Questa storia
è nata un po’ per caso e non credevo di farle prendere mai realmente vita.
Ero a Londra
insieme alla mia cara beta plubuffy (che
ringrazio per l’infinita pazienza che ha con me) e avevo sonno.
“Posso dormire
con te?” furono le mie parole e da qui decidemmo che avrei dovuto scrivere
questa storia. Yaoi.
Spero che vi
piaccia, non è nulla di particolare ma devo ammettere che ci ho messo l’anima.
E’
particolarmente zuccherosa e dolce, mielosa come non lo sono mai stata, quindi
avviso: chi vuole ritirarsi è ancora in tempo u.u
Tanta stima
invece per i più coraggiosi che riusciranno a finirla senza vomitare.
Pace, Love and
Empathy
(ci vorrebbe
tanto Kurt Cobain, ma dovete accontentarvi di questo)
Josie
PS: Si, sono
ancora qui. I miei protagonisti tuttavia li immagino con i seguenti volti: Yuri & Cole.
PPS: Un
ringraziamento va anche a Umpa_lumpa
che ha aiutato la sfaticata della mia beta che non vuole faticare da sola <3
Posso dormire con te?
Quella
sera il giovane Yuri aveva provato ad addormentarsi ma non faceva altro che
girarsi e rigirarsi nel letto in quell’appartamento misero e vuoto. Era
arrivato in quel monolocale pochi mesi prima ed era riuscito a strappare un
affitto a prezzo stracciato, una di quelle occasioni che era meglio non farsi
scappare soprattutto con la crisi incombente.
-F-fa freddo- gemette il diciottenne battendo i denti, ancora una volta stava
tentando di attirare l’attenzione del suo coinquilino, Cole.
-Mhh-
mugugnò invece come risposta il poveretto che insonnolito si rigirò sul
lato opposto cercando di dormire, sarebbe stato facile senza il battere
continuo dei denti di Yuri.
Silenzio.
Un sospiro di sollievo quando riuscì di nuovo chiudere gli occhi beandosi di
quel silenzio.
-Cole?-
una voce lamentosa e da bambino, ancora quella di Yuri. Dormire quella sera
sarebbe stata un’impresa.
-Yuri, che c’è?- domandò impaziente alzando il capo dal cuscino. Ricordava
perfettamente quando aveva portato il ragazzino con sé, lo aveva trovato vagare
per le strade, affamato e infreddolito. Aveva messo su qualche chilo da allora,
si era ripreso, ma negli occhi riusciva ancora a leggere la stessa e identica
fragilità di quel giorno.
Quello
sguardo che però doveva ammetterlo, lo aveva fatto innamorare.
-Cole, posso dormire con te?- si lamentò
il più piccolo che in tutta risposta ricevette uno sguardo piuttosto sbigottito
dall’altro.
Era
sempre stato incredibilmente attratto dal corpo di Yuri, così piccolo, così
innocente, così puro… Quella purezza d’animo che lo aveva sempre fatto sentire
incredibilmente sporco, così poco degno di una compagnia così.
Sospirò
controvoglia alzando le coperte per far entrare il più minuto dei due. Un
sorriso spontaneo e felice comparve immediatamente sul volto di Yuri, uno di
quelli che Cole adorava troppo e che anche se il biondino non lo sapeva lui avrebbe
dato via l’anima pur di vederlo. Infondo quell’aspetto rude non era l’unica
cosa del quale era capace.
Senza
farselo ripetere due volte, Yuri, si fiondò tra quelle coperte accoccolandosi su
petto grande e protettivo di Cole, poi di nuovo silenzio. Sarebbe stato facile
dormire se non fosse stato per le forti proteste del cuore del più grande.
Poteva reprimere i suoi sentimenti, ma non poteva di certo impedire al suo
cuore di battere così forte ogni volta che lui gli stava vicino.
-Ti batte forte il cuore…- sussurrò
quindi Yuri nel silenzio di quella notte addormentata che per loro sembrava
troppo sveglia e rumorosa.
-Sarà forse perché sono un essere umano anch’io?-
sbottò invece Cole con quel tono saccente e di finta irritazione e acidità
che lo aveva sempre caratterizzato, o almeno Yuri lo aveva sempre conosciuto
così. Sempre molto chiuso, sempre molto distaccato dal mondo e quali fossero i
suoi pensieri a lui non era dato saperlo.
Ancora
silenzio, nessuno dei due ormai sembrava avere più sonno e a dire il vero
entrambi sembravano anche aver smesso di respirare!
-Cole?- di nuovo. –Perché mi odi?- questa domanda spiazzò completamente il diretto
interessato, davvero credeva che lo odiasse? Che cosa avrebbe dovuto fare?
Lasciarglielo credere o smentire? Infondo sarebbe stato più facile lasciarlo
andare, avrebbe sofferto di meno.
Yuri
vide Cole girarsi verso di lui con un sospiro, quello che vi lesse sul volto fu
solo dolore e forse a far da complice fu la capacità del buio di mettere a nudo
qualsiasi segreto. Al buio si dice sempre la verità.
-Perché pensi che ti odi?- fu il
sussurro quasi impercettibile, subito dopo ci fu un’intercettazione di sguardi
ma forse troppo debole affinché durasse.
-Io non…- tentò invece di giustificarsi
il biondino che minuto dopo minuto sembrò diventare sempre più rosso, per un
attimo Cole credette che potesse implodere.
-Quando mi sei vicino sento il cuore
accelerare, inizio a sudare freddo e… ho voglia di baciarti. Io non so cosa
significa, ma se questo significa odiarti io voglio continuare a farlo- queste
parole lasciarono decisamente di stucco il povero Yuri che praticamente sentì
il sangue affluire sulle guance per conferirgli quel piacevole rossore.
Quello
che fece dopo nessuno dei due lo dimenticò mai: Yuri prese il viso del più
grande tra le mani e lo baciò dolcemente.
Rosso
in viso, Cole, per un attimo sperò che quel momento non finisse mai. Non per
eccesso di dolcezza, questo era chiaro, ma per non dover sopportare sicuramente
l’imbarazzo che al distacco dalle loro labbra avrebbe dovuto sopportare. Come
tutte le cose belle, anche quella finì.
-S-Scusa, forse io non avrei dovuto
baciarti, i-io- cominciò precipitosamente Yuri balbettando a più non posso
non capendo nemmeno cosa lo avesse spinto ad azzardare una cosa del genere, ma
uno sbuffo di Cole lo fece tacere abbastanza perplesso.
- Stai zitto e baciami!- ordinò il più
grande tirandolo a se per farlo tacere. Le labbra di Cole sin da subito furono
più decise e passionali di quelle del diciottenne, infondo lui aveva ventotto
anni e un mucchio di esperienze alle spalle accumulate nei bar di turno del
sabato sera.
Yuri,
che dal canto suo non era poi così innocente e candido come sembrava o come
Cole lo aveva idealizzato, prese subito iniziativa e infilò le mani sotto la
maglia del più grande esplorando ogni centimetro e piega del suo petto tatuato
e baciando ogni singolo brandello di labbra a sua disposizione.
-Hey, vacci piano piccoletto, chi te le ha
insegnato queste cose?- ridacchiò il più grande bloccandolo per le mani
rubandogli un bacio così casto che decisamente stonava con tutto il resto di
lui… e di quella situazione ambigua.
L’improvvisa
sicurezza di Yuri tornò a vacillare e quel tenero rossore tornò in un lampo a
impossessarsi del viso del diciottenne così come della sua capacità
intellettiva che sembrava non volerlo aiutare a far uscire qualcosa d’intelligente
da quelle labbra.
Cole
rise scompigliandogli teneramente i capelli. –Cos’hai capito, Yuri? Questo non era un rimprovero- non riusciva a
smettere di ridacchiare come forse non faceva da chissà quanto tempo.
Dal
canto suo, Yuri, sembrava essere piuttosto imbronciato per le reazioni del suo
coinquilino che invece sembrava divertirsi ancora di più a ogni sua smorfia
buffa per quanto seria cercasse di essere.
Uno
sbadigliò però rovinò tutte le sue intenzioni di mantenere il broncio. –Ho sonno…- mormorò lamentoso
accoccolandosi dolcemente sul petto di Cole in un modo che lo faceva sembrare
tanto un bambino.
-Era ora!- esordì sempre il moretto con
il suo solito tono canzonatorio e da rimprovero che fece nuovamente imbronciare
il più piccino. Cole rise e lo strinse a sè dandogli
un bacio sulla testa, per la prima volta aveva abbassato le muraglie che li
divideva e probabilmente avrebbe dormito senza che nulla lo tormentasse. Almeno
per quella notte.