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Autore: LaU_U    08/08/2012    1 recensioni
Il Nono Dottore è un viaggiatore solitario prima di incontrare Rose. Una clandestina un po' insistente infiltrata nel suo TARDIS lo metterà alla prova e lo coinvolgerà in una ricerca in tutti gli angoli della cabina blu...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 9, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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8. L'UNIVERSO NON È FATTO DI ATOMI, È FATTO DI STORIE

 

«Questa è la biblioteca più grandissima che io abbia mai visto!» esclamò a bocca aperta Liz, rendendo orgoglioso il Dottore. L’uomo aveva arricchito la sua collezione nel corso dei secoli, recuperando libri da ogni angolo delle tante galassie. Non li aveva letti tutti, ma avrebbe saputo riferire la storia che stava dietro all’arrivo di ognuno di essi da un qualche pianeta più o meno sperduto fino a quella stanza del TARDIS. La bimba si mise a correre tra i vecchi scaffali di legno impolverati. Fissava col naso all’insù le librerie altissime piene zeppe di volumi di ogni dimensione e colore.
«Prima al buio non avevo visto che era così grossa.»
Il Signore del Tempo chiuse gli occhi, annusando l’odore di quella camera. Sui tomi c’erano polveri provenienti da tutti gli angoli dell’universo, gli sembrava l’odore stesso del Sapere. Quando riaprì le palpebre scorse qualcosa dietro ad un mobiletto. Rimase a fissarlo.
«Mi puoi leggere una storia?»
«Cosa?»
Il Dottore si riscosse dall’attimo di distrazione.
«Mi leggi una storia?»
«Veramente… la bambola…»
«Ti prego! Una sola! Una piccola piccola!» implorò a mani giunte.
«Va bene. Prendi un libro da quei ripiani laggiù» disse indicando verso la sezione di libri per bambini. La biondina tornò con un libricino illustrato tra le mani e si sedette attendendo che l’uomo facesse lo stesso.
«Cosa hai trovato? Oh… “Un TARDIS tutto mio”. Questo è un classico!» disse sorridendo. Iniziò a leggere:
«Il piccolo Zoier amava guardare le stelle. “Quando sarò grande” diceva sempre “voglio andare così vicino da toccarle.” “Che sciocchezze” rispondeva il suo papà, “non puoi toccare le stelle. Ti bruceresti.” Ma il piccolo Zoier non si perdeva d’animo…»
Il Dottore voltava le pagine e osservava le belle immagini che le accompagnavano. Continuava a narrare mentre la bimba non toglieva gli occhi dalle illustrazioni e non si distraeva per neppure un istante dal racconto delle avventure del giovane Signore del Tempo sognatore.
«…“Ciao Artista!” salutò Zoier agitando la mano, mentre sentiva il rumore della nave volante che decollava e poi si dissolveva nel cielo. “Ci vediamo fra qualche anno, quando anche io avrò un TARDIS tutto mio.”»
L’uomo chiuse il libro e ne accarezzo la copertina, soddisfatto della lettura che gli aveva riportato alla mente i momenti in cui aveva sfogliato e risfogliato quelle pagine durante l’infanzia.
«Anche io voglio un TARDIS tutto mio quando sarò grande!» esclamò Liz balzando in piedi.
«Magari avrai un automobile» propose lui, consapevole che solo chi proveniva dal suo pianeta aveva la possibilità di usare un mezzo di trasporto del genere.
«Ma io voglio un TARDIS!»
«Beh…» Le aveva appena letto una storia sull’inseguire i propri sogni, come poteva dirle che quello che aveva espresso immediatamente dopo era irraggiungibile? «Potrai avere un CAR-DIS!»
Cambiare nome alle cose le rendeva più accattivanti, a volte.
«Un CAR-DIS?»
«Già, un CAR-DIS tutto tuo!»
La bimba ci pensò su e poi sorrise.
«Un CAR-DIS tutto mio!» disse, alzando le braccia in aria.
Si risedette a terra, accanto all’uomo e rimase in silenzio, mentre ammirava l’enorme stanza in cui stavano, affascinata dalle sue dimensioni e dall’infinita quantità di volumi che poteva scorgere.
«Senti» cominciò ad un tratto Liz, tenendo lo sguardo basso mentre lasciava la frase in sospeso per qualche secondo. «Ma tu ce l’hai la fidanzata?»
Il Dottore si sforzò per trattenere una risatina. La bimba sembrava molto seria.
«No, non ho nessuna fidanzata.»
«Ah.» La biondina fece un sorrisino. Poi parve diventare pensierosa. Qualcosa non quadrava nella sua testa. «Ma tu sei vecchio!»
Probabilmente immaginava che a una certa età fosse necessario avere una compagna.
«Io non sono vecchio!»
«Ma sei pelato!»
«Io non sono pelato!»
Quella conversazione stava prendendo una brutta piega. Liz si mise a fissare intensamente la testa del Dottore, alla ricerca di una chioma fluente che contraddicesse la propria teoria. L’uomo si coprì la fronte con le mani. Vero, l’ultima rigenerazione gli aveva fruttato una stempiatura abbondante, ma questo non voleva dire che fosse pelato, per Gallifrey! Il Dottore rimase imbronciato e si voltò dall’altra parte. La bimba dovette intuire di averlo ferito, perché dopo pochi istanti gli mise una mano sull’avambraccio come per rassicurarlo e gli diede un bacio sulla guancia.
«Non preoccuparti. Mio zio è tutto pelato, ma ha lo stesso una fidanzata. E lui non è bello come te.»
Il Signore del Tempo sospirò. Era inutile, la testolina di quella bimba era troppo attiva per star dietro ai suoi ragionamenti.
«E se non trovi una fidanzata puoi sempre avere degli amici. Gli amici sono importanti. Puoi portarli in viaggio con te. È pericoloso andare in giro da soli, sai?» lo ammonì agitando l’indice incerottato.
«Hai ragione. Magari cercherò qualche amico con cui viaggiare.»
Avrebbe solo dovuto trovare la persona giusta.
Le piccola parve soddisfatta. Subito si lasciò sfuggire uno sbadiglio. Era parecchio tempo che girovagavano su e giù, era giunto il momento di portare a termine quella ricerca.
«Liz, prova ad andare dietro a quel mobiletto là in fondo.»
La piccola, incuriosita, obbedì immediatamente.
«Trippy!»
L’esclamazione di gioia della bimba riecheggiò per tutta la stanza. Abbracciò la sua bambola stretta al petto e poi la lanciò per aria più volte, riprendendola al volo.
«Dove sei stata? Monella, non si scappa dalla mamma. Ero molto preoccupata. Adesso ti metterò in castigo.»
Si voltò nuovamente verso il Signore del Tempo e sorridendo gli corse incontro.
«Guarda, l’ho trovata! Trippy, questo è il Dottore. Dottore, questa è Trippy. Di’ ciao al Dottore. “Ciao!”»
«Molto piacere, Trippy» rispose l’uomo leggermente a disagio per il fatto che stava parlando con un giocattolo.
«Quando arriviamo a casa ti preparo la cena. Però niente gelato perché ti sei comportata male.»
Dopo diverse ore di peregrinazioni spazio-temporali senza meta, era il momento di riportare quella piccoletta nella Londra del ventunesimo secolo.
«Andiamo, ora ti riporto a casa» le disse il viaggiatore delle stelle offrendole la mano.


 

 

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Ebbene sì, siamo praticamente arrivati alla fine del viaggio. La bambola è stata recuperata, nessun colpo di scena a questo giro.
Il titolo (ok, forse è un filino pomposo) è la citazione di un'autrice di nome Muriel Rukeyser. Anche se personalmente questa frase l'ho scoperta grazie al tumblr di Joseph Gordon Levitt.
Qualche commento sulle cose che mi sono inventata per questo capitolo:
- Trippy, l'osceno nome della bambola, viene da... lo indovinate?... pensateci un pochino... ve lo dico?... dai video della Cortellesi che canticchia il jingle pubblicitario di una specie di Barbie, Magica Trippy. Mi facevano morire...
- Il CARDIS... beh, ho effettivamente ribattezzato la mia auto in questo modo: C3 And Relative Dimension In Space. Non penso abbia davvero senso, ma è divertente XD
- "Un TARDIS tutto mio" è un best seller per l'infanzia su Gallifrey, lo sapevate? Beh, sapevatelo! Ce l'hanno in tutti gli asili, sono secoli che sta in classifica... come da noi è per "Il giornalino di Gianburrasca", o "Le avventure di Pinocchio"... solo che è diretto alla seconda infanzia. Magari un giorno lo scriverò davvero... mi incuriosisce l'idea di inventare storie per bambini...

Un saluto e al prossimo capitolo, con l'addio di Nine a Liz.

   
 
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