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Autore: genesis18    21/02/2007    4 recensioni
La camera di Draco racchiude tutte le più importanti prime volte di Ginny Weasley. Ginny visita per la prima volta la camera di Draco Malfoy, ed in venti minuti riesce a mettere alla luce tutto quel che c'é da sapere su di lui. Questa fanfiction sarà suddivisa in tre capitoli, ed ognuno racconterà le prime volte di Ginny Weasley.
Nota: R per il secondo capitolo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fase uno: Visitando

Ginevra Weasley respirò a fondo prima di posare una mano sull'uscio. Si trovava di fronte alla porta della camera di Draco: quante volte aveva sognato di poterlo fare?

L'idea che Draco l'avesse lasciata lì davanti con la scusa di dover andare alla lezione privata d'equitazione (che per di più veniva svolta proprio nel 'giardino' dei Malfoy) incollerì Ginny, che tolse la mano dall'uscio per la sesta volta quel giorno. Non capiva perche la prospettiva di entrare in quella camera la innervosiva tanto; dopotutto era soltanto una stanza con quattro muri, un letto, un armadio ed un paio di finestre. Ginny si passò una mano tra i capelli ed entrò.

Si rese conto che la 'cameretta' di Draco Malfoy non era affatto 'una stanza con quattro muri, un letto, un armadio ed un paio di finestre.' Letteralmente. Era talmente enorme che Ginny quasi dovette strizzare gli occhi per intravedere il termosifone che si trovava al lato estremo dalla porta. Non c'erano quattro muri, ma era di una forma ovale. 'Ovale', pensò Ginny, sbalordita. Il letto era grande abbastanza da accomodare Hagrid e Madame Maxime insieme, comodamente; una porta conduceva al bagno privato grande quanto il soggiorno della Tana; sulla parete c'erano scaffali in legno di mogano ripieni di libri di Magia Nera. Camminare nella stanza di Draco era bellissimo: un tappeto, persiano o turco, Ginny non ne aveva la piu pallida idea, copriva tutto il pavimento, ed era soffice e morbidissimo. La stanza era buia: solo una piccola finestra si affacciava al verde immenso del bosco dei Malfoy. La stanza, nonostante grandissima, non conteneva tante cose: soltanto una poltrona di velluto blu scuro ed una spettacolare bacheca in cristallo che esponeva la nuovissima Firebolt.

Ginny si sedette sulla poltrona, serrando le labbra.

'Ecco,' pensò lei, irritata, 'finalmente hai visto la camera di Draco. Dovresti gioire.' Ma non gioiva affatto, e questo la spaventava. Si riguardò intorno. Era la stanza dei sogni. Tendeva al tradizionale, ma persino le persone piu avant-garde non sarebbero riuscite a disprezzare tale lussuria.

"E vuota," mormorò Ginny, mentre il cuore si strinse, vittima di una strana morsa di compassione. Si era aspettata che Draco possedesse foto, medaglie di equitazione, penne e pergamene sparpargliate sul tavolo, tutte ben esposte intorno alla cameretta.

Scioccamente, si era aspettata che la cameretta fosse quella di un normale ragazzo di diciassette anni. Si alzò dalla poltrona e si mise a frugare tra i libri di Magia Nera sugli scaffali. Era innamorata di Draco, così tanto che era disposta a leggersi libri del genere solo per riuscire a sapere qualcosa di piu su di lui.

"Come materializzarsi illegalmente tra le mura di Hogwarts... La migliore tortura senza occorrere al Crucio... Che razza di libri si va a leggere questo ragazzo?!... La scorciatoia per una pozione polisucco... Quando gli orchi e i trolls si rendono utili, bene, adesso capisco veramente perche il cappello parlante ci ha messo meno di un millisecondo per mandarlo a Serpeverde... E che diamine è mai questo?" Ginny sbarrò gli occhi alla vista di un qualcosa che assomigliava sospettosamente a... a una delle riviste che si leggeva sempre Harry. La tirò fuori, sembrava che fosse stata nascosta apposta, rintanata ben bene tra gli oscuri libri di Arte Oscura. Era una rivista. Sulla copertina c'era un campo verde, e tre uomini vestiti uguali, con maglietta e pantaloncini al ginocchio, che lottavano per una palla dipinta in bianco e nero. Il titolo della rivista era 'Calcio: oggi'. Calcio... le suonava familiare questa parola. Era sicuramente babbana.

"Ma sì!" esclamò Ginny, un sorrisone stampato sulle labbra. Era quello sport che suo padre si ostinava a guardare sulla televisione, nonostante nessuno della famiglia ci capisse un'acca. Solo Harry riusciva ad interessarsi insieme al signor Weasley, ed in effetti, sembrava essere veramente un appassionato di quello sport. E dunque Draco era segretamente infatuato dal calcio. Uno sport babbano, che l'ormai defunto signor Malfoy avrebbe considerato 'spazzatura'. Questa sì che era una bella scoperta.

Ginny, presa da un entusiasmo improvviso, si mise a cercare altri indizi che avrebbero dimostrato che Draco Malfoy era come un qualsiasi diciassettenne. La sua logica la spinse a sbirciare tra i cassetti. I primi cassetti non rivelarono niente. Pezzi di pergamena di compiti d'estate incompleti, foglietti con le ricette delle pozioni illegali trascritte sopra, tutte cose che avevano a che fare con la scuola. Poi, nel penultimo cassetto, seppellito dai biglietti di auguri dei tutti i suoi compleanni passati, Ginny notò una busta bianca. Trionfante la tirò fuori. Non era per niente piena, quella busta, ma era sigillata bene, con qualche stupido incantesimo. Senza esitare, morse un lato della busta e la strappò con i denti. Una ventina di foto, grandi quanto il dizionario di antiche rune di Hermione, caddero per terra.

Erano foto bellissime. Le uniche foto che aveva visto di Draco erano quelle con intorno una cornice gigante fatta in oro, quelle che mostravano i visi impassibili e freddi dei componenti della famiglia Malfoy. Queste invece... Ne studiò una. Era Draco a otto anni, vestito casualmente, intento a giocare con dei cavalli e soldatini in miniatura. Un'altra foto raffigurava Draco tra le braccia della madre, e tutti e due ridevano, completamente ignari della fotocamera. Là Draco doveva avere al massimo 3 anni, biondissimo, gli occhi grigi ridenti, e i primi dentini in bella vista. La madre, Narcissa Malfoy, era splendida. Lei lo aveva sempre pensato, senza quell'aria da gran donna di lusso, la madre di Draco sarebbe stata stupenda. Rideva, e sembrava giovane, innocente e spensierata. L'amore verso il suo unico figlio poteva essere letto negli occhi chiari e genuini. Ginny si asciugò una lacrima con la mano e prese in mano un'altra foto. Era una foto scattata verso i dodici anni di Draco, e questa foto la fece sorridere. Stava accasciato sulla poltrona della sala comune di Serpeverde, e Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Pansy Parkinson e Theodore Nott stavano accanto a lui. Ognuno di loro era intento a trafficare con dei bicchieri e una bottiglia di Firewhisky. Era una bella foto, nonostante tutti quei Serpeverde. Ginny si mise a guardarle tutte, un vortice di emozioni contrastanti. Foto nitide, spontanee, vivide.

Ginny trovò la pila di CD, quelli grossi, neri, i dischi fonografici, in un contenitore di plastica nascosto nel cassetto del comodino. Il giradischi era pronto, estratto da un altro cassetto. Tutti gli artisti erano rispettabilissimi cantautori purosangue, che però alla famiglia Weasley non piaceva più di tanto. Loro preferivano il jazz babbano, l'unica consolazione dell'incompreso signor Weasley. Ginny, convinta di sentire le note del famoso cantautore chiamato con molta originalita Puresang, si rilassò sul letto, ma si raddrizzò subito quando si accorse che stava suonando 'She loves you' di The Beatles. 'Ma che diavolo...' Restò ad ascoltare, e dopo di 'She loves you' fu il turno di 'A hard day's night', e Ginny capì che quel CD era, in incognito, tutta la collezione delle canzoni di The Beatles. Cambiò CD, e stavolta la musica chiassosa dei Green Day si fece sentire. Sconvolta, Ginny imparò quali gruppi o cantanti Draco adorava, e trovò certi che amava anche lei, come i White Stripes o i Muse. Ma il colmo arrivò quando sentì una canzone familiare, quella di cui Hermione era innamorata persa. La voce di Celine Dion si diffuse nella stanza, e Ginny non potè trattenere uno strillo di sgomento.

Durante l'ispezione, Ginny s'imbatté contro oggetti che avrebbe preferito evitare. Ad esempio, il mucchio di riviste porno che trovò sotto il materasso del letto, dove le donne in copertina molto simili a Fleur Delacour e Cho Chang ballavano provocantemente, completamente nude. Un'altra cosa che fece saltare i nervi a Ginny furono i risultati dei GUFO che scovò, cacciato tra il dizionario francese-inglese e un libro di pozioni. Constatò con rammarico che Draco era un ragazzo decisamente brillante. Aveva preso tutti eccellente e oltre ogni previsione: cosa irritante, considerando che Ginny si impegnava cento volte piu di lui ma riceveva voti cento volte piu bassi. Trovò anche una cartelletta con dentro una pila di disegni fatti da lui. Aveva uno stile piuttosto astratto e malinconico, molto Claude Monet. Draco adorava disegnare tutto quel che vedeva dalla sua piccola finestra: il cielo, il verde e lo sbattito delle ali degli uccelli. Ginny lo trovò molto attraente. Non riusciva a soffocare quel desiderio di avere Draco stretto a se.

Ci fu una porta ben nascosta, vicino alla finestra. Infatti Ginny si era finalmente accorta che mancava l'armadio per finire in bellezza la camera di Draco. Ebbe il presentimento che quella porta l'avrebbe condotta nel mondo della vanita di Malfoy jr. Ed aveva ragione. Rimase a bocca aperta appena mise piede dentro quella terrorizzante dimensione. E quello doveva essere 'l'armadio' di Draco? Vide un mare di colori alla sua destra e anche alla sua sinistra. Mantelli di seta, velluto o cashmere erano riposti in ordine di colore sugli scaffali, e pantaloni, maglioni, camicie, cravatte, scarpe e magliette occupavano solo la metà dello 'sgabuzzino': infatti l'altra metà era dedicata agli accessori. Draco possedeva dei gioielli assurdi, ed una bacheca intera era rivolta agli orologi di tutte le forme, colori e materiali. Ginny decise che era la ragazza piu sfortunata del mondo: era innamorata di un ragazzo che aveva il privilegio di possedere cinquemila vestiti e diecimila accessori in più di lei, la donna.

"Ah, bene, persino i profumi!" quasi gridò lei, alzando un braccio rabbiosamente verso la schiera di eau de cologne di finissima marca. Ginny afferò uno sgabello e ci salì sopra, per dare un'occhiata agli scaffali più in alto, quelli più polverosi. C'erano tantissime buste, e se ne muovevi una di un millimetro scarso, la polvere rischiava di intossicarti. Ne tirò fuori due a caso, attenta a non respirare, e si mise comodamente seduta per terra. Una busta conteneva un costume da gatto nero. Doveva avere la taglia di un bambino di quattro anni, e Ginny ci mise subito a capire che doveva essere il costume di Carnevale di Draco quand'era piccolo. Era troppo carino. Le orecchiette, la coda, e i baffetti incorporati erano un amore a vedersi. E Ginny riusciva ad immaginarsi perfettamente un mini-Draco vestito da gattino.

Estrasse un altro costume dall'altra busta. Era un semplice completo, tutto in tinta unita, nera. Un mantello nero, un cappello alla Zorro nero, dei pantaloni neri, una camicia nera e un bermuda nero. Era della stessa taglia del gatto. La realizzazione arrivò lentamente per Ginny. E poi capì. Fu come se la sofferenza dell'infanzia di Draco fosse stata improvvisamente addossata su di lei, e pianse, versando molte lacrime, più di quanto ne avesse mai versato per se stessa in vita sua. Se lo poteva immaginare benissimo: Draco, emozionatissimo, pronto a camuffarsi da gatto, non vedendo l'ora di sorprendere Blaise e Pansy. Narcissa che entra nella stanza di Draco, lo trova già vestito nel costume da gatto tanto voluto. Narcissa che esita, Lucius Malfoy che entra anch'esso ed ordina categoricamente a Draco di vestirsi da vero nobiluomo. Lucius Malfoy che gli tende un completo tutto nero, e Draco che si sente come se tutti i suoi sogni venissero frantumati. I sogni di un piccolo bimbo...

Ginny pianse un altro po, cercando di calmarsi. Il suo Draco. Rimise tutto a posto ed uscì dall'armadio. Si mise sdraiata sul letto, aspettando il ritorno di Draco. Erano passati solo venti minuti da quando aveva messo piede in quella stanza. Si rigirò sul soffice letto, e vide probabilmente l'unica cosa che sarebbe riuscita a consolare Ginny in quel momento. Il comodino di legno, spoglio da qualsiasi cosa tranne che per una lampadina antica, divenne l'unica cosa che Ginny riuscì a vedere. Incisa sul legno, in minuscole lettere, vide la scritta '28 maggio 1999'. Due mesi fa. Il compleanno di Ginny. Il giorno in cui gli confessò i suoi sentimenti. Le parve come ieri, quando una stravolta Ginny andò a trovare Draco, che straordinariamente, dopo la morte di Malfoy senior, riuscì a farsi avvicinare da quella cascata di capelli scarlatti. Gli dichiarò quel che aveva provato da fin troppo tempo, e come aveva previsto, Draco non le diede risposta. Rimase solo in silenzio, e finì li, come se non fosse successo niente. Ginny non ci diede peso. Pensò che solo il tempo poteva portarle quello che cercava in Draco.

Ma non si sarebbe mai aspettata di trovare una prova che suggeriva così evidentemente i sentimenti di Draco verso di lei. Forse poteva essere che il 28 maggio fosse successo qualcos'altro. Forse Draco si era innamorato di un'altra proprio quel 28 maggio, senza dirle mai niente. Ma lo dubitava, e il suo cuore si riempì di speranza. Era una sensazione bellissima.

Uscì dalla camera di Draco e raggiunse il soggiorno del Malfoy Manor. Vi trovò Narcissa, intenta a cucire qualcosa. Ginny sentì le mani cominciare a sudare, ed abbassò lo sguardo. Narcissa, invece, lo alzò. Il viso nobile e bellissimo era contratto, glaciale, ma gli occhi la tradivano. Quelle pozze azzurre emanavano gentilezza verso l'unica ragazza che era riuscita ad aprire il cuore del suo Draco in tal modo. Rimase ad aspettare che Ginny dicesse qualcosa, immobile.

"Volevo... ehm, volevo sapere... volevo sapere quale piatto Draco preferisce mangiare!" balbettò Ginny, maledicendo se stessa. Narcissa non trattenne un mezzo sorriso:

"Il piatto preferito di Draco? Gli piace molto la torta di mele." Ginny deglutì, e chiese timidamente:

"Non e che potrebbe aiutarmi a prepararne una? Non ne sono capace." Narcissa s'arrese e lasciò il sorriso trattenuto aprirsi sul volto etereo.
  
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