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Autore: Bethtina    06/08/2012    4 recensioni
Erano passati tre anni dall'ultima volta che l'avevo vista, da quando lei aveva deciso di andarsene. Era uscita dalla mia vita senza fare il minimo rumore, senza lasciarmi la possibilità di fermarla
Era sparita. Forse perchè voleva scappare da tutti i problemi, forse semplicemente per seguire la sua aspirazione di sempre o forse perchè era stufa di aspettarmi,stufa di rinunciare a tutto senza mai avere delle certezze in cambio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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IRREPLACEABLE

 
Harry
 
Camminavo lentamente verso l'entrata del parco mentre una leggera brezza mi accarezzava il viso e mi scompigliava i capelli. Tutto quel giorno mi sembrava meraviglioso, come non lo era mai stato, o almeno come non lo era stato negli ultimi tre anni.
Tre anni.
Erano passati tre anni dall'ultima volta che l'avevo vista, da quando lei aveva deciso di andarsene.
Era uscita dalla mia vita senza fare il minimo rumore, senza lasciarmi la possibilità di fermarla
Era sparita. Forse perchè voleva scappare da tutti i problemi, forse semplicemente per seguire la sua aspirazione di sempre o forse perchè era stufa di aspettarmi,stufa di rinunciare a tutto senza mai avere delle certezze in cambio.
Non ero mai riuscito a dirle quanto l'amavo e ogni volta che tornavo a casa leggevo la delusione nei suoi occhi. Lei mi amava ma io non ero pronto a ricambiarla apertamente.
Cosa le avrei detto dopo tre anni? Mi ero preparato un'infinità di discorsi ma nessuno sembrava andare bene. Mi ero arreso sperando che le parole uscissero da sole nel momento opportuno ma era inutile, lo sapevo bene. Appena l'avrei vista sarei rimasto li fermo immobile senza dire niente perchè ero un codardo, oggi come allora.
E con questa consapevolezza continuai a camminare verso il luogo dell'appuntamento ripensando al primo giorno in cui incontrai i suoi occhi.

 

 

"Prego ragazzi, voi accomodatevi qui. Il signor Midges vi raggiungerà tra poco". Detto questo la segretaria si affrettò verso l'uscita lasciandoci da soli.
Louis si accomodò sulla poltrona affianco alla mia sorridendomi malizioso "Carina, vero Harry? Poi avrà si e no 40 anni, il tuo genere no?"
I ragazzi si unirono in una fragorosa risata nel sentirlo pronunciare quella frase, che però stranamente quel giorno non mi fece affatto ridere. Avevo appena litigato con Caroline e probabilmente eravamo arrivati al capolinea della nostra relazione. Mi ero invaghito di lei non appena la conobbi due anni fa negli studi di x-factor. La nostra relazione era iniziata basandosi principalmente sul sesso, ma con il tempo si era trasformato in qualcosa di più. Non ero mai arrivata ad amarla sul serio, cosa ne potevo sapere io dell'amore?
La nostra differenza di età non era mai stata un problema ma aveva incominciato a farsi sentire negli ultimi mesi; lei voleva cose che io a 18 anni, nel pieno della mia carriera , non potevo darle. Voleva una famiglia ma io ero ancora troppo giovane e poco responsabile per costruirmene una.
La porta si aprì improvvisamente distogliendo la mia mente dai mille pensieri che la sfioravano , lasciando entrare nella stanza il signor Midges.
" Benvenuti ragazzi! È un piacere avervi qui, siamo lieti che abbiate scelto la Midges corp per l'incisione del vostro secondo album" esclamò sorridendo.
Non era difficile immaginare il motivo della sua felicità. Con la popolarità raggiunta negli ultimi due anni era un affare firmare un contratto insieme a noi.
Sembravano tutti interessati alle parole di quell'uomo e io ne fui felice: almeno qualcun altro avrebbe ascoltato al posto mio.
Spostai lo sguardo al di fuori della portafinestra che si affacciava su un immenso giardino ben curato: il prato era circondato da siepi piene di fiori di ogni colore e genere, e al centro si innalzava un'immensa fontana al di sopra della quale era posizionata una statua raffigurante una donna dai lunghi capelli,probabilmente una dea. Non avevo alcuna intenzione di rimanere in quella stanza un minuto di più, così decisi di cercare una qualche via di fuga.
"Scusatemi, non mi sento molto bene. Vi dispiace se faccio un giro fuori?"
Incrociai lo sguardo interrogativo di Louis che mi guardava con un accenno di preoccupazione negli occhi cercando una qualche risposta per il mio comportamento, non solo in quel momento, ma bensì di tutta la mattina. Perchè Louis era così, sapeva leggermi dentro e capiva quando qualcosa non andava. Ma in quel momento volevo solo prendere una boccata d'aria, avrei parlato con lui più tardi.
Mi affrettai ad uscire dalla stanza deciso a raggiungere la fontana che aveva attirato la mia attenzione qualche minuto prima.
Non so di preciso quanto tempo era passato, venti minuti, un'ora, ma la sensazione di pace e tranquillità era qualcosa che non provavo da tempo e li in quel posto sentivo di essere tornato di nuovo a due anni prima, quando ancora potevo camminare per le strade senza dovermi preoccupare di essere assalito da milioni di fan impazzite.
"è bello qui vero?". Mi girai di scatto, preso alla sprovvista e inavvertitamente urtai contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Non mi resi subito conto della situazione, ma poco dopo realizzai che girandomi avevo fatto rovesciare un bicchiere d'acqua contro la ragazza che in quel momento era chinata a constatare i danni causati dal piccolo incidente.
"Mi dispiace" mi affrettai a dire chinandomi verso terra per raccogliere il bicchiere.
"Non ti preoccupare è stata colpa mia, sono saltata fuori all'improvviso".
Alzò lo sguardo verso di me e il mio cuore perse un battito. Non era la prima volta che vedevo una bella ragazza ma in lei c'era qualcosa di diverso che notai fin da subito.
Occhi color cioccolato grandi e profondi,coperti da un paio di occhiali dalla montatura spessa, labbra morbide e carnose, capelli rossi raccolti in una lunga treccia scompigliata con qualche ciocca che le ricadeva sul viso. Era una ragazza semplice, ma di una bellezza che non mi lasciò indisturbato.
"Perdonami non mi sono presentata io sono Beth" Mi porse la mano sorridendomi dolcemente: il sorriso più bello che avessi mai visto.
"Harry" dissi soltanto ricambiando il sorriso e forse trattenendo la sua mano più del dovuto.
"Mi hanno mandata qui fuori con quella che doveva essere dell'acqua per te visto che non ti sentivi bene" disse indicando la sua maglietta bagnata " ma ora entro subito a prendere un altro bicchiere"
"Non ti preoccupare sto meglio adesso"
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, non uno di quei silenzio imbarazzanti ma quelli dove sono gli occhi a parlare. Il suo sguardo era magnetico e profondo, ogni parte di lei mi attirava come se ad un tratto il centro della gravità si fosse spostato da sotto i miei piedi ai suoi occhi.
Un attimo dopo sembrò riprendersi e si sistemò imbarazzata gli occhiali che le stavano scivolando sul naso. " Bè, se ti serve qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi. Per le prossime settimane sarò la vostra assistente".
Sorrisi, la voglia di lavorare mi era ritornata improvvisamente e la ragione era più che ovvia. Sarebbero state delle settimane interessanti e io non vedevo l'ora di viverle a pieno.

 

 

Sorrisi istintivamente a quel ricordo. Da quel giorno molte cose cambiarono per me: Lei cambiò la mia vita. Dopo quelle settimane passate insieme a Beth decisi di lasciare definitivamente Caroline, era inutile continuare una relazione in cui entrambi desideravamo qualcosa di diverso. Lei voleva sposarsi e io volevo Elisabeth. Odiava essere chiamata così, diceva che le ricordava il nome di una vecchia zitella e per questo si faceva chiamare Beth. Lei era così: forte e sicura, un uragano di vita, ma a volte si giudicava non accorgendosi di quanto fosse perfetta, perfetta per me. Anche dopo due anni di relazione lei rimaneva un mistero per me, era una scoperta nuova ogni giorno. Questo non mi spaventava, anzi, mi faceva venire voglia di viverla ogni giorno per tutto il resto della vita.

 

"E questo è l'ultimo" con un tonfo fece cadere lo scatolone per terra portandosi le mani ai fianchi e sospirando pesantemente.                                                                  "Non dirmi che sei già' stanca Elisabeth". I suoi occhi si chiusero in due fessure e puntò il suo sguardo omicida su di me : "Non chiamarmi ELISABETH". Scandì bene il suo nome come a far capire meglio il concetto. Alzai le mani in segno di resa mentre un sorriso dolce si apriva sul mio volto, lei ricambiò e mi si avvicinò lentamente arrivando ad un soffio dal mio visto, poi deviò lo sguardo verso lo scatolone ai miei piedi chinandosi per aprirlo. La vidi sorridere soddisfatta e io non potei fare a meno di pensare a quanto fosse adorabile in quel momento.
"Non ci posso credere", la sua voce mi risvegliò dai miei pensieri, "Non dirmi che dormi ancora con Mr. Fluffy". Dallo scatolone tirò fuori il mio gattino di peluche.

Feci spallucce  "è pur sempre un bel ricordo dell'infanzia". "E se ora io decidessi di buttarlo via?"  sorrise maliziosa.  "Non ti azzardare"  e detto questo iniziò a correre in giro per tutta la casa con me alle spalle che la rincorrevo. Arrivati in cima alle scale, la sollevai di peso caricandomela sulle spalle e la sua risata cristallina riecheggiò limpida nella nostra nuova casa. Feci un po' di fatica a trovare la camera da letto e una volta arrivati la gettai sul materasso. Lei rise di gusto per poi allacciare le sue braccia intorno al mio collo e lasciandomi un dolce bacio sul naso. Io le accarezzai la guancia per poi iniziare a baciarla con più passione. Si, era decisamente iniziato bene il nostro primo giorno di convivenza.

 

Non tutto però era perfetto. Beth era pur sempre una donna e voleva certezze per il suo futuro. Certezze che io non mi sentivo ancora pronto a darle. La amavo ne ero certo, ma la paura mi bloccava ogni volta e non riuscivo mai a farglielo sapere. Lei dopo due anni si era stancata.
Ricordo ancora il giorno in cui se ne andò. Il giorno in cui tutto ricambiò di nuovo, in peggio.

 

Stavo tornando a casa dopo un intera giornata di lavoro e il peggio doveva ancora venire. Erano ormai settimane che io e Beth non facevamo altro che litigare. All'inizio pensavo che fosse in quel periodo del mese ma il tempo passava e le litigate aumentavano sempre di più. Non riuscivo a capire che cosa stava succedendo, o forse lo sapevo ma non volevo ammettere che la colpa fosse mia.
Entrai e buttai le chiavi sul comò, pronto ad aspettarmi l'ennesima scenata da parte sua. Ma lei non era li ad aspettarmi come al solito sul divano in salotto. Salii in camera e quello che vidi non era certo quello che speravo di trovare.
Beth era intenta a cercare qualcosa nell'armadio mentre alcuni vestiti erano sparsi per terra in attesa di essere sistemati nella valigia sul letto. Non appena si accorse della mia presenza si voltò e notai gli occhi arrossati, segno che avesse pianto. Odiavo vederla piangere ma odiavo ancora di più sapere che avesse pianto per colpa mia.
" Che stai facendo?"  mi avvicinai mentre lei sistemava le ultime cose nella borsa.
"Mi sembra chiaro, me ne vado"  tirò su col naso e io non resistetti, la feci girare verso di me per guardarla negli occhi.  "Cosa significa che te ne vai?"  le parole uscirono debolmente mentre cercavo di soffocare il nodo che mi si era formato in gola.  "Che sono stanca Harry, sono stanca di rinunciare a tutto quello che voglio per te che dopo due anni non riesci ancora ad amarmi come vorrei"
"Questo non è vero"
Si voltò verso di me con le mani poggiate sui fianchi "Ah no?E allora dillo".
Rimanemmo in silenzio per un tempo che a me parve infinito, ma dalla mia bocca non uscirono quelle due parole. Lei sorrise amaramente e strizzò gli occhi per trattenere le lacrime. Prese la valigia e si avviò verso la porta, poi ad un tratto si voltò verso di me.
"Sai, in una relazione l'amore di una sola persona non basta per entrambi".  Detto questo se ne andò lasciandomi li solo con il cuore a pezzi.

 

Il cuore aveva iniziato a battere all'impazzata. Rilessi nuovamente il messaggio per controllare se il luogo e l'ora dell'appuntamento erano giusti. Ero seduto su quella panchina da almeno dieci minuti e di lei nemmeno l'ombra. Non mi passò minimamente per la testa l'idea che lei non sarebbe venuta. Era stata lei a chiedermi di vederci e poi era Beth: lei manteneva le promesse.
Ad un tratto la vidi, correva velocemente nella mia direzione: i capelli arruffati erano raccolti in una coda alta mal fatta e la sciarpa bianca le copriva le labbra, lasciando però intravedere le guance arrossate per via del freddo. Appena mi vide si fermò a fissarmi da lontano per poi iniziare ad avvicinarsi lentamente. Con il cuore che martellava nel petto mi alzai andandole incontro.
"Ciao" mi disse solamente.
"Ciao Beth".  Quanto mi era mancato pronunciare quel nome ad alta voce. Quel nome che rimbombava ogni giorno nei miei pensieri.
Ci accomodammo e dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante iniziammo a raccontarci tutto quello che era successo nei tre anni passati. Lei aveva finalmente realizzato il suo sogno, quello per cui aveva subito ore di lavoro in stupidi impieghi part-time. Era andata in Africa come volontaria e con gli occhi che luccicavano mi stava raccontando della nuova scuola che avrebbero aperto tra qualche settimana.
 "E tu Harry? Tu sei felice?". Mi guardò sorridendo e i suoi occhi profondi incontrarono i miei ormai vuoti da tempo.
"Senza di te no"  fu l'unica cosa che riuscì a dire. Lei sospirò, abbassando lo sguardo sulle sue mani.

"Mi dispiace Harry, ma forse era cosi che doveva andare"
Non era vero, lo sapeva pure lei. Sarebbe dovuta andare diversamente e la colpa di tutto questo era solo della mia stupida paura di amare.
"Ora devo andare,rimarrò qui per pochi giorni e ci sono un sacco di cose che devo fare>.Si abbassò baciandomi la fronte, mantenendo ferme le sue labbra sulla mia pelle per qualche istante.
Non volevo che se ne andasse, non ora che l'avevo ritrovata. Mi alzai rincorrendola, facendola girare verso di me "Aspetta".
Lei alzò lo sguardo sorpresa, scrutandomi con sguardo interrogativo.
"Resta con me" dissi soltanto.
Sorrise dolcemente prendendomi la mano. Non aspettai un attimo e la baciai dolcemente. Le sue labbra sulle mie, quante volte le avevo immaginate in questi anni e ora eccola li, piccola e indifesa tra le mie braccia.
 
Stropicciai gli occhi infastidito dal sole della mattina. Le immagini di quella notte mi balenarono nella mente e istintivamente sorrisi con quella che doveva essere una faccia da ebete. Il suo profumo, il calore del suo corpo su di me. Finalmente era ritornata.
Mi girai dall'altra parte del letto per cercare il suo viso, ma lei non c'era. Cercai per terra i miei pantaloni e mi alzai per controllare in bagno e in cucina, ma di lei non c'era traccia. Se ne era andata di nuovo.
Tornai in camera con le lacrime che bagnavano il mio viso e solo allora mi accorsi del biglietto posizionato sul cuscino.

Harry.
Me ne sono andata ancora. La verità è che non ce l'ho fatta. Ho ancora tante cose che voglio fare e realizzare, e per quanto lo vorrei, ora non posso rimanere. Non voglio rimanere bloccata ancora qui con te che non sei ancora pronto ad amare, non sta volta almeno, non voglio più soffrire o farti soffrire. Non c'è giorno in cui io non ti pensi, ma ora il mio posto è in quella scuola.
Ti amo, non dimenticarlo mai.

 

Lei era riuscita a riaggiustarmi il cuore con la stessa velocità con la quale lo aveva spezzato un'altra volta, ma la colpa di tutto questo rimaneva sempre e solo mia.
 
Se ne era andata e io ancora una volta non l'avevo fermata. Erano passate due settimane da quel giorno e mi sembrava di essere tornato a tre anni fa quando mi aveva lasciato per la prima volta. Ogni volta che provavo a cancellare il suo viso dalla mia mente, lei ritornava nei miei ricordi più forte che mai, la verità era che non riuscivo a dimenticarla semplicemente perchè non ne avevo la minima intenzione. Lei era diventata il mio tutto e senza di lei io rimanevo un povero codardo.
Frugai nel cassetto alla ricerca del mio caricabatterie ma quello che vi trovai dentro fu un colpo al cuore. Quella foto che avevo tolto il giorno stesso che se ne era andata era ritornata nelle mie mani con la stessa facilità in cui l'avevo nascosta nel mio cassetto. Lei era li, bellissima come sempre, intenta a sorridere verso l'obbiettivo mentre io ero girato verso di lei che la guardavo sorridendo. E tutto divenne più chiaro. L'amavo e allora perchè lasciarla andare? In un attimo mi resi veramente conto di quanto ero stato stupido. Ora sapevo cosa dovevo fare.
Digitai in fretta il numero di telefono di Louis che ormai conoscevo a memoria. Rispose dopo soli due squilli.
"Ehi Hazza allora per stasera sei dei nostri?"
"Louis, io parto"
"Cosa?" ci fu un minuto di silenzio, spezzato solo poco dopo dalla sua risata. < e sentiamo dove vorresti andare?"
"Non ti preoccupare tornerò in tempo per il concerto"
 "Harry ma cos-". Non gli lasciai nemmeno il tempo di finire la frase, chiusi la chiamata per poi cercare tra la rubrica il numero che mi serviva.
"Pronto, sono Harry Styles, vorrei prenotare un volo diretto per l'Africa"
 
Ammiravo dal finestrino dell'auto il paesaggio Africano che mi passava davanti velocemente, avrei voluto assaporare ogni momento di quel viaggio ma avevo altro a qui pensare. Dovevo trovare Beth e dirle che l'amavo, non volevo altro, volevo lei, per sempre.
Dopo un'ora di viaggio la macchina si fermò di colpo e l'autista si girò verso di me dicendomi che da li avrei dovuto proseguire a piedi.
Una volta ricevute le indicazioni scesi immediatamente dall'auto e iniziai a correre più veloce che potevo. Rischiai di cadere un paio di volte, ma anche se ero stanco e probabilmente avevo l'aspetto di un pazzo, l'unico mio pensiero fisso era quello di rivedere Beth.
Con il cuore che martellava nel petto raggiunsi l'edificio indicatami dall'autista e la vidi. Lei era fuori, chinata sorridente verso dei bambini interessati ad ascoltare le parole di quel libro che lei gli stava leggendo.
"BETH"
Iniziò a guardarsi intorno intenta a cercare la persona che l'aveva chiamata, continuando a non capire da dove provenisse quella voce, quando una bambina le toccò dolcemente la spalla facendola girare mentre le indicava il punto in cui io mi ero fermato.
Mi guardo allarmata,forse troppo sorpresa di vedermi o semplicemente perchè conciato cosi potevo passare per un maniaco.
Mi rifiutavo di aspettare un solo secondo e quindi con il poco fiato che mi rimaneva urlai quelle due parole che per tanto tempo mi ero tenuto dentro.
"ELISABETH TI AMO"
Tutti i presenti passavano lo sguardo da me a Beth, rimanendo in attesa come me di una reazione da parte sua.
In un primo momento rimase spiazzata con lo sguardo fisso su di me, poi la vidi sorridere dolcemente mentre piano si avvicinava.
L'aiutai ad eliminare la distanza tra noi, avvicinandomi velocemente a lei. Una volta vicini le sorrisi pronto a ripeterle nuovamente ciò che avevo urlato poco prima, ma lei non mi diede nemmeno il tempo di aprire bocca che mi fermò tirandomi uno schiaffo in faccia. Quella non era esattamente la situazione che mi ero immaginato.
Iniziai a massaggiarmi la guancia dolente guardandola dubbioso in cerca di una risposta al suo comportamento, forse avevo fatto male a raggiungerla.
"Sei uno stupido, deficiente Harry Styles" pronunciò queste parole mentre iniziava a tirarmi dei pugni sul petto. Non riuscivo a capire, cosa avevo fatto di così sbagliato? Le avevo detto ciò che voleva sentirsi dire da sempre eppure lei mi stava insultando.
"Perchè diamine ti ci è voluto così tanto eh??". Mi guardava con sguardo severo segno che non aveva ancora finito con la sua ramanzina.
"Hai avuto due anni per dirmelo e ora ti presenti qui e pensi di sistemare tutto con questa tua romantica impresa".
Non ci potevo credere, continuavo a sbagliare, ogni cosa che facevo non andava bene, lei non sarebbe tornata con me.
"Senti, sono stato stupido ok? Ho sempre avuto paura di amarti, paura del futuro, ma vedi il fatto è che non voglio andare avanti senza di te. Non voglio continuare a svegliarmi senza di te al mio fianco, non voglio continuare a sentire il silenzio in casa non quando prima riecheggiava ogni volta la tua risata, voglio stare con te, litigare con te, amarti e costruire un futuro insieme perchè la verità è che se tu non ci sei io non sono niente."
Mi guardò a bocca spalancata per poi chiudere gli occhi a due fessure e squadrarmi con sguardo truce.
"E pensi davvero che io ora sia cosi stupida da cadere ai tuoi piedi? Dopo tutto questo tempo pensi che io possa dimenticare tutto solo per questo stupido sentimento chiamato amore?"
Aveva sofferto troppo a causa mia, davvero mi aspettavo che lei avesse accettato le mie scuse dopo tutti questi anni? Lei che era riuscita a costruirsi una vita invece di rovinarsela giorno dopo giorno per via del dolore.
Alzai lo sguardo verso Beth pronto a sorbirmi il suo ultimo rifiuto, ma lei sorrise.
"Oh al diavolo, si." urlò queste parole prima di saltarmi in braccio, facendomi perdere l'equilibrio e cadere entrambi per terra.
"Ti amo anche io Harry Styles, nonostante tu ci abbia messo cosi tanto."
Lei eliminò la distanza tra i nostri visi e io sorrisi sulle sue labbra. Eravamo insieme e stavolta avrei fatto in modo che fosse per sempre. Aveva ragione non basta l'amore di una persona sola, insieme avremmo superato tutto , le difficoltà, le paure e i problemi. Perchè la verità è che quando ami qualcuno, insieme si puo' essere solo più forti.
   
 
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