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Autore: realpandora    07/08/2012    4 recensioni
Questa è la mia prima McDanno, anzi... E' la prima storia che scrivo da 15 anni a questa parte; quindi cercate di avere pietà.
Questo capitolo inizia una settimana dopo la season finale della 2^ stagione, quindi attenzione agli spoiler per chi non l'ha vista.
Steve torna al quartier generale... Non da solo.
Grazie a babycin per avermi fatto da beta. Ti adoro, babe! E voi non odiatemi. Posterò un capitolo a settimana. Se riesco a tirarne fuori di più,sarete i primi a saperlo. ;P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno: Ritorno a Oahu

 

"Si può sapere che fine avevi fatto?"

La mattina del suo ritorno a Oahu, Steve non fece in tempo a entrare nell'atrio del quartier generale 5-0, che fu investito dalla voce del suo partner, Danny Williams che, appena lo aveva notato, era uscito gesticolando dal suo ufficio.

"Sei di nuovo sparito senza lasciare traccia" esclamò Danny, senza lasciare al SEAL la minima possibilità di rispondere. "Almeno l'altra volta mi hai lasciato una lettera."  Il biondo stava gesticolando sempre più, incurante che fossero in piena vista del resto del team, al momento formato dalla sola Kono, e della faccia del comandante che, da divertita, seppur con una traccia di stanchezza e tristezza, stesse volgendo sempre più verso il teso. La ragazza avrebbe voluto salutare il ritorno del proprio capo, ma, vista la reazione del detective, aveva pensato bene di rimanere chiusa nel suo ufficio.  "Non ti è bastato farci preoccupare a morte l'ultima volta... .”

"Ti ho lasciato un messaggio in segreteria." Steve riuscì a interromperlo.

Danny lo fissò un attimo a bocca aperta, come stordito al pensiero di essere stato interrotto, e il bruno ne approfittò per continuare. "Ho provato a chiamarti per dirti che andavo via con Joe, e per questo sono anche stato preso in giro, ma non mi hai risposto, così ti ho lasciato un messaggio in cui ti dicevo che tornavo in Giappone per qualche giorno, per trovare Shelburne." Steve si fermò, a disagio, non sapendo come continuare: anche lui doveva ancora capire tutta quella situazione.

Rendendosi conto che erano ancora in mezzo all'entrata, si diresse verso il suo ufficio.

Ignaro del tumulto interno che stava avvenendo a pochi passi da lui, il detective seguì il suo capo, tirò fuori il cellulare e controllò la segreteria, dove ad aspettarlo c'era effettivamente un messaggio del Navy SEAL. "Io... devo aver inavvertitamente cancellato la notifica del messaggio vocale. E poi non ho più avuto il tempo di controllare.” Dichiarò con fare difensivo.

Non ottenendo risposta, Danny alzò lo sguardo dal telefono e guardò Steve, rendendosi conto che c'era qualcosa che non andava. Il collega era fermo al centro della stanza, con lo sguardo abbassato a terra. "Ehi, babe. Che succede?"

Steve si sedette sul divano, appoggiò i gomiti sulle cosce e nascose la faccia tra le mani, chiudendo gli occhi: si sentiva veramente stanco. "Ho trovato Shelburne" mormorò tra le dita.

Danny pensò di non aver capito bene. "Scusa? Puoi ripetere, per favore..."

Il comandante alzò uno sguardo stanco e disilluso verso il suo partner e amico e ripeté: "Ho trovato Shelburne. Era in un piccolo villaggio del Giappone. In tutto questo tempo, né io né Wo Fat avremmo mai potuto trovarla: appena c'era sentore di pericolo, Joe la spostava. E ora gli veniva ancora più facile, grazie ai nascondigli e ai fedeli di Hiro Noshimuri."

"Scusa, ma stai continuando a parlare di Shelburne come di una lei o sbaglio? Vuoi dirmi che Shelburne è una donna?" chiese sorpreso il detective. Prima che il SEAL potesse rispondere, ci fu un cauto bussare alla porta di vetro, che si aprì poco dopo facendo fare il suo ingresso a una Kono quasi spaventata, un aspetto strano per lei. "Scusate, Boss e Boss. Non volevo disturbarvi, ma c'è una persona fuori che ti cerca, Steve. Dice di essere tua... madre." Kono disse l'ultima parola quasi strozzandosi. "L'ho lasciata in sala tattica." La ragazza scambiò uno sguardo scioccato con il detective, per poi spostare gli occhi sulla figura bionda che s’intravedeva dall'ufficio del comandante.

Danny, che si era voltato verso Kono, si girò di scatto verso Steve, inarcando un sopracciglio per chiedere spiegazioni. Steve alzò una mano, fermando con un gesto il turbine di domande che sapeva stavano per arrivare, si tirò su dal divano e disse solo: “Ah. È già arrivata” e uscì dal suo ufficio, dirigendosi verso la stanza dove, accanto al tavolo multimediale, si poteva vedere una donna snella, sui cinquant’anni, ben portati, che si guardava in giro con fare curioso. "Doris, hai fatto in fretta" disse Steve, con un tono glaciale. La donna alzò gli occhi blu-nocciola, molto simili a quelli del comandante su cui si erano fissati. "Steve, capisco che tu sia arrabbiato con me, ma è proprio così difficile chiamarmi mamma?" Oltre al tono, il SEAL le rivolse anche uno sguardo che poteva rivaleggiare con i ghiacciai del mare artico. "Magari ci riuscirò tra vent'anni. Più o meno il tempo che ci hai messo tu per farmi sapere che non eri morta."

Danny e Kono guardarono lo scambio di battute a bocca aperta.

Steve sembrò ricordarsi improvvisamente dei due compagni di squadra e si voltò verso di loro. "Danny... Kono... Vorrei presentarvi la famigerata Shelburne, nonché Doris McGarrett! Doris, ti presento il mio Team: l'agente Kono Kalakaua, il mio partner, detective Danny Williams e il tenente...” Per la prima volta da quando era arrivato al quartiere generale, Steve si rese conto che il quarto membro della squadra 5-0 non era presente. "Danno, dov'è Chin?" domandò il SEAL.

"È uno dei motivi per cui non mi sarebbe dispiaciuto sapere dov'eri finito" replicò Danny, con una nota di tristezza nella voce, mentre Kono si girava di spalle. "Il giorno in cui sei sparito, Delano ha fatto un bello scherzetto a Chin. Ha rapito sia Kono sia Malia e poi si è fatto liberare da Halawa." Il detective passò un braccio intorno alle spalle di Kono che, tenendo la faccia nascosta tra le mani, aveva cominciato a tremare. "Ehi, calmati, recluta..." La fece appoggiare a sé e continuò, passandole una mano, con fare confortante, sulla schiena. "Gli ha fatto scegliere chi voleva salvare, Steven. Gli ha fatto scegliere tra sua cugina e sua moglie. E, se fosse stato per Frank, non sarebbe arrivato in tempo per nessuna delle due. Ha fatto sparare nell'addome a Malia..." Kono fece un verso strozzato contro la spalla del poliziotto più basso, "e nello stesso momento ha fatto buttare a mare Kono, dimenticandosi che la nostra ragazza qui è un mezzo pesciolino." Scompigliò i capelli alla ragazza in questione, uno sguardo dolce sul viso, e questo le fece alzare la testa, un piccolo sorriso sul volto rigato di lacrime. Continuò lei la storia, fra i singhiozzi. "Per fortuna Chin se n'è ricordato, invece, e mentre Delano scappava, lui è corso subito da Malia. Ma, anche se l'ha portata subito in ospedale... Aveva perso troppo sangue... E ora..."

"Non ditemi che è..." Steve non riuscì a finire la frase, mentre la signora McGarrett si avvicinava al figlio diventato improvvisamente pallido.

"No, no..." si affrettò ad aggiungere Danny, "Non è morta. Ma è come se lo fosse. Ormai è una settimana che è in coma. E Chin non ha mai lasciato il suo fianco." Dopo un attimo di esitazione, continuò con rabbia: "Vuole dare le dimissioni. Per aver fatto scappare Delano e per aver fatto quasi uccidere Kono."

Intervenne di nuovo Kono, ora più calma, ma con la voce velata di amarezza. "Abbiamo provato a fargli capire che non è stata colpa sua, ma con me non vuole parlare, perché sente di avermi abbandonato quel giorno... Per fortuna Danny è riuscito a convincerlo ad aspettare che tu tornassi per prendere una decisione definitiva sul suo futuro."

Steve stava per parlare, quando squillò il cellulare di Danny. "Detective Williams. Sì... Oggi pomeriggio a che ora?" Danny si allontanò dal tavolo, agitando la mano libera e parlando al telefono non proprio gentilmente. "E quando aveva intenzione di dirmelo? Non è che pago un avvocato tanto per divertirmi... Sì, faccio un paio di telefonate per avvisare anche la bambinaia e ci vediamo alle quattro." Il detective mise via il cellulare con un sospiro di esasperazione. Quando si girò, aveva tre paia d'occhi che lo fissavano. "Scusate. Problemi personali..."

"Rachel?" chiese Kono.

"Già... Potete scusarmi? Vado nel mio ufficio. Devo fare qualche telefonata." Così dicendo, si avviò verso il suo ufficio chiudendosi la porta alle spalle e, sedendosi alla scrivania, prese subito in mano il telefono.

Steve lanciò un'occhiata interrogativa a Kono che si strinse semplicemente nelle spalle e disse: "Vado a vedere se riesco a trovare qualche indizio su Delano. Se vuoi sapere qualcosa della situazione del boss numero due, dovrai chiedere direttamente a lui. Mi spiace. L'unico consiglio che posso darti è: non lasciarlo da solo. A dopo." E uscì dal quartier generale.

Rimasto con la madre, Steve si voltò verso di lei, dicendo: "Penso che non riusciremo a pranzare insieme come volevi."

Doris fece una piccola risatina. "Non far finta che ti dispiaccia. Possono anche essere sedici anni che non ti vedo, ma sei sempre mio figlio. So quando menti. E comunque... Partner? Me li ricordavo un po' diversi i tuoi gusti, sai? Di solito i ragazzi che portavi a casa..."

"Doris! Non qui" esclamò Steve. "E comunque siamo solo partner sul lavoro, nient'altro" aggiunse con una nota di tristezza che non si accorse neppure di avere nella voce, guardando verso l'ufficio del biondo.

La donna se ne accorse eccome, invece, e inarcò un sopracciglio, guardando il figlio.

In quel momento, Danny aprì la porta del suo ufficio e si accorse dello sguardo di Steve, anche se non capì a cosa fosse dovuto. Minimizzò la cosa con una scrollata di spalle e disse: "Mi dispiace dovervi lasciare ma, Steve, avrei bisogno del resto della giornata libera." Il detective si stava già dirigendo verso l'uscita mentre parlava. "Devo andare da Kamekona per pranzo ed è già l'una,  e alle quattro devo andare in Tribunale."

"Bene, anche noi dovevamo andare a pranzo... Possiamo unirci? Così parliamo un po’ e ci conosciamo meglio…" domandò Doris con fare gioviale rivolgendosi a Danny, ma indirizzando un sorriso furbo al figlio.

"Mamma!" esclamò Steve, senza neanche rendersene conto.

"Oh... Sono riuscita a farmi chiamare mamma prima dei vent'anni pattuiti. Visto che brava?" Doris fece l'occhiolino ad un Danny sbigottito e lo prese sottobraccio, senza dargli la possibilità di rispondere. "Allora... Cosa si mangia da questo Kamekona?"

  
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