Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Fe Giammalik    08/08/2012    4 recensioni
Una giovane 19enne Miriam , si trasferisce a Londra a causa di un litigio tra i suoi genitori. Vive per ora in hotel con sua padre, con cui non va molto d'accordo.
Qui conoscerà un persona che occuperà una parte di sè, ma purtroppo occupato. Quindi dovrà cercare, in un modo o nell'altro di farli lasciare, perchè secondo lei questa ragazza è una falsa. Non ha conosciuto solo lui, anche una ragazza che occuperà il cuore di un'altra persona dal primo momento. Ma non possono pensare solo a questo, stanno frequentando l'ultimo anno di liceo quindi dovranno impegnarsi, superare l'esame e creare il proprio futuro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era da  già 6 mesi che mi ero trasferita a Londra, a causa di un litigio tra i miei genitori. Non mi ero ancora abituata a vivere in un hotel con mio padre.
Qui è tutto diverso : il tempo spesso era brutto, taxi in ogni angolo della città , milioni di visitatori e per ultimo non sapevi come vestirti. Andavo alla Arden School ‘scuola superiore’, qui ho conosciuto Meg l’unica amica a me fedele.
Tutto cominciò in una giornata di pioggia ,erano le  una delle pomeriggio e  io e mio padre stavamo prendendo quell’aereo che ci avrebbe divisi da mia madre ‘solo per me’. Appena salii pensai a quanto fosse stato difficile stare con mio padre ‘non avevamo molta confidenza’. Passò solo mezz’ora da quando l’aereo era partito, senza preoccuparmi di cosa avrei fatto appena scesa. Alle tre del pomeriggio eravamo già a destinazione. Presi i miei bagagli  e scesi con tutta calma. Almeno qui non pioveva . Dovevamo andare in un hotel  chiamato ‘La spiga’ , nome molto bizzarro per un hotel. Seguii mio padre, chiamò un taxi e rapidamente arrivammo all’hotel. Appena entrata inciampai e mio padre mi guardò male. 
- Evita di farmi fare figuracce Miriam ! -  esclamò mio padre tutto nervoso.
Arrivammo al bancone.
- Scusi signora, avevo prenotato una stanza per due, se non sbaglio la 241 al terzo piano -  disse mio padre con tutta calma.
- Si, non sbaglia signore, la 241 al terzo piano e  queste sono le chiavi -  rispose Rachele, la signora del bancone con un’aria tutta da perfettina.
- Grazie tante - dissi.
Dovetti prendere anche i bagagli di mio padre, perché stava al telefono, come sempre.
Tutta appesantita dalle valige decisi di prendere l’ascensore.
- No, non  puoi usarlo è fuori uso - disse Rachele.
Mi dovetti fare le scale a piedi. Arrivata in stanza  buttai i bagagli a terra e mi buttai sul letto. La 241 era la stanza più grande dell’hotel. Aveva due letti matrimoniali, un armadio, due bagni, una cucina e una sala. Feci un pisolino di  quattro ore. Al mio risveglio erano le sette di sera, mi alzai dal letto e  andai a vedere cosa c’era in frigo, ma non c’era niente. Mi arrangiai con le poche cose che mi erano rimaste durante il viaggio. Qualche orette dopo arrivò mio padre con la spesa.
- Meno male, qualcosa di giusto almeno l’hai fatto - ridacchiai io
- Molto spiritosa! - esclamò mio padre.
Il giorno dopo ci sarebbe stata scuola e io non avevo la minima voglia di andarci.
Il mattino seguente mi svegliai con tutta tranquillità, guardai l’orologio ed erano le otto meno dieci: ero in ritardo! Mi vestii molto velocemente, colazione la facevo a scuola, salutai mio padre e corsi  il più veloce possibile. Mi fermai per prendere fiato poi continuai a correre. Stavano per chiudere le porte, in quel preciso momento stava entrando un ragazzo di corsa… e mi ritrovai addosso a lui.
- Puoi stare più attenta! - esclamò
- Io, tu dovevi stare più attento! –  replicai 
- Lasciamo stare..- disse
Mentre raccoglievamo i libri ci guardammo in faccia per 15 secondi. Aveva degli occhi color azzurro chiaro : erano semplicemente stupendi !
- Piacere Louis - disse 
- Piacere Miriam - risposi
- Scusa ma ora dovrei andare, sono in ritardo, ciao - esclamò
- Anch’io cavolo, ciao -  esclamai
Entrai in classe appena in tempo, prima che la prof arrivasse.
- Miriam dove sei stata?! - esclamò Meg
- Ho avuto un contrattempo - risposi
- Che tipo di contrattempo? - chiese 
- Mi sono alzata tardi e ho avuto una specie di incontro con un ragazzo che si chiamava Louis se non sbaglio - risposi
- Com’era carino? - mi domandò 
- Si carino, aveva degli occhi azzurro chiaro stupendi...-
Bussarono alla porta, entrò la vicepreside con affianco Louis.
- Louis è nuovo, e voglio che li diate un  caloroso benvenuto -  disse la vicepreside .
- Louis ha bisogno di corsi di recupero, visto che è indietro con gli studi e voglio che tu Miriam li dia una mano - disse la prof indicandomi di uscire.
Presi lo zaino da terra e uscii. 
- Miriam inizia a farli ripassare inglese e magari falli fare un piccolo test - disse la prof.
- Va bene -  risposi tutta convita 
- Ah..  che sbadata! Non vi siete neanche presentati, lei è Miriam e lui è Louis – esclamò la prof  urlandoci nell’orecchio.
- Si ma ci conosciamo già –  rispose Louis
Finita questa conversazione andammo nell’aula di arte. Notai che c’era un situazione inquieta. Mi girai.
- Cosa guardi Tomlinson ?-
- Niente! – rispose esclamando
- Conosco i ragazzi, vai avanti ! -
- No no , prima le donne!-
- Ah.. fai pure lo spiritoso?!-
- Si ! – mi rispose
Gli saltai addosso cercando di farlo entrare in aula.
- Mi dispiace Miriam ma non ci riuscirai mai a mandarmi in quell’aula ! –
- Invece io dico di sì!- esclamai tutta convinta
Tomlinson si arrese e finalmente entrò in quella benedetta aula.
- Prendi il libro d’inglese perché l’ho dimenticato a casa – gli dissi
- Non ce l’ho nemmeno io ! – mi rispose
- Vado a vedere giù in biblioteca, non ti muovere-
- Okei – rispose con una voce da teneroso 
Mentre scendevo le scale riflettei  su cosa stavo facendo. Stavo ridendo e scherzando con una persona famosa, quando neanche  lo meritavo. Mi stavo illudendo di lui, non potrà mai stare con me, sono solo una  semplice ragazza di  diciotto   anni  e poi perché dovrebbe perdere tempo con me quando poteva andarsela a spassare, pensai tra me e me. Tornai di corsa in aula: dove il signor Tomlinson non c’era.
- Louis  lo so che sei dietro di me – dissi
Mi girai.
- Tomlinson muoviti devi studiare inglese - Dopo aver detto quelle parole suonò la campanella.
- Facciamo alle 3 da me in albergo ? -  mi domandò
- Va bene – li risposi
Arrivati all’uscita Louis iniziò a correre, ma non capii il perché, mi girai : c’era un mucchio di ragazze che stavano correndo all’impazzata  verso Louis. Corsi il più veloce possibile , prima di  essere travolta dalle fans . Lo raggiunsi.
- Nascondiamoci qua, qui non ci potranno vedere - mi disse col fiatone.
Dopo mezz’ora erano ancora li a cercarci.
- Per quanto tempo ancora resteranno li come delle galline  a cercarci?-  li domandai
- Tranquilla, ora se ne vanno -  mi rispose 
Dopo quella corsa terribile avevo proprio bisogno  di qualcosa da mangiare.
- Che ne dici di fermarci a un bar a prendere  qualcosa - li proposi
- Buona idea – rispose.
Ordinammo due milkshake, gli raccontai  come sono finita qui ‘anche se sarebbe una cosa personale, ma visto che me l’ha chiesto’. Alle due e mezza ritornammo  in hotel.
- Vorresti venire da me, così studiamo e ti faccio conoscere i ragazzi? - mi chiese
- Va bene -  approvai
Louis mi aprii la porta  da gentiluomo.
Mi sbagliavo non era la mia stanza più grande, era la loro.
Entrando tutti mi guardarono e quindi girai lo sguardo. ‘ Ero leggermente  imbarazzata’.
- Piacere, Miriam  -
- Piacere Niall - dandomi un bacio sulla mano
- E’ un onore conoscerti, Harry  per te -
- Ehi ! Batti cinque Miriam , sono Liam - 
- Al vostro servizio signorina, per lei Zayn -
Che saluti avevo ricevuto, io invece li ho salutati con un semplice ‘ piacere’.
- Ora che li hai conosciuti andiamo a studiare -  disse tutto frettoloso Louis.
Salimmo le scale  a chiocciola e come sempre inciampai. 
- Questa è la stanza mia e di Harry invece  sotto  c’è l’altra dove dormono Niall , Zayn e Liam -  mi disse mostrandomi la stanza.
Mi sedetti sul letto. E tirai fuori il libro d’inglese.
- Forza Tomlinson studia inglese una volta per tutte!-  li esclamai
- Sinceramente non ho voglia ora torna più tardi eh..- mi disse ridacchiando
Gli tirai  addosso un cuscino e lui ricambio.  Studiammo per circa  due ore.
- Che ne dici ci prendiamo una pausa - 
- Si, ma per oggi abbiamo finito -  dissi tutta soddisfatta 
- Allora vai a prendere in cucina due Coca e due pacchetti di patatine -
- Oh.. non sono la tua cameriera - 
Mentre scesi le scale  dalla porta entrò una ragazza a dir poco stupenda, diciamo che era acqua e sapone. Aveva gli occhi  verdi, jeans lunghi strappati, canottiera e i capelli lunghi castani mossi. Era Eleanor, ma non capivo cosa ci faceva qui. Appena entrò nella stanza , salii le scale piano in punta di piedi. Ma era ovvio che dalle conversazioni che avevano fatto, erano fidanzati. Appena sentii aprire la porta scesi velocemente le scale  e mi  dirigi  verso la cucina.
Aprii il frigorifero e presi  due lattine di Coca, aprendo la dispensa mi cadde tutto addosso. I ragazzi mi venirono a vedere che cos’era successo.
- Tutto bene - chiese Liam
- Si tutto bene, ma  dovreste togliere qualcosa da quella dispensa - risposi
Mi rialzai spostando  tutto di torno e aiutai i ragazzi a mettere tutto a posto.
Poi salii nella stanza di Louis,ma non c'era ' sarà uscito con la sua ragazza' , quindi  presi lo zaino e me tornai di corsa nella mia  stanza. Salutai i ragazzi e loro ricambiarono . 
Bussai, ma mio padre non aprii e fui costretta a cercare le chiavi. Dentro quell’accumulo di libri non le trovai: che stupida stamattina non le ho prese.
 Tornai nella stanza dei ragazzi.
- Questa sera potrei dormire da voi? - chiesi 
- Va bene non c’è nessun problema, puoi dormire nella camera  mia e di Louis, io dormirò sul divano - mi rispose Harry
- No, ma non preoccuparti dormo io sul divano - replicai
- Insisto, vai tu, io dormo sul divano -  replicò lui
Visto che Harry  mi aveva offerto la sua camera salii e mi sdrai sul letto.
Erano le nove di sera e non riuscivo a dormire. Non ne sapevo la ragione.
Louis  non era ancora tornato . Mi alzai da letto e andai a chiudere la finestra ‘ sinceramente avevo freddo, c’era un vento’. Ma appena tornai a letto si riaprii per il vento. 
Quella maledetta finestra sbattè di nuovo e  mi svegliò, mi alzai dal letto stiracchiandomi.
Da dietro Louis chiuse la finestra.
- Alla buon ora ! -
- E tu che ci faresti qui nella nostra camera ?-
- Eh..  non avevo le chiavi per aprire la porta -
- E dove le hai dimenticate? –
- Dentr.. etciu, dentr .. etciu,  le ho dimenticate dentro casa -
- E tuo padre ?-
- Non c’era…-
Appena appoggiai la testa sul cuscino , mi riaddormentai come ‘ un ghiro’. 
Quando mi svegliai mi sentivo davvero male.
- Dai dormigliona che dobbiamo andare a scuola - mi disse entrando dalla porta.
- Sinceramente non mi sento molto bene - risposi 
Louis mi sentii la fronte, prese il termometro e mi misurò la febbre.
 
- Quanto ho?-
- 39 -
- Ma tu non dovresti andare a scuola ?-
- No, ormai, oggi resto qui con te ! –
- Grazie Lou !-
Non mi ripresi molto facilmente, ma comunque ridevo e scherzavo con Louis.
Mi lanciò addosso la sua felpa, sapeva di lavanda. Pur avendo la febbre lo aiutai a studiare matematica. Poi mi feci un  breve riposino. Al risveglio mi ritrovai Louis che mi accarezzava i capelli ‘ era dolcissimo’.
Mi girai guardandolo con occhi dolci, lo baciai sulla guancia e tutta indaffarata mi girai dall’altra parte del letto. Arrivò un messaggio a Lou.
- Perché mai dovrebbe scrivermi mio padre?!-
- Cosa dice? –
- “ Oggi è il compleanno di tua nonna, non ti sei neanche sprecata di venire e fargli gli auguri!” -
- Aspetta, ma guarda che questo è il mio e io ho il tuo. Facciamo una cosa vado li direttamente e faccio prima, vuoi venire?-
- Va bene ! -
Uscimmo dall’hotel, prendemmo il primo taxi che ci capitava. Erano solo le due del pomeriggio, perché dovevo proprio andare da mia nonna  quando potevo farli semplicemente gli auguri  via telefono.
- Quanto dista Londra da Doncaster ?- chiesi a Louis
- Circa un’oretta -  mi rispose
Per tutto il tempo stetti zitta, sono una di quelle persone che non smettono mai di parlare , ma sto cercardo di trattenermi . Arrivati a destinazione alle tre , mi fermai in un negozio di gioielleria. Presi un una collana di diamanti con un ciondolo con sopra la lettera “J” e con i fiorellini intorno.
- Sono cinquanta sterline -  disse il signore al bancone.
- Tranquilla la pago io - disse Louis consegnando i soldi.
Presi il sacchetto e uscimmo dal negozio, per dirigerci verso casa di mia nonna.
- Dove sarebbe casa di tua nonna ?-  mi chiese
- Lì sotto i portici -  risposi
Citofonai al citofono e mi aprii il nonno . Louis prese l’ascensore mentre io salii le scale. Era un sottospecie di gara  ‘ il bello è che non sapeva a  che piano doveva andare’. Arrivata al secondo piano col fiatone vidi che Lou era già lì. Quando entrammo regnava un silenzio, che a casa mia non è mai esistito .Entrai in cucina dove c'era mia nonna che lavava i piatti
- Auguri nonna ! –  esclamai 
- Grazie Miriam –   rispose
- Tieni questo è il tuo regalo -  dissi consegnandolo 
Aperto lo presi e le lo misi attorno al collo.
- Ma chi è il tuo ragazzo? -  mi chiese
- No non è il mio ragazzo, è solo un amico - risposi
-  Ah.. che peccato , sareste una bella coppia insieme - disse mia nonna.
Feci cenno di seguirmi sul balcone.
- Scusa, se ti ho coinvolto in questa situazione, almeno non ci ha chiesto altro – dissi abbassando lo sguardo
- No, non preoccuparti , cosa poteva chiedere ? – mi domandò Ci dirigemmo verso la porta.
- Beh… se rispondevo di si, chiedeva di dare un bacio e quindi … è successo un po’ di volte un po’ di tempo fa, comunque ora andiamo - risposi puntando lo sguardo in alto 
Ci dirigemmo verso la porta
- Miriam tieni le chiavi !-  urlò mio padre lanciandomele
- Ah.. grazie - risposi girandomi e prendendo le chiavi al volo
Prendemmo un taxi qualunque mentre salimmo c’era Meg che correva come un matta.
- Ma cosa ci fai tu qua?- chiesi
- Sono venuta per il compleanno di una mia amica e invece  tu?-
- Per il compleanno di mia nonna-
Da questo momento parlammo per tutto il viaggio ‘lasciando un po’ in disparte Louis’. Arrivati a Londra, scesi dal taxi e chiesi a Meg se voleva stare da me e lei approvò. Però visto che voleva conoscere i One Direction, andammo nella loro stanza. Quando Meg entrò, vidi che a Harry li si illuminarono gli occhi. 
La salutarono allo stesso modo in cui avevano salutato me.
- Che ne dite se andiamo tutti al  cinema alle otto , per conoscerci meglio ? - chiese Lou
- Va bene, ma senza ragazze - risposi guardandolo
- Che cazzo ho detto ! -  pensai tra me e me .
Anche per gli altri andava bene. Erano già le sei e non avevamo ancora deciso cosa mettere. Avevamo praticamente svuotato tutto l’armadio, ma non c’era niente di carino. In tutto quel casino c’era un vestito che arrivava fino alle ginocchia, bianco a righe blu, con una sottile cintura bianca in mezzo.
- Questo ti starebbe benissimo - le dissi 
- Vediamo, aspetta che vado a provarlo -
Intanto cercavo qualcosa adatto a me. Avevo trovato nella mia valigia, il vestito che mi mise mia madre prima di partire. Mi raccontò che lo mise al suo primo appuntamento con  papà.  Arrivava sopra le ginocchia, aveva la parte  sopra  bianca  con fiorellini neri e quella  sotto blu acceso e aveva anche fascetta nera in mezzo.
Intanto Meg uscii dal bagno dirigendosi verso lo specchio.
- Allora ti piace ? – le chiesi 
- Si… carino – mi rispose un po’ disgustata.
Andai a provarmelo  e quando uscii c’era Meg  che provava delle scarpe  con i tacchi alti circa 3-4 cm. Presi le superga dall’armadio: non ero abituata a portare i tacchi, sono molto sportiva.
Prima che le indossassi  Megan me le prese  e me le buttò  nell’armadio. Mi prese un paio  di ballerine blu. Erano appena le sei e mezza, l’appuntamento era tra due ore  e il tempo, in quel periodo, non passava molto velocemente. Ci sedemmo sul divano , accendemmo la tv e finimmo  sul  Jersey Shore , lo odiavo con tutto il cuore, a differenza di Megan che lo adorava. Ma notai che non era particolarmente attenta, cosa davvero strana da parte sua. 
- Meg -   la chiamai . Dovevo scoprire  che cosa le  succedeva.
- Che c’è ? –  si girò  e notai un’espressione  triste e delusa
- Che ti  succede ?-
- Nulla , perché?-
- Hai una faccia ! E’ da quando che abbiamo programmato un uscita con i ragazzi  che sei così, che  hai combinato? – spalancò gli occhi , ero sicura  che il problema  era con la serata  al cinema  di  questo stesso giorno. 
- No ti sbagli va tutto b…-
- Megan  Holmed , sputa il rospo! -  la bloccai alzando la voce.
Sapeva che quando insistevo, lei era obbligata  a confessare.
- Okay… stasera a me non va  di uscire…- ammise con un sospiro. 
Sgranai gli occhi  e il cuore mi iniziò a battere, me lo sentivo in gola. Perché ?  Perché ? , dov’era  il problema? Cosa c’era che non andava ? In  quel momento mi diedi dell’imbecille da sola per averglielo chiesto, se non fossi stata  la solita insistente testarda, ora  non  sarei sul divano con il cuore che mi  martellava il petto, per come mi sarei potuta sentire sola quella sera. Non feci neanche in tempo a chiederle perché non   volesse uscire, che entrò…







 
Ciao a tutti , questa è la mia prima storia e sono
ancora una principiante a scrivere storie . Spero che 
vi piaccia e che recensite in molti,
ci ho lavorato da ieri pomeriggio.
Quando arriveremo  a 4 recensioni, 
metto il secondo capitolo.

Ci vediamo nel prossimo spazio d'autrice.
Un bacio
Fe 

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Fe Giammalik