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Autore: ciervu    08/08/2012    4 recensioni
Dal primo capitolo:
"Il ragazzo si sentiva alquanto irrequieto quel giorno,infatti oltre al fatto che non aveva fatto colazione come al suo solito con una dose extrastrong di caffè lungo con doppia panna, non aveva neppure l'accendino per godersi almeno un piccolo sfizio nato quando tutto il casino di Jason aveva preso forma.
Justin si alzò dalla sedia, camminando su è giù per il piccolo ripostiglio.
Non ce la faceva più, ogni giorno era sempre la solita solfa. Lettere, lettere, blog, lettere. Le uniche volte che amava quella sua stupida routine era ogni sei mesi, dove iniziava a buttare già bozze di canzoni che poi si sarebbero spacciate per canzoni di Jason."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My brother's star

1
Sigarette, antidepressivi e maledizioni

 

Caro Jason,

sono una tua grande fan, amante assoluta della tua musica e delle tue parole.
Si, sai. Sei l'unico cantante in tutto il mondo che si prende cura delle sue fan con un'accuratezza e amore che nessuno si aspetterebbe, come se ti importasse davvero di loro, di noi.
Questo è uno dei tanti motivi per cui sono tua fan.
Ti seguo da quando hai iniziato a recitare in "Crazy Hearts" e non mi sono ancora stancata di seguirti come tutta la gente che mi sta attorno si sarebbe aspettata.
Ci sono molte cose che amo di te, potrei fare un elenco e non terminarlo più, quindi mi limiterò ad elencare i punti più salienti che ci tengo a farti presente:
Punto numero uno: Amo i tuoi capelli. Sono deliziosamente meravigliosi. Di un biondo così chiaro che sembrano tanti raggi di sole. Uno dei miei più grandi sogni sarebbe passarci la mano sopra, scompigliandoteli tutti, così per il gusto di vedere la tua reazione, certa che sarà seccata, ma sicuramente dopo divertita.
Punto numero due: Amo il modo in cui sorridi a tutte le tue fan. Ogni volta che le vedi le abbracci o sussurri loro parole dolci. Si insomma, un giorno mi piacerebbe essere una di loro, fare parte di quelle tue sostenitrici fortunate che hanno avuto l'occasione di conoscerti.
E, per finire, punto numero tre: Amo il modo in cui canti. Le tue canzoni sono meravigliose. So che le scrivi da solo quindi sono molto fiera di te.
Non è da tutti avere il dono di poter esprimere i propri sentimenti con poche parole, e tu ce l'hai.
Quindi, caro Jason, sei fantastico.
Sappi che ti sosterrò per sempre, perchè è questo che le beliebers fanno, ti accompagnano d'ovunque andrai, qualunque scelta farai.
Ti auguro il meglio perchè è quello che meriti,
con amore,
Allie.

Tua fan per sempre.

 

Justin scosse la testa, rassegnato.
Quella era la terza lettera che leggeva nel giro di dieci minuti e già voleva morire.
Estrasse dalla tasca della giacca un pacchetto di sigarette, cercando con frustrazione l'accendino, nascosto chissà dove.
Non trovandolo lanciò il pacchetto contro il computer, arrabbiato come non mai. Quella non era giornata, si disse. Sprofondò nella morbida poltrona in camoscio, prendendosi la testa tra le mani sopraffatto da una forte emicrania.
Ultimamente aveva spesso dolori alla nuca, ma non aveva detto niente a nessuno, solito a tenersi tutto dentro. D'altronde era un tipo molto introverso, chiuso in se stesso, immerso nel suo tetro mondo. Quando qualcuno parlava di lui c'era una forte superficialità, la gente lo definiva strano, ma a Justin non importava, non gli interessava ciò che pensava la gente.
Si passò una mano sulla fronte bollente, gli occhi gli bruciavano per lo troppo sfregamento. Non gli faceva bene stare ore e ore davanti al computer, ma non aveva altra scelta, ciò consisteva nel suo lavoro.
Affondò la testa nello schienale della poltrona, osservandosi attorno.
Si trovava nel ripostiglio di casa di Scooter, era piccolo e scomodo, ma gli avevano assicurato che sarebbe stato un collocamento provvisorio, come se lui ci credesse. L'arredamento era monotono, c'era un scrivania in mogano nuova di zecca, un computer Mac di utlima generazione, una poltrona di pelle nera e una chitarra per mancini addossata ad un angolo della parete.
Justin si sentiva chiuso dentro quella stanza, in prigione. Lo faceva infuriare il fatto che sua madre sapesse che soffriva di claustrofobia ma che sdrammatizzava, dicendogli che non era un luogo piccolo e che comunque c'era un finestra, l'aria passava tranquillamente.
Ma ciò che lo faceva ancora più arrabbiare erano tutte quelle lettere sparpagliate sulla scrivania e sul pavimento.
Lettere, lettere e lettere di centinaia di migliaia di fan che raccontavano quanto i Suoi occhi fossero meravigliosi e le Sue canzoni incredibili.
Justin ne aveva la nausea. Per non parlare del fatto che alcune di queste profumavano di vari profumi, cosa che lui odiava.
Ma un'altra cosa che detestava era quando sua madre e Scooter lo obbligavano a stare segregato in quella stanzetta, condannato a passarci ore intere finchè non avrebbe risposto a tutte le lettere. Gli sembrava di essere uno di quei fenomeni da baraccone costretti a stare chiusi su un ripostiglio per non spaventare la gente o disonorare la famiglia.
Pattie gli aveva spiegato come tutte le altre solite mattine che era necessario che aggiornasse il blog di Jason, seguendo qualche fan e rispondendo a  qualche tweet di ragazzine in fase ormonale disperate.
Inoltre Scooter aveva rincarato la dose raccomandandogli di essere cordiale e gentile con le ragazzine, dicendogli di essere delicato e che pur sempre si riferiva a ragazzine di un target che partiva dagli undici anni, non dai venti, e quindi di non essere sboccato e brutale come al suo solito.
Il ragazzo si sentiva alquanto irrequieto quel giorno,infatti oltre al fatto che non aveva fatto colazione come al suo solito con una dose extrastrong di caffè lungo con doppia panna, non aveva neppure l'accendino per godersi almeno un piccolo sfizio nato quando tutto il casino di Jason aveva preso forma.
Justin si alzò dalla sedia, camminando su è giù per il piccolo ripostiglio.
Non ce la faceva più, ogni giorno era sempre la solita solfa. Lettere, lettere, blog, lettere. Le uniche volte che amava quella sua stupida routine era ogni sei mesi, dove iniziava a buttare già bozze di canzoni che poi si sarebbero spacciate per canzoni di Jason.
Ne aveva già composta una nonostante mancassero quasi due mesi prima dell'uscita del terzo album, parlava di un'amore non corrisposto, costretto a soffocarsi a causa delle tristi circostanze. Dubitava che Scooter accettasse di inserirla nell'album, ma comunque a lui non interessava, gli piaceva il suo piccolo lavoro e non l'avrebbe cestinato per nulla al mondo.
Justin appoggiò lo sguardo su quel mucchio di stupide lettere e si costrinse a rispondere a qualcuna, prima avrebbe iniziato, prima avrebbe finito.
Si gettò sulla poltrona come un sacco di patate e prese a digitare sulla tastiera qualche parola:

Cara Allie,
ti ringrazio per questa meravigliosa lettera.
Sono onorato di avere fan incredibili come te, senza le mie beliebers morirei.
Sono lusingato per quei piccoli elenchi, davvero.
Per quanto riguarda il secondo punto nulla è impossibile, sai? C'è sempre quella piccola possibilità che un giorno ci potremmo vedere, abbracciare, stringere la mano.
Mai dire mai, insomma.
Continua a crederci. Vai contro vento, sii te stessa e segui i tuoi ideali.
Ama i tuoi sogni e falli sbocciare.
Grazie per quelle belle parole,
mi hai illuminato la giornata,
sappi che nessun sogno è troppo grande e che nessun sognatore è troppo piccolo,
con amore,

 

Jason.

 

Justin trattenette un conatto di vomito.
Scrivere risposte a ragazzine di dodici anni non era di certo la sua più grande aspirazione.
Sapeva di essere destinato a qualcosa di grande, di straordinario.
Qualcosa che non aveva a che fare con fare il lavoro sporco per uno stupido ragazzino di diciassette anni pieno di acne in viso.
Tutte le fan si affidavano completamente a Jason, ignare del fatto che fosse un falso ipocrita.
Justin sapeva tutto di lui. Era a conoscenza del fatto che odiasse gli animali (al contrario di come raccontava ai media), era consapevole del fatto che approfittava delle sue fan più grandi per spassarsela, e sapeva che non aveva affatto la voce che si sentiva nei suoi cd o ai suoi concerti.
Justin era la doppia faccia di Jason. Se il primo era introverso e per le sue, il secondo aveva un forte carisma e una potente personalità.
Forse era quello il motivo se era stato scelto Jason come quello con una carriera promettente tra i due, anche se Justin ne dubitava.
Da piccolo non era così, ne era pienamente consapevole. Amava ridere e combinare cazzate ogni volta che ne aveva l’occasione, così, perché gli andava di farle. Tutto cambiò con la separazione dei suoi genitori. Ma ora Justin non voleva pensare a quella faccenda, troppo dolorosa addirittura da rammentare.
Così sospirò, e dopo essersi stretto la testa tra le mani armeggiò con il cassetto più basso della mensola, tirandone fuori una scatoletta bianca. Con mano tremante la aprì, sfilandone alcune pasticche lilla. Ne ingurgitò tre, senza acqua, a secco.
Pochi istanti dopo si sentì già meglio. Gli antidepressi che gli aveva consigliato il dottor Kellan sembravano funzionare.
Ciò nonostante, seppur fossimo dei validi medicinali non permisero a Justin di impallidire davanti a quell’ammasso di lettere che non aspettavano altro che la sua risposta.
L’odio che il biondo nutriva nei confronti di Jason crebbe a dismisura per quanto gli sembrasse impossibile. Lo detestava, lo detestava con tutto se stesso.
E stava iniziando a odiare anche le Beliebers, un ammasso di fracassa palle –almeno così a detta sua-. E poi, cavoli, le fan erano di Jason, e ciò determinava automaticamente che lui stesso si sarebbe dovuto prendere cura di loro; ma no, ovvio che no.
Era Justin quello che doveva sgobbare, facendo tutto il lavoro sporco, seppellendo tutte le sue proteste sotto miglia di sigarette, maledizioni e antidepressivi, mentre Jason si sarebbe preso tutto il merito, come al solito d'altronde.
Ma la cosa che più lo faceva inorridire era il fatto che tra i due ci fosse lo stesso sangue, perchè si, Justin e Jason Bieber erano fratelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ahiee.

Ciao belle, è da una vita che non visito questo fandom. Mi è mancato. çç
Che dire? Questa storia l’ho pubblicata un po’ di tempo fa, ma l’ho cancellata per il poco successo che ha ‘scatenato’. Ma che posso farci? Io AMO l’idea di un Justin seconda scelta, perché –diciamocelo insomma- lui è sempre la nostra prima!
Chi vuoi sposare da grande? Justin!
Chi sarà il tuo amante? Justin!

Qual è il tuo cibo preferito? Justin?!
HAHAH, si sto male. D:
Spero che questa volta, dopo le scarse correzioni che ho fatto, questa storia venga apprezzata.
Mi farebbe davvero piacere avere qualche vostro segno di vita, quindi non sentitevi in imbarazzo a lasciare una recensioncina. (occhietti dolci).

Un bacio enorme

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ciervu

  
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