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Autore: starfish    20/02/2007    1 recensioni
Dyed: gioco di parole fra die( to die=morire) e il verbo to dye=scolorire, stingere, in ogni caso tutt'e due i verbi sono in sintonia con la ff. Abbiate pietà. Si allontanò, e lo guardò negli occhi. Erano come sempre, due gocce di cielo che fissavano innocentemente i pozzi cupi dell'altro. -...senti...- -Sono qui, dimmi- Avevano smesso, però. -....non è proprio possibile....tornare indietro?- -ipocrita. E' gia tardi, ormai- -no, non penso. sarebbe troppo facile-
Genere: Generale, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rewrite

 

Sad(?) one shot. Non chiedetemi perchè mi è venuta così dal momento che scrivere cose depresse esula totalmente dal mio carattere.
Scritta ascoltando chop suey-mitica canzone- quindi ringrazio laura per avermi fatto conoscere i soad e ringrazio quel lurido bastard....cioè, quel genio immortale del mio senpai, anche se hai postato lo stesso capitolo due volte, scemo.
.....
Ah, se ci fossero errori di ortografia, è perchè quello scemo di mio padre mi ha fregato il pc e ora sono costretta a usare quello di mamma.

 


Sun Has Dyed


Avevano sempre detto a Sasuke che era un bambino puntuale.
Parola strana per elogiare un infante, ma il piccolo Uchiha non ne conosceva il significato, il torace si gonfiava d'orgoglio e gli occhi neri- come quelli della tua mamma, soleva dirgli lo zio shisui, ridacchiando nel vederlo stringersi timido alla divisa di anbu della cognata, alias la mamma del piccolo- scintillavano di soddisfazione per quel vocabolo sconosciuto e di suono invitante.
Sasuke amava lo zio.
Avrebbe dato il suo polmone destro (pensieri bizzarri, per un bambino.....) pur di stare accanto allo zio, solo per una sera, vederlo togliersi la divisa sporca di sangue e di terra, pettinarsi i capelli, sapere cosa faceva una volta consumata la cena, perchè lo zio cenava sempre presto.
Amava la sua mamma, perchè lei era diversa.
Le mamme dei bambini all'accademia andavano presto per prendere i loro rampolli, si sedevano sui portici delle compaesane (il bello, in un villaggio, era che tutti si conoscevano) a chiaccherare del più e del meno, finchè, suonata la campanella, si sarebbero dirette docili verso il cortile della scuola. E sempre docili, ascoltavano i racconti -spesso sciocchi, dei quali nemmeno un neonato si sarebbe interessato- della loro prole, e così tutti i giorni. Ormai, le loro vite erano state totalmente assorbite dai figli.
Condannate a vivere per vedere vivere gli altri fin dal momento in cui nel loro ventre aveva pulsato un cuore estraneo.
La sua mamma non andava mai a prenderlo.
Si limitava a guardarlo dall'alto di un tetto, magari trascinando un cadavere sulle tegole.
Sasuke non la vedeva mai, ma sapeva che in quelle fessure incastonate nel volto di un gatto ghignante c'erano gli occhi della sua mamma.
E questo gli bastava.
Le altre mamme profumavano sempre di fiori e di qualche spezia ermetica e stucchevolmente finta, la sua avvolgeva in un abbraccio fisico e sensoriale fatto vento umido di pioggia e di metallo insanguinato -si era di nuovo dimenticata di pulire la spada-.
Forse a itachi non piaceva quel profumo, forse avrebbe preferito essere salutato con la mano agitata dal cortile dell'accademia, piuttosto che nell'atto di decapitare un nemico.
O, chissà, magari era ancora arrabbiato con Sasuke per l'ultimo dolcetto di riso di quella sera di febbraio. Il cucciolo di iena l'aveva fagocitato davanti allo sguardo rabbioso del fratello maggiore, e non contento si era fatto fuori pure i dango.
Sarà stato per quello?
L'amletica questione trovò risposta in un'alzata di spalle.
Itachi nii-chan stava per diventare un adulto, ma era ancora molto confuso e irritabile, lo dimostrava il fatto che in casa gli smalti della mamma sparissero improvvisamente e che il frigorifero fosse sempre vuoto dopo un tot di giorni.
E' la giovinezza. Un giorno diventerai anche tu come lui, gli diceva la mamma sorridendo.
Sasuke allora si immaginava con i piedi impiastricciati di cioccolata mentre ciucciava lo smalto.
E rideva.

-Questa non me l'avevi mica raccontata!!!- La risata inebriò i sensi del possessore dello sharingan, come l'acqua droga di piacere gli assetati.
-....invece sì. Ma VOSSIGNORIA sarà stato troppo intento a sfondarsi, per fare caso alle mie parole.-
Sbuffo scocciato. -NO CHE NON E' VERO!!!! Sarà stata solo la quinta porzione....sest-no.....ottava......beh....sì, facciamo la dodicesima!-
-Ah.-
-E comunque a te non deve importare come e in quali quantita svolgo le mie funzioni primarie!!!!!!!-
-Quali sarebbero le secondarie?-
-Urusai!-

 

-Ehi......che ore sono?-
Rapido sguardo al sole. Razza di deficiente. Se era un ninja come tanto boriosamente si spacciava avrebbe dovuto saperlo in base alla posizione dell' astro sull'orizzonte.
-Le sei e trentacinque. Come dieci secondi fa, quando me l'hai chiesto per la terza volta.-

-Tutti hanno il diritto di fare degli errori!....poi, questo non sarebbe nemmeno un errore......-

-Non tu,idiota. Uno shinobi non può sbagliare. Non DEVE sbagliare.-

Si risdraiò sull'erba, chiudendo gli occhi alla foschia del crepuscolo e con il compagno che borbottava contro il padreterno -cioè,lui-  diversi e coloriti insulti.

I nervi del ragazzo ebbero uno spasmo. Possibile che non potessero trascorrere due secondi con senza che quell'individuo -non riusciva a definirlo umano- appestasse l'aria con le sue idiozie.

Qualche momento assolutamente privo di imbarazzo. Poi la rivelazione.

-Io penso che Hinata abbia gli occhi davvero bianchi-

Dio, perchè l'hai creato scemo?

Quale nefasto lume ti spinse a generare codesto essere, ed a infondergli lo divino soffio vitale consentendo a cotal ammucchiamento di scorie nucleari e vari rifiuti organici, di fregiarsi dell'appellativo di cervello?

Un manrovescio dritto sulla guancia, e la cosa finì lì.

 No, naturalmente.

-Ma dove hai passato gli ultimi anni della tua esistenza!?!?!? A mangiare falene in cantina!??!? Si possono fare domande così assurde!??!?- e zittì l'interlocutore che aveva appena riaperto bocca con un gesto stizzito -era una domanda retorica, non c'è bisogno di rispondere. Sempre che un cerebroleso come te riesca a cogliere il sottile messaggio che voglio trasmetterti da quando ci siamo seduti qui.-

Socchiuse gli occhi perplesso -Messaggio?-

-Stai zitto- e riprese a contare le nuvole sfilacciate nel cielo serotino.

E si rese conto di una cosa.

-Hai i capelli sporchi-

Polvere e fango offuscavano quei ciuffi ribelli, che mai avevano visto un pettine.

                                                                                                                                                           - E mai l'avrebbero visto-

Sorriso -Già.- triste, mentre cercava di ripulirli alla bell'e meglio.

Si fermò quando sentì le dita affusolate del disponibile e simpatico compagno di litigio premere delicatamente sul suo cuoio capelluto.

-.......- si limitò a rilassare i nervi tesi fino allo spasimo e a farsi frugare in testa.

                                                                                                                                                             - è gia tardi -

-Lo so.- e tolse le mani dai capelli.

Puliti, finalmente.

E spenti.

Avevano perso tutta la loro lucentezza, il fango -o chiunque fosse stato, l'avrebbe ucciso- aveva succhiato via tutto il colore.

Come la candeggina, ecco perchè non bisogna metterne mai troppa nella lavatrice.

-Mi dispiace...i tuoi capelli.....-

-Non importa-

                                                                                                                                                               - come il sole quando tramonta-

Perchè si ostinava a sorridere così?

Perchè lui non diceva nulla? Perchè non faceva come tutti i comuni mortali, picchiando, insultando e sfogandosi con il primo disgraziato che gli avrebbe attraversato la strada?

No, lui..........si teneva tutto dentro.

Quella smorfia triste -lo spacciava spudoratamente per un sorriso- non l'avrebbe bevuta nessuno.

Stupido.

                                                                                                                                                   -lui piange per gli altri, non per se stesso-                        

-Però.....sei bravo. Me li hai davvero puliti per benino!- rideva, lui.

Sorrise.

Non sarebbe mai cambiato.

-Almeno una volta nella vita, dovrò farti un regalo, eh?-

Il silenzio spazzò via prepotentemente l'allegro suono.

Oh.

Dannazione.

                                                                                                                                       -uno shinobi non sbaglia mai. Vero, Sasuke?-

-....scusami...ecco..io-

Caldo abbraccio che troncò quel patetico tentativo di scusa.

-Fa nulla.-

Fece violenza su se stesso per evitare di strozzarlo. La tentazione era grande.

Ci sarà mai qualcosa in grado di deprimerti?

L'altro ci pensò su.

-Non credo proprio-

Sospiro foriero di sconfitta.

-Basta, mi arrendo.....sei....sei.....oh, non lo so. Sei al di là dell'umana comprensione- Affondare il viso nel caldo incavo del collo era così bello.....

Sentì la risata di lui rimbombare nel torace.

-Faccio del mio meglio con quello che mi è stato dato!-

Sentì qualcosa rompersi dentro, e affondò di nuovo il viso in quella carne calda.

                                                                                                                                                  -almeno, lui ci prova-

-Sì.-

Si allontanò, e lo guardò negli occhi.

Erano come sempre, due gocce di cielo che fissavano innocentemente i pozzi cupi dell'altro.

-...senti...-

-Sono qui, dimmi-

Avevano smesso, però.

-....non è proprio possibile....tornare indietro?-

                                                                                                                                                 -ipocrita. E' gia tardi, ormai-

-no, non penso. sarebbe troppo facile-

Troppo comodo, già.

Pensa, prima di agire, idiota.

E' questo che differenzia l'uomo dall'animale.

...............ma in fondo, anche l'uomo è un animale. Sbaglia. Paga. Soccombe.

                                                                                                                                                  -smettila di fare da capro espiatorio per me-

-beh.....io, adesso, dovrei andare-

-mmhhh-

-lo prenderò come un ciao!-

Dannazione.

Perchè sorrideva sempre?

.....non avrebbe mai smesso di chiederselo, non aveva trovato risposta in passato, perchè agitarsi?

                                                                                                                                                                     -non troverai mai risposta-

Solo quando l'altro si alzò e gli diede la schiena per andarsene, Sasuke Uchiha capì.

Era ora.

-......era proprio necessario?-

Nel frattempo cominciò a piovere. Cadde una goccia.

E poi un'altra.

E un altra.

Si girò, e ne caddero altre due.

-No, non lo era-

Ormai aveva iniziato a piovere.

-Ma non importa-

                                                                                                                                                     -anche lui può piangere. Ora lo sai. Sei soddisfatto?-

Naruto scavalcò il proprio cadavere. Sparì dietro un albero.

Tranquillo, come era sempre stato.

Sasuke non se ne accorse nemmeno, intento com'era a pulire la sua lama.

Non voleva saperne di andarsene via, il sangue.

Dannato. Come se non ne avesse abbastanza di perdite di tempo.

Solo allora si accorse dei capelli fradici e della lama bagnata, riconducendo tutto al fatto che stava piovendo.

.......

La mamma lo aiutava sempre, quando tornava dal lavoro. Rimetteva a posto la camera per lui, riordinava i suoi vestiti, gli preparava la colazione.

A Sasuke era sempre piaciuto il fatto che qualcuno facesse il lavoro per lui, quando era in difficoltà.

Neache adesso, che stava piovendo, si smentiva.

                                                                                                                                                      -Un ninja non deve mai mostrare il proprio dolore-

-Grazie.-

Tanto, il sole era già tramontato.

 

 Owari

 

 

O_O oddio...COS'è STO SCHIFOOOOO!!?!??!??!?!?!?!?!?!?!? NON CI POSSO CREDERE!!!!! E HO PURE IL CORAGGIO DI POSTARLA!!!!!!!!!! fatemi sapere cosa ne pensate, ora sono un pò di fretta quindi i commenti post lavoro da parte dell'autore sono aboliti.

Magari alla prossima, ok? salutoni a tutti da una mente malata ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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