A voi
A voi.
Voi che quando ho pensato che facesse freddo mi avete
coperto con carezze multicolori, coperte splendenti e fronde di alberi
foltissimi e profumati. Diremo a tutti che non avrebbero dovuto meravigliarsi
nel vedermi caldo e asciutto, totalmente pulito. La neve sporca non mi avrebbe
toccato. Mostreremo come ci siamo riusciti. Mostrerete come ci siete riusciti.
A voi.
Voi che quando ho sognato di distruggere le mie
ossessioni e le mie paure, avete
sorriso e vi siete inchinati dinnanzi alla capitolazione di un’anima, di fronte
alla mia perversa prova di coraggio. l’avete osservata seduti su seggi comodi
ma itineranti, col sorriso che mai ha lasciato le vostre labbra. Quando sono
caduto nella polvere e col mio stesso sangue ho libato al cielo, non vi siete
scomposti, vi siete limitati a indossare pesanti cappotti.
A voi.
Voi che quando ho provato le dolcezze del veleno vi siete
meravigliati, e vi siete infine resi conto di avermi scoperto. Voi che non vi
siete persi nella violenza della mia sete, e avete piuttosto apprezzato i
legittimi contrasti che mi attraversavano. Non avete sguainato le spade, i
vostri occhi non hanno tradito la minima contesa tra tolleranza e
sopportazione. Ancora una volta, avete sorriso.
A voi.
Siete quelli che non hanno accettato le mie proposte di
cancellazione, le avete respinte, sapendo che il mio buonsenso sarebbe stato di
ritorno solo dopo una visita nei quartieri di quella maledetta che avete
chiamato rabbia. Quella che con un filo d’ironia io chiamavo ostinazione.
A voi.
Voi che non avete temuto di scrutare con me un orizzonte.
Voi che visti i vostri peggiori incubi diventare realtà del mio cuore, avete
scelto di non andarvene da quelle terre in rovina. Siete rimasti là. Avete
seminato campi, cresciuto bestiame, arato la terra, costruito case e villaggi,
innalzato a nuovo splendore ogni monte e ogni sorgente. Avete raccolto i frutti
del mio cuore?
La povertà dei suoi antri adesso si narra nelle storie di
corte. Sembra impossibile che si possa farvi ritorno.
A voi.
Quando mi sono reso conto di non odiare più il silenzio, ero
con Voi. Quel silenzio che prima si faceva beffa dei continui e perpetui
funerali della mia anima, adesso riecheggia delle risate di un bambino che si
nasconde sotto un tavolo, mentre le teste dei genitori sono in bilico tra collo
e cielo.
Un’assenza di rumore che si colma con gli sguardi, con i
baci che i nostri capelli soffiano impazziti da ogni parte, con gli schiamazzi
di un futuro ancora in fasce che piange e si dimena mentre lo adagiamo nella
sua culla. Nel suo primo letto, dal quale muoverà i primi passi. Forse non
siamo mai stati genitori, non ci sono dubbi, per questo ne abbiamo paura. Mai
vorremmo che morisse senza vedere il fiore dei suoi anni, speranzosi che
vecchiaia non lo colga troppo in fretta. Dedichiamo a lui ogni lettera.
A voi, sì.
Quando in Silenzio mi sono voltato e ho visto la Morte
vestita di rosso che sorrideva e brindava alla salute della vita, ero con voi.
Eravamo nel luogo dove tendo all’infinito a tornare. Come voi tendete adesso a
partire. Non ho mai pensato che fossimo
rette parallele. Ho apprezzato le nostre incidenze, perché per quanto
rare e anguste ci permettono di scrutarci prima di ripartire. In attesa del
prossimo punto di incidenza…
A voi, proprio Voi.
La prima volta che mi sono sentito sazio in vita mia, sazio
del fiume della vita, è stato perché mi abbracciavate tutti quanti, nello
stesso tempo. Non ricordo cosa avessi fatto, ma l’avevo fatto. Era come avere
tante mani che dalla bocca arrivavano allo stomaco e colmavano morte e veglia
con promesse sempre mantenute e autentici volti.
Fu proprio allora che vi vidi sopra di me.
A voi, tutti voi, io dedico questa mia vita.
Non ci saranno altri impegni, non ci sarà altra scusa. Ci
sarete voi.
Chi mi ha donato la vita avrà il diritto di togliermela e la
facoltà di decidere che in fondo merito di continuare a stringerla tra le dita
o nelle anse del mio intestino.
Chi mi ha mostrato tramonti vicini mai immaginati avrà la
piena potestà dei miei sensi e delle mie parole, avrà una dedica scritta a
fuoco sul mio cuore, a caratteri che ogni volta che piango bruciano.
Chi mi ama avrà la mia pelle e tutte le sue imperfezioni, i
mie sconvolgimenti e le mie gioie. Tutta la mia vita e tutta la morte che
verrà. Avrà l’eternità.
A tutti voi provoco la mia assenza col pensiero, per
nascondere ai vostri occhi la vostra.
A voi dico che i volti che si vogliono ricordare e mantenere
nei giorni e nel quotidiano, non passano mai. C’è chi si ferma.
Ma per fermarsi, bisogna essere a destinazione.
Buon viaggio, fiori del Mondo.