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Autore: GiuUnderground    07/08/2012    2 recensioni
Le storie sono una carrellata di situazioni improbabili ed impossibili non collegate tra loro. Le ho scritte per dar sfogo alla mia fantasia ed immaginare le reazioni dei personaggi.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SITUAZIONI PARADOSSALI

1.                   Adam e il calo di voce

 

Erano le 6 e mezza di mattina quando degli spiragli di luce attraversarono i forellini della serranda e si posarono con insistenza sul volto di Adam, dove il trucco pesante sugli occhi era colato fino sopra le gote.
Corrucciato il moro da quella sveglia sgradita, si pose per ripicca il cuscino sopra la testa, ma il caldo torrido non gli permise di perpetuare quell’azione per più di un minuto. Troppo pigro e stanco per alzarsi e andare a chiudere 
completamente la serranda, si girò sull’altro fianco dove una visione piacevole scacciò quel malcontento iniziale.
Sauli era lì accanto lui, con i capelli biondi tutti scompigliati.
Adam che aveva ancora le palpebre pesanti, si soffermò per qualche secondo ad osservare il suo ragazzo. La pelle abbronzata e liscia come l’olio, i capelli setosi, gli addominali scolpiti. Gli pareva di non aver mai visto un ragazzo più bello di lui. Si riteneva davvero fortunato.
Poi socchiuse gli occhi e ascoltò con devozione il respiro dell’amato.
Sentire quel suono lieve e apparentemente così naturale e scontato, lo rese ancora più vivo. Si rallegrò del fatto di essere perdutamente innamorato di qualcuno e soprattutto di venire ricambiato. Per tanti anni aveva cercato l’anima gemella, quella persona che potesse capirlo con uno sguardo, che potesse proteggerlo e farlo sentire speciale.
Non aveva provato queste sensazioni con nessuno.
Se non con Sauli.
E adesso erano lì, a condividere emozioni, esperienze, abiti,casa e perfino il letto.
-Non mi sono mai sentito tanto vivo come quando sto con te.
Una volta gli aveva detto Adam. Sauli per risposta aveva sorriso, rosso di imbarazzo e si era gettato sul compagno, baciandolo appassionatamente e poi avevano fatto l’amore.
Il moro sorrise a quel ricordo, mentre le farfalle presero a svolazzare nello stomaco. Lui è l’uomo della mia vita, pensò.
Adam avvicinò la mano  destra a Sauli e con l’indice accarezzò il perimetro del suo volto, un ovale perfetto. Poi scese fino al collo e al torace fermandosi sopra il pube.
Ormai era inebriato alla vista dell’amato e al ricordo delle notti passate, così dopo aver stampato un bacio sulla fronte a Sauli si alzò dal letto e si diresse in cucina.
Aprì il frigorifero e scrutò il suo contenuto.
Era praticamente vuoto, se non per due uova, della pizza avanzata dal giorno prima e una bottiglia quasi finita di Coca-Cola.
Sporgendo le labbra in segno di disappunto, si avventò sul congelatore, dove all’interno trovò una vaschetta di gelato al gusto di affogato al cioccolato.
Si disse che andava bene e lo tirò fuori.
Prese un bicchiere dallo scaffale sopra l’acquaio, se lo rigirò tra le mano qualche secondo, quindi l’appoggiò sul tavolo di mogano dietro di lui.

Dovrei aspettare Sauli, si impose. Ma poi la fame ebbe la meglio su di lui e si riempì il bicchiere di quella bontà.
Adam mangiò con gusto, mentre faceva zapping con il telecomando per trovare qualche programma decente in tv.
Abbassò il volume per non svegliare il biondo e rassegnatosi del fatto che non davano alcun programma degno di attenzione, sintonizzò la televisione sui canali di musica.
Passarono Madonna, Scissor Sister, Katy Perry e One Direction. Intanto il moro continuava a trangugiare gelato tanto che smise di metterselo nel bicchiere e attinse direttamente dalla vaschetta.
-Pensi di lasciarmene un po’?
Una voce rauca ma per il personalissimo parere di Adam ugualmente eccitante, prese alla sprovvista il cantante totalmente immerso nell’affogato e nella musica.
-Sauli, ti sei svegliato!
Disse l’americano con voce impastata avendo il gelato ancora non deglutito in bocca.
Il finlandese si prese dei secondi per decifrare ciò che il compagno gli aveva appena detto e notò uno strano stridio in quel suono.
-Eh già. Colpa della luce. E di te. Ho sentito quando mi accarezzavi il volto. Ero in dormiveglia e non aveva la forza per svegliarmi. Poi mi piaceva che tu mi coccolassi così.
Adam abbozzò un sorriso completamente sporco di cioccolato. Sauli aprì l’anta per prendere un bicchiere per poi raggiungere il compagno al tavolo.
-Speravo tornassi da me. Come ieri sera. Invece ti ho ritrovato qui a strafogarti di gelato!
-Avevo fame.
E qui accadde tutto molto velocemente.
Dopo questa sentenza lapidaria di Adam, a Sauli che era ancora in piedi, scivolò il bicchiere dalle mani frantumandosi ai suoi piedi in mille pezzi, mentre il cantante sputò nella vaschetta il boccone che si era appena portato alla bocca.
Il finlandese si girò di scatto a fissare l’amato, mentre una miriade di pensieri si affollarono nella mente di Adam.
Il secondo arrivato ad American Idol, aveva appena emesso un suono stridulo ed efebo. Non era quello il suo timbro di voce che ormai trentenne aveva acquisito una sua consistenza.
Si schiarì la voce.
-Avevo fame.
Ripeté. Ma non era cambiato alcunché. Aveva sempre emesso quel suono da ragazzo imberbe, immaturo che ancora deve terminare il suo sviluppo.
Sauli scoppiò in una risata fragorosa e non terminò nemmeno quando il compagno lo guardò con aria accigliata.
Il cantante si alzò dalla sedia e si attaccò alla bocca di una bottiglia posta vicino al lavandino, bevendo a grandi sorsate.
Quando si sentì soddisfatto, appoggiò la bottiglia di vetro, si passo un mano sullo bocca per asciugarsi dall’acqua e rilassando le spalle, pronunciò le fatidiche parole.
-Avev..
Non terminò neanche la frase.
La sua voce era distorta, ringiovanita di almeno 17 anni.
Adam si accasciò sulla sedia in preda alla disperazione, mentre alla tv ancora accesa passavano Outta of Love di Anastacia.
Sauli non riuscì a reprimere un’altra risata che scoppiò in modo così violento che dovette reggersi al lavandino per non cadere.
-Io non ci trovo nulla di divertente, sai?
Ma lo sbotto di Adam non fece altro che aumentare l’ilarità del compagno.

Cosa mi succede? Dov’è la mia voce? Sarà un calo? Magari l’ho sforzata troppo e ho cantato di gola… Ma scacciò quest’ultimo pensiero. Erano più di dieci anni che cantava e ormai stava molto attento a come proiettare il suono ed era diventato molto abile a fare risuonare la voce in testa piuttosto che di gola sena troppi pensieri. Gli veniva automatico e comunque se avesse cantato in modo errato avrebbe avuto bruciori alla laringe.
Ma Adam non sentiva affatto male. Era tutto normalissimo.
Se non per il fatto che aveva un voce non sua.
Quando Sauli si ebbe ripreso, asciugandosi addirittura le lacrime con la mano destra, si rivolse al moro con queste parole:
-Non può essere un calo di voce? Che so, magari l’hai sforzata un po’ troppo. Oppure si è stancata e ha deciso di prendere un giorno di riposo.
Sogghignò.
Ma questo tipo di umorismo al momento non andava giù affatto all’americano che era davvero preoccupato.
-No, non è possibile.
Sentenziò con quella voce stridula e acerba.
Il finlandese vedendo l’amato teso e incupito, cercò di raddolcirlo sedendosi accanto a lui e prendendogli la mano sinistra tra le sue.
-Andrà tutto bene.
Gli sussurrò. E poi sorrise e Adam non poté fare a meno di ricambiare. Non resisteva ai suoi sorrisi, non ce la poteva fare.
Sauli gli avvicinò la vaschetta di gelato e insieme si tuffarono a capofitto nell’affogato.
 

**

 

Adam era seduto sul divano, con un foulard attorcigliato al collo e una tisana tra le mani. Sauli aveva spulciato in lungo e largo la rete per cercare di reperire informazioni riguardo a cambiamenti repentini di voce.
E tutti i siti parlavano di cali di voce. Il problema era che Adam aveva avuto un innalzo di tonalità, ovvero la situazione opposta.
Sebbene non avesse trovato risposte al suo problema, fece mettere comodo il cantante e si precipitò ai fornelli. Mentre metteva su l’acqua per preparargli qualcosa di caldo, frugò tra i post-it attaccati al frigo sui quali erano segnati i numeri di telefono più importanti.
Polizia, ambulanza, casa Lambert, il manager di Adam. Ma non trovò nessun foniatra. Allora prese il telefono del compagno e cercò il numero della sua vocal coach. Bingo. Chiamò, ma sfortunatamente partì la segreteria telefonica.
Sauli imprecò silenziosamente e controllò che l’acqua bollisse.
Buttò giù una bustina di infuso di ciliegia e fissò l’acqua trasparente colorarsi di rosso. Non c’è motivo di preoccuparsi. Fra qualche ora passerà tutto. Cercò di persuadersi il biondo.
Versato nel bicchiere lo portò ad Adam, il terzo di quella giornata che a malavoglia lo inghiottì.
-Come va?
-Spero…
Neanche questa volta finì la frase.
Sauli si morse un labbro per non ridere, mentre Adam malediva dentro di sé quella sgradevole situazione.
Entrambi erano curiosi di sapere se Adam sarebbe riuscito a cantare come prima. Si chiedevano se questa imberbe voce avesse intaccato pure il canto, e ormai la risposta era ovvia. Tuttavia vi era ancora quel margine che poteva far sperare per il meglio.
Sarebbe riuscito a raggiungere quelle note così alte come prima? Dato questo innalzo di voce, magari si poteva spingere ancora più in alto. Questa prospettiva che si era delineata nella mente del moro, esaltò Adam che si disse pronto a testare la sua nuova voce.
E in quanto a potenza? Elasticità? E nelle note basse?
Ora aveva dei dubbi. In pochi secondi lo scalpiccìo che sentiva dentro, incitandolo a cantare si era affievolito, lasciandogli dentro una macchia di paura e disillusione che pian piano andava ad espandersi.
-Oh dai, stiamo pensando entrambi la stessa cosa.
Tagliò corto l’americano.
-Adesso canterò. Teniamo le dita incrociate.
Adam si schiarì la voce. Bevve un altro sorso di infuso alla ciliegia e rilassò i muscoli.
-
Empty spaces, what are we living for?
Non era stonato. Arrivava con più difficoltà del solito a prendere quelle note basse, ma dato che la sua voce si era innalzata, non gli dava molto peso.
Continuò:
-Abandoned spaces, I guess we know the score.
Anche questo gli venne in modo discreto. Certo non vi era un paragone con la sua voce di un tempo, ma date le circostanze, si accontentava.
Decise così di tagliare la testa al toro e di saltare al bridge. Se fosse riuscito a cantare in modo impeccabile quella parte senza arrivare in modo strozzato, il suo malcontento avrebbe potuto subire una dura sconfitta.
-I can fly, my friends.
Sauli che era rimasto per tutto il tempo accanto ad Adam, pensò che delle unghie affilate che rigavano una lavagna fossero più gradevoli di tutto ciò.
Anche il moro rimase scosso. Non ci arrivava proprio a quelle note.
Ma come era possibile? Un innalzamento di voce non avrebbe dovuto aiutarlo a raggiungere note più alte con maggiore facilità? E allora perché adesso faceva una gran fatica e neppure copriva quella tonalità completamente come una tempo riusciva a fare?
Adam era sconcertato. Guardò il compagno in modo preoccupato, mentre Sauli stava per farsi riprendere da un altro attacco di risate.
-I can fly-y..
Niente.
La voce potente e il vibrato che un tempo gli appartenevano erano svaniti nel nulla.
Il moro soffocò un gemito e si portò le mano sul viso per tamponare le lacrime.
-Dai Adam, si sistemerà tutto.
Detto ciò lo abbracciò e con cautela gli sfilò la maglia e i pantaloni e poi Sauli guidò Adam in questa danza passionale.  

**

 

Adam era sdraiato sul letto con un quaderno tra le mani. La tv accesa era sempre sintonizzata su Mtv e intanto il cantante buttava giù delle frasi da poter inserire come tesi di future canzoni.
Sebbene fosse un periodaccio per il moro, tuttavia non uscì niente di originale e poetico. Sorseggiò della camomilla che Sauli amorevolmente gli aveva preparato. Era una settimana che Adam non faceva altro che bere tè, infusi  e camomille. Il suo problema alla voce non sembrava avesse intenzione di dileguarsi e l’americano cadeva sempre di più in depressione. Aveva già rimandato due appuntamenti quella settimana e presto ne avrebbe cancellati altri.
Il tempo passava e Adam cominciò a credere che il danno fosse irreversibile.
La sua vocal coach era irreperibile e di foniatri non se ne parlava proprio.
All’inizio pensava che tutto ciò si sarebbe esaurito in poco tempo, ma quando le settimane presero a trascorrere e passò già un mese, il moro perse le speranze. La notte piangeva, il giorno era sempre incupito. Non sorrideva più. Nemmeno quando Sauli lo faceva davanti a lui.

E’ la fine della mia vita, pensò. Anni e anni di studio e dedizione buttati nello scarico. Bevve dell’altra camomilla, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
 

**

 

-Un cambiamento notevole, non trovi?
-Sì,sì certo ed è davvero sconvolgente.
-Ti prego, dimmi ancora com’è successo.
-Mah… Niente di che. Una mattina mi sveglio e scopro di avere una voce mozzafiato. Raggiungo note impossibile per un uomo e con una facilità e agilità strabiliante.
-Davvero una storia sensazionale. Solo per i nostri spettatori, puoi farci sentire la tua nuova voce?
-Certo, perché no?
-Allora, signore e signori, in anteprima solo a PQL Justin Bieber sfoggerà la sua nuova voce!
Delle grida si levarono all’unisono. Tutte di donne.
Il ragazzino prese a cantare e ad Adam si rizzarono i peli anche nei posti più improbabili.
-QUELLA E’ LA MIA VOCE!
Gridò a squarciagola. Gli occhi fuori dalle orbita, la pelle d’oca, il sudore freddo che gli colava dalla fronte. Possibile che avesse sentito male? Che avesse avuto delle allucinazioni acustiche?
Il moro chiamò a squarciagola il compagno che preoccupato si precipitò in camera da letto.
-Senti! Lui ha la mia voce!
Sauli sbuffò, ma assecondò l’amato.
-Wow! Davvero una gran bella voce!
Disse il presentatore.
-Sai, chi mi ricorda? Adam Lambert.
Entrambi non poterono fare a meno di strabuzzare gli occhi e di guardarsi dritto nelle pupille. Allora Adam non aveva avuto allucinazioni se anche il tizio alla tv aveva fatto lui il suo nome!  
-Dici?
Sauli si mise a sedere.
-Be’, davvero per me sarebbe un onore avere la sua voce.
Entrambi erano sconcertati. Justin Bieber aveva la voce di Adam, quella che lui aveva perso un mese prima.
Anche dal tono del parlato si capiva che quello era il timbro del cantante di Whataya Want From Me. Prima Adam non se ne era accorto perché era stato distratto.
Ogni dubbio fu dissolto quando Justin intonò un altro pezzo. Non c’erano storie.
-Adam, quella è la tua voce…..
Si precipitarono entrambi al pc per rivedere questa intervista.
Rimasero di stucco quando il ragazzino biondo disse al presentatore di PQL che si era svegliato una mattina con una voce del genere.
Si guardarono per l’ennesima volta negli occhi e ad entrambi lo stesso pensiero passò per la mente, ma fu Sauli ad annunciarlo.
-Se lui ha la tua voce… vuol dire che tu hai la sua.
Disse soppesando bene le parole.
-In teoria sì.
Erano sconvolti, non sapevano come questo fosse potuto accadere. La voce non si trasmette ad un altro per osmosi. Serve solo duro allenamento e comunque alla fin fine con certe doti ci nasci e basta. E Adam c’era nato. Poi per qualche scherzo del destino ne era stato privato.
Ripresero a guardare l’intervista che aveva appena stoppato, il conduttore di PQL disse:
-Davvero un colpo di fortuna, eh Justin? Ma potrebbe svanire come fumo nel vento.
-Certo, ma spero di no. Anzi, sono abbastanza sicuro che questo bacio della dea bendata non se ne andrà così in fretta.

Angolo Autrice: Grazie per essere arrivata/o a leggere fino a qui! Apprezzo davvero tanto il gesto :3 Ora, perché non mi lasci una recensione -anche piccola piccola piccola- per dirmi che ne pensi? Non per forza deve esserti piaciuta. Che ti abbia inorrodito, rabbrividito, disgustato, inebriato, eccitatoo fatto defecare (?) per me è sempre una conquista. Basta che non ti abbia lasciato indifferente, che è una situazione che detesto.

Un'altra cosa: non ho nulla contro Bieber (forse LOL). L'ho preso come spunto perché è un ragazzetto imberbe -tipo ai tempi di Baby- ed è famoso, tutto qua.  Adesso recensite dicendomi che sono una cacca a fare certi paragoni. Okay, mi va bene lo stesso lol. 

Boom Baby, ci si vede al prossimo capitolo.

  
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