SITUAZIONI
PARADOSSALI
1.
Adam e il calo
di voce
Erano
le 6 e mezza di mattina quando degli spiragli di luce attraversarono i
forellini della serranda e si posarono con insistenza sul volto di
Adam, dove
il trucco pesante sugli occhi era colato fino sopra le gote.
Corrucciato
il moro da quella sveglia sgradita, si pose per ripicca il cuscino
sopra la
testa, ma il caldo torrido non gli permise di perpetuare
quell’azione per più
di un minuto. Troppo pigro e stanco per alzarsi e andare a
chiudere
completamente
la serranda, si girò sull’altro fianco dove una
visione piacevole scacciò quel
malcontento iniziale.
Sauli
era lì accanto lui, con i capelli biondi tutti scompigliati.
Adam
che aveva ancora le palpebre pesanti, si soffermò per
qualche secondo ad osservare
il suo ragazzo. La pelle abbronzata e liscia come l’olio, i
capelli setosi, gli
addominali scolpiti. Gli pareva di non aver mai visto un ragazzo
più bello di
lui. Si riteneva davvero fortunato.
Poi
socchiuse gli occhi e ascoltò con devozione il respiro
dell’amato.
Sentire
quel suono lieve e apparentemente così naturale e scontato,
lo rese ancora più
vivo. Si rallegrò del fatto di essere perdutamente
innamorato di qualcuno e
soprattutto di venire ricambiato. Per tanti anni aveva cercato
l’anima gemella,
quella persona che potesse capirlo con uno sguardo, che potesse
proteggerlo e
farlo sentire speciale.
Non
aveva provato queste sensazioni con nessuno.
Se
non con Sauli.
E
adesso erano lì, a condividere emozioni, esperienze,
abiti,casa e perfino il letto.
-Non
mi sono mai sentito tanto vivo come quando sto con te.
Una
volta gli aveva detto Adam. Sauli per risposta aveva sorriso, rosso di
imbarazzo e si era gettato sul compagno, baciandolo appassionatamente e
poi
avevano fatto l’amore.
Il
moro sorrise a quel ricordo, mentre le farfalle presero a svolazzare
nello
stomaco. Lui è l’uomo
della mia vita, pensò.
Adam
avvicinò la mano destra
a Sauli e con
l’indice accarezzò il perimetro del suo volto, un
ovale perfetto. Poi scese
fino al collo e al torace fermandosi sopra il pube.
Ormai
era inebriato alla vista dell’amato e al ricordo delle notti
passate, così dopo
aver stampato un bacio sulla fronte a Sauli si alzò dal
letto e si diresse in
cucina.
Aprì
il frigorifero e scrutò il suo contenuto.
Era
praticamente vuoto, se non per due uova, della pizza avanzata dal
giorno prima
e una bottiglia quasi finita di Coca-Cola.
Sporgendo
le labbra in segno di disappunto, si avventò sul
congelatore, dove all’interno
trovò una vaschetta di gelato al gusto di affogato al
cioccolato.
Si
disse che andava bene e lo tirò fuori.
Prese
un bicchiere dallo scaffale sopra l’acquaio, se lo
rigirò tra le mano qualche
secondo, quindi l’appoggiò sul tavolo di mogano
dietro di lui.
Dovrei
aspettare
Sauli,
si impose. Ma poi la fame ebbe la meglio su di lui e si
riempì il bicchiere di
quella bontà.
Adam
mangiò con gusto, mentre faceva zapping con il telecomando
per trovare qualche
programma decente in tv.
Abbassò
il volume per non svegliare il biondo e rassegnatosi del fatto che non
davano alcun
programma degno di attenzione, sintonizzò la televisione sui
canali di musica.
Passarono
Madonna, Scissor Sister, Katy Perry e One Direction. Intanto il moro
continuava
a trangugiare gelato tanto che smise di metterselo nel bicchiere e
attinse
direttamente dalla vaschetta.
-Pensi
di lasciarmene un po’?
Una
voce rauca ma per il personalissimo parere di Adam ugualmente
eccitante, prese
alla sprovvista il cantante totalmente immerso nell’affogato
e nella musica.
-Sauli,
ti sei svegliato!
Disse
l’americano con voce impastata avendo il gelato ancora non
deglutito in bocca.
Il
finlandese si prese dei secondi per decifrare ciò che il
compagno gli aveva
appena detto e notò uno strano stridio in quel suono.
-Eh
già. Colpa della luce. E di te. Ho sentito quando mi
accarezzavi il volto. Ero
in dormiveglia e non aveva la forza per svegliarmi. Poi mi piaceva che
tu mi
coccolassi così.
Adam
abbozzò un sorriso completamente sporco di cioccolato. Sauli
aprì l’anta per
prendere un bicchiere per poi raggiungere il compagno al tavolo.
-Speravo
tornassi da me. Come ieri sera. Invece ti ho ritrovato qui a
strafogarti di
gelato!
-Avevo
fame.
E
qui accadde tutto molto velocemente.
Dopo
questa sentenza lapidaria di Adam, a Sauli che era ancora in piedi,
scivolò il
bicchiere dalle mani frantumandosi ai suoi piedi in mille pezzi, mentre
il
cantante sputò nella vaschetta il boccone che si era appena
portato alla bocca.
Il
finlandese si girò di scatto a fissare l’amato,
mentre una miriade di pensieri
si affollarono nella mente di Adam.
Il
secondo arrivato ad American Idol, aveva appena emesso un suono
stridulo ed
efebo. Non era quello il suo timbro di voce che ormai trentenne aveva
acquisito
una sua consistenza.
Si
schiarì la voce.
-Avevo
fame.
Ripeté.
Ma non era cambiato alcunché. Aveva sempre emesso quel suono
da ragazzo
imberbe, immaturo che ancora deve terminare il suo sviluppo.
Sauli
scoppiò in una risata fragorosa e non terminò
nemmeno quando il compagno lo
guardò con aria accigliata.
Il
cantante si alzò dalla sedia e si attaccò alla
bocca di una bottiglia posta
vicino al lavandino, bevendo a grandi sorsate.
Quando
si sentì soddisfatto, appoggiò la bottiglia di
vetro, si passo un mano sullo
bocca per asciugarsi dall’acqua e rilassando le spalle,
pronunciò le fatidiche
parole.
-Avev..
Non
terminò neanche la frase.
La
sua voce era distorta, ringiovanita di almeno 17 anni.
Adam
si accasciò sulla sedia in preda alla disperazione, mentre
alla tv ancora
accesa passavano Outta of Love di Anastacia.
Sauli
non riuscì a reprimere un’altra risata che
scoppiò in modo così violento che
dovette reggersi al lavandino per non cadere.
-Io
non ci trovo nulla di divertente, sai?
Ma
lo sbotto di Adam non fece altro che aumentare
l’ilarità del compagno.
Cosa
mi succede?
Dov’è la mia voce? Sarà un calo? Magari
l’ho sforzata troppo e ho cantato di
gola… Ma
scacciò quest’ultimo pensiero. Erano
più di dieci anni che cantava e ormai
stava molto attento a come proiettare il suono ed era diventato molto
abile a
fare risuonare la voce in testa piuttosto che di gola sena troppi
pensieri. Gli
veniva automatico e comunque se avesse cantato in modo errato avrebbe
avuto
bruciori alla laringe.
Ma
Adam non sentiva affatto male. Era tutto normalissimo.
Se
non per il fatto che aveva un voce non sua.
Quando
Sauli si ebbe ripreso, asciugandosi addirittura le lacrime con la mano
destra,
si rivolse al moro con queste parole:
-Non
può essere un calo di voce? Che so, magari l’hai
sforzata un po’ troppo. Oppure
si è stancata e ha deciso di prendere un giorno di riposo.
Sogghignò.
Ma
questo tipo di umorismo al momento non andava giù affatto
all’americano che era
davvero preoccupato.
-No,
non è possibile.
Sentenziò
con quella voce stridula e acerba.
Il
finlandese vedendo l’amato teso e incupito, cercò
di raddolcirlo sedendosi
accanto a lui e prendendogli la mano sinistra tra le sue.
-Andrà
tutto bene.
Gli
sussurrò. E poi sorrise e Adam non poté fare a
meno di ricambiare. Non
resisteva ai suoi sorrisi, non ce la poteva fare.
Sauli
gli avvicinò la vaschetta di gelato e insieme si tuffarono a
capofitto
nell’affogato.
**
Adam
era seduto sul divano, con un foulard attorcigliato al collo e una
tisana tra
le mani. Sauli aveva spulciato in lungo e largo la rete per cercare di
reperire
informazioni riguardo a cambiamenti repentini di voce.
E
tutti i siti parlavano di cali di voce. Il problema era che Adam aveva
avuto un
innalzo di tonalità, ovvero la situazione opposta.
Sebbene
non avesse trovato risposte al suo problema, fece mettere comodo il
cantante e
si precipitò ai fornelli. Mentre metteva su
l’acqua per preparargli qualcosa di
caldo, frugò tra i post-it attaccati al frigo sui quali
erano segnati i numeri
di telefono più importanti.
Polizia,
ambulanza, casa Lambert, il manager di Adam. Ma non trovò
nessun foniatra.
Allora prese il telefono del compagno e cercò il numero
della sua vocal coach. Bingo.
Chiamò, ma sfortunatamente partì
la segreteria telefonica.
Sauli
imprecò silenziosamente e controllò che
l’acqua bollisse.
Buttò
giù una bustina di infuso di ciliegia e fissò
l’acqua trasparente colorarsi di
rosso. Non c’è motivo di
preoccuparsi.
Fra qualche ora passerà tutto. Cercò
di persuadersi il biondo.
Versato
nel bicchiere lo portò ad Adam, il terzo di quella giornata
che a malavoglia lo
inghiottì.
-Come
va?
-Spero…
Neanche
questa volta finì la frase.
Sauli
si morse un labbro per non ridere, mentre Adam malediva dentro di
sé quella
sgradevole situazione.
Entrambi
erano curiosi di sapere se Adam sarebbe riuscito a cantare come prima.
Si
chiedevano se questa imberbe voce avesse intaccato pure il canto, e
ormai la risposta
era ovvia. Tuttavia vi era ancora quel margine che poteva far sperare
per il
meglio.
Sarebbe
riuscito a raggiungere quelle note così alte come prima?
Dato questo innalzo di
voce, magari si poteva spingere ancora più in alto. Questa
prospettiva che si
era delineata nella mente del moro, esaltò Adam che si disse
pronto a testare
la sua nuova voce.
E
in quanto a potenza? Elasticità? E nelle note basse?
Ora
aveva dei dubbi. In pochi secondi lo scalpiccìo che sentiva
dentro, incitandolo
a cantare si era affievolito, lasciandogli dentro una macchia di paura
e
disillusione che pian piano andava ad espandersi.
-Oh
dai, stiamo pensando entrambi la stessa cosa.
Tagliò
corto l’americano.
-Adesso
canterò. Teniamo le dita incrociate.
Adam
si schiarì la voce. Bevve un altro sorso di infuso alla
ciliegia e rilassò i
muscoli.
- Empty spaces, what are we living
for?
Non
era stonato. Arrivava con più difficoltà del
solito a prendere quelle note
basse, ma dato che la sua voce si era innalzata, non gli dava molto
peso.
Continuò:
-Abandoned spaces, I guess we
know the score.
Anche
questo gli venne in modo discreto. Certo non vi era un paragone con la
sua voce
di un tempo, ma date le circostanze, si accontentava.
Decise
così di tagliare la testa al toro e di saltare al bridge. Se
fosse riuscito a
cantare in modo impeccabile quella parte senza arrivare in modo
strozzato, il
suo malcontento avrebbe potuto subire una dura sconfitta.
-I can fly, my friends.
Sauli
che era rimasto per tutto il tempo accanto ad Adam, pensò
che delle unghie
affilate che rigavano una lavagna fossero più gradevoli di
tutto ciò.
Anche
il moro rimase scosso. Non ci arrivava proprio a quelle note.
Ma
come era possibile? Un innalzamento di voce non avrebbe dovuto aiutarlo
a
raggiungere note più alte con maggiore facilità?
E allora perché adesso faceva
una gran fatica e neppure copriva quella tonalità
completamente come una tempo
riusciva a fare?
Adam
era sconcertato. Guardò il compagno in modo preoccupato,
mentre Sauli stava per
farsi riprendere da un altro attacco di risate.
-I can fly-y..
Niente. La
voce potente e
il vibrato che un tempo gli appartenevano erano svaniti nel nulla.
Il
moro soffocò un gemito e si portò le mano sul
viso per tamponare le lacrime.
-Dai
Adam, si sistemerà tutto.
Detto
ciò lo abbracciò e con cautela gli
sfilò la maglia e i pantaloni e poi Sauli
guidò Adam in questa danza passionale.
**
Adam
era sdraiato sul letto con un quaderno tra le mani. La tv accesa era
sempre
sintonizzata su Mtv e intanto il cantante buttava giù delle
frasi da poter
inserire come tesi di future canzoni.
Sebbene
fosse un periodaccio per il moro, tuttavia non uscì niente
di originale e
poetico. Sorseggiò della camomilla che Sauli amorevolmente
gli aveva preparato.
Era una settimana che Adam non faceva altro che bere tè,
infusi e camomille.
Il suo problema alla voce non
sembrava avesse intenzione di dileguarsi e l’americano cadeva
sempre di più in
depressione. Aveva già rimandato due appuntamenti quella
settimana e presto ne
avrebbe cancellati altri.
Il
tempo passava e Adam cominciò a credere che il danno fosse
irreversibile.
La
sua vocal coach era irreperibile e di foniatri non se ne parlava
proprio.
All’inizio
pensava che tutto ciò si sarebbe esaurito in poco tempo, ma
quando le settimane
presero a trascorrere e passò già un mese, il
moro perse le speranze. La notte
piangeva, il giorno era sempre incupito. Non sorrideva più.
Nemmeno quando
Sauli lo faceva davanti a lui.
E’
la fine della
mia vita, pensò.
Anni e anni di studio e dedizione buttati
nello scarico. Bevve dell’altra camomilla, mentre
le lacrime gli rigavano
il viso.
**
-Un
cambiamento notevole, non trovi?
-Sì,sì
certo ed è davvero sconvolgente.
-Ti
prego, dimmi ancora com’è successo.
-Mah…
Niente di che. Una mattina mi sveglio e scopro di avere una voce
mozzafiato.
Raggiungo note impossibile per un uomo e con una facilità e
agilità
strabiliante.
-Davvero
una storia sensazionale. Solo per i nostri spettatori, puoi farci
sentire la
tua nuova voce?
-Certo,
perché no?
-Allora,
signore e signori, in anteprima solo a PQL Justin Bieber
sfoggerà la sua nuova
voce!
Delle
grida si levarono all’unisono. Tutte di donne.
Il
ragazzino prese a cantare e ad Adam si rizzarono i peli anche nei posti
più
improbabili.
-QUELLA
E’ LA MIA VOCE!
Gridò
a squarciagola. Gli occhi fuori dalle orbita, la pelle d’oca,
il sudore freddo
che gli colava dalla fronte. Possibile che avesse sentito male? Che
avesse
avuto delle allucinazioni acustiche?
Il
moro chiamò a squarciagola il compagno che preoccupato si
precipitò in camera da
letto.
-Senti!
Lui ha la mia voce!
Sauli
sbuffò, ma assecondò l’amato.
-Wow!
Davvero una gran bella voce!
Disse
il presentatore.
-Sai,
chi mi ricorda? Adam Lambert.
Entrambi
non poterono fare a meno di strabuzzare gli occhi e di guardarsi dritto
nelle
pupille. Allora Adam non aveva avuto allucinazioni se anche il tizio
alla tv
aveva fatto lui il suo nome!
-Dici?
Sauli
si mise a sedere.
-Be’,
davvero per me sarebbe un onore avere la sua voce.
Entrambi
erano sconcertati. Justin Bieber aveva la voce di Adam, quella che lui
aveva
perso un mese prima.
Anche
dal tono del parlato si capiva che quello era il timbro del cantante di
Whataya
Want From Me. Prima Adam non se ne era accorto perché era
stato distratto.
Ogni
dubbio fu dissolto quando Justin intonò un altro pezzo. Non
c’erano storie.
-Adam,
quella è la tua voce…..
Si
precipitarono entrambi al pc per rivedere questa intervista.
Rimasero
di stucco quando il ragazzino biondo disse al presentatore di PQL che
si era
svegliato una mattina con una voce del genere.
Si
guardarono per l’ennesima volta negli occhi e ad entrambi lo
stesso pensiero
passò per la mente, ma fu Sauli ad annunciarlo.
-Se
lui ha la tua voce… vuol dire che tu hai la sua.
Disse
soppesando bene le parole.
-In
teoria sì.
Erano
sconvolti, non sapevano come questo fosse potuto accadere. La voce non
si
trasmette ad un altro per osmosi. Serve solo duro allenamento e
comunque alla
fin fine con certe doti ci nasci e basta. E Adam c’era nato.
Poi per qualche
scherzo del destino ne era stato privato.
Ripresero
a guardare l’intervista che aveva appena stoppato, il
conduttore di PQL disse:
-Davvero
un colpo di fortuna, eh Justin? Ma potrebbe svanire come fumo nel vento.
-Certo,
ma spero di no. Anzi, sono abbastanza sicuro che questo bacio della dea
bendata
non se ne andrà così in fretta.
Angolo Autrice: Grazie per essere arrivata/o a leggere fino a qui! Apprezzo davvero tanto il gesto :3 Ora, perché non mi lasci una recensione -anche piccola piccola piccola- per dirmi che ne pensi? Non per forza deve esserti piaciuta. Che ti abbia inorrodito, rabbrividito, disgustato, inebriato, eccitatoo fatto defecare (?) per me è sempre una conquista. Basta che non ti abbia lasciato indifferente, che è una situazione che detesto.
Un'altra cosa: non ho nulla contro Bieber (forse LOL). L'ho preso come spunto perché è un ragazzetto imberbe -tipo ai tempi di Baby- ed è famoso, tutto qua. Adesso recensite dicendomi che sono una cacca a fare certi paragoni. Okay, mi va bene lo stesso lol.
Boom Baby, ci si vede al prossimo capitolo.