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Autore: Ria Bluesun    08/08/2012    1 recensioni
Sposarsi ma non amare, amare ma non potersi sposare. Questa è la battaglia interna che affligge la protagonista, Chiara.
Dall'altra parte, Fabrizia e Michele, un amore che finalmente sboccia dopo 4 anni di duro silenzio emotivo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi giro di scatto per vedere i camerieri e le cameriere, qualche faccia conosciuta? Qualche ragazzo visto al liceo?
Oh no. Non è possibile.
Lo guardo, è rimasto identico. Uguale a come era all’ultimo anno di liceo, con la stessa faccia, gli stessi occhi e le stesse spalle che mi hanno fatto innamorare quando ero appena al primo anno di scuola superiore.
Lui. Il mio rappresentante d’istituto. Il primo che abbia mai avuto.
Calma, io mi sto sposando, proprio adesso, ora, sono seduta al tavolo degli sposi (magari perché sono la sposa) e lo scruto, come per capacitarmi del mio errore e di averlo confuso con il mio primo grande amore. Ma non riesco proprio a capire, non sto sbagliando, è proprio lui.
Questo mi porta alla domanda: e lui che diamine ci fa qui!? Non si era diplomato con 100 e lode e laureato in non so cosa con 110?
Di nuovo un mio errore. Deve essere il figlio oppure il nipote del proprietario, hanno lo stesso cognome! Come non ho fatto ad accorgermene prima!
Si dev’essere laureato giusto qualche tempo fa, perché se lui si è laureato in 4 anni e io sono appena uscita dal liceo…. Sì. Dev’essere lui. Per forza.
I suoi occhi incontrano i miei proprio mentre mi sta versando dello champagne e le sue pupille si dilatano subito, poi tornano normali, quasi avesse sbarrato gli occhi. Tanto non mi ha riconosciuta!
Poco dopo lo vedo che confabula con il proprietario, già dev’essere il nipote.
‘Amore, tutto bene?’ Amore. Amore. Adesso mi chiami anche Amore?! Lui. Questo idiota patentato che non sa neanche dove sta di casa il romanticismo è mio marito.
Matrimonio per salvare due famiglie importanti.
Mi sacrifico per salvare la mia e la sua famiglia.
Ma ci rendiamo conto?! Ci troviamo nel 21esimo secolo e io mi devo sposare a 19 anni, a esami conclusi nel migliore dei modi, non posso prendere l’università perché devo sfornare bambini entro il mio prossimo compleanno (che grazie a dio è tra quasi 11 mesi) solo per far piacere alla mia famiglia?
Ma dove siamo in Iraq?! A me non sembra.
Infatti ci troviamo a Roma, e io non capisco proprio perché devo sposarmi con questo idiota senza cervello che sarà anche bello, ma la bellezza se ne andrà presto.
Chiamo la cameriera e con una scusa banale del tipo ‘C’è mia cugina che vuole sapere come si chiama il cameriere con le spalle larghe e il sorriso da giggione, sa com’è si vergogna a chiederlo e io non mi faccio di questi problemi, una volta con la fede al dito!’
La cameriera mi da la conferma (o solo un’altra coincidenza?) che si chiama Francesco.
Proprio come il mio rappresentante.

‘Amore, tra un po’ si scende in pista, con il  valzer, lo ballerai con tuo padre e poi con me come avevamo previsto!’ come avevo previsto. Sai com’è, il mio matrimonio lo voglio ricordare un po’ come me lo ero immaginata a 5 anni, il valzer con il papà, mio marito bellissimo sia dentro che fuori e mia madre in lacrime per la ‘perdita’ della figlia e mia sorella con il suo fidanzatino, belli e solari.
Scendiamo quindi in pista e iniziamo a ballare, mio padre inizia a piangere e mi sussurra all’orecchio un grazie, che forse è davvero sincero.
Poi, il mio cavaliere è diventato il fidanzato di mia sorella, è molto dolce e carino, si chiama Simone. Ha 16 anni, mia sorella 14, e sono davvero carini insieme, lui stravede per lei e io stravedo per loro, spero almeno che loro vivano la loro storia, non come me, che ho dovuto mollare il mio principe azzurro a 15 anni per stare con questo schifo di marito. Il mio cavaliere cambia di nuovo e sta volta, diventa mia sorella, balliamo da amiche e chiediamo una bachata, stravolgendo tutti i nostri zii e cugini adulti che ballavano il lento.
In ultimo ballo con mio marito, di nuovo il valzer e mia madre versa qualche lacrima.
Finalmente si inizia a pranzare e decido di buttarmi tra il cibo per farmi passare l’istinto omicida verso il mio sposo.
I camerieri si fanno in quattro per essere veloci ed efficienti e con mia grande sorpresa noto che il nostro cameriere è proprio Francesco. È molto gentile nel versarmi la chitarra al ragù e sembra che la giornata passerà in modo dolce, non come un funerale da me previsto.
Dopo i due primi, mettono di nuovo balli di gruppo e balli di coppia.
Mio marito non sa ballare e ballo tutto il tempo da sola oppure con chi capitava, un cugino, il mio migliore amico Matteo oppure la mia migliore amica Silvia, o il ragazzo della mia migliore amica, Giacomo.  Su richiesta mettono la salsa e poi il merenghe e annunciano che dopo ci sarà una bachata e non volendo scocciare i miei migliori amici, mi sono defilata e seduta al tavolo da sola, mentre lo sposo, Antonio, gira per i tavoli per conversare con i parenti e sembrare simpatico.
Francesco si avvicina al tavolo e mi chiede se voglio altro vino e nota una certa tristezza nel mio volto.
‘Vuoi ballare?’
‘Come scusa?’
‘Ti ho chiesto se vuoi ballare!’ MI HA CHIESTO SE VOGLIO BALLARE!?
‘Sì, voglio ballare…’
‘Aspettiamo che inizi la bachata, torno subito.’ E se ne va. Mi lascia lì seduta come una bambina. Come quella ragazzina che ero in quarto ginnasio, quando ci parlammo per la prima volta, in un assemblea, parlando di musica. Ah. Bei tempi quelli.
Inizia la baciata, lui arriva, veloce come il vento in giacca e cravatta nera, camicia bianca e pantaloni del completo da cameriere.
Mi fa il baciamano e poi mi chiede ‘Ti va di ballare?’ io mi alzo e con tutto il mio vestitino da sposa, inizio a ballare vicino al mio tavolo, poi piano piano ci avviciniamo al centro della pista e siamo i dominatori.
Siamo una cosa sola, ci muoviamo insieme, con un sorriso sensuale spiccicato in faccia, Francesco mi guida nel ballo latino, mi avvolgo a lui, giro, volteggio, mi muovo, non sto mai ferma e mi diverto. Finalmente. Al mio matrimonio. Sono curiosa di sapere cosa ne pensa Antonio, ma non mi interessa, perché adesso c’è un meraviglioso ballerino (non sapevo ballasse davvero così bene) che mi fa essere felice.
Sembriamo una coppia e vorrei tanto esserlo.
Il ballo finisce (decisamente troppo presto) e tutti applaudono, neanche stessimo ad una gara.
‘Cenerentolo deve tornare a lavare i piatti.’ La voce fredda di Antonio quasi mi trafigge il cuore.
‘Oh, scusami, ero suo compagno di liceo e ci siamo messi a ballare, tuo marito ha ragione, ho dei piatti che mi attendono, grazie per aver ballato con me Chiara.’  La sua voce, a contrario di quella di Antonio, sembra molto gentile e soprattutto calma. Sparisce nelle cucine e mi chiedo se mai lo rivedrò.
Dieci minuti dopo la mia angoscia sparisce del tutto rivedendolo sorridente tra un tavolo e l’altro, mentre serve dell’ottimo arrosto di pesce. Lo vedo così distante ma lo sento così vicino a me che quasi non lo credo possibile, che sia solo frutto della mia fantasia?
Eppure lui ha riconosciuto ad alta voce di essere stato mio compagno di liceo. È lui. Deve essere lui. Per forza! Fabrizia, la mia testimone, spunta dal nulla, i capelli spettinati e quella voglia di fare la mamma che le si addice da quando ha 16 anni. Si siede al nostro tavolo e con tutta la sincerità del mondo mi dice ‘Bambolina, non so se hai notato ma c’è Francesco, ti ricodi? Il tuo primo rappresentante d’istitut-‘ la interrompo, raccontandole tutto quello che è successo, venendo interrotta continuamente da suoi ‘oh’ di stupore sincero. ‘Un momento, sei stata via tutto il tempo dei primi, mi spieghi dov’eri?’
Lei, breve quanto la divina commedia, mi inizia a raccontare che c’è anche il suo secondo amore, che scopriamo essere amico di mio marito. Fabrizia dice di averlo visto seduto al tavolo insieme ai compagni di università, faccio scorrere lo sguardo e mi si gela il sangue: è proprio lui, Michele!
L’ho sempre trovato inquietante e anche oggi rispetta i suoi canoni anche se in giacca e cravatta.
Lo controllo meglio e mi sembra da solo, non mi sembra in piacevole compagnia e conoscendo bene le sue facce, questa è proprio quella che significa ‘Ehi, vorrei stare all’inferno, vorrei uccidere degli allegri topolini, vorrei addirittura giocare alle barbie pur di non essere in questo maledetto posto’. Fantastico. A quanto vedo ha riconosciuto Francesco e ci si è messo a parlare, se non sbaglio si conoscevano, amici di corridoio.
‘Fabrizia… è single. Non ha anelli e se ha la fidanzata se ne vergogna troppo da portarla in pubblico, non è molto felice di essere qui e ha già parato con Francesco, che vuoi sapere?’ Per la prima volta in tutta la mia vita sento Fabrizia che mi chiede ‘Come sto?’ quasi naturale mi venne da risponderle ‘Seduta. Donna, tu non mi fai certe domande! Non da quando ti conosco! Da quando sei partita per Barcellona è tutto così complicato con lui, ma vedrai che le cose si aggiusteranno e okay, la finisco di dare questi consigli già scritti almeno un centinaio di volte da quei romanzi che mai hai letto, se non per ordine mio, quindi. Stai benissimo e poi questo vestito ti sta uno splendore, non sembri una caramella, anzi, quasi quasi io lo indosserei per andare a fare la spesa, dev’essere comodo. Giusto?’ ‘Chiara, sul serio, so che non ti interessa quanto sto stretta qui dentro, lo stai dicendo solo affinchè io cambi discorso, no. Devo salutarlo e comunque sì, anche io andrei a fare la spesa con questo vestito da €1000, solo per comprare una bottiglietta di thè verde e con questi tacchi 18. Dovremmo farlo quando tornerai dalla luna di miele’ e si alza, lasciandomi nuovamente sola, seduta al mio tavolo, in compagnia di soli pensieri da depressa cronica. La luna di miele.
L'origine del nome non è chiara. Sicuramente con il termine "luna" si fa riferimento al primo mese di matrimonio, ma non è chiaro il motivo per cui tale periodo debba essere "di miele".
Alcuni testi considerano il "miele" un riferimento alla dolcezza del primo periodo successivo al matrimonio, sottolineando il fatto che l'espressione lascia intendere che solo la prima "luna" sarà di "miele", ovvero che la felicità iniziale è comunque destinata a diminuire presto.
Se lo dice anche Wikipedia, significa che è vero, la felicità nuziale è destinata a diminuire presto, contando il fatto che qui non è mai inziata, siamo a buon punto!
Vedo in lontananza che spunta anche il mio testimone, mio fratello Simone, in compagnia di una graziosa ragazza dai capelli rossi, girano l’angolo e poi .. puf. Spariti anche loro; noto con vario interesse che Fabrizia è andata a salutare Michele e sta tornando con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra.
‘Sì, è decisamente single’ dico io, dopo aver osservato la sua faccia mentre deve aver elaborato un piano ‘malvagio’ per uscirci il giorno dopo, mentre io partivo per il mio viaggio di nozze, che ansia.
I secondi arrivano al nostro tavolo, ma sono meno contenta di quando ce li portava Francesco.

Il resto del matrimonio è passato tra un bicchiere di ottimo vino e dei sorrisi finti stampati in faccia da rivolgere ai parenti, giusto quelli che proprio non sopporto.
‘Chiara, sono rimasta senza passaggio.’
‘Cosa? Fabrizia vai con Giulia….’ ‘Chiara, Giulia ha una smart e questa sera la vuole passare con Marco, quindi io dove mi metto?! Sul tettuccio?!’ ‘Potresti chiedere a Michele!’
  
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