“Andiamo, Peter, vieni a letto”, sbuffò Harvey, rigirandosi tra le lenzuola per osservarlo; sedeva alla sua scrivania e gli dava le spalle, intento in una lettura, evidentemente, più interessante di lui.
“Cinque minuti.”
“Peter?”
“Hm.”
“Diritto Civile oggi era così noioso che per movimentare un po’ sono andato in bagno e mi son fatto una sveltina con Chris.”
“Ok.”
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e scivolò fuori dal letto, arrivandogli alle spalle e infilando le mani sotto la sua t-shirt.
“Cristo santo, Harvey! Hai le mani gelate”, urlò Peter, scattando sulla sedia e voltandosi verso di lui.
Un ghigno apparve sulle labbra del più giovane mentre si allontanava. “Allora, vuoi chiudere quel libro e venire a letto o no?”
Peter alzò lo sguardo ad incontrare il suo, brevemente prima di osservare di nuovo la pagina. “Volevo solo assicurarmi di una cosa.”
Harvey si strusciò le mani contro i pantaloni del pigiama e poi lo abbracciò da dietro, posando il mento sulla sua spalla. “So quanto ci tenevi, ma puoi fare tutto quello che vuoi; anche se non salirai più sul monte di lancio sarai sempre il migliore.”
Peter posò la testa contro di lui. “Non lo so. Ho sempre pensato che il mio futuro era nel baseball.”
“Vedila così: ora potrai fare il tifo per me senza il rischio che un giorno ci saremmo trovati avversari.”
Risero e Harvey lo sentì rilassarsi nel suo abbraccio. “Andiamo, domani ho un esame ed ho bisogno di un po’ di fortuna”, mormorò contro il suo orecchio prima di allontanarsi e permettergli di alzarsi a sua volta.