“Ma non così, razza di idiota!”
Percy ci restò molto male e sbuffò desolato. Non si era mai sognato di fare una domanda così importante ad una donna in tutta la sua vita, e ora che finalmente aveva preso questa decisione si sentiva rispondere in quel modo. Ma d’altronde c’era da aspettarselo, pensò. Audrey e la sua esuberanza. Audrey e la sua schiettezza.
“E come allora?”
Le orecchie iniziavano a tingersi di rosso: non voleva darle questa soddisfazione ma purtroppo questa sua caratteristica lo tradiva sempre.
“Innanzitutto, ci vuole un anello e io non vedo anelli” proferì lei, guardandogli nelle tasche.
“Poi, devi stare in ginocchio e non seduto sul divano” e qui, gli occhi di Percy rotearono nelle orbite andando a fissare un punto imprecisato del soffitto.
“Terzo, rilassati: come al solito ci sei cascato! Certo che voglio sposarti, cretino!”
Lo abbracciò forte, mentre lui si stava ancora riprendendo dall’ansia del momento che credeva rovinato per sempre, e le orecchie tornarono di un colore accettabile per alcuni attimi, finché entrambi non scoppiarono a ridere fino alle lacrime. Nella sua testa quel momento l’aveva immaginato un tantino più romantico ma, pensò, se fosse andata così, non sarebbe stata la sua Audrey, la sua compagna, la sua futura, fantastica moglie.