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Autore: comeonfernando    07/08/2012    0 recensioni
Avrei fatto la maratona di New York per passare un'altra settimana là con lui, con loro.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Tanto c'è l'estate prossima 


Quanto mi sento stupida, soprattutto con i miei che mi guardano piangere addosso a lui indossando la sua felpa gialla, con quaranta gradi all’ombra, ma questi sono solo particolari.
La mia faccia è praticamente schiacciata sulla sua maglietta che odora di pulito, non a caso sono le nove di mattina e due ore più tardi dovrò partire e tornare a rinchiudermi in casa per il caldo che c’è per le strade della città.
Preferisco, non so, fare la maratona di New York per rimanere un’altra settimana là con lui, con loro. Ormai sono diventati il mio punto di riferimento in vacanza, li conosco già da due anni e gli voglio un bene inimmaginabile. Li ho conosciuti tramite la mia migliore amica che qualche anno prima mi ha portato in campeggio con lei, lo stesso che lei frequentava da tre anni.

“Buongiorno” dice Matteo con la faccia assonnata e triste ai miei che stanno venendo sotto il porticato per fare colazione.
Io mi stacco immediatamente da lui e cerco di sorridere il più possibile, non riuscendoci, mi allontano e vado dagli altri che stanno in gruppo a deprimersi per le varie partenze.
“Buongiorno, allora oggi partiamo, quanto mi dispiace lasciare questo villaggio!” risponde mia mamma.
Matteo finisce di prendere il caffè che stava bevendo prima del mio arrivo e continua a fissare il nulla, poi aggiunge: “Per fortuna oggi ho il giorno libero, niente sigla, niente tornei e niente spettacolo. Ora mi vado a buttare sul letto e dormo fino a stasera”.
“È vero, il sabato è il giorno libero degli animatori. Hai fatto l’alba anche te come Sofia stamattina?” continua il discorso papà.
“Sì sì, è per questo che non mi reggo in piedi ed è anche per questo sono le nove e sono sveglio” accennando un sorriso.
 
“Sofia, tra quanto parti?” mi chiede Saverio. “Dovrei partire per le undici”.
“Vi prometto che verrò a Napoli quest’inverno così vi rivedo tutti” cerca di consolare Gianmarco.
“Ragazzi, seriamente, visto che la maggior parte di noi vive a Napoli, cerchiamo di vederci durante l’anno, no?” proclama Chiara.
“Pare facile, ma con la scuola, lo sport, non troviamo mai il tempo!” controbatte Damiano.
“Comunque il treno Roma-Napoli ci mette meno di due ore” esclamo io tirando su con il naso, “io e Azzurra verremmo, non vi preoccupate”. Azzurra è la mia migliore amica, così per informazione.
“Dio, sono già le dieci, non ci posso credere!”
“Così metti un’ansia assurda, Michele!” si arrabbia Lorenzo.
 
“Sofia, puoi venire un attimo con me?” Matteo mi sussurra all’orecchio, riuscirei a riconoscere la sua voce persino tra i spalti di un concerto.
Mi prende per mano e mi fa strada per sederci sulle panche del campetto di calcio.
Mi guarda negli occhi e mi bacia la fronte. Impazzisco quando lo fa, è un gesto così delicato e dolce!
“Tutte le cose che avevo da dirti te le ho detto in queste due settimane, non ho da aggiungere nient’altro. Abbi cura di te stessa, sempre”. Poi mi ribacia la fronte.
Senza dire niente, mi avvicino e lo inizio a baciare delicatamente. Lui fa lo stesso, sorrido. Sapevo benissimo che quelli sarebbero stati gli ultimi baci, non l’avrei rivisto più, ma ero alquanto felice di ripensare a ciò che mi è successo in questi giorni.
“Sofia! Dobbiamo andare, forza!” spunta gridando da dietro un albero mia mamma.
“Eccomi” mi alzo senza fare opposizione anche perché sapevo bene che sarebbe stato solo più doloroso e inutile.

La mia famiglia, incluso mio fratello, erano già davanti la macchina, pronti per salire.
Io guardo i miei amici e trattengo le lacrime, ma sorrido, così, senza un preciso motivo. Chiara mi viene incontro e mi abbraccia quasi togliendomi il respiro, poi mi da così talmente tanti baci che la guancia mi diventa tutta rossa per il rossetto che si era messa la sera prima e che stranamente ancora resisteva. (Oh, questi delle pubblicità non mentono quando dicono ‘resisterà per tutto il giorno’).
Poi arriva il momento di Saverio, l’amico che mi è stato più accanto di tutti durante qualche discussione avvenuta.
Quanto avrei voluto che quell’abbraccio fosse durato per una vita.
Via via, salutai tutti, uno ad uno.
Per ultimo c’è Matteo, neanche a spiegare ciò che ho potuto provare…
O forse sì, ma iniziando a raccontare dall’inizio. 

Ho iniziato a scrivere da pochissimo e sarei strafelice se mi lasciasse una recensione, sia positiva che negativa, ovviamente, per sentire ciò che pensate riguardo questo primo capitolo. Alla prossima. 
-Silvia. 
  
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