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Autore: Stephanie86    07/08/2012    2 recensioni
[Marina/Esther] Double Shot.
Esther sta ancora con Aldo. Ma i suoi pensieri sono rivolti ad un'altra persona, la persona che ama veramente: Marina.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Non è riuscita a dormire. Ma ciò non la sorprende.
E al lavoro è distratta.
- Esther? -
La voce di Rocco. La sta fissando, con la fronte aggrottata. Lui ha capito. Non fa troppe domande, ma ha capito.
- Scusa - gli risponde, risistemando le cartelle dei pazienti.
- Tutto bene? - chiede il collega.
- Sì, certo -
Sono innamorata.
Certo. È così. Ormai non può più negarlo.
É una sensazione troppo forte.
Incredibilmente forte.
É devastante.
E Aldo lo deve sapere.
- Sembri un’anima in pena - commenta lui, con un mezzo sorriso.
Sono innamorata.
Per la prima volta nella sua vita.
Dov’era stata tutto quel tempo?
Proprio allora, alza lo sguardo e la vede. Sta parlando con una donna, che tiene un bambino in braccio. Un paziente.
La madre sembra molto preoccupata. Marina sta cercando di tranquillizzarla. Intanto, accarezza la testa del piccolo.
É molto dolce. Molto...
...materna.
Sì. Sarebbe un’ottima madre. Se in Italia non ci fosse una legge che non permette agli omosessuali di adottare bambini.
Ed è così bella...
- Esther! - Rocco la riporta di nuovo alla realtà.
Stavolta non si scusa.
Marina si volta e i loro sguardi si incrociano. Un attimo. Un istante rapidissimo. Ma è sufficiente per perdersi in quei laghi profondi che sono i suoi occhi.


- L’ho vista di nuovo.
Terry parla a voce bassa. Esther non capisce a cosa si stia riferendo. E non le interessa neanche.
- Quella donna - precisa Teresa - É venuta a cercare la Ranieri.
Adesso le interessa.
- Quale donna? - le chiede.
- La stessa che è venuta qui qualche tempo fa... Credo si chiami Vera.
Vera.
Quel nome le fa perdere un battito.
- Ha insistito molto, per vederla - continua Terry, senza accorgersi del suo stato d’animo.
- Quando?
- Dieci minuti fa.
Vera.
Ricorda bene le parole di Marina.
«Ho amato moltissimo Vera...», le aveva detto.
Ma aveva anche detto che era finita e che desiderava innamorarsi di nuovo.
Quando io mi innamoro... mi innamoro davvero.
- Secondo me tra quelle due c’è ancora qualcosa - dice Teresa.
Esther non le risponde.
Ho amato moltissimo Vera.
Qualcosa di simile alla paura la arpiona.
Ma non è soltanto paura.
- Devi portare questa alla Gandini - Terry le sta porgendo una cartella.
- Certo.


Alla fine del turno, Esther esce dall’ospedale e si attarda all’esterno.
Saluta alcuni suoi colleghi. Rocco le offre un passaggio, ma lei rifiuta.
Per tutto il pomeriggio, non ha fatto altro che pensare a Marina, a Vera e alle parole di Teresa.
Secondo me tra quelle due c’è ancora qualcosa.
E se fosse così?
Trema e si strinse nella giacca. Ma non è il freddo.
- Ciao.
Si gira di scatto e si ritrova faccia a faccia con Marina.
- Oh, ciao... - le risponde.
- Come stai?
- Bene... Solo... Un po’ stanca - Esther fa molta fatica a pronunciare quelle parole.
- Già... É stata una giornata pesante anche per me.
Marina le fa una carezza. Esther chiude gli occhi.
Potrebbe vederle chiunque, lì fuori. Ma in quel momento non le importa.
Secondo me tra quelle due c’è ancora qualcosa.
Esther indietreggia di un passo.
- Cos’hai? - Marina sembra sorpresa.
- Hai visto Vera, oggi?
- Te l’ha detto Teresa?
- L’hai vista?
- Sì, l’ho vista. É venuta in ambulatorio - Nessuna esitazione.
Ho amato moltissimo Vera.
- Sei gelosa?
La domanda di Marina la coglie alla sprovvista.
Sono gelosa?
- Perché dovrei esserlo? - risponde, sulla difensiva.
Non ne ha il diritto. Anche lei sta ancora con Aldo. Con un altro.
- Sei gelosa? - ripete Marina. Pochi passi le dividono.
Esther la guarda, a lungo.
Poi Marina la bacia.
Le prende il viso fra le mani e la bacia, senza aspettare che le risponda.
E le toglie il fiato.
- Vuoi un passaggio?
Esther è ancora troppo stordita.
- Ah... Ecco, sì... - farfuglia.


Aldo la sta chiamando. Non ha intenzione di rispondere.
Non adesso.
Chiude la comunicazione e si rimette il cellulare in tasca.
- Era lui? - chiede Marina, senza staccare gli occhi dalla strada.
- Sì...
Silenzio.
É un silenzio che non sa come colmare.
- Oggi era... il suo giorno libero.
Che stupidaggine che ha detto.
Arrivano sotto casa sua. Marina spegne il motore dell’auto.
Esther guarda verso la sua finestra e nota una luce accesa.
Suo padre. Che cosa penserebbe suo padre di tutto ciò?
Sente la mano di Marina stringere la sua. Guarda le loro mani intrecciate. E pensa che vorrebbe stare così per sempre.
- Marina, io...
- Cosa?
Alza lo sguardo.
I suoi occhi sono una trappola alla quale non può sfuggire.
- Io volevo dirti... che... Sono stata bene... con te. Sto sempre bene con te.
Marina sorride.
- Però... Non so come spiegarlo... A me non era mai successo... di provare queste cose... - si schiarisce la voce. Il cuore batte forte nel suo petto. - Ed io... Beh, non vorrei mai che...
- Esther?
- Sì?
- Qualsiasi cosa provi o pensi puoi dirmela. Non averne paura.
Lungo silenzio. L’espressione di Marina è sincera ed Esther non vuole che lei pensi che sia stato uno sbaglio.
Non è stato uno sbaglio.
Era stato il solo istante della sua vita in cui aveva respirato, aveva vissuto, aveva amato veramente. E si era sentita amata.
- Che cosa senti? - le chiede Marina.
- Che ti amo - risponde, abbassando lo sguardo - Mi sono innamorata di te.
Marina la abbraccia. Esther sente il suo profumo invaderle le narici. Istintivamente affonda il viso nei suoi capelli.
- Anch’io, Esther - le sussurra - Anch’io ti amo.
Si baciano. È un bacio lungo.
Un bacio intenso.
- Parlerò con Aldo - dice Esther, non appena ha ripreso fiato.
- Sei sicura?
- Sì... Sì, voglio farlo.
Ormai qualcosa nella sua vita è irrimediabilmente cambiato. Lei è cambiata.
E non serve mentire agli altri.
Non è in grado di farlo.


Suo padre nota il suo cambiamento. Lo avverte.
- Va tutto bene con Aldo?
Non glielo chiedeva da un po’.
- No ... Non proprio.
- Avete litigato?
Non è per niente sorpreso. Se l’aspettava.
- No, ma...
Sono innamorata.
Sono innamorata di Marina.

- Ho capito. Non vuoi parlarne - conclude Cesare.
- Per adesso no. Voglio parlarne con lui, prima.
Suo padre le sorride.


- Voglio sapere chi è.
Aldo è perentorio.
É arrabbiato.
É ferito.
«Non ti amo più», gli aveva detto.
Non l’ho mai amato.

Si sente in colpa. Non per quello che ha fatto con Marina, ma perché non l’ha mai amato veramente.
Mai.
Ha creduto di amarlo. Solo questo.
Si sente in colpa perché ha mentito a se stessa. A lui. Senza esserne del tutto consapevole, però l’ha fatto.
- Chi è... Chi? - domanda. Lo sa di cosa parla.
- Lui. Dimmi chi è. Lo conosco?
- Non c’è nessun lui.
Ed è la verità.
- Balle. Sono sicuro che c’è. Ci sei andata a letto, vero?
- Ti prego, Aldo.
- Ci sei andata a letto, no?
- Non sono tenuta a dirtelo.
- Dimmi chi è, allora.
Glielo dice.
Pausa. Molto lunga.
Aldo non sembra più solo arrabbiato, ora.
É sconcertato.
- Ah - dice, deglutendo - Capisco...
No.
É sicura che non può capire.
- É stata lei
Esther tace.
- Avrei dovuto aspettarmelo - continua Aldo.
- Nessuno se l’aspettava.
É l’amore.
Quando l’amore vero arriva, è come un ciclone. Ti travolge. E ti porta con sé.
- Che cosa ha fatto per convincerti? - chiede Aldo, aspro e duro.
- Non ha fatto niente.
- Qualcosa deve aver fatto. Che cosa ti ha detto?
- Niente. Aldo, non ha fatto niente. È stato...
Non trova la parola adatta.
É stato impossibile resistere? Certo.
É stato un fiume in piena? Certo che sì.
Chi ha cominciato? Non ricorda. Forse entrambe.
- É stato più forte di noi - dice, alla fine.
Lui stringe i pugni.
- Ti sei fatta abbindolare.
- No. Mi sono innamorata.
É bello dirlo ad alta voce.
Innamorata.
Per la prima volta sente che è vero. Che è innamorata.
- Ti passerà presto. Tu non sei così.
Il suo tono è carico di rancore, adesso.
- Tu non capisci, Aldo.
- Io ti conosco. So che non sei così.
- Invece sì. Fattene una ragione.
- Non potrà mai darti quello che ti posso dare io.
- Mi fa sentire speciale. Mi ama.
- Non ti può dare una famiglia, però. Quante volte ne abbiamo parlato? Abbiamo fatto dei progetti insieme.
- Ho sbagliato a farli. Non mi rendevo conto.
- Io ti amo. Vuoi davvero buttare via tutto per lei?
Aldo allarga le braccia. Intende abbracciarla, ma Esther si scosta.
- Mi dispiace - dice Esther.
- Ti dispiace, eh?
- Sì. Ma non potevo continuare a mentirti.
- Vattene.
Esther prende la giacca. La indossa.
- Sappi che se te ne pentirai non sarò disposto a perdonarti.
Esther sorride.
Crede di farle paura. Crede di convincerla a restare con quelle parole.
Ma non può.
Nessuno potrebbe.
- Non me ne pentirò - risponde.


Esther socchiude le labbra e prende il suo volto fra le mani.
Si perde nell’oblio di quel bacio.
Poi le labbra di Marina percorrono delicatamente il suo collo, mentre la mano le slaccia i bottoni della camicetta.
Esther ha la sensazione che lei si sia impadronita della radice stessa del suo essere.
- Ti amo - le sussurra.
Marina la guarda, le sorride, fa scivolare le mani sotto il tessuto della camicia. Esther rabbrividisce, trattenendo il respiro.
- Anch’io ti amo - le dice Marina, in un orecchio.
Le prende la mano e la sfiora con quelle stesse labbra.
Non c’è altro da aggiungere.
Non ora.
I loro sguardi si allacciano, si fanno seri, carichi di desiderio. Di intensità.
Esther la bacia di nuovo, con trasporto.
Non c’è niente oltre a questo. Al di là di quello che prova.
Ogni altro pensiero, ogni altra paura, ogni altro dubbio se ne va. Scompare. Perde significato.
Ogni altra cosa è niente.
Non c’è altro tempo o luogo che non sia adesso e lì, in quella stanza, tra quelle braccia. Insieme a lei.

   
 
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