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Autore: Lucy Light    06/08/2012    2 recensioni
“Dottore, io non riesco a levarmelo dalla testa.”
"Capisco"
“No, lei non può capire. Voglio dire, ero a tanto così dall’essere nominata scrittrice dell’anno. A tanto così” dissi, unendo pollice e indice “a un niente. E lui cosa fa? Cosa fa?”
“Salva l’intero mondo magico da una feroce dittatura basata su violenza, terrore e distruzione.”
“Precisamente.” risposi abbandonandomi di schianto sul lettino “E’ inconcepibile. Inammissibile. Insopportabile.”
“Signorina...”
“Io non capisco dove ho sbagliato. Un giorno occupavo le prime pagine dei giornali e il giorno dopo questo ragazzino, questo pivello con manie di grandezza mi frega ogni dannata colonna disponibile.”
La fronte del dottore si corrugò in tante rughe d’espressione. “Io credo che lei dovrebbe fare una vacanza. Schiarirsi le idee. Ecco, che ne dice di Bali? Un mio paziente c’è andato per una settimana e ne è tornato come nuovo. Allora? Che le pare?” chiese, ansioso di togliersi la sottoscrita dalle scatole.
Lo squadrai con sufficienza “Quelle rughe le diventeranno un problema fra qualche anno, sa?”
Mai dimenticarsi di Rita Skeeter.
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Rita Skeeter
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NOTE INIZIALI (che non sono mai esistite prima ma di cui c'è gran bisogno):
Cari fan della "divina Rita" (come si definisce lei), so che è da molto tempo che questa cronaca di vita vissuta ha aggiornamenti alterni. Sono già stata debitamente punita dalla mia dettatrice per questo, ma lei vi "incita ulteriormente al turpiloquio", se le volete bene.
Per la lunghezza e i ritardi, sono stata "invitata" a scrivere un piccolo riassunto, compito svolto in poco grazie alla bacchetta puntata alla schiena. Le virgolette sono per ciò per cui io e lei non eravamo d'accordo.

Un anno dopo la sconfitta di lord Voldemort, la meravigliosa Rita Skeeter ha subito un "ingiusto" processo per collaborazione con il regime dell'Oscuro. Assolta perché sotto Imperio lavora ancora alla Gazzetta del Profeta, ma scrive di ortag... graziose esperienze di vita agreste. Dedalus Lux le affida un compito importante per incoraggiarla: intervistare Perfettini  Hermione Granger, che dopo diverse "domande scomode" l'attacca con uno stormo dei falchi. Al San Mungo, per risarcimento, le chiede di andare a vivere da lei, visto che è stata appena sfrattata.
Ma la nostra eroina approfitta della situazione, programmando il suo ritorno: un libro scandalo proprio sull'odiata Perfettini. E sul suo gatto, che odia.
Rita scombina la vita di Hermione, arrivando al punto di farla litigare con Ron: ha scoperto che Perfettini ha una rivista per maghette, "Stregami", che dirige con Luna Lovegood. Il "Rosso" non ne sapeva niente: la accusa di poca fiducia e in breve la lascia, anche perché George Weasley sembra farle una corte "ricambiata"...
Nel frattempo l'elfa domestica di Rita, Tinky, le trova oscuri finanziatori, zio e nipote, per il suo nuovo libro, e la giornalista si lega sempre di più a Luna Lovegood, decisa a farne la sua successora in campo giornalistico.
La vita sembra sorriderle anche per altri versi: uno dei finanziatori, Julian, si rivela essere un giovane galante che la invita a cena fuori, e una nobile compagna di scuola, Amanda Princeton, le promette di riaprirle le porte dell'alta società. Trova inoltre della Polvere Olvidante (una droga del mondo magico) a casa di Perfettini, senza sapere che Hermione l'ha sequestrata a George Weasley in un momento di euforia alcolica.
Tutti cambiano casa: a causa della rottura con Ron, Hermione è da Ginny per elaborare la cosa, ma finisce col baciare George. Ginny torna a Londra con lei, con la scusa di avere a sua volta dei problemi con Harry. Tinky invece sa che qualcosa non torna...
Anche Rita si trasferisce da Julian, che la convince che Perfettini la vuole uccidere perché pericolosa per il governo magico. En passant, Rita ha strani vuoti di memoria, durante uno dei quali si fidanza con Julian.
Sarà Tinky, dopo essersi alleata con Hermione per salvare Rita, a riportarla a casa di Perfettini, assicurandola che è Julian, invece, a volerla morta.
Lì la situazione si chiarisce (o no?). Ginny ha ricevuto un favore da Julian, che ha pedinato Harry per scoprire se le era infedele e in cambio le ha chiesto di sorvegliare Hermione e in seguito Tinky. Perché? Perché così avrebbe potuto sequestrare Rita senza resistenze, per conquistarsi la sua fiducia e poi eliminarla.
Dopo avere letto nei ricordi di Perfettini, Rita le crede. Inizia così uno strano patto: le due nemiche, a tempo debito, dovranno indagare per sapere chi sono Julian e suo zio, dato che  potrebbero essere due criminali, e poi Rita verrà obliviata da Hermione a riguardo dei suoi segreti.
Prima di quel momento, Ginny e Rita devono rimanere in casa per non essere colpite da Julian. Tinky, ormai licenziata da Rita, si affeziona ad Hermione, provocando le gelosie della Divina e di Ginny che instaurano una strana amicizia.
E mentre George è disperso, torna sulla scena Luna, che pubblica un articolo scandalistico sulla Gazzetta del Profeta: il soggetto è proprio Rita, che viene dipinta come una donna in rovina e socialmente imbarazzante ormai in declino.


Ed ecco l'ultima frase del capitolo scorso...

"Perfettini era rinchiusa nel suo bunker; non fu facile ottenere la sua attenzione, ma immagino che entrare spalancando la porta con la bacchetta aiuti sempre. Ginevra era con lei, ma non ci feci quasi caso.
“Perfettini” dissi con fermezza “Devi denunciarmi. E devi farlo adesso.” "


 


“Devi denunciarmi! Sono seria!”
“Ma... perché? Perché ora?” mi chiese perplessa.
“Perché così sarò ricordata come Rita Skeeter, la grande giornalista che cercava di mettere nel sacco Hermione Granger, e non come Rita Skeeter, la pazza ubriacona da due falci” la guardai negli occhi e lei annuì, sotto lo sguardo sbalordito di Ginevra.
“E’ una sua scelta. Ma non posso farlo.”
“Come?” gridammo all’unisono io e la mini Weasley.
“Non ancora” si affrettò ad aggiungere "Lo sa"
“Stammi a sentire, Perfettini: ho già passato abbastanza guai e non mi importa nulla delle tue stupide indagini. Se non mi denunci ora, al processo racconterò un sacco di cose sulle famiglie a te più care. Mentirò. Li infangherò al punto che non potranno più uscire di casa”
Ginevra si irrigidì, pensando probabilmente ai suoi genitori. “Non può farlo” sibilò.
“Posso eccome. La mia reputazione è tutto ciò che ho, ed è quasi distrutta” Luna Lovegood me l’aveva dimostrato ampiamente.
“Possiamo... trattare?” mormorò Perfettini.
Stavolta fui io ad annuire.


“Perfettini, ma che bel travestimento. Fammi indovinare, te l’ha cucito una sarta babbana per Halloween?”
“Se lei crede di poter passare inosservata con un tailleur di Chanel mentre va a cercare informazioni riservate faccia pure, io preferisco mantenere un minimo di senso della realtà. A proposito, di Chanel? Come ha potuto permetterselo, per Morgana?”
“Te l’ho mai detto che sei terribilmente noiosa? Comunque, diciamo che i babbani non sanno proprio cosa fare contro un incantesimo Confundus. Terribile per loro, no? Ma fantastico per noi!”
“L’ha rubato!”
“Rubato? Per Merlino, no! La titolare del negozio l’ha regalato a sua zia Tracie. Che casualmente quel pomeriggio ero io”
Perfettini grugnì “Babbani derubati con la magia, ci mancava anche questa. Per fortuna fra un po’ lei sarà in galera ”
“E ti conviene che questo accada al più presto. Detto tra noi, adoro anche le borse e Londra è piena di commessi molto gentili...”
“La smetta! Sa che non posso farla processare adesso! Non può farmi questo!”
“Come no?” dissi leggera “Ma se è la cosa più divertente del mondo!”
Non aveva voluto denunciarmi? Benissimo, era una sua scelta.
“E poi, detto fra noi, i tailleur sono semplicemente di moda, quindi passerò molto più inosservata io di te, con quella ridicola palandrana del secolo scorso” conclusi felice “A questo punto, volendo parlare del tuo guardaroba...”
“Come le ho già detto mille volte, i miei vestiti sono esattamente ciò che mi serve-”
“Certo, ammesso che tu vada al lavoro alle cinque di mattina quando la nebbia impedisce di vedere cosa ti sei messa addosso!”
“Io almeno ho un lavoro!”
“Io almeno ho stile!” ribattei stizzita.
“Volete darvi una calmata là dietro?” sbraitò il conducente del Nottetempo “C’è gente che vuole dormire” aggiunse brusco, indicando i passeggeri che dormivano sui letti sbatacchianti del tram.
Che cafone.
Ricordai con un po’ di rimpianto Stan Picchetto, che parlava sempre a ruota libera dei suoi passeggeri preferiti e mi regalava informazioni preziose su di loro... come quando mi aveva raccontato che la sera prima aveva ospitato Caramell in persona, dato che era stato cacciato di casa dalla moglie. Mi era capitato spesso di salire solo perché ero a corto di scoop. Sfortunatamente, dopo il processo per Imperio Stan aveva lasciato il suo posto di lavoro, nonostante fosse praticamente nato su quell’autobus, e aveva perfino ricominciato a usare la scopa. A giudicare dalle buone maniere del nuovo autista, il Nottetempo doveva rimpiangere molto Stan e i suoi brufoli.

Perfettini sbadigliò, distogliendomi da Stan Picchetto e dal bulldog che l’aveva succeduto. “Non possiamo farci riconoscere” bisbigliò poi, facendo finta di essere appoggiata a me per riposare “finché non arriviamo, sarà meglio che la smetta di lamentarsi ”
La faceva facile lei, visto che il suo travestimento consisteva solo nell’orribile sacco nero in cui si era infilata e in un cappello nascondi-cespuglio. Io avevo applicato degli incantesimi al mio viso, rendendolo meno riconoscibile (anche se, naturalmente, un occhio molto attento avrebbe capito la mia identità) e avevo ripreso il colore naturale dei capelli, abbandonando il mio adorato biondo platino. Inoltre non ero truccata, e tutto ciò mi causava un incredibile bisogno di lamentarmi della fortuna avversa che mi aveva ridotto in uno stato così miserando.

Io e Perfettini avevamo deciso che, durante le indagini, non avremmo avuto sempre lo stesso aspetto e non avremmo avvertito in anticipo i nostri interlocutori se non fosse stato veramente necessario.
In ogni caso, dopo una lunga trafila burocratica, lei aveva avuto un permesso speciale per usare l’incanto Oblivion. Potreste pensare che sia facile obliviare qualcuno senza licenza, ma vi assicuro che è una faticaccia sfuggire ai controlli: c’è sempre il rischio che ti diano una multa cospicua o che ti ritirino la bacchetta per una settimana, il che per un mago equivale all’essere esposto nel deserto. Senza contare che più il ricordo è ritenuto importante da chi vi denuncia, più quei falchi del governo vi verranno a cercare. Per fortuna io e Tinky, insieme, eravamo sempre riuscite a sfuggire a quel deplorevole controllo senza pietà.
Come dite?
Il deplorevole controllo senza pietà era appoggiato alla mia spalla?
Ah, già. Buffa, la vita.
Dopo qualche sobbalzo, un po’ di curve mozzafiato e diversi babbani a rischio di decapitazione, arrivammo finalmente alla nosta fermata, Moon Alley, il quartiere dei bassifondi da cui una volta si poteva accedere a Nocturn Alley. Dopo un ultimo ritorno di fiamma con i tempi di Voldemort, Nocturn era stato chiuso, almeno in via ufficiale. In realtà la sua attività era solo diventata più sotterranea, e pulsava ancora, forte come prima.
Non volevo che Perfettini sapesse della sua resistenza: c’era molta gente che, senza  quel quartiere, non avrebbe avuto modo di sopravvivere. Può sembrare che io fossi una stronza senza cuore, ma nel tempo avevo accumulato legami commerciali e d’informazione con molti maghi e streghe. Ovviamente non sapevano il mio vero nome, perché come ho già detto Tinky agiva per me e io, se ero costretta a muovermi, lo facevo senza farmi riconoscere; in ogni caso, non me la sentivo di tradirli spudoratamente.

Io e Perfettini avevamo stilato una lista di nomi da spuntare, e ogni volta che pensavo al primo di loro sentivo il bisogno di lavarmi le mani.
Perché nessuno al mondo vorrebbe incrociare quell’untuoso piccolo ladruncolo di Mundungus Fletcher.
“Perfettini, non possiamo saltare direttamente al punto due della lista?” le chiesi ad un certo punto. “Probabilmente non sa nulla. Ti prego, è così deleterio per il mio amor proprio...”
“E’ l’unico contatto sicuro con cui sono risucita a parlare” ripetè Perfettini per la centesima volta “Ed è solo per caso che Harry non lo ha maledetto in mezzo alla strada, quindi avrà abbastanza paura da collaborare. Un vero miracolo che non sia stato incarcerato... Ma d’altra parte, aveva aiutato l’Ordine per abbastanza tempo da essere in salvo.” si fermò e controllò la via borbottando “Anche se, pensandoci, se lei è fuori chiunque dovrebbe esserlo”
Non risposi, sbuffando con superiorità.
I nostri passi risuonavano sui ciottoli. Nella notte, Moon Alley sembrava un mondo indistinto in cui le linee della strada e dei muri delle case si confondevano tra loro, creando un intreccio confuso. Perfettini era diventata silenziosa e nervosa.
“Paura, Granger?” le chiesi divertita quando la sua espressione si fece ancora più seria..
Lei sorrise amaramente “Ho viaggiato per mesi braccata da Voldemort e dai Mangiamorte. Non sarà il buio a spaventarmi”
In cuor mio immaginai che dovesse avere ragione, ma continuai a stuzzicarla “Perché non hai chiamato Potter? La sua fortuna potrebbe tranquillizzarti. E non solo quella...”
“Ci dia un taglio. Siamo arrivate”
Ci eravamo davanti a una casa... graziosa, pulita e rispettabile. In un’altra dimensione, o se foste stati un troll. Ma per una persona qualunque, era una baracca davvero malridotta. Mi figurai mentalmente le schiere di topi che dovevano abitarci. Più o meno un centinaio, il paradiso della Bestiacccia Demoniaca altrimenti nota come Gatto di Perfettini.
Bussai.
Dopo qualche attimo di silenzio, si aprì una fessura fra la porta e il muro.
“Chi cercate?” chiese una nervosa voce maschile.
Io e Perfettini ci guardammo: era lui.
“Mundungus, sono io” disse Perfettini senza esitazioni, abbassando la sua voce in un’imitazione malfatta di una donna losca. Alzai gli occhi al cielo.
“Entrate” disse. Potevo quasi vedere i suoi piccoli occhi schizzare da una parte all’atra controllando per tutta la via.
“Non si preoccupi e venga fuori. Devo parlare con lei di un affare” stavolta la voce le tremò. Perché, perché avevo lasciato che parlasse lei?
“Entrate.”
“Non fare storie, per Morgana!” sibilai a Perfettini ”qui nessuno parlerebbe in mezzo ad una strada. Entriamo!”
Sgusciammo dentro senza una parola, restando pietrificate nella luce incerta della luna. Un mago ci stava puntando una bacchetta contro, con il torace fieramente dritto e lo sguardo spiritato.
“Non muovetevi e non parlate” sussurrò.
Non era neanche lontanamente Mundungus Fletcher.
    

Cari babbani, la speranza è l'ultima a morire. Ecco perché, invece di cruciare a morte Scribacchina come meriterebbe, ho voluto credere che potesse aggiungere anche questo capitolo e, incredibile!, ce l'ha fatta. Come sono magnanima!
Abbiamo fatto una scommessa: se il suo riassunto sarà utile, non la esporrò di nuovo ai coccodrilli. Quindi scrivete cosa ne pensate, quelle future borsette con i denti sono affamate.

Baci baci
vostra Rita
  
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