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Autore: CaptainJollyRoger    06/08/2012    6 recensioni
‘Che i tuoi occhi siano chiusi o no, non importa, se sei uno spadaccino.’
Già. Ma perdere un occhio è tutt’altra storia, vero Zoro?
Lo spadaccino, dopo uno dei suoi colpi di testa, roso dai sensi di colpa ricorda il momento in cui perse un occhio. E, soprattutto, ricorda gli agghiaccianti momenti in cui si rese conto che, no, non l’avrebbe più riaperto.
Curiosi? Non vi resta che entrare, e leggere la mia versione dei fatti. E chissà che un giorno Oda non mi dia ragione!
CaptainJollyRoger.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Drakul Mihawk, Mugiwara, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-NAMI! TOGLIETE LE ANCORE, PREPARATEVI A PARTIRE!-
La navigatrice, ferma sul ponte della Sunny, alzò lo sguardo dalle unghie che aveva appena finito di limare, e lo spostò sull'isola di fronte a lei, cercando la fonte della voce che l'aveva appena chiamata. A circa mezzo chilometro di distanza dal molo in cui era ormeggiata la Sunny, vide uscire da un vicoletto nascosto tra due case Sanji e Zoro. Entrambi correvano, ma non sembravano feriti. Almeno da quella distanza.
-MUOVETEVI!-
La voce dello spadaccino la richiamò all'ordine e, nonostante indispettita per il comando appena ricevuto, si diede da fare per obbedire. Beh, più o meno.
-Chopper, togli l'ancora! Rufy, Brook, sistemate le vele. Franky, abbiamo abbastanza carburante? Robin, controlla il log pose. Usop...oh, dannazione! Ma perché abbiamo fatto scendere a terra proprio quei due? Veloci ragazzi!-
La ciurma si mise al lavoro, mentre Nami rimase a guardare esterrefatta la scena che le si presentava davanti. Dallo stesso vicoletto che avevano usato i suoi compagni, stavano sbucando fuori frotte di persone. Naturalmente, non normali persone che passeggiavano allegramente. Frotte di criminali, che sembravano non vedere l'ora di stringere tra le grinfie Sanji o Zoro. Anzi, guardando meglio, sembravano interessati solo al vice capitano.
-Nami, siamo pronti a salpare.-
La ragazza osservò la posizione dei due. Circa centocinquanta metri li separavano dall'imbarcazione.
-Benissimo. Partiamo.-
La Sunny cominciò a spostarsi quasi immediatamente, muovendosi parallelamente al molo, in modo da facilitare la risalita ai due fuggiaschi.
-Ma cos'avranno combinato stavolta?- si chiese la rossa, osservandoli, spostandosi una ciocca dei lunghi capelli dagli occhi. Nonostante avrebbero potuto sfinirli tutti con un paio di semplici colpi, sembravano rifuggire lo scontro diretto, preferendo continuare a correre.
Che fosse una delle solite galanterie di Sanji (si intravedevano infatti alcune fluenti code di cavallo e qualche lunga chioma tra le teste degli inseguitori) o qualche strana decisione dettata dalla assurda morale di Zoro, alla ragazza sembrava un'idiozia.
All'improvviso i due accelerarono la corsa.
Zoro (il cui incedere aveva qualcosa di strano, constatò la rossa) estrasse due delle spade, incrociandole sulla parte piatta davanti a lui, parallelamente al terreno. Sanji accelerò ancora. Poi, con un piccolo balzo, posò uno dei piedi sul punto di incontro delle spade e, dandosi lo slancio necessario, saltò sulla Sunny con un'acrobazia che avrebbe fatto invidia alla ciurma di Bugy il Clown, pensò Nami sorridendo.
Dietro di lui, Zoro non fu da meno. Si arrampicò con destrezza su un barile, poi spiccò un balzo e, roteando una delle spade, creò un vortice di vento che lo trasportò fino al ponte della nave, dove rovinò addosso a Franky.
Il cyborg scoppiò a ridere. -Supeeeer!- esclamò, rialzando rudemente lo spadaccino, che sembrava piuttosto contrariato da quell'euforia. -Siete stati eccezionali, fratelli!- continuò, mentre Brook estraeva il suo violino.
Nel frattempo, la Sunny si diresse verso il mare aperto, guidata dalle mani esperte di Robin. Lo scheletro iniziò a suonare un'allegra ballata circense, mentre Rufy saltellava da un lato all'altro della nave, e persino Nami si sentì contagiare senza motivo da quell'atmosfera festosa.
-Si può sapere perché quegli uomini vi inseguivano?- chiese allegramente.
E desiderò immediatamente non averlo fatto.
Sanji scoccò un'occhiataccia a Zoro, lisciandosi il pizzetto, e la temperatura sulla nave sembrò calare vertiginosamente. L'atmosfera si fece gelida; Brook cessò di suonare, Franky smise di ridere e Rufy si bloccò di scatto. Robin uscì dalla cabina di comando, incuriosita dal cambiamento.
-Ecco...potrei...aver preso a pugni il capo di quei briganti.- disse infine Zoro, abbassando l'occhio a terra con espressione leggermente colpevole.
-Tutto qui?- fece Usop sospirando di sollievo, rilassando le spalle.
Ma Nami sentiva che non poteva essere tutto lì.
-E...potrei avergli spaccato il cranio.- confessò Zoro con aria infastidita, distogliendo rapido lo sguardo.
L'intera ciurma accolse la notizia con malcelato stupore. Tutti erano a conoscenza della sete animale di Zoro, ma sapevano che non era un assassino a sangue freddo. Non era tipo da uccidere senza una ragione, e l'aveva dimostrato più di una volta, risparmiando i suoi nemici.
-COSA? Avevi alzato troppo il gomito? Aveva minacciato di chiamare i Marines? Eravate in pericolo di vita?- chiese Nami, cercando di trovare la logica nascosta dietro allo strano comportamento del ragazzo. Perché doveva esserci una logica, no?
-No.- fu la risposta, secca.
-Allora cosa?-
Zoro parve pensarci su, come stesse considerando cosa dire e su cosa invece tacere. -Mi aveva riconosciuto.- fece infine.
Nami si portò le mani ai lunghi capelli mossi. -È ovvio che ti abbia riconosciuto! Sei uno dei più pericolosi pirati del vecchio mondo, è logico che le voci su di noi siano arrivate fin qui! Non possiamo ammazzare tutti quelli che ci conoscono, ne sei consapevole?- esclamò, rabbiosamente.
-Lo so, che cosa credi! Non sono un assassino!- si difese il verde, ringhiando.
-Forse questi due anni con Occhi di Falco...- azzardò il cecchino.
Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo. -Cosa? Mi hanno privato del mio onore e della mia morale? Te lo puoi scordare! Non. Sono. Come Mihawk.- scandì, la voce che si alzava ad ogni parola.
-Però...- mormorò Nami.
-Senti!- ruggì Zoro facendo un passo verso di lei, spaventandola. -Quell'uomo mi ha offeso. E io...io...- si bloccò, cercando le parole giuste, indignato.
Sanji, accanto a Nami, ghignò maligno. -...e tu non ci hai visto più.- concluse per lui, sottolineando l’ultima parola, soffiando fuori una nuvola di fumo che non riuscì a nascondere la nota di scherno nella sua voce.
Senza un evidente motivo, lo spadaccino partì contro di lui alzando un pugno. A pochi centimetri dal viso del biondo, la mano di Zoro fu provvidenzialmente bloccata da tre braccia femminili spuntate fuori dal suo stesso arto.
Il vicecapitano fissò con astio Sanji ancora per qualche secondo, aspettando che Robin lo liberasse dai poteri del suo frutto del mare.
Dopodichè guardò i compagni uno per uno, e, girando sui tacchi, si avviò nella camera dei ragazzi con passi rapidi e pesanti che lasciavano trapelare tutta la sua rabbia. Solo allora Nami si accorse che l'andatura dello spadaccino era leggermente claudicante.
-Zoro, cos'hai fatto alla gamba?- chiese, spalancando gli occhi, sorpresa.
Il ragazzo non rispose. Solo mentre si richiudeva la porta della stanza alla spalle, con quanta più violenza gli era possibile, a Nami parve di sentire una risposta quasi sussurrata. -Mai sentito parlare di punto cieco?-

La ragazza rimase a fissare il punto in cui Zoro era sparito, curiosa e preoccupata.
-Sanji, Zoro è ferito?- chiese dopo alcuni secondi Chopper, rompendo il silenzio.
A rispondere però fu Robin. -Sai, Chopper, credo che al momento l'unica ferita che faccia male allo spadaccino sia quella inflitta al suo orgoglio.-
Nami si riscosse, e spostò lo sguardo sull'archeologa.
-Che intendi, sorella?- si fece sentire Franky.
-La mia dolce Robin ha ragione, come sempre.- soffiò fuori Sanji, assieme ad una nuvoletta di fumo a forma di cuore. Il tono tuttavia era serio. -Per uno come Zoro, quello sulla gamba non è che un taglietto. Tuttavia, la cicatrice che ha sull'occhio è ben lontana dallo smettere di sanguinare.-
-L'occhio? …Ecco perché ti ha aggredito! 'Non ci hai visto più'...potevi risparmiartela, Sanji!- esclamò Usop, alzando il lungo naso verso il cielo, sdegnato.
-E invece ha fatto bene.- commentò Nami dopo qualche secondo di riflessione.
- Zoro deve piantarla di prendersela per queste idiozie. Potevamo rimetterci le penne, a causa del suo stupido orgoglio.- completò Sanji infastidito.
-Ma se li avreste potuti sconfiggere tutti con un solo colpo!- replicò Usop, sconcertato.
-E poi nessuno deve permettersi di offendere il mio equipaggio.- si inserì nel discorso Rufy.
Robin ridacchiò leggermente. Cosa ci fosse da ridere, poi, lo sapeva solo lei. A volte il suo gusto del macabro terrorizzava sinceramente Nami. -È incredibile come, anche dopo due anni, siate rimasti ingenui.- esalò, serafica. -Conosciamo tutti Zoro, non è uno che pensa alle conseguenze delle sue azioni. Se al posto di quel brigante ci fosse stato, non so, Kizaru, o uno della Flotta dei sette, o ancora un qualche formidabile uomo pesce, lui avrebbe agito allo stesso modo. Si sarebbe girato e lo avrebbe preso a pugni. E state certi che in quel caso non sarebbe stato così facile rivedere lo spadaccino vivo.- aveva esposto il tutto con una calma terrificante, come se l'idea non avesse alcun effetto su di lei. Invece, il resto della ciurma fu percorso da un brivido.
-Ok, mi arrendo, forse avete ragione voi.- convenne Usop, reprimendo il tremolio nella sua voce.
Rufy non si espresse, ma il suo viso era scuro.
Chissà, forse stava pensando a quando aveva incontrato la flotta dei sette, a Marineford...o forse a quando Kizaru aveva quasi ucciso Zoro.
Nami si morse un labbro e cercò un modo per distogliere l'attenzione del moretto dai propri pensieri. -Sanji...mi chiedevo, cos'ha fatto quell'uomo per scatenare l'ira di Zoro?- chiese infine, catturando l'attenzione non solo di Rufy e di Sanji, ma anche del resto della ciurma. A quanto pareva, non era l'unica a chiederselo.
Sanji soffiò fuori uno sbuffo di fumo, poi gettò a terra l'ormai mozzicone di sigaretta e lo spense con il tallone.
Infine sorrise, macabro.
-...l'ha chiamato orbo.-

Zoro tiró un pugno contro il muro. Poi un altro. E poi un terzo. Al quarto parve ricordarsi che le mani gli erano indispensabili per usare le spade, e scagliò un calcio contro l'armadio rinforzato. Una stilettata di dolore gli attraversò tutta la gamba, prima di comprimersi nella ferita infertagli da quell'uomo.
-Punto cieco un cazzo!- ringhiò, la rabbia che tornava a salirgli in corpo.
L'occhio mancante non c'entrava nulla. Il brigante era riuscito a colpirlo solo perché era troppo impegnato a litigare con quel cretino del cuoco. Sempre colpa di quel damerino, era.
Lo spadaccino si sollevò l'orlo della tunica e si abbassò i pantaloni, poi si esaminò la parte posteriore della coscia. Poco più in basso dei glutei si apriva una ferita da pugnale leggermente slabbrata. Un taglio da nulla, come ne aveva ricevuti a centinaia in quegli anni. Non sentiva nemmeno il dolore. A bruciare davvero in quel momento erano la rabbia, e il senso di colpa.
Estrasse una maglietta lacera dall'armadio e strappò una striscia di tessuto, poi se la legò sulla gamba a mo’ di fasciatura, per bloccare l'emorragia.
Si rivestì e si gettò a terra, la schiena contro il muro.
Non avrebbe voluto uccidere quell'uomo. Lui non era un assassino. E ogni giorno combatteva con tutte le sue forze contro i propri istinti per non diventarlo.
Uccideva, sì, e probabilmente le sue spade avevano tolto molte più vite di quanto gli piaceva ricordare. Ma non uccideva la gente senza un buon motivo.
Quando prendeva una vita, lo faceva solo per difenderne altre, come quelle dei suoi compagni. O anche di sconosciuti, a volte non faceva differenza. Ma non ammazzava per divertimento, e qualsiasi cosa dicessero gli altri, nemmeno l'influenza sanguinaria di Mihawk era riuscita a fargli perdere i suoi complicati e contraddittori ideali di giustizia.
Tuttavia, quando l’uomo aveva usato quelle parole contro di lui non aveva più capito nulla. 'E tu saresti il grande spadaccino Roronoa, il cacciatore di pirati, un membro della ciurma di cappello di paglia? Uno che si lascia sorprendere così? Fossi in te mi ritirerei, amico. Non sei pronto per il nuovo mondo, fidati. Questo non è un posto adatto ad un orbo con un enorme punto cieco.'
Lui non aveva nessun punto cieco. Poteva tranquillamente sopperire alla vista con gli altri quattro sensi, per non parlare dell'Haki. Ma quella parola...orbo...gli aveva ricordato quel dannatissimo giorno. E non era riuscito a trattenersi.

Mihawk era entrato nella stanza, un ghigno soddisfatto sul volto.
-Come ti senti, Roronoa?-
Lui gli si era buttato contro, ma aveva preso male le misure ed era finito faccia a terra. Si era rialzato e si era massaggiato il viso, coperto di sangue ancora fresco.
Aveva allungato una mano verso l’uomo e, dopo un paio di tentativi, era riuscito ad afferrare il bavero della sua giacca.
-Brutto bastardo! Cos'è successo al mio occhio?- il suo era stato un ringhio in piena regola. Occhi di falco aveva continuato a ghignare, cinico.
-Lo scimmione con la spada nera te lo ha lacerato in combattimento, non più di un ora fa, e poi sei svenuto. Non ricordi? Pensavo ti avesse danneggiato la vista, non la memoria.-
Ecco perché era caduto a terra, ecco perché aveva faticato così tanto per riuscire ad afferrare la giacca di quello stronzo. La sua visuale...era falsata.
Zoro aveva caricato un pugno dal basso, diretto verso il ventre di Mihawk. Ma prima ancora che riuscisse a sfiorarlo, il suo polso era stato bloccato dalla stretta dello spadaccino.
-Sai, Roronoa, io non lo farei fossi in te. A parte il fatto che ora la tua percezione della realtà è decisamente compromessa, e dovrai allenarti parecchio prima di riuscire di nuovo a concepire le giuste distanze e profondità, non dimenticare che, ora, hai un altro grande ostacolo, sulla strada per diventare il migliore...hai un punto cieco.-
Zoro aveva sbattuto le...la palpebra, confuso. La testa stava per scoppiargli, e l’occhio che non riusciva ad aprire lo uccideva con continue stilettate di dolore che lo rendevano ancora meno lucido.
-Ho un cosa?-
Mihawk aveva lasciato andare il suo polso, con un sorriso che non prometteva nulla di buono. -Questo.-
Poi, Zoro aveva sentito un dolore lancinante al fianco sinistro, che lo aveva costretto in ginocchio col fiato mozzo. Aveva girato la testa, fino ad avere una visuale del suo lato sinistro.
Il pugnale di Occhi di Falco era conficcato nel suo addome per buoni dieci centimetri. E lui non l'aveva visto arrivare. Mihawk aveva estratto l'arma dal suo corpo, e il ragazzo aveva digrignato i denti per non farsi scappare nessun lamento.
-Punto cieco.- aveva iniziato l'uomo con fare analitico e professionale, estraendo un fazzoletto per ripulire dal sangue il pericoloso crocifisso. -Più che altro, direi lato cieco nel tuo caso. Ma non sprecherò tempo con spiegazioni mediche che non capiresti.-
Zoro si era portato una mano al fianco. Quando l'aveva rialzata, l'aveva trovata insanguinata. -Perché...l'hai fatto?-
-La tua visuale è quasi dimezzata rispetto a prima. Non hai visto arrivare il mio pugnale, né hai notato il movimento del mio braccio. Dovrai lavorarci sopra. Ma dubito, ora, che sarai mai in grado do sconfiggermi. Non mi lascerò sconfiggere da un orbo.-
Orbo...quella parola era risuonata nelle orecchie del ragazzo più e più volte, e quando l'eco aveva raggiunto il suo cuore, vi aveva inciso una dolorosa cicatrice.
-Non...non riacquisterò più la vista?- aveva chiesto, ansimando per il dolore al fianco, per quello al viso e per quello ben più profondo e amaro nel petto. Aveva portato una mano alla fronte bagnata di sangue, sussultando subito per una fitta che gli fece esplodere la testa all’altezza dell’occhio, stordito dall’entità di quel danno.
-Mai più. Ti basterà un occhio, per portare a compimento la tua promessa, Roronoa?- aveva chiesto il più anziano, ghignando di nuovo.
E il dolore di Zoro si era trasformato in irriducibilità, in rabbia, in odio. L'incisione rovente sul cuore era stata riempita da orgoglio e fierezza. E lo spadaccino aveva saputo che non si sarebbe mai arreso.
Ancora in ginocchio per il dolore, si era rialzato con fatica e, fissando l'ormai unico occhio in quelli del rivale, aveva sussurrato -Stai attento, Mihawk. Perché un giorno, l'uomo dagli occhi di falco verrà sconfitto dallo spadaccino con un occhio solo. E i posteri narreranno la mia storia, l'avvincente racconto di come ti ho sconfitto tenendo chiuso anche l'occhio sano.-
Mihawk lo aveva fissato a lungo, un'espressione indecifrabile sul viso. Poi aveva riso. -Sogna, ragazzo. Non ti costa nulla. Ma un giorno la tua presunzione ti costerà la vita...- il pugnale si era conficcato una seconda volta nella sua carne, a pochissima distanza dalla prima ferita, facendolo cadere di nuovo a terra boccheggiante. -...vedrai, il nuovo mondo non è posto per gli invalidi...o per gli orbi.-
Poi era uscito, lasciando Zoro a terra a tenersi il fianco ferito.
Prima di svenire e di lasciarsi curare da Perona, lo spadaccino aveva avuto la forza di lanciare un ultimo urlo. -Ti sconfiggerò, Mihawk! Diventerò il migliore! E dopo, potranno anche cavarmi l'altro occhio. Nessuno mi sconfiggerà più. Che i tuoi occhi siano chiusi o no, non importa...-


-...se sei uno spadaccino.- concluse Zoro sussurrando, tornando al presente.
Sarebbe diventato il migliore, lato cieco o meno. Ed era già sulla buona strada.
Nessuno l'avrebbe fermato, nessuno si sarebbe messo tra lui e il suo sogno; non avrebbe permesso ad uno stupido occhio di impedirgli di realizzare lo scopo della sua vita.
-Sarò il migliore.- ripeté ad alta voce, passando una mano sulla cicatrice sull'occhio. Poi gli tornò in mente l'avvenimento di poche ore prima.
-Sì, sarò il migliore. Ma per oggi, sono solo un assassino.-








NDA:
Ok, ok. È lunghissima. Ed anche leggermente nonsense. E…non lo so. Non mi convince del tutto.
Ma sappiate che per colpa di Word, l’ho dovuta riscrivere per ben tre volte, quindi, se siete arrivati qui sotto senza rinunciare prima, VI PREGO, lasciatemi una recensioncina, anche piccina piccina, e DITEMI com’è…perché ci sto combattendo da una settimana! T_T
Grazie a chiunque accoglierà la mia supplica.
Oh, dimenticavo. Quella usata da Mihawk è la cosiddetta psicologia inversa. È uno stronzo, ma gli rimane ancora un po’ di cuore, no? E poi è figo! (anche se Zoro non lo batte nessuno!) u.u
Bene, sto delirando, motivo per cui vi lascio. Grazie ancora, se siete arrivati a leggere questo, e accetto anche offese, nelle recensioni! xD
Vostra,
CaptainJollyRoger.
  
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