31 gennaio.

Dopo ben due mesi senza nessuna traccia di se, torna. Ron.  Siamo amici da sette anni,un litigio dopo l'altro, e invece, per me, metaforicamente, furono una vittoria dietro l’altra. Tornando qui da noi, ha personificato l’attimo di una fine, dell’assenza, e contemporaneamente il continuo del mio amore per lui. Non sono più quella ragazza dai capelli cespugliosi e i denti davanti piu lunghi di una volta Ron, che ti credi? Che le persone restino e aspettino chi hanno amato più di chiunque altro? Sì,in verità hai ragione. Ho aspettato per troppo tempo il tuo ritorno.
Potrei sembrare addirittura esagerata,ma è terribile scappare da qualcuno, da me, che ti ama. Che sa coniugare il verbo amare.
Ho continuato ad apparecchiare per tre per troppo tempo, ho fatto 200 grammi di pasta in più per convincermi che saresti tornato,sono rimasta fuori da quella maledetta tenda per più di due ore dalla tua ’scomparsa’,convinta che saresti  tornato subito indietro e che si sarebbe risolto tutto. Due mesi sono tanti Ron. Si dice che chi ama potrebbe aspettare il suo amato per sempre. Due mesi sono troppi. Sì amavo, te. Niente. Ron.  Ho pensato, ogni sera, a come avrei potuto perdonarti: pensai che il vuoto è inevitabile, perché è sempre questione di scegliere cosa perdere e cosa farsi rubare.
Mi auto-convincevo, addirittura. Ma capisci cosa significare amare?
Quante cose eri e sei, e sicuramente non una schiena che si volta e che lascia un peso. Il peso dell'assenza.
Quante sere mi ero rassegnata e pensavo che la tua scomparsa era qualcosa di bello. Mi ero arresa,mi autoconvincevo. Ancora.
Anche ora che sei qui davanti a me,due mesi dopo,voglio che te ne vai e che resti. Se dovevi andartene,almeno fallo bene. Torni indietro per fare cosa? Hai due occhi bellissimi,non credo che nessun altro possa portamici dentro con così tanta facilità,e ora mi ci vedo dentro mentre ti rinfaccio tutto il dolore in eccesso.
''Te ne sei andato? E ora vattene.''
So che un'assenza fa meno male che una presenza assente.
Apro la porta della tenda e sei bello come al solito,ma non voglio fartelo capire.
Non voglio cedere al pensiero di non essere forte, di poter dirti 'si,mi sei mancato'.
O per qualsiasi altra cosa: basta, no, via, no ancora.
Rimango sbigottita: di tutto quello che poteva dirmi, chiedermi, contestare riuscì solo a dirmi:
“Ciao Hermione”,
Non risposi.
Niente,non riuscì a dirmi nient'altro. Vuoto,niente.
Forse tu,caro Ron,vedi nel ''niente'' una sorta di sicurezza,di rassicurazione. A me il niente da il senso  di qualcosa di tragico.
Parole che diventano invisibili,nulla,buco,mancanza,inesistenza. Ma tu eri lì.
Il niente che può provare una persona è sottovalutato.
Ron, ho passato troppo tempo a cercare di piacere a te, per poi avere come risultato vederti andare via.
Ma io non fingo,vorrei aver letto questa storia in un libro,di aver imparato la lezione senza dover avuto far pratica sulla mia pelle. Ma una cosa l'ho imparata,e vale più di tutto quello che ho letto,di ogni singolo incantesimo mandato giù a memoria: per amore vale sempre la pena di restare, litigare, mangiare insieme, dormire, fare un giro su una scopa anche con la mia paura per esse, stare insieme, via, insieme, l’uno per l’altro. Per amore ne vale la pena.
Sempre.
E' per questo che io amo te.
E' per questo che io decido di stare vicino a te.