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Autore: Rey_    07/08/2012    10 recensioni
“Chi ti dice che non è così? Chi ti assicura che io provo ancora qualcosa per te?” ribatto, le lacrime che mi gonfiano gli occhi.
Ma chi voglio prendere in giro?
Non l’ho dimenticato, e mai lo farò.
Lui è la mia metà perfetta, non c’è niente da fare.
Sorride, mostrandomi il suo polso, per poi guardare il mio.
“Lo so e basta.” afferma.“Perché noi siamo come la luna e le stelle…”
“Per sempre insieme.” finisco la frase, le lacrime che cominciano a scorrere silenziose sulle mie guance.
“Esattamente.” afferma lui, per poi sigillare quella promessa con un bacio.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Come la luna e le stelle.









Se c’è una cosa che odio di più al mondo, sono le rimpatriate del liceo.
Le trovo stupide, inutili, insensate.
Che poi la gente pensa che siano come quelle dei film: dove tutti sono felici, sorridenti, che hanno qualcosa di cui raccontare e qualcosa di cui farsi invidiare.
Invece, la maggior parte delle volte sono solo stanze piene di persone che dovrebbero ricordarsi tra di loro, che sembrano tutte depresse, vecchie e con la sola voglia di tornarsene a casa e buttarsi sul divano a guardare la tv.
Proprio quello che stavo facendo io, quando la mia amica Cassidy è entrata come una furia in casa e mi ha costretta a venire qui.
Lei, al contrario di me, ama questo genere di cose.
E’ sempre stata curiosa di sapere che fine avessero fatto i nostri compagni di scuola, se il ragazzo che le piaceva si è sposato o se, come sperava lei, era rimasto single e magari con gli anni si fosse fatto ancora più bello, se le ochette della scuola fossero finite a fare il lavoro a loro più appropriato e se le nostre ex amiche fossero rimaste le stesse, belle e simpatiche come un tempo.
E’ questo che mi spiega durante il lungo viaggio in macchina verso il nostro vecchio liceo.
Si, perché i furbi che hanno organizzato il tutto, hanno deciso di farlo nella vecchia palestra del liceo.
Solo al pensiero che dovrò mettere piede lì dentro mi viene la nausea.
Cass continua a ripetere di quanta voglia abbia di rivedere tutte le nostre amiche, ormai la sua voce è diventata quasi un sottofondo fastidioso, ma io so qual è il preciso motivo di tanta agitazione.
Probabilmente lo stesso motivo per cui è stato organizzato il tutto.
La guest star, uno dei cantanti più famosi al momento, di cui tutta la città va fiera.
Louis Tomlinson.
Questo è il motivo per cui tutti sono eccitati, ma è anche il motivo per cui io non ho per niente voglia di mettere piede lì dentro.
"Andiamo, Lily, muovi quel culo!” mi dice molto gentilmente Cass, mentre mi trascina verso la palestra.
Sbruffo, camminando svogliatamente.
“Davvero, Cass. Io me ne vado a casa.” borbotto per l’ennesima volta. Lei mi incenerisce con lo sguardo.
“Non pensarci nemmeno. Ora tu metti su un bel sorriso, entri lì dentro e fai vedere quale donna bella e attraente sei diventata.” dice, fiera.
Scuoto la testa, sconsolata.
Nei miei ventiquattro anni, avessi trovato un uomo che pensa seriamente queste cose di me.
Solo lui, forse, le pensava.
Ma poi è finita, come la scuola, come finisce l’estate, portandosi dietro tutti i sorrisi e i tramonti sul mare.
Eravamo felici, insieme.
Ora è grasso che cola se si ricorda della mia esistenza.
Sfioro con il pollice la piccola stella tatuata sul polso e sento una morsa stringermi lo stomaco.
 
 
“Dai, vedrai che non farà male, l’ho fatto anche io!” mi assicurò con una risata.
“Louis, giuro che sento anche un minimo pizzico ti strappo i capelli uno per uno.” lo minacciai. Lui scoppiò a ridere di nuovo, avvolgendomi tra le braccia e schioccandomi un bacio sulla fronte.
Con quella sua dolcezza, riusciva a farmi fare tutto quello che voleva.
Così, un’ora dopo, ero uscita dall’edificio con un nuovo tatuaggio e la sensazione di qualcosa che mi legava per sempre a lui.
Lui mi guardò fiero, avvicinando il suo polso al mio, dove spiccava una piccola luna.
La fece combaciare con la mia nuova stella e mi sorrise, emozionato.
“Ora siamo come la luna e le stelle…” cominciò “Per sempre insieme.” concluse, per poi baciarmi con una passione tale da togliermi il fiato.
 
 
 
Cassidy si accorge che sono persa tra i miei pensieri e che sto fissando insistentemente quella stella, che con il passare degli anni sembrava diventare sempre più grande, così come la mia incapacità di chiudere tutti i ricordi in un angolo della mia mente.
Uscivano sempre fuori, in un modo o nell’altro, ricordandomi quanto eravamo felici e quanto avevo perso lasciandolo andare.
Cass mi sorride teneramente e mi circonda le spalle con un braccio.
“Dai, vedrai che andrà tutto bene.” mormora.
Non so proprio a che si riferisca, però annuisco e le sorrido, per tranquillizzarla.
Che poi non sono neanche tanto sicura che lui ci sarà.
Voglio dire, da quando è diventato famoso, non ha più rimesso piede nella sua città, perché dovrebbe farlo ora, per una stupida rimpatriata del liceo, dove ci sono persone pronte a dire che erano suoi migliori amici, quando magari non facevano che sfotterlo dalla mattina alla sera?
Chi ha sentito veramente la sua mancanza, probabilmente sono solo io, ma non lo ammetterò neanche a costo della vita.
Lui se n’è andato, via di qui, via da me, per realizzare il suo sogno.
C’è riuscito, ha dimenticato e niente tornerà come prima.
Questo è poco ma sicuro.
“Tutto ok?” mi chiede, prima di aprire la porta della palestra. Le sorrido e raddrizzo le spalle.
“Andiamo a far vedere a questa gentaglia cosa siamo diventate!” esclamo, alzando un pugno al cielo.
Lei scoppia a ridere e, scuotendo la testa, mi guida dentro all’edificio che è stato come una sorta di mia seconda casa per ben cinque anni.
Appena entro, l’odore forte tipico da palestra mi invade le narici e un’ondata di ricordi mi sconvolge, quasi trasportandomi indietro nel tempo.
Tutte le partite di pallavolo vinte, le sconfitte, i pomeriggi passati ad allenarci, le risate con le amiche, tutto.
Tutta la mia adolescenza racchiusa tra quattro pareti in quel momento piene di gente.
Mi guardo intorno, riconoscendo qualche persona, che mi rivolge un sorriso timido, probabilmente non ricordandosi chi sono e saluto qualche vecchio amico con cui sono rimasta in contatto.
Mi sembra strano, come se fossi in un’altra dimensione e nel giro di pochi secondi perdo Cassidy, sicuramente alla ricerca di qualche sua vecchia fiamma.
Comincio a camminare, guardando ogni singolo angolo di quella palestra che è stata il punto di riferimento per tutti gli anni passati al liceo.
Raggiungo le gradinate su cui facevamo un tifo sfrenato alla squadra maschile di basket e mi siedo, travolta da un altro doloroso ricordo.
 
 
“Dai, vieni!” esclamò lui, tirandomi dentro la palestra.
“Louis, se ci beccano ci ammazzano.” sibilai io, puntando i piedi. Lui sbruffò, sempre con il sorriso allegro sul viso.
“Dio, Lily, quanto sei fifona. Fidati di me, per una buona volta!” esclamò esasperato. Scossi la testa e incrociai le braccia al petto.
“Ogni volta che l’ho fatto sono finita nei guai. Quindi scordatelo.” affermai decisa. Lui sospirò, poi cominciò ad avvicinarsi, sicuro.
Mi arrivò ad un palmo dal naso e mi sorrise, mandando momentaneamente fuori uso il mio cervello.
“Dai, Lily. Non vuoi passare un po’ di tempo sola con me?” soffiò sulle mie labbra.
Le fissai, presa dal desiderio ardente di farle mie.
“Abbiamo tutto il pomeriggio. Non mi sembra il caso di violare le regole e di intrufolarsi in palestra.” ribattei, poco convinta.
La sua vicinanza stava abbattendo piano piano tutte le mie difese, senza che potessi farci niente.
Lui sorrise ancora, sfiorandomi le labbra.
“Sei sicura?” sussurrò, provocandomi una scossa elettrica che mi risalì la schiena.
“Oh, fanculo.” mormorai, afferrando il colletto della sua polo bianca e tirandolo nella palestra dietro di me.
Finimmo non molto delicatamente sulle tribune, lui scoppiò a ridere, per niente preso in contropiede dalla mia veemenza e ricambiò il mio bacio, mordendomi il labbro inferiore.
Così, giovani e ribelli, consumammo il nostro amore lì, in quegli spalti dove probabilmente il giorno dopo si sarebbe seduto qualche nerd, o qualche ragazzina perbene, per guardare una qualche partita.
Senza sapere che lì, proprio in quel punto, due giovani innamorati si erano donati l’uno all’altra, senza pensare che quell’amore bruciante che provavano a vicenda un giorno avrebbe potuto spegnersi.
 
 
Un vociare improvviso mi riscuote dai miei ricordi, riportandomi alla realtà.
Deglutisco, cercando di mandare giù il nodo che mi blocca la gola e cerco di capire cosa sta succedendo.
Mi alzo, raggiungendo Cassidy, intenta anche lei a scrutare tra la folla quasi impazzita, cercando di capire cosa sta succedendo.
“Che succede?” chiedo. Lei scrolla le spalle e si volta, raggiungendo il bancone delle bibite. Quando mi volto di nuovo verso la folla, con un bicchiere di acqua fresca in mano, rimango imbambolata, la bocca aperta, il bicchiere che mi scivola di mano.
“Oh, Lily, guarda chi c’è!” esclama Cassidy, indicando qualcuno.
L’ho già visto.
Il mio sguardo ormai è prigioniero dei suoi occhi azzurri, limpidi e allegri.
Sussulto, quando sul suo viso spunta un sorriso.
Mi sono sbagliata.
Se speravo che lui ignorasse quello stupido invito mandato per posta, dimenticandosi del tutto del suo passato, è stato inutile.
Lui è lì, davanti a me, con quel sorriso che prima mi aveva fatta innamorare e poi mi aveva spezzato il cuore.
Improvvisamente, distolgo lo sguardo e afferro Cassidy per la mano e la tiro via.
“Nascondimi, ti prego.” mormoro, mentre vedo che Louis sorride scusandosi con i ragazzi con cui stava parlando e fa per avvicinarsi, lo sguardo fisso su di me.
Cass sorride, per niente intenta ad aiutarmi e mi strattona, per farmi calmare.
“Non ci penso per niente.” ribatte.
Lui si avvicina e sento il suo sguardo bruciare vivido nel mio.
“Lily?” mormora, non appena ci raggiunge.
Controvoglia, alzo lo sguardo su di lui e cerco di sorridere.
Appena incrocio i suoi occhi blu, sento come se tornassi indietro nel tempo.
Il suo sguardo è sempre lo stesso: allegro, spensierato e fottutamente bellissimo.
“Louis!” esclama Cassidy accanto a me.
Lui si volta verso di lei e le regala un sorriso magnifico, uno di quelli che un tempo mi faceva battere forte il cuore.
“Cass, Dio quanto sei cambiata!” esclama lui, stringendola in un veloce abbraccio.
Lei ride, stringendogli delicatamente i fianchi.
“Ma che dici, io sono sempre la stessa! Casomai sei tu quello cambiato, allora che mi dici, come ti trovi con la tua popolarità?” gli chiede. Lui si passa una mano tra i capelli perfettamente pettinati, quasi imbarazzato e mi rivolge uno sguardo veloce, prima di concentrarsi di nuovo sulla mia amica.
“Beh, dopo un po’ ci fai l’abitudine e con i miei nuovi amici è tutto decisamente uno spasso.” racconta.
Oh, ma che bello.
Solo io qui sento il cuore battere talmente veloce da volermi frantumare le costole e lo stomaco vittima di una mandria di rinoceronti?
E il bello è che fino a due minuti fa ero convinta di averlo dimenticato, che la sua vista non mi avrebbe fatto nessun effetto.
Bella convinzione del cazzo.
Lui si volta di nuovo verso di me ed io evito il suo sguardo, finché la mia amica decide di intervenire a mio favore.
Almeno è quello di cui mi convinco per non ucciderla seduta stante.
“Oh, è vero! Voi due vi conoscete. Più che bene direi.” dice ammiccando.
Serro gli occhi, sperando con tutto il cuore che non le venga la bellissima idea di…
“Beh, vi lascio da soli, allora.” continua.
Appunto.
Si allontana lanciandomi un bacio con la mano, sotto lo sguardo divertito di Louis e la sua risata allegra e mentalmente mi appunto che poi commettere un omicidio non dev’essere così male.
Mi volto verso Louis, che mi sta fissando, quasi meravigliato.
“Come…come stai?” mi chiede. Io scrollo le spalle e cerco di ricambiare il suo sorriso.
“Una meraviglia.” secca, decisa.
E’ sempre stato il mio modo di nascondere le bugie e lui lo sa, e se ne accorge.
Mi sorride, per poi guardarsi attorno e notare che praticamente tutti ci stanno fissando.
Improvvisamente mi afferra un braccio e mi trascina fuori.
Gli lancio un’occhiata curiosa.
“Così potremmo parlare meglio.” spiega, sedendosi sul marciapiede.
“Chi ti ha detto che io ho voglia di parlare con te?” ribatto, ma nonostante tutto mi siedo accanto a lui, l’elettricità che pensavo si fosse spenta per sempre, di nuovo bruciante tra di noi.
Lui sorride divertito e sono felice di notare che almeno una cosa di lui non è cambiata: il perenne sorriso stampato sul viso.
“Allora, che mi dici?” comincia, fissandomi negli occhi. Scrollo le spalle.
“Stessa Lily, stessa vita di sempre. Non ho molto da raccontare, io.” preciso.
“Tu, invece, scommetto che con la tua popolarità hai fatto strage di cuori.” dico sarcastica.
Lui sorride, per un secondo un velo di dolore che gli attraversa gli occhi.
Si passa una mano tra i capelli, mettendo in mostra la piccola luna tatuata sul polso, alla stessa altezza della mia stella e sento qualcosa bruciarmi nello stomaco.
 
“Per sempre insieme.”
 
“Beh, oltre a quelli delle piccole fan, no. Direi che sono stato piuttosto bravo.” risponde alla mia provocazione.
Non so perché, ma sospiro, forse di sollievo.
“E tu?” chiede lui, riallacciando i nostri sguardi.
“Io cosa?”
“Hai fatto strage di cuori? Quando eravamo al liceo ricordo che mezza comunità di ragazzi ti moriva dietro.” esclama scoppiando a ridere.
“Che fai, sfotti?” dico imbronciandomi.
“No, provavo a ricordare la sensazione di essere amato dalla ragazza più bella della scuola.” risponde, quasi serio.
Ora sono io a scoppiare a ridere.
“Mi sembra che non te ne sia importato poi niente di questa sensazione, negli ultimi anni.” ribatto, un velato rimprovero nella mia frase.
Per avermi lasciata sola ed essersi dimenticato di me.
Per essere andato avanti, lasciandomi indietro, solo una stupida storia da ricordare come un’esperienza adolescenziale.
“Ti sbagli.” mormora lui ed io alzo di scatto il viso verso di lui, che si sta fissando la punta delle scarpe.
“Cosa?”
“Io non ti ho dimenticata, Lily.” mi assicura.
Io scoppio in una risata amara.
“Certo, ora dimmi anche che sei sempre stato innamorato di me e che sei tornato solo per vedermi e per far tornare le cose come erano una volta. Non siamo in uno stupido film, Louis.” gli ricordo.
Lui sembra offeso dalle mie parole.
“E se fosse proprio così?” sbotta improvvisamente.
Sbarro gli occhi, sorpresa.
“Se io veramente fossi sempre stato innamorato di te, però non avessi mai trovato il coraggio di tornare, per paura di essere respinto?” chiede, il suo sguardo che brucia nel mio.
“Non dire cazzate…” balbetto, abbassando la testa e liberandomi da quello sguardo che sembra scavarmi dentro.
Lui mi afferra il mento con la mano, costringendomi a guardarlo di nuovo negli occhi.
“Non sono cazzate, Lily. Avevo paura che tu ti fossi fatta una vita, senza di me. Ero terrorizzato.” mormora.
“Chi ti dice che non è così? Chi ti assicura che io provo ancora qualcosa per te?” ribatto, le lacrime che mi gonfiano gli occhi.
Ma chi voglio prendere in giro?
Non l’ho dimenticato, e mai lo farò.
Lui è la mia metà perfetta, non c’è niente da fare.
Sorride, mostrandomi il suo polso, per poi guardare il mio.
“Lo so e basta.” afferma.“Perché noi siamo come la luna e le stelle…”
“Per sempre insieme.” finisco la frase, le lacrime che cominciano a scorrere silenziose sulle mie guance.
“Esattamente.” afferma lui, per poi sigillare quella promessa con un bacio.
Un bacio che sa delle nostre lacrime, di amarezza, di pentimento, di rancore, di felicità, di ricordi.
Un bacio che sa d’amore.
Un bacio che sa di noi.























HOLA C:
Ok, non chiedemi perchè ho scritto una cosa del genere, perchè non avrei una risposta sensata da darvi u.u
Solo che ho caldo, non ho niente da fare e, ascoltando le canzoni dei Fun, mi è venuta l'ispirazione e...
Ecco la mia seconda One-Shot :D
Beh, spero vi piaccia e che lascerete qualche recensione.
Love ya!
-S.


Ps. Massì, facciamoci un po' di pubblicità.
Passereste a leggere la mia Ff? :)
Un grazie pieno d'amore a chi lo fa (?)
Link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1139519&i=1
  
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