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Autore: wallyblabla    08/08/2012    1 recensioni
Non sono brava a presentare ciò che scrivo, penso che quello che leggerete si spiegherà da sé.
Ah, non si può mai sapere quanto possano essere di ispirazione i Led Zeppelin in piena notte.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Give me a long kiss goodnight and everything will be allright.


30.05.2009
 
Grigio. Dalla finestra della mia stanza filtra, attraverso le tende, una lieve luce grigia. Grigio come solo uno strano cielo piovoso di maggio può essere. Seduta sul letto a gambe incrociate, guardo dalla finestra ciò che accade fuori; gente colta alla sprovvista da questa lieve pioggia cerca di ripararsi come può, coprendosi il capo con una borsa o con uno di quei volantini pubblicitari che lasciano davanti ai portoni dei condomini.
Corrono sui marciapiedi di pietra rossastra e cercano di arrivare alla propria meta senza che la giacca nuova di Armani si bagni o che la messa in piega appena fatta si rovini, cercando di non far andare tutto quel lavoro di lacca e forbici in fumo. 
La ricompensa per il loro duro lavoro. Che pena.
Con un sospiro stanco mi passo prima una mano sul viso e poi tra i capelli, per legarli in una coda alta. 
Da quanto tempo non dormivo? 
Ormai avevo perso il conto dei giorni precisi.
La valeriana può aiutare a dormire quanto ti pare secondo i medici, ma non credo che esista un erba che ti eclissi dai pensieri. Beh, forse.
Guardo lo schermo del pc e mi rendo conto che ancora non ho scritto nemmeno il titolo dell’articolo che devo presentare fra due giorni. Ma che titolo posso mettere ad un articolo che parla dei rischi della mastoplastica additiva? “Attente alle bombe”? Oppure “Palloni che scoppiano”? 
Niente. Vuoto assoluto.
Ma la mia mente, invece di concentrarsi sull’articolo, è fissata su ben altro. 
Shannon.
Dov’è adesso?
Chissà quanti fan farà impazzire questa sera.
Chissà quale donna lo farà impazzire questa notte.
Anni di amore, complicità, passione spazzati via da un vento di Settembre. Lettere d’amore gettate via come spazzatura, fiducia fatta a pezzi come un castello di sabbia.
Forse noi eravamo come castelli di sabbia. Qualcosa che è bello appena costruito, ma che dopo poco si sgretola e si distrugge. 
Ma non potevamo fare altrimenti. Il tour da cominciare, il lavoro che ci assaliva. Le serate a coccolarci nel letto furono sostituite da serate passate al computer a scrivere articoli per il giornale o chiusi nello studio di registrazione a incidere e scrivere nuove canzoni. Dopo quasi un anno di fidanzamento sparirono le cene romantiche, le parole dolci, i regali improvvisi e i sorrisi speciali. 
Le nostre ultime nottate le abbiamo passate in letti separati, conseguenze di litigi e grida, perlopiù senza senso.
Ma le nostre promesse non erano abbastanza.
Le preghiere per questo amore erano come droga.
I nostri segreti non li sapremo mai. 
I silenzi, quelli erano peggio degli insulti e dei rimproveri.
Guardo l’orologio, le venti e trenta passate. Il cielo ormai non è più grigio e le nuvole ancora cariche di pioggia creano una strana atmosfera nel cielo oscuro.
Katie stranamente non è ancora arrivata. Strano, lei stacca alle otto di solito. Con un ennesimo sbuffo mi alzo dal letto, decisa a mangiare qualcosa. In cucina preparo una enorme insalata di pomodori quando suonano alla porta. Del tutto certa che fosse Katie che si era dimenticata le chiavi per l’ennesima volta, apro la porta senza chiedere chi fosse.
Questo dovrebbe valermi come insegnamento per la prossima volta.
Davanti ai miei occhi c’è Shannon, inzuppato dalla testa ai piedi per la pioggia. E’ lo spettacolo più buffo che avessi mai visto, eppure non riuscivo nemmeno a sorridere.
E’ uguale a come lo vidi quella mattina di Settembre. Ma la barba è cresciuta e lo sguardo è velato di una tristezza che mi fa subito partire il cuore a mille.
«Se vuoi che ti lasci in pace lo faccio.» Esordisce all’improvviso. La sua voce. Forse la cosa che mi era mancata più di tutti di lui era proprio la sua voce. Quando mi sussurrava parole d’amore prima di addormentarmi… 
«Cosa vuoi Shannon? Perché sei qui?» Balbetto. Non ci posso credere.
«Vuoi che me ne vada?»
Non rispondo. Come avrei potuto farlo andare via? Come, se l’unica cosa che desidero è buttarmi di nuovo fra le sue braccia e constatare se il suo profumo è ancora buono come quella mattina di Settembre? 
«Sono qui perché a volte incontri una persona e capisci che tutto quello che hai fatto fin’ora, tutto quello che è stata la tua vita fino a questo momento, dev’essere stato giusto, non può essere stato troppo brutto o troppo sbagliato, se ti ha portato a incontrare questa persona. E tu per me sei questa persona. Ti sto chiedendo se vuoi che me ne vada.»
Il cuore prende a battere sempre più veloce e in questo momento mi chiedo solo se tutte queste pulsazioni un giorno mi potrebbero causare problemi.
Continuo a rimanere in silenzio. Sento le lacrime che cominciano la loro salita verso gli occhi. 
«Se sei qui per andartene di nuovo, ti prego di farlo ora e non dopo che…»
«Dopo cosa?» mi chiede, avvicinandosi. 
Il suo profumo. Inspiro forte e lo riconosco. Lo stesso di quella mattina di Settembre.
«Ti prego…» la mia voce trema. «Se pensi che presentarti qui davanti casa munito solo di un paio di belle parole, possa bastarti per farti ritornare, davvero, ti stai sbagliando.»
Ma lui si avvicina ancora e il suo profumo mi inonda del tutto. Il suo profumo, che ha segnato quasi tutti i momenti più belli dell’anno passato.
«Sono qui, sono qui con te. Sono qui per restare.»
In quel momento sento le sue labbra morbide sulle mie e le sue mani che carezzano delicate le mie guance. Ricambio il bacio, intontita dal suo profumo e dalle sue parole, mi abbandono e lo abbraccio. La sua bocca sostituisce le sue mani e comincia a baciarmi le guance, la fronte, gli occhi, il naso per poi tornare alle mie labbra, ma con una passione del tutto nuova. Mi guarda negli occhi e non resisto. Quello sguardo mi ha stregata troppe volte e so già che questa non sarà l’ultima. Senza neanche accorgermene ci spostiamo in camera da letto e l’unica cosa che noto è che la finestra aperta ha fatto entrare la pioggia che ha infradiciato pavimento e letto. 
Mi sento ferita, ma i suoi baci, le sue carezze le sue parole d’amore che tanto mi sono mancate mi fanno rinascere e sentire come non mi sentivo da quella mattina di Settembre. 
Ci ficchiamo nel letto e facciamo l’amore, ed è bello, così bello che facciamo l’amore un’altra volta e ci giriamo entrambi verso la finestra aperta lasciando che ci piova addosso e il suono della pioggia diventa bellissimo quando è in armonia col suono dei respiri, quando puoi godertelo a occhi chiusi sfidando il freddo del mondo là fuori nel tepore di un abbraccio.
Tiriamo su le lenzuola inzuppate e ci copriamo fin sopra i capelli e rimaniamo lì sotto a fissarci in silenzio. Mi guarda serio, con quegli occhi che mi ricordano i pomeriggi passati al parco all’ombra di un salice a leggere libri (thriller per lui, poesie per me) con la sua testa poggiata sulle mie gambe e io che gli carezzavo i capelli. Il suo sguardo finto scocciato quando interrompevo continuamente la sua lettura per leggergli un pezzo di una poesia e lui sorridendo mi passava la matita che era nella borsa e mi chiedeva di sottolineare le cose che mi colpivano di più, così che avrebbe potuto leggerle anche lui prima di addormentarsi e capire perché mi era piaciuta.
Ora non volevo chiedergli come fosse arrivato qui da me. Quale scusa avesse accampato al fratello per poter sparire in questo modo. Quel momento era così perfetto che mi sembrava che non fosse mai finita. 
Comincia a giocare con i miei capelli, li sposta dal mio viso e se li arrotola alle dita creando dei ricci, li annusa e sorride, sorride come una volta, lo stesso sorriso che mi regalava tutte le mattine quando ci svegliavamo attorcigliati nelle lenzuola.
«And so today, my world it smiles, your hand in mine, we walk the miles.» Canta sottovoce una delle mie canzoni preferite e mi sorride. «Thanks to you it will be done, for you to me are the only one.»
«Sei stonato, lo sai.» Cerco di ricambiare il sorriso, ma sento gli occhi appannarsi. Lui mi accarezza piano il collo e scende, scende fino ai fianchi e mi avvicina a lui ancora di più, continuando a cantare. 
«Happiness, no more be sad, happiness… I’m glad.»
Poggia la sua fronte contro la mia e ride. Una risata cristallina, bellissima, la sua.
«If the sun refused to shine, I would still be loving you.» Canto insieme a lui con voce rotta dall’emozione e una lacrima scappa dai miei occhi e scende sulla guancia, ma lui blocca la sua discesa baciandomi piano il viso.
«When mountains crumble to the sea, there will still be you and me.» Queste ultime parole me le sussurra all’orecchio, come se fossero un segreto. Io invece riesco appena a mimarle con la bocca perché le lacrime cominciano a scendere veloci. 
C’era da rompere gli argini. 
Gli accarezzo il viso e lui poggia la guancia sulla mia mano come se fosse un cuscino. 
«Mi sei mancato.» Mi costringo a dire tra le lacrime. 
Lui mi guarda serio e dice: «Ma io non me ne sono mai andato. Fino all’ultimo resto di noi, io resto.» 
 
La mattina dopo mi sveglio ancora al suo fianco, ancora attorcigliati nelle lenzuola come una volta. Mi alzo piano, cercando di non smuovere il letto per non farlo svegliare e sul comodino vedo il mio cellulare che lampeggia. Un messaggio. Un messaggio di Katie:
Dormo da Rob stanotte. Preparati una camomilla e cerca di dormire, ti prego. Domani è un nuovo giorno!
Sorrido leggendo le sue parole e senza pensarci mi volto verso Shannon, che si stava svegliando.
«Buongiorno…» farfuglia, cercando di riprendersi dalla lunga dormita. 
Gli sorrido e spengo il telefono e di nuovo tra le sue braccia penso che con lui forse potrebbe essere davvero un bel giorno.



Allora, davvero, non ho ncora capito bene cosa ne sia uscito fuori. Insomma, l'ho scritto alle tre di notte e alcuni pezzi non mi fanno impazzire. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, e non insultatemi.
Ps: La frase in grassetto verso la fine è una citazione di Erri de Luca, che io amo da impazzire, e non pensavo mi fosse stato tanto d'aiuto. 
   
 
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