovo il primo ragazzo.

«Ci sto!» sorrise Ken Carson, bello, sportivo, simpatico e oltremodo stupido. Agli occhi di Barbie.

«Scusate, qui ho finito, salgo in camera». Barbie recuperò i suoi libri in fretta e furia e scappò verso il dormitorio femminile senza dar tempo alle sorelle di dire nulla.

Contemporaneamente anche Hermione Granger fuggiva dalla Sala, furibonda e ferita.

 

*

 

Ti aspetto alla fine della scala della Sala d’Ingresso. E ho intenzione di aspettarti fino all’alba.

 

*

 

Il pomeriggio del giorno di Natale, quando il dormitorio era ancora deserto e i ragazzi erano tutti fuori a godersi la neve prima dei preparativi per la sera, Barbie stava attraversando il corridoio del dormitorio femminile in pigiama con un romanzo sottobraccio, convinta di sedersi a leggere accanto al camino e di passare lì tutta la serata. Svogliatamente buttò un occhio dentro una stanza dalla porta stranamente spalancata: chi mai, oltre a lei, poteva passare il giorno di Natale chiuso nella Torre? Era la camera del quarto anno ed Hermione Granger stava lottando contro l’allacciatura di un vestito da sera.

Un po’ per curiosità, un po’ per gentilezza, Barbie bussò sullo stipite della porta: «Serve una mano?»

Hermione si voltò di scatto, imbarazzata. «Barbara! Che ci fai… Non sei… Si grazie», si arrese sconsolata.

«Chiamami Barbie» disse lei entrando nella stanza. Le chiuse l’allacciatura sulla schiena commentando: «Che bel vestito. Una gran bella punta di…»

«Pervinca!» concluse Hermione. «È il mio colore preferito» sorrise.

«Davvero bello. E ti sta molto bene. Come ti vuoi truccare?» il tono semplice di chi è genuinamente interessato a qualcosa.

Imbarazzata, Hermione indicò la superficie del suo letto: Lavanda e Calì erano state tanto gentili da prestarle tutto quello che avevano quanto a trucco e prodotti per capelli, ma non erano state prodighe di istruzioni, forse malignamente, o forse immaginando che fosse scontato per un a ragazza saperli usare alla perfezione.

Barbie guardò l’equivalente dei prodotti di un’intera profumeria e prese subito con decisione un fondotinta e un pennello. «Ti dispiace?» Hermione scosse la testa, ancora imbarazzata «Allora siediti lì, e lasciami fare».

«Barbara…»

«Barbie» la corresse mentre le spostava il viso sotto la luce, immaginando come truccarla.

«Barbie, non è il caso che tu perda tempo, davvero!»

«Amo fare queste cose. E poi se mi fosse scocciato non te l’avrei proposto».

Hermione rimase zitta mentre Barbie decideva silenziosamente che il fondotinta non serviva e tornava al letto a cercare un fard adatto alla pelle della ragazza. Stava già tornando da lei quando Hermione sospirò sconsolata, lasciandosi scappare un: «Non so nemmeno cosa sto facendo! L’unico ragazzo che avrei voluto mi invitasse, nemmeno mi ha considerata!»

«Vorrà dire che andrai apposta per fargli vedere quanto sei bella stasera! Alza il viso».

«Non penso mi guarderebbe in ogni caso»

«Allora vai per divertirti. Un cavaliere ce l’hai, no? Chiudi gli occhi».

«Sì, ce l’ho… e sono contenta mi abbia invitata lui, però…»

Barbie aveva ormai chiaro in mente che colori usare. Tornò dal letto con quattro o cinque prodotti in mano.

«Ci sono cose che devi fare solo per te stessa. Tira le labbra. E poi questa è il tipo di serata in cui le ragazze si sentono finalmente principesse. Chiudi gli occhi».

Hermione era troppo presa da sé – e in ogni caso sarebbe stata troppo educata – per chiederle come mai allora lei era in pigiama con sotto braccio l’unico libro di Celestina Warbeck della sua breve e scadente vita di scrittrice.

Barbie si soffermò a guardare il risultato provvisorio ma non ne sembrò convinta. Estrasse la bacchetta dalla tasca grande sul davanti della maglia del pigiama e appellò tutti gli ombretti, lasciandoli sospesi nell’aria davanti a sé. Ancora insoddisfatta, appellò tutti i rimmel.

«I capelli come li vuoi?» le chiese mettendosi al lavoro con un rimmel nero.

«Lisci!» rispose di getto Hermione. «Si può fare?» chiese poi.

«Certo! Lo saprei fare con un fon, figurati con una bacchetta e con una lozione liscia riccio!»

«Un fon? Origini babbane? Anch’io!»

«Sì. Sono del Wisconsin, ma i miei vennero a Edimburgo quando ero piccola. Le mie sorelle sono nate tutte qui».

«E’ vero, siete in quattro! Quattro sorelle di origini babbane

«Cinque sorelle. Shelly non è la più piccola. Cinque streghe in casa. È un bel colpo per una famiglia babbana, no? Socchiudi la bocca.» - era passata al lucidalabbra – «La maggior parte degli amici che abbiamo qui a Hogwarts sono nostri vicini. Vicini maghi, ovviamente. In particolare la famiglia di Ken Carson si era trasferita da New York poco prima di noi» continuò senza pensare; quando realizzò quello che aveva detto tacque all’improvviso. Con suo sollievo, Hermione sembrò non notare la cosa, però così continuò nell’argomento, con suo dispiacere.

«Quindi tu e Carson vi conoscete da una vita».

«Già… Accio spazzola». Barbie girò attorno a Hermione per dedicarsi ai capelli.

«Non so cosa voglia dire avere un amico per così tanto tempo,» riprese Hermione «ma immagino che dopo un’infanzia insieme e sette anni a Hogwarts ci si conosca piuttosto bene, no?»

«Fin troppo» dovette ammettere a se stessa.

«Sono un po’ invidiosa».

«Perché? Hai degli amici che ti vogliono molto bene, mi sembra.»

Hermione fece una smorfia. «Amici che hanno capito solo un settimana fa che sono una ragazza…»

Barbie ridacchiò. «Ma i maschi sono tonti! Ci ho messo tutto il terzo anno e tutte le uscite a Hogsmeade per riuscire a farmi invitare fuori da Ken. Per qualcosa che non fosse una partita a Quidditch, intendo».

«Davvero?»

«Sì, e anche quella volta fu qualcosa del genere “ti sto manovrando perché ti conosco come le mie tasche per portarti a fare quello che voglio io”. Poi un giorno del quarto anno, senza nessun tipo di segnale di preavviso, mi chiese spontaneamente di uscire».

«Pensavo che un’amicizia potesse essere d’aiuto in questi casi» commentò Hermione, tenendo ferma la testa, ma alzando gli occhi per riuscire a intravedere Barbie.

Barbie sospirò. «Non lo so. Penso che siano cose complicate e insieme anche semplici, sia per i maschi che per le femmine, a qualsiasi età. Siamo tutte persone diverse, quindi ogni storia è diversa». Fece una pausa. «Però hai ragione, dopo una vita insieme ci si conosce piuttosto bene…»

Barbie sembrò concentrarsi sull’acconciatura ed Hermione tacque per non disturbarla. Quando si accorse di starle pettinando i capelli da un po’ troppo tempo, si riscosse dai suoi pensieri e le disse «Hai detto lisci? La pozione che ti hanno lasciato temo non sia adatta, vado a prenderne una in camera mia! Torno subito, e non ti guardare ancora allo specchio!» le urlò mentre già guadagnava la porta.

In camera rovistò tra i prodotti e le pozioni di Midge, finché non trovò quello che cercava. Uscendo l’occhio le cadde sulla parete delle foto, esattamente su quella del loro – suo, di Midge, di Alan, di Theresa e… di Ken – primo giorno a Hogwarts. Sbuffò, pensierosa, e tornò nella stanza del quarto anno. Chiacchierare con Hermione le stava facendo bene: involontariamente le stava facendo mettere sempre più ordine tra i propri pensieri.

«Tricopozione Lisciariccio, dovrebbe funzionare! È di Midge, ma non se la prenderà» sorrise a Hermione. Tornò al lavoro per lisciarle i capelli, e poi di nuovo con spazzola e forcine. «Dimmi se ti faccio male».

Alla fine Barbie la portò davanti a uno specchio, sorridendo soddisfatta del proprio lavoro. Hermione invece sembrò dapprima stranita, poi incredula.

«Ma sono io?»

«Ovvio. Non ti piace?»

«Hai fatto un lavoro spettacolare! Non sembro davvero truccata, e i capelli… e… Oh, grazie Barbie!»

«Grazie a te Hermione» le sorrise. «Davvero».

 

*

 

La sera del ballo, quando il dormitorio era ormai deserto – salvo per gli studenti immusoniti dei primi anni –, Barbie stava attraversando il corridoio del dormitorio femminile fasciata in un abito da sera rosa antico piuttosto appariscente ma elegante, adornato di pizzi e volant. Aveva salutato Hermione qualche ora addietro, prima che ragazzi e ragazze rientrassero nella torre per prepararsi per il Ballo: era scappata via, dicendo che doveva incontrare il suo cavaliere molto prima dell’apertura del portone della Sala Grande. Barbie aveva così recuperato il modello incompleto del vestito a cui stava lavorando e, chiusa dietro le cortine del suo letto, aveva fatto lavorare ago e filo come non mai.

Quando scese la scala di marmo trovò davvero Kenneth Carson in vestito da sera blu scuro aspettarla nella Sala d’Ingresso, l’unico studente autorizzato a partecipare al Ballo che ancora non vi aveva preso parte. Dalle porte spalancate della Sala Grande si vedeva Silente che con un gesto della bacchetta allontanava i tavoli verso le pareti: la cena era già finita.

«Sono un’idiota», «Sono un idiota», si dissero non appena Barbie lo raggiunse. Risero entrambi e Barbie aggiunse «Veramente speravo in un “sei bellissima sta sera”!»

«Lo sei sempre, e sono felice che tu abbia accettato l’invito».

«Sapevi l’avrei fatto».

«No. Sapevo che ci avresti pensato, ma non sapevo cosa avresti deciso».

Barbie ripensò alla chiacchierata con Hermione nel pomeriggio, “Siamo tutte persone diverse, quindi ogni storia è diversa. Però hai ragione, dopo una vita insieme ci si conosce piuttosto bene”. «Scusami per quella litigata, io… Non so, credo di essermi immedesimata in una vita che non era la mia».

«Perdonami tu, sono cose a cui non avevo mai pensato e parlarne così all’improvviso mi ha mandato nel panico».

«Siamo due idioti».

«Vuoi che ne parliamo?»

Barbie scosse lentamente la testa. «No. Penso che per noi non sia ancora arrivato il momento di parlare di matrimonio. E avrei dovuto saperlo».

«Per quanto ci si conosca, si resta sempre persone diverse. Credo che il bello stia proprio in questo». Ken le porse il braccio, invitandola a entrare con lui nella Sala Grande.

La bocca di Barbie si aprì in un sorriso felice, risentendo in quelle parole quello che aveva detto lei stessa nel pomeriggio. «Non posso che condividere» gli rispose, accettando il braccio e dirigendosi con lui nella Sala.

Era il primo ballo e stavano ancora danzando solo i Quattro Campioni del Torneo; studenti, insegnanti e ospiti attendevano attorno che fosse passato il giusto tempo prima di unirsi a loro.

«Barbie! Ma allora sei venuta! Sono felice di vederti qui! E che bel vestito… Ecco cosa stavi facendo chiusa dietro le cortine!» le salutò Midge, in un abito verde smeraldo, accanto ad Alan, in un completo nero. Lui le teneva una mano sul fianco, ma Barbie non vi badò.

«Ciao Midge. Alan» rispose. Mentre anche Ken salutava gli amici, Barbie intravide nella folla attorno Skipper circondata da tre o quattro ragazzi. Indossava un vestito di satin argentato come la Delacour, ma la sorella sapeva che Skipper non era tipo da preoccuparsene.

«Hai visto che bella sta sera la Granger? E con chi balla!» bisbigliò all’improvviso Midge a Barbie.

«Hai ragione, è proprio bella» sospirò posando il capo sul braccio di Ken. «Spero che sta sera per lei vada tutto bene…» mormorò poi tra sé: le era grata per l’aiuto involontario che le aveva dato. Midge sembrò non capire cosa intendesse ma ormai la folla stava cominciando a ballare, e anche Barbie volle seguire Ken sulla pista.

 

 

 

 

@@@@

 

 

 

 

BHA! BUBBOLE!

 

Life in plastic, it’s fantastic! Ma anche no!

Donde nasce cotanto scempio? Nel luminoso giorno del mio genetliaco – Tanti auguri a me, tanti auguri a me!!! – mi decisi a scrivere questa one shot per un concorsino su una pagina di Facebook a tema Harry Potter: Ravenclaw - Wit Beyond Measure ϟ. Unica regola: un crossover.

 

In realtà all’inizio avevo iniziato a scrivere ben altro, solo che stava venendo una multicapitolo, e non l’avrei MAI finita per la scadenza! Così, grazie a slanci nostalgici che mi avevano portato sulla pagina Wikipedia di Barbie, ho finito con lo scrivere una storia di questo genere! =)

 

Per il fatto che Barbie ha davvero un nome per esteso, era un po’ che volevo scrivere qualcosa su di lei, tanto per togliermi il gusto, forse nemmeno l’avrei pubblicato. E invece è andata così. =D

 

Uhuhuh! Dimenticavo! Sono ALLERGICA alle Romione, quindi  - malgrado abbia scritto la fic con davanti il quarto libro - c’è una remota parte del mio cervello che vede nei sogni di Hermione il desiderio di essere invitata da Harry. O Draco. O Ginny. O Ken Carson. O anche Gazza!!! XD

Non ho specificato nulla, perché il cavaliere che desidererebbe Hermione è il tema centrale, ma chi effettivamente sia questo cavaliere è qualcosa di marginale per la one shot (eh?), quindi immaginatevi chi preferite come oggetto dell’amore della fanciulla. *cuoricino*

 

Ora ditemi voi! Vi è piaciuta? ;)

 

 

 

 

Il contest chiedeva anche un’immagine da accompagnare alla storia (con le partecipanti veniva poi fatto un album apposta per il concorso): eccola qui sopra! Vi prego di prenderla con la stessa ironia con cui io l’ho fatta! ^^

Cliccandoci sopra arriverete alla storia pubblicata sulla pagina, e sfogliando l’album troverete anche le altre storie partecipanti.

Siccome zia Jo nel quarto libro non ha ancora cambiato il secondo nome di Hermione, ho scritto Jane invece di Jean. =P

   
 
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