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Autore: MileyVero    06/08/2012    6 recensioni
Rimisi in tasca il cellulare e rialzai lo sguardo, vidi che in piazza non c’era tanta gente e dopo aver passato il bar, iniziai a guardare le vetrine dei negozi sulla mia destra.
I miei occhi seguirono questi negozi fino alla fine, dove il mio cuore ebbe un sobbalzo. Vidi un ragazzo che avevo già visto, un ragazzo con dei bellissimi riccioli. Era appoggiato al muro che giocava con un braccialetto. Rallentai bruscamente il mio passo e fissai quel pezzo d’uomo che avevo già visto un milione di volte in foto e video.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, sono tornata con una nuova one shot sul nostro cantante preferito :) Anche questa volta la mia storia parla di un mio incontro con Mika - solo uno? - :D

Buona lettura ^_^
 

Always With You.

 

Quel lunedì uscii da scuola e come ogni giorno mi avviai verso casa passando dalla piazza. Avevo lo zainetto molto pesante e una fame da lupi, così allungai il passo per arrivare prima. Avrei dovuto studiare tanto quel pomeriggio e già per la strada iniziai a sbuffare pensando alla giornata pesante che mi stava aspettando.
Arrivata in piazza presi il cellulare e inviai un messaggio ad una mia amica dicendole che il pomeriggio non avrei fatto in tempo ad andare a casa sua per via delle infinite pagine che avrei dovuto studiare. Ho sempre odiato a morte quelle giornate piene. Rimisi in tasca il cellulare e rialzai lo sguardo, vidi che in piazza non c’era tanta gente e dopo aver passato il bar, iniziai a guardare le vetrine dei negozi sulla mia destra.
I miei occhi seguirono questi negozi fino alla fine, dove il mio cuore ebbe un sobbalzo. Vidi un ragazzo che avevo già visto, un ragazzo con dei bellissimi riccioli. Era appoggiato al muro che giocava con un braccialetto. Rallentai bruscamente il mio passo e fissai quel pezzo d’uomo che avevo già visto un milione di volte in foto e video.
Era Mika. Alzò la testa per un momento e mi spaventai perché ebbi paura mi potesse vedere mentre lo stavo fissando, ma per fortuna guardò sulla sua destra, sembrava stesse aspettando qualcuno. Non sapevo cosa fare, non sapevo se andare da lui e… chiedergli un autografo. Beh sì, non era un’idea stupida, ma rimasi lì a guardarlo in piedi. Non appena mi accorsi che sembravo un manichino con la faccia da ebete in mezzo alla piazza, mi misi a sedere su una delle sedie di un bar e continuai a guardare ogni singola mossa di Mika.
Lui guardò l’orologio e si guardò di nuovo intorno. Potevo stare tutto il giorno lì a fissarlo, rischiando di morire di fame e mandando al diavolo tutte le pagine che avrei dovuto studiare per la scuola. Ad un certo punto una cameriera mi venne a chiedere cosa volessi prendere ed io stavo per urlarle: « Ma non vedi che sto fissando Mika? Vai a rompere le palle a qualcun altro! » ma mi trattenni e risposi: « Un Estathe al limone, grazie. » Beh, c’era un po’ di differenza.
Proprio mentre stavo immaginando me stessa a sedere sulla sedia alle ore 4 del pomeriggio a guardare ancora quel topone - chiedendomi per quale motivo sarebbe stato tutto il giorno lì - , una Mercedes nera si fermò davanti a Mika, lui aprì una portiera ed entrò dentro. Subito alzai la testa sorpresa e con gli occhi seguii l’auto che stava attraversando la piazza e stava sparendo dietro l’angolo di una strada. Mi alzai improvvisamente e la cameriera di prima arrivò dietro di me e mi disse: « Ecco  l’Estathe. » Io mi girai verso di lei e glielo strappai di mano, infilzai violentemente la cannuccia e bevvi tutto d’un fiato il tè. La cameriera mi guardò male e tornò dentro il bar ed io mi rimisi in cammino verso casa senza pagare.
Passai il resto della giornata a pensare cosa ci potesse fare Mika nella mia città. Delle pagine da studiare, ne studiai solo un paio - mmh studiato? - e il giorno dopo la prof per una bella botta di culo non mi interrogò.

Dopo scuola mi incamminai verso casa come sempre, solo che questa volta allungai subito il passo perché volevo assolutamente vedere se in piazza c’era Mika anche quella volta. Appena arrivata in piazza andai a cercare immediatamente l'ultimo negozio sulla destra e con un altro sobbalzo, mi accorsi che Mika era di nuovo lì.
Guardai il bar in cui il giorno prima avevo preso l’Estathe e decisi di non andarci grazie alla bellissima idea che mi era venuta e cioè andarmene senza pagare. L’unica idea che mi venne in mente di fare fu quella di mettermi a sedere sullo scalino di un negozio, però un po’ troppo vicino a Mika.
Il coraggio di andare da lui per un autografo non ce l’avevo e mi chiedevo cosa facesse nella mia città. E poi cosa avrà pensato la gente di me visto che ero ferma, immobile a fissare un ragazzo? Ah sì, che ero innamorata. Sì, più o meno.
Avevo il cellulare in mano. Ogni tanto facevo finta di scrivere un messaggio e poi tornavo a fissare Mika che giocava con i suoi braccialetti. Probabilmente stava aspettando ancora quell’auto che il giorno prima l’aveva portato via da me… douch.
Quella volta però l’auto non arrivò presto e Mika iniziò a spazientirsi. Io dovevo tornare a casa, era tardi. Ad un certo punto squillò il mio cellulare: era mia mamma. Inizialmente pensai “Oddio Mika ha sentito la mia suoneria e ha scoperto che lo sto pedinando!” poi invece mi tranquillizzai perché mettersi a sedere sullo scalino di un negozio non era niente di potenzialmente malvagio.
Prima di rispondere a mia madre diedi un’occhiata a Mika che… mi stava fissando. Cazzoculo! Perché lo stava facendo? Gli interessavano le persone a cui squillava il cellular…? Oh cazzo. Il problema era la mia suoneria: We Are Golden.
Che figuraccia! Risposi immediatamente a mia madre distogliendo lo sguardo da Mika.
« Pronto mamma? » dissi sottovoce.
« Dove sei? Sono quasi le due! »
« Sì hai ragione ma… » vidi ancora la Mercedes nera che mi portò via Mika. Prima di entrare lui si girò un’ultima volta verso di me sorridendo ed io rimasi immobile come un sasso a fissare il vuoto lasciato dall’auto, il cuore mi batteva all’impazzata.
« “ma” cosa? Muoviti a tornare a casa! » urlò mia madre al cellulare ed io mi risvegliai.
« Arrivo subito… » risposi sottovoce chiudendo la chiamata.
E’ stata una cosa bellissima. Mika mi aveva sorriso.

Mercoledì dopo scuola, mi incamminai verso la piazza, ero molto emozionata e contenta. Non vedevo l’ora di vedere Mika per il terzo giorno di seguito, sperando di trovarlo ancora lì all’angolo. Poco prima di andare in piazza mi fermai un attimo pensando alla figuraccia che avevo fatto il giorno prima con lui, ma scossi la testa e decisi di non darle importanza e continuai a camminare.
Con gli occhi percorsi tutti i negozi sulla destra della piazza e quella volta non c’era nessun ragazzo con i capelli riccioli appoggiato al muro. Ci rimasi malissimo.
Mi girai intorno per vedere se fosse da un’altra parte, ma purtroppo Mika non c’era. Aspettai cinque minuti prima di avviarmi verso casa, ma lui non venne.
Sconsolata tornai a casa e pensierosa imboccai la strada dove si trovava casa mia.  Da una parte ero felice, avevo visto Mika per due volte, ma non avevo avuto il coraggio di… chiedergli quel fottutissimo autografo!
Non appena arrivai davanti casa, alzai lo sguardo verso il vialetto e mi avviai dentro. Mi guardai sulla destra e vidi il cane della mia vicina che stava giocando con la sua padrona. Sorrisi e mi guardai sulla sinistra. Nel viale c’era stranamente un’automobile! Dalla casa uscirono tre persone, due uomini e una donna che stavano parlando.
Non li avevo mai visti e mi fermai un attimo a scrutarli. Finalmente quella casa, che era in vendita da una vita, era stata venduta! Non feci in tempo a pensare “Sarà meglio entrare…” che vidi uscire altre due persone da quella casa. Una donna stava parlando con… Mika?
In un primo momento mi immobilizzai completamente e guardai queste cinque persone che stavano parlando. Cosa ci stava facendo Mika lì? Entrai immediatamente in casa mia prima che mi potesse vedere qualcuno di loro.
Dopo pranzo piano piano uscii fuori nel mio giardino e guardai la casa in cui c’era Mika la mattina. La casa sembrava ancora disabitata come da sempre. Non c’era nessuna automobile nel viale che portava al garage ed io decisi di dare un’occhiata dentro attraverso le finestre.
Mi sporsi il più possibile sul giardino accanto rimanendo sempre nel mio, poi uscii e andai al cancelletto di quella casa, ma non vidi nessuno dentro.
Vicino a me c’era una cassetta delle lettere nera, prima non c’era.
« Mmmm, molto carina. » dissi scrutandola.
Mi prese un colpo quando ci lessi sopra “Penniman”. 

 
Fine.





 
Ave o cesare (?)
Spero che la fan fiction vi sia piaciuta e vorrei tanto sapere cosa ne pensate scrivendolo nelle recensioni :3
E tanto per farmi un po' di pubblicità (?) seguitemi su Twitter yee, sono @vernicewho :3

Ciao a tutti :3

 
Un saluto alla Conga, alla tizia alta quanto tre giraffe una sopra l'altra e al cencio.

  
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