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Autore: xslowdancing    07/08/2012    2 recensioni
'La prima cosa che vidi, era una folla di ragazzine urlanti. Sinceramente ho provato una sorta di compassione; chissà quale celebrità stavano aspettando.'
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Non ero mai stata così felice.
Provavo un emozione indescrivibile. Visitare Londra, quella Londra che avevo visto in foto, quella dei racconti delle ragazze che l'avevano visitata e che lo facevano ancora e ancora.
Premetto che odio viaggiare e che amo stare sempre nel solito paesino (sì, sono una tipa abbastanza abitudinaria).
La mia scuola ha dato un aiuto alla sfiga che fino a quel giorno mi aveva accompagnata, tagliando i finanziamenti per uno stage, proprio in quell'isola perfetta. Per fortuna mia madre, in quanto professoressa, aveva avuto l'opportunità di accompagnare i suoi alunni, sempre in Inghilterra e il preside le aveva permesso di portarmi con lei, a nostre spese ovviamente.
Mi trovavo così all'aeroporto di Brindisi, con la mia valigia fucsia, che avevo preso per la gita di quinta elementare e che era pronta da una settimana ormai. C'era davvero di tutto.
E' stata la prima volta che viaggiavo in aereo e sinceramente ero piuttosto tranquilla. Ogni tanto mi rendevo conto di pensare “E se succede qualcosa?” oppure “Cos'è stato?”.
Ma sapevo che non poteva assolutamente capitare qualcosa quella prima volta sull'aereo, per Londra oltretutto. E' stato lo stesso molto rilassante ascoltando a palla 'Look after you' cantata da Louis, per cui quella voce di angelo, mi ha fatto addormentare per un'oretta.

Era arrivato il momento di scendere. Ero emozionata e credevo fosse un sogno. La prima cosa che vidi, era una folla di ragazzine urlanti. Sinceramente ho provato una sorta di compassione; chissà quale celebrità stavano aspettando. Avevano i visi stanchi, sicuramente si trovavano là da parecchio tempo. All' improvviso mia madre mi prese per il polso, e mi trascinò vicino ad una porta. Li c'era la collega di mia madre, quella con cui doveva fare il cambio; si salutarono, mi presentai e alla fine ci indicò un uscita secondaria dove ci aspettava l'autobus che ci avrebbe portato al college.
Intanto la folla di ragazzine iniziava a gridare ancora più forte e sventolavano cartelloni e poster. Io vidi semplicemente alcune figure muoversi, potevano essere cinque o sei. Intanto mia madre mi strattonò per la seconda volta e arrivammo davanti a una porta beige. Era chiusa. Provò ad aprirla ma niente e così mi disse: ''Eleni, chiedo a questi ragazzi come possiamo fare. Rimani qua e non muoverti''.
Io ero un po' confusa. Mia madre che chiede indicazioni in inglese, è una cosa che non si può vedere e neanche sentire. Dopo appena due minuti sento il rumore dei tacchi dietro di me, era molto svelto, quasi nervoso. ''Oddio'' gridò mia madre e poggiò la sua mano sulla mia spalla ''Quello non è Liam? Quelli non sono gli One Direction?''. All'improvviso avevo capito tutto, la folla, le ragazzine che gridavano.
Mi girai di scatto, ma non vidi nessuno dei cinque. ''Bello scherzo mà. Non fa così ridere, sai?''.
Lei mi guardò sorpresa e delusa ''Davvero credimi.''.
Con forza, afferrai il pomello, la porta si aprì. Senza pensarci due volte mi precipitai fuori e andai a sbattere contro una ragazza.
“Sorry” le dissi.
“Sei italiana, vero?” rispose di scatto. ''L'accento'' aggiunse.
Io la guardai sorpresa: ''Si capisce così tanto?''.
Scoprì che anche lei era doveva andare nel mio stesso college, e che quindi doveva prendere il mio autobus. Ci sedemmo vicine e parlammo di tutto.

Nacque così la nostra amicizia.

Non ero mai stata così felice.
  
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