Anime & Manga > Aquarion EVOL
Segui la storia  |       
Autore: Nanaya88    07/08/2012    0 recensioni
Una storia ambientata nell'universo di Aquarion, ma con la premessa che gli avvenimenti dell'episodio 13 prendano una piega molto diversa...
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Aquarion Evol: Dimension Divergence
Titolo del capitolo: Divergenza
Fandom: Aquarion EVOL
Personaggi: Un po' tutti
Generi: Azione, Drammatico, Science-fiction
Rating: Giallo
Avvertimenti: AU, Traduzione, What if?
Autore: Nanaya88
Traduttrice: Kirjava
Disclaimer: né l'autore, né la traduttrice sono proprietari dei diritti su Aquarion; questa storia non è a scopo di lucro.


Capitolo Primo: Divergenza



Jin Muso guidò il suo vector attraverso il varco dimensionali, lasciandosi alle spalle il mondo di Vega e coloro che erano diventati suoi amici. Tra le braccia stringeva una piccola ragazza, Yunoha Thrul. No! Non poteva permettersi di pensare a lei come a un’amica o a una ragazza; così facendo avrebbe voltato le spalle al proprio mondo, Altair.

“Ti prego, Jin-kun”, lo supplicò Yunoha. “Devi tornare indietro. So che non vuoi davvero lasciare i tuoi amici. Sai che ti vogliono bene. Non ti sto chiedendo di rimanere solo per loro. Sembravi così felice quando hai iniziato a lasciarti andare con loro. Non tornare alla solitudine… Ti prego”.

L’ultima parola uscì con un singhiozzo. Jin abbassò lo sguardo sui comandi del Vector. Non riusciva a guardare la ragazza negli occhi. Sapeva che, nel momento in cui l’avesse fatto, ne avrebbe visto le lacrime; quelle stesse lacrime che avevano fatto vacillare la prima volta la sua dedizione alla ricerca di una Rare Igura in grado di sopravvivere su Altair. Doveva mantenersi forte. Doveva ricordare com’era quando le persone della Neo-DEAVA erano sue nemiche. Doveva.

Una sgradevole vocina nella sua testa chiese, “Allora perché ti tremano tanto le mani? Pensi davvero che portare via una sola ragazza, strapparla ai suoi amici e alla sua vita - pensi che questo cambierà qualcosa su Altair? Dimmi, Jin Muso, tanto orgoglioso della tua logica e della tua capacità di analisi, credi davvero che una singola donna sia abbastanza da ripopolare un intero pianeta?”.

“Zitto!” gridò Jin alla voce. Yunoha alzò lo sguardo su di lui, scossa. Preoccupazione era impressa in ogni lineamento del suo viso. E, in fondo al cuore, Jin sapeva che la preoccupazione non era per sé stessa, né per i suoi amici rimasti su Vega, ma per lui.

Jin mantenne le mani più salde che poté sui comandi. Il Vector ondeggiava nel tunnel tra le dimensioni, seguendo i comandi di un pilota combattuto tra quello che gli diceva il cuore e quello che il dovere gli imponeva.




Nell frattempo, la battaglia su Vega volgeva al peggio per i piloti dell’Aquarion. Nonostante tutti i tentativi, non riuscivano a sferzare un colpo decisivo al nemico. A peggiorare le cose, una strana sorgente di luce che, dal varco dimensionale, irraggiava la macchina nemica. Ad ogni momento, i movimenti del mecha simile ad una bestia, il Mithra Gnis, sembravano diventare più veloci ed ogni colpo sembrava più forte del precedente.

Se avessero avuto il terzo Vector per una seonda Fusione, la storia avrebbe potuto cambiare. In due contro uno, forse avrebbero avuto una possibilità contro il nemico. Ma Jin era scomparso con Yunoha nel varco dimensionale; erano soli.

Amata Sora si sentiva le mani molto sudate e iniziava a non aver più fiato. Quel pilota dai capelli rossi e il comportamento bestiale era molto più forte dell’ultima battaglia. Ciò che peggiorava le cose era la sua strana capacità di riflettere. Proiettili, colpi diretti, perfino il Mugen Punch, niente sembrava in grado di vincere quell’assurdo potere di difesa. Ma trovare il modo di aggirarlo era un problema secondario, nella sua mente. Doveva ancora trovare la maniera di ribellarsi al destino; altrimenti, Mikono-san sarebbe stata portata via da quell’uomo. Gli venne un pensiero; che forse a Mikono-san non sarebbe dispiaciuto troppo di essere catturata, se fosse stato per mano di quell’uomo. Amata scosse la testa; non poteva permettersi certi pensieri nel mezzo di una battaglia.

Si concentrò sul suo compito nell’immediato. Quella luce proveniente dal varco – dovevano fermarla, in qualche modo. L’unica persona di sua conoscenza che forse ne sarebbe stata capace era MIX-san, ma era scomparsa in un buco con Andy tempo prima. Anche se ne fosse stata in grado, avrebbe dovuto trovarsi nell’Aquarion per avere accesso a quel potere e uno scambio di piloti nel mezzo della battaglia contro quel nemiso, sempre che potesse raggiungere la sala di comando senza rimanere calpestata o finire in un vicolo cieco all’interno della base bloccata, avrebbe potuto costituire un’apertura fatale.

Un altro pesante colpo fece indietreggiare l’Aquarion di due passi. Amata riuscì ad evitare l’impatto maggiore ma, anche così, non pensava di poter reggere ancora a lungo. Si sentiva esausto. Le schermate degli altri due abitacoli gli suggerivano che Mikono-san e Zessica-san erano nello stesso stato.

“Amata,” gridò Zessica, “Non so quanto riusciremo a mantenere la Fusione.”.

Il Mithra Gnis ruotò l’ascia sopra la propria testa, mirando al capo dell’Aquarion. Amata riuscì in qualche modo ad afferrarla per il manico prima che potesse toccarlo, me sentì il proprio mecha immobilizzato a terra dalla forza impressa all’arma. L’EVOL cadde in ginocchio, sforzandosi di impedire alla lama di completare la discesa. I rabbiosi occhi rossi del Mithra Gnis lo guardarono malamente attraverso il monitor, molto simili ad un boia che abbia deciso di emettere la propria sentenza.

Il nemico lasciò andare l’ascia e saltò in avanti, sbattendo l’Aquarion a terra. A cavalcioni della macchina della Neo-DEAVA, iniziò a colpirlo senza sosta. Mentre l’abitacolo tremava attorno a lui, Amata sentiva le grida dei copiloti. Cercò disperatamente di respingere i colpi quando, in un lampo di luce, le tre parti dell’Aquarion si separarono e si lanciarono verso l’esterno – solo per un atterraggio di fortuna.

“Mikono-san!” gridò Amata, guardando il nemico voltarsi e puntare dritto verso il Vector della ragazza. Amata uscì dall’abitacolo nello stesso momento in cui il rosso lasciava il proprio e saliva sulla macchina di Mikono con un’espressione di trionfo sul viso.

L’uomo aveva in qualche modo aperto il veicolo e stava portando Mikono fuori, quando Amata volò verso di lui, usando ogni grammo di energia che riusciva a racimolare per incrementare la velocità delle sue ali. Funzionò. Mentre quello guardava la ragazza tra le sue braccia con un’espressione che poteva essere descritta solamente come metà impazzita e metà adorante, Amata afferrò Mikono e la portò via senza perdere velocità.

Il salvataggio, male pianificato, durò solo mezzo secondo di più. Mentre lui volava via, l’uomo dai capelli rossi alzò le braccia e utilizzò il suo potere su Amata per spogliarlo delle sue ali quasi all’istante. Amata si schiantò malamente a terra, riuscendo a malapena a voltarsi per proteggere Mikono almeno da parte della forza dell’impatto. Ciò significò che la ragazza atterrò sopra di lui, spinse tutta l’aria fuori dai suoi polmoni e lo lasciò stordito. Attraverso gli occhi appannati, vide il nemico avvicinarsi lentamente, camminando verso di loro come se avesse avuto tutto il tempo del mondo.




Cayenne spinse il suo Vector ad accelerare, affrettandosi in aiuto di sua sorella. Sarebbe stato rischioso, ma avrebbe dovuto avere fiducia nelle proprie abilità e nella sua “Profezia di Disperazione” per dare la caccia al pilota nemico, che aveva lasciato la sua macchina, senza colpire Mikono o Amata. Qualche settimana prima, probabilmente, non agli sarebbe importato di coinvolgere Amata nel fuoco incrociato, ma il soldato in addestramento doveva ammettere che il ragazzo aveva una buona influenza su Mikono e iniziava a piacergli.

Sparò qualche colpo, ma nessuno di essi si avvicinò al nemico o ai due piloti a terra. Cercare di evitare il fuoco amico avrebbe reso impossibile colpire il nemico, specialmente alla velocità a cui stava andando Cayenne. In ogni caso, l’intruso diAltair sembrò cogliere il messaggio e s’arrampicò nella propria macchina.

Merda, pensò Cayenne, senza un Aquarion non abbiamo alcuna possibilità contro quella macchina.

La presidente Crea gli disse attraverso l’interfono, “Dobbiamo chiudere il varco dimensionale.”

Cayenne assentì, ma non aveva idea di come diavolo fare. Come in risposta alla sua domanda, nel visore a sovraimpressione si aprì una schermata che rivelò una coppia di volti conosciuti: Yunoha e la spia di Altair, Akbarjin.

“Lo farò io,” dichiarò questo, “con il mio ‘Potere dell’isolamento’.”

“Perché dovrei fidarmi di te, Akbarjin?” latrò Cayenne. Non provava alcuna simpatia per la spia e, se non fosse stato per la presenza di Yunoha, avrebbe premuto il grilletto e trasformato il Vector di Jin in frammenti di lamiera senza esitazione.

“Non mi chiamo Akbarjin. Il mio nome è jin… Jin Muso. Non ti chiedo di fidarti di me,” dichiarò il ragazzo, guardando con affetto Yunoha, “ma solo di fare la fusion con me. E’ l’unica possibilità che hai, se vuoi chiudere il varco.”

Alle parole di Jin, Cayenne fu preso da una delle sue visioni: in essa, un’ombra senza forma afferrava un gigante ad un solo occhio e lo strangolava. Cayenne sentì i lamenti di cordoglio, ma, giratosi, non vide alcuno. Si riscosse dalla visione velocemente quanto ne era stato assalito.

“Cayenne-san, tutto bene?” chiese Yunoha. Chi si lamentava, non visto – non poteva essere…

“Attenzione!” gridò loro attraverso il collegamento, “Qualcosa di pericoloso si dirige verso di voi!”

Anche nel momento in cui pronunciava quelle parole, Cayenne si chiese perché le avesse dette. Di certo non gl’importava cosa fosse successo a Jin. Ragionandoci logicamente, se fosse successo qualcosa a Jin, con tutta probabilità anche Yunoha sarebbe stata coinvolta. E Yunoha era una compagna; anche se non erano amici, Cayenne aveva il dovere di proteggerla. Una spiegazione sufficiente, pensò tra sé.

Un breve lampo di luce brillò dall’abitacolo del Vector di Jin e Yunoha. Poco dopo, una figura fluttuò attraverso la macchina stessa. Cayenne l’intravvide di sfuggita prima che scomparisse. Sembrava una persona con piume bianco-azzurrine al posto dei capelli. Quell’occhiata fu abbastanza perché ogni istinto affinato nel corpo di Cayenne gridasse al nemico.

“Grazie dell’avvertimento,” disse Jin. Sembrava piuttosto scosso, ma sia lui sia Yunoha parevano stare bene, per il momento. Cayenne avrebbe dovuto interrogarlo in seguito. Se avesse saputo qualcosa su quella persona simile ad un fantasma, qualsiasi informazione sarebbe stata fondamentale.

Naturalmente, la loro interazione aveva dato al pilota dai capelli rossi abbastanza tempo da decollare sul Mithra Gnis. Pareva anche che Amata e Mikono avessero avuto il tempo di tornare sui loro Vector. Tra sé, quei due, Zessica e il Vector ritornato, ne avevano quasi abbastanza da formare due unità di Aquarion. Anche Shrade era in volo su di loro; con lui c’erano tutti i Vector necessari.

Ma rimaneva la domanda: Poteva permettere che Jin facesse la Fusione?. Uno sguardo a Yunoha attraverso la schermata disse a Cayenne che lei aveva completa fiducia in lui, ma la sua visione non era obiettiva. Le azioni della spia dopo la fuga suggerivano che fosse disposto a collaborare con la Neo-DEAVA, ma Cayenne non gli avrebbe permesso di occupare la testa dell’Aquarion.

“Bene. Seguiremo il tuo piano, ma sarò io il capo nella Fusione, capito, spia?” dichiarò Cayenne.

La voce di Crea giunse attraverso l’interfono, “Doppia Fusione approvata. Shrade Elan e Suzushiro Cayenne saranno la testa delle rispettive Fusioni. Buona fortuna a tutti.”

Le grida di “Go! Aquarion!” riempirono gli abitacoli di tutti i sei Vector contemporaneamente. Shrade, Amata e Mikono formarono l’Aquarion Spada, mentre Cayenne formò la sua unità preferita, il Gepard, con Zessica e i due che erano tornati indietro. Nella sensazione gioiosa che accompagnava ogni Fusione, Cayenne ebbe una fugace impressione dell’affetto che Jin e Yunoha provavano l’uno per l’altra; quella, se non altro, era sincera nel massimo grado in cui poteva esserlo. Era straordinaria, pura e ardente, timida eppure audace, proibita eppure lecita. Era un prodigio che una ragazzina tanto timida da diventare letteralmente invisibile e un ragazzo fino a poco tempo prima introverso e senza amici avessero potuto sviluppare simili sentimenti reciproci.

Quella passione alimentò il Gepard e lo potenziò a livelli che Cayenne, fino a quel momento, non aveva mai sperimentato in una Fusione. Al suo fianco, notò Shrade che teneva occupato il Mithra Gnis; schivate e contrattacchi eleganti incontravano pura rabbia bestiale in un cozzare d’acciaio. Era sicuro che l’amico gli avrebbe coperto le spalle mentre lui s’impegnava a chiudere il varco dimensionale. Quando il potere che riempiva il Gepard raggiunse l’apice, l’intera unità si riassemblò, costruendo nuove armi ed assumendo una nuova struttura che sembrava una torretta di carro armato con quattro zampe da ragno. Cayenne, nonostante non avesse idea di cosa stessero facendo, avvertì un cambiamento quando Jin e Yunoha, nell’altro Vector, concentrarono i loro sentimenti e li incanalarono con lo scopo di chiudere il varco. E lentamente, ma con sicurezza, il varco cominciò a restringersi, finché solo il più sottile dei raggi luminosi continuò a raggiungere il Mithra Gnis.
Momenti dopo, la missione era compiuta. Cayenne decise di aiutare Shrade a battere l’Abductor, ma sembrava che tutti e tre i suoi copiloti fossero esausti dopo i loro sforzi. Avrebbe dovuto avere fiducia nella capacità di Shrade. A lui rimaneva ancora un compito da portare a termine.

Estratta la pistola a raggi stordenti, Cayenne uscì dal suo abitacolo e aprì il portellone di quello di Jin. Puntando l’arma contro il ragazzo, Cayenne gli disse con calma, “Ora, dovrò chiederti di stare fermo e tenere le mani in vista.”

Yunoha cercò di frapporsi, ma Jin la spinse gentilmente da parte. Si alzò in piedi e mise le mani dietro la testa. Da soldato, conosceva le regole.

“Molto bene,” rispose, calmo, “capisco.”




  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Aquarion EVOL / Vai alla pagina dell'autore: Nanaya88