-Ciao mamma-

 

-Ciao Giulia, ti voglio bene, ci rivediamo dopo l'estate-

 

- Si certo. sempre se non muoio prima-

 

E presi quell'aereo, diretto in un paese dell'Inghilterra, non so dove...

 

Credo si chiama Brad qualcosa

 

- ULTIMA CHIAMATA PER BRADFORD- ah, si, Bradford, grazie autoparlante.

 

Il paese dove vivono i miei nonni, i genitori di mia mamma. Ero stata

costretta da quest'ultima a trasferirmi lì per l'estate, dato il mio gross cambiamento dell'ultimo anno.

Mi aveva definito un pesce palla, quel pesce che, in caso di pericolo,

si gonfia aumentando la sua stazza e,se mangiato, causa la morte

poichè velenoso.

Si, ero diventata velenosa, la mia carne era maligna, offendevo le

persone che mi si avvicinavano, le trattavo male, forse per proteggermi

da un male più grande, per paura che poi, entrate nella mia

vita, se ne andasero di punto in bianco, come era già successo.

Spesso le mie parole facevano piangere mia mamma.

Mi dispiaceva vederla piangere, ma non stava male solo lei.

Non sa quante volte nel cuore della notte mi svegliavo e iniziavo a

piangere, mi rannicchiavo in un angolo del letto e lasciavo che tutta

la mia sofferenza uscisse e che le mie lacrime bagnassero le lenzuola.

Non so quando sia iniziato il mio cambiamento, è stao un

susseguirsi di eventi, giunto al culmine con la rottura con colui che

definivo essere il mio ragazzo. E' solo colpa sua se sto così.

Mia mamma ha pensato che mandandomi dai miei nonni e allontanandomi un

po' dalla mia casa, sarei ritornata la ragazza dolce e solare che ero

prima.

Ma lei non capisce,non ha provato ad ascoltarmi, non sa cosa mi è successo.

Nessuno lo sa.

Ad ogni modo, io mi chiamo Giulia, ho 16 anni  e vivo in un paese in provincia di Milano.

Sono alta 1,68 m, ho i capelli mori e gli occhi color cioccolato.

Ho un fratello di 12 anni, Gabriele.

Vado al Liceo Classico, quello dove si studia greco e latino, materie

abbastanza inutili per la storia moderna, ma, come dice la mia prof, ci

aiutano a capire le nostre origini. Bene, io non le ho ancora capite.

Detto ciò, mi rannicchio nella mia "poltrona" dell'aereo, metto la musica e mi addormento.

La musica è l'unica che mi aiuta a non pensare, mi culla. Io amo la musica. Non so cosa ci sia di più perfetto.

Dopo un' ora e mezza, l'hostess mi sveglia dicendomi che siamo arrivati.

Prendo il mio zaino e scendo da quell'aereo che mi aveva portato all'inferno.

Ad aspettarmi vedo mio nonno. Almeno si era dgnato di venirmi a prendere!

Mi corre incontro e prende le mie valigie.

-Ciao Giulietta-

-Ciao nonno, dov'è la nonna? E' in una casa di riposo?-

-No stupidina, è a casa. Sta preparando il pranzo, non vede l'ora di vederti-

Io, al contrario preferirei passae la mia estate in un ghetto con

persone malate di lebbra, piuttosto che stare in quel paese che solo

Dio conosce, forse nemmeno lui...

ma rispondo gentilmente:

- Anche io, non ti immagini quanto-

Ciao gente, questa è la

mia prima FF. Fino ad adesso sono stata solo una lettrice, ma ho deciso

di vedere come riesco dall'altra parte dello schermo!

vi prego di lasciare una piccola

recensione per sapere cosa ne pensate. Mi farebbe davvero piacere :)

Accetto anke critiche costruttive, sono aperta a tutto.

Grazie, buona lettura :D

Kiss xx