Ormai
il treno era partito. Era piccolo ma confortevole
e caldo, adatto per affrontare il freddo invernale. Io ero seduta e
guardavo
fuori dal finestrino con aria malinconica la stazione della
città che non avrei
più rivisto per un po’ di tempo.
Avevo la testa talmente fra le nuvole che perfino il rumore delle ruote
che si
scontravano con le rotaie di ferro sembrava essersi zittito nella mia
testa.
Silenzio.
Non riuscivo a sentire nulla se non il rumore dei miei pensieri che
"volavano" lontani... Ero felice di tornare a casa, ma non volevo.
Non volevo lasciarlo da solo. Guardai fuori dal finestrino: stavamo
lasciando
la stazione, ormai. E lui era ancora lì, a guardare il
treno. Non sarebbe
dovuto venire. Mi asciugai le lacrime che mi rigavano il volto. Non
sapevo
quando sarei tornata, ma sapevo solo che mi sarebbe mancato
terribilmente. Lui
mi ha salvata, lui mi ha aiutata, con lui ho passato dei bellissimi
momenti,
ma, io non
ho potuto fare nulla per lui. Quel proiettile che ho recuperato non era
così
importante. Ero un’apprendista sensitiva ma sono stata
inutile e ingombrante.
Nick, tu lo sapevi che sono stata inutile, non c’era motivo
di farmi vedere
quel proiettile, e nemmeno dirmi che hai sentito la voce della mia
sorellona.
Se almeno fossi riuscita a evocare Mia; ma nemmeno di quello ero capace.
Scusa se me ne sono andata, ma devo finire l’addestramento,
come tu sai. Così
poi non sarò più “l’incapace
del gruppo”.
Il treno si fermò alla stazione successiva, e della
città ormai si vedevano
solo i grandi palazzi grigi. L’hotel Gatewater spiccava tra
gli altri
grattacieli e quel palazzo vicino mi rattristò ancora di
più: non avrei più
visto l’ufficio per un bel po’ e nemmeno Nick.
Sapevo che al villaggio Kurain
mi aspettavano tutti, d’altronde ormai ero l’unica
che poteva diventare
Maestra, ma sarebbe stato difficile dimenticarlo.
La campagna aveva preso il posto del paesaggio urbano.
L’inverno aveva gelato
tutti gli alberi da frutto e quel quadro ghiacciato mi faceva pensare
ancora di
più a quanto ero stata inutile. Nelle strade della campagna
non c’era nessuno:
solo ghiaccio e desolazione. Pensai a quanto si sarebbe sentito solo
Nick,
senza di me. Presi in mano il mio cellulare e scrissi un messaggio:
“Ciao zia, sto tornando a casa. In questo momento sono sul
treno e mi ci
vorranno più o meno quaranta minuti di viaggio ancora.
Salutami Pearl!
Maya”
Il treno viaggiava veloce, come se volesse riportarmi subito a casa.
Non facevo
altro che sospirare. All’improvviso il mio cellulare si
accese: era arrivato un
nuovo messaggio. Pensavo fosse della zia Morgan e invece no.
“Quando tornerai qui, Maya?”
Mittente: Nick. Sorrisi. Di sicuro in quel momento era sdraiato sul
divano,
aspettando di aprire l’ufficio.
“Non lo so.”
Non riuscii a scrivegli altro. Gli occhi mi si riempirono di lacrime di
nuovo.
Strinsi il
cellulare nelle mani e guardai fuori: aveva iniziato a nevicare. La
neve
scendeva lenta e ricopriva i prati come una coperta soffice. Avrei
voluto tanto
stringere Nick tra le braccia, ma l’unica cosa che potevo
stringere era
quell’odioso cellulare! Quando ritornerò mi
renderò utile. Pensavo di aver
deluso tutti, ma soprattutto lui.
Dal mio cellulare partì la colonna sonora del Samurai
d’Acciaio. Chi poteva
chiamarmi? Lessi sul display: Nick. Ero indecisa se rispondere tra i
singhiozzi
o declinare la chiamata. Guardai ancora il display.
“Nick” che lampeggiava e la
suoneria mi fecero prendere la decisione giusta.
“N-Nick...” fissai il pavimento della carrozza.
C’era silenzio. Un silenzio che
non mi faceva stare tranquilla. Il rumore delle ruote sulle rotaie era
l’unico
rumore ed era davvero fastidioso. Il mio cuore voleva fermare quella
corsa e
tornare indietro.
“...Quindi non sai quando tornerai?” Sembrava
davvero triste, sentendo solo la
sua voce.
“Già” Dopo ci fu una pausa di silenzio.
“Quando finirò l’addestramento
verrò a
trovarti. Però...” Guardai fuori dal finestrino.
Ero quasi arrivata.
“Però?” La sua voce mi calmava. Mi alzai
in piedi e aspettai di arrivare in
stazione.
“Devi venire a trovarmi, almeno una volta.
D’accordo Nick?” Il treno iniziò a
frenare. Stazione di Kurain. Stazione di
Kurain. Quella era la mia fermata.
“..Sì. Ma solo se avrò tempo”
Scesi dal treno.
“Ma se non hai mai nulla da fare, non dire bugie
Nick!” Stavo ridendo. Non mi
serviva piangere. Esistevano i telefoni, perché non usarli?
L’avrei chiamato
ogni giorno.
Lui rise. “Ok, Maya. Ora devo andare. Ci
sentiamo..” Attaccò senza che io
potessi salutarlo. Dall’altra parte del telefono si sentiva
solo un silenzio e
un suono a intermittenza “tuuu... tuuu...”
“Questa me la paghi, Nick!!” Corsi verso casa. Ero
davvero felice di aver
sentito la sua voce.
Quel posto non era cambiato affatto: soliti colori, le montagne, le
case, le
persone. Persino la neve non era cambiata. Entrai in casa lasciando
cappotto e
scarpe. Mi diressi verso la camera di Pearl e la trovai sveglia.
“Mistica Maya! Sei tornata!” Pearl mi
saltò addosso. “Pensavo non saresti più
tornata. Com’era laggiù?”
“Zia Morgan dorme?” Pearl annuì.
“Bene. Allora faremo silenzio. Innanzitutto
siediti che ho da raccontarti molte cose!” Si mise comoda,
pronta ad
ascoltarmi. “In città sono successe molte cose
Pearly. Ho conosciuto il ragazzo
di cui la mia sorellina parlava sempre. È veramente bravo.
Sai, fa l’avvocato e
ha del talento straordinario.”
“Avocado? Cos’è?” Zittii
Pearly continuando a raccontarle tutto.
“Non dirlo a nessuno quello che ti sto per dire, ok? Penso di
essermi
innamorata di lui. Lui è la persona a cui tengo di
più, dopo di te, ovviamente.
Però... Lui per me ha fatto molte cose, mentre io non ho
fatto nulla per lui.
Sono stata inutile là. Non c’è nulla di
peggio che essere una sensitiva e non
riuscire a evocare gli spiriti.” Una lacrima mi
rigò il volto e Pearl mi guardò
confusa.
“Mistica Maya... Sono sicura che non sei stata
inutile!”
“E invece sì.” Abbracciai mia cugina.
Come potrebbe capirmi? Ha solo 7 anni.
“Sono solo stata un peso per Nick. È meglio che me
ne sia andata”
“...Ma, questo signor Nick è il tuo principe
azzurro, giusto?”
“Hai indovinato”
Il mio cellulare vibrò. “Nick” era il
mittente.
Salve! Ho sudato 4 camice in un solo giorno per scrivere questa fan fiction per un contest. Sono arrivata terza! *w* è stato un miracolo, siccome la fic non è niente di che.. u_ù
Commentate! Voglio sapere com'è xD
La valutazione ♥
.lawyer*
Magatama giallo: Maya Fey
Sentimento: Tristezza
IC: 5/5
Gradimento personale: 5/5
Storia in generale: 7/10
Originalità: 4,5/5
Attinenza al sentimento scelto: 7,5/10
Estetica Fic: 1,5/3
Totale 32/38 punti
Mi hai fatta dannare nell'attesa. Mi dicevi che era brutta, che era frettolosa. Eccetto la parte finale, te lo dico con il cuore che il terzo posto te lo sei assolutamente meritata. Non solo perché era una fic agrodolce (e quindi il prompt tristezza ci stava per bene), ma hai anche fatto uno splendido IC di Maya e Phoenix, sebbene si senta poco. Ma ciò non è importante, visto che lo sente solo al cellulare. Per il resto, solo il finale è frettoloso, ma so quanto ti sei impegnata e con i fatti iniziali mi hai lasciata davvero sorpresa. L'ho letta velocemente, a parte qualche virgola necessaria e qualche verbo, ce l'hai fatta. Ripeto: ce l'hai fatta. Una Narumayo triste, con il finale bittersweet. Ed è qua che però, ho dovuto toglierti qualche punto. Appunto perché sei partita bene (agrodolce, ancora) ma sei finita con qualcosa di felice. La chiamata di Nick e Maya che si rirpende di colpo. Icissima. Ma sbagliata nella fic col prompt tristezza. Voglio dire: fantastica, peccato che non era adattissima al sentimento.
Per il resto, hai aspettato le ultime ore prima dello scadere del contest.
Ma mi hai stupita.
Terzo posto. Bronzo.
Ripeto: ce l'hai fatta. Complimenti.