Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: KillerKing    06/08/2012    17 recensioni
Cosa pensavano i Cavalieri d'Oro resuscitati da Hades mentre si recavano al Grande Tempio per mettere in atto il loro inganno? E, soprattutto, perché Aiolos fu l'unico a non andare? Scopritelo leggendo queste brevi riflessioni! E scoprite a quale Cavaliere corrispondono!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non avrei mai immaginato che si sarebbe dovuti giungere a questo. Ma l’offerta che ci è stata fatta era troppo allettante per rifiutare. Quale altra occasione avrei avuto?
Il segreto che celo nel mio cuore, e che ora ho condiviso con gli altri, è la chiave di volta che ci permetterà di raggiungere la vittoria. Di salvare la Terra. Anche se ci costerà molto, moltissimo. Ma me lo merito. In fondo, se in vita avessi svolto meglio il mio compito, forse ora le cose sarebbero diverse. Se avessi saputo leggere meglio nell’animo di uno degli uomini al mio fianco, ora non saremmo costretti a ricorrere a questa spregevole messinscena.
Basta, ormai è inutile recriminare. Faremo quel che dobbiamo fare. Solo una cosa mi chiedo… Cosa succederà quando incontrerò lui? E’ passato così tanto tempo… Cosa leggerò nei suoi occhi quando mi vedrà così? Il suo disprezzo… E’ questa la cosa che mi spaventa di più.
 
 
Giustizia, giustizia, giustizia. Quante volte mi sono riempito la bocca con questa parola? Tante, forse troppe. Ed ogni volta nella convinzione di agire per il meglio, ogni volta certo di essere imparziale, integerrimo, un esempio per gli altri. Nel nome della giustizia sono stato giudice, giuria e boia. Ho condannato ed ucciso. Anche l’ultima persona che se lo sarebbe meritato. Un amico. Dov’era la mia giustizia quando mi macchiai di quell’atto così empio? “E’ qui con te!” mi dicevo, “Come sempre!”. Che stolto. Ma ho pagato per quell’errore, ho pagato per quello e per non aver riconosciuto chi avrei dovuto proteggere. Ho pagato, ma evidentemente non abbastanza. Mi viene chiesto di essere ciò che più aborrivo, di macchiare il mio onore senza possibilità di redenzione. Ma lo farò. Perché è per la giustizia.
 
 
Ho dedicato tutta la mia vita alla bellezza. La bellezza del mio viso, la bellezza del mio corpo, persino la bellezza del mio modo di combattere. C’era bellezza nella Dea che servivo e ce n’era ancora di più nella forza e negli intenti di quel Cavaliere mio pari che decise di usurpare un trono che non gli spettava. Perché la pace a cui egli anelava, la forza con cui tentò di imporla, erano il massimo della bellezza. Ed ora io lo seguirò ancora, perché di nuovo mi ha tentato facendo leva su ciò che per me conta più al mondo. Perché cosa c’è di più bello che sacrificare queste effimere ventiquattro ore che ci hanno concesso al raggiungimento di uno scopo così grande? Cosa c’è di più nobile che arrivare a lordare il ricordo di chi eravamo pur di adempiere alla nostra missione? Nulla. Assolutamente nulla.
 
 
Sono patetico e mi vergogno di me. Ho passato tutta quella che era la mia vita a pontificare su quanto fosse fondamentale mantenere il sangue freddo durante qualsiasi situazione. Mi sono persino immolato, accogliendo la morte a braccia aperte, per far sì che il mio allievo facesse sua questa lezione. Eppure ora le mie mani non riescono a smettere di tremare. Se i miei compagni se ne sono accorti, hanno taciuto. E questo non fa che aumentare la mia vergogna. Ma perché ho tanta paura? Sono consapevole di quello a cui andiamo incontro, lo so che l’unico futuro che mi aspetta è il fango sul mio nome. L’ho accettato. Ma allora, maledizione, perché? Per lui? Per quell’allievo al quale non ho mai avuto il coraggio di confessare che lo amavo come un figlio? Per quel ragazzo al quale fra non molto mi presenterò come il vigliacco che si è venduto l’anima per paura della morte? Sì, probabilmente è per questo che le mie mani tradiscono i miei convincimenti. E se è per lui che vacillo, forse, per quest’unica volta, posso essere indulgente con me stesso.


Stiamo andando consapevolmente incontro alla più grossa onta di cui un Cavaliere si possa macchiare. E, ad essere onesti, è qualcosa che mi si addice. Me ne sono andato nella colpa, farò ritorno nella colpa. E stavolta senza scuse, non come allora, quando avevo la giustificazione che a muovere le mie azioni era il mio “altro io”. Ora il mio nome sarà definitivamente compromesso. Ma non ho da recriminare. Devo dare ragione a mio fratello stavolta. Lui almeno non ha mai fatto mistero di quello che era, ha sempre perseguito i suoi scopi rimanendo fedele a sé stesso, senza nascondersi dietro la maschera di una doppia personalità, come ho fatto io. Una maschera effimera, perché, buono o cattivo, ero sempre io ad agire. E a me sarebbe spettato dominarmi, a me toccava soffocare i miei istinti. E non ci sono riuscito. Ho commesso il crimine per il quale avevo imprigionato il sangue del mio sangue. Quale ipocrisia… Dovunque tu sia adesso, perdonami fratello. Con le mie azioni ho segnato sia il mio fato che il tuo. Ma adesso, costi quel che costi, potrò rimediare.


Allora: in vita sono stato un gran bastardo, e non nego che mi sia pure piaciuto. Però tutti i miei pari mi schifavano e mi davano addosso. “Sei la vergogna del Santuario!” mi dicevano. Va bene, non c’è problema. Poi muoio. D’accordo, succede, nessuno lo sa meglio di me. E adesso che va a succedere? Che mi resuscitano per ventiquattro ore senza che io lo chiedessi e gli stessi tizi che mi criticavano mi vengono a dire che devo comportarmi ancora più da bastardo? Fate pace col cervello, signori. Poi dico… Tutta questa messinscena a che serve? Sarebbe sufficiente presentarsi alla Prima Casa e gridare al custode: “Ehi, spargete un po’ di sangue di Athena sulla sua statua e sbloccherete la sua Armatura!”. Ecco fatto. Che ci vuole a dirlo? Cinque secondi? Hades non farebbe nemmeno in tempo a riprendersi questo sputo di vita che ci ha dato. E invece no! Dobbiamo sobbarcarci una specie di Odissea. E va bene ragazzi, allora ditelo che siete masochisti…
 
 
Li guardo andare via per fare ritorno nel mondo dei vivi, vestiti di quelle Armature che sulla loro pelle di Cavaliere bruceranno come tizzoni. Quelle Armature così simili nella forma a quelle che solevano indossare e al contempo così diverse per quello che significano. Sicari di Hades… Non oso nemmeno immaginare il trattamento che gli sarà riservato da coloro che li chiamavano amici, e non riesco a pensare a quello che proveranno a combattersi gli uni con gli altri. Non sarebbe mai dovuto accadere… Ma non c’era altra soluzione. Io avrei dovuto essere al loro fianco ed unirmi a questa ingrata impresa, ma non mi hanno voluto. In special modo i due che furono mandante ed esecutore del mio assassinio. “Perché già una volta” hanno detto, “Il marchio dell’infamia è stato apposto ingiustamente sul tuo nome. Non possiamo permettere che accada di nuovo.”. Un riguardo nei miei confronti forse inopportuno, vista la gravità della situazione. Ma non hanno voluto sentire ragioni. Però se pensano che io non avrò parte in questa guerra si sbagliano. Forse non ora, forse più avanti. Ma troverò un bersaglio per la mia freccia.
 
 
 
 

 

  
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: KillerKing