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Autore: irelaw    21/02/2007    1 recensioni
A ogni tempesta hai la possibilità di nascere ancora e ancora e ancora, basta che ascolti quel grido silenzioso, fallo. Fallo, non perché devi, ma perché vuoi, perché ne hai bisogno, perché cerchi la felicità e non la trovi. Fallo.
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarebbe bello, sì veramente bello poter volare e andare a nascondersi tra le nuvole, quelle bianco puro, belle, grandi, dalla forma indefinita, che si lasciano modellare dal vento

Eccomi qua!!! Questa non è proprio una storia, ma più una riflessione… fatemi sapere!!! Buona lettura!!!

Angeli…

Sarebbe bello, sì veramente bello poter volare e andare a nascondersi tra le nuvole, quelle bianco puro, belle, grandi, dalla forma indefinita, che si lasciano modellare dal vento. E guardare dall’alto questa terra, questa corrente di persone che vanno per lo stesso verso, indifferenti, uguali, con la stessa espressione del viso, quell’espressione da “ormai sono un uomo realizzato”. Fantastico! Essere un uomo realizzato… che bellezza… avere un lavoro, una famiglia, una macchina, magari un cane e fare sempre le stesse cose, ogni giorno, ogni mese, ogni anno, sempre. Magari sperando in una promozione al lavoro che puntualmente non arriva! Fantastico!

Poter alzare lo sguardo e apprezzare il cielo…

poter gioire del sorriso di un bambino…

poter ridere di uno sbaglio…

poter perdonare un errore…

poter baciare la donna amata…

poter nuotare contro corrente senza stancarsi mai…

poter piangere per il dolore…

poter cadere e sapere che ci sarà sempre una mano che ti rialzerà…

Quello sarebbe un uomo realizzato! Certo, utopia… anche se non ho mai capito perché utopia ha un valore così negativo… eppure… c’è pio, pia, padre, il pio pio dei pulcini… eppure utopia è l’idea di una persona irrealista… Mah…

E poi… le nuvole danno sempre un immagine di purezza, tranquillità, anche quando si riuniscono in un grumo nero pronto a sfogarsi in lacrime amare. Anche se poi, alla fine, in fondo, nessuno asciugherà mai quelle lacrime, mai nessuno l’abbraccerà cercando di dare conforto, mai nessuno cercherà di placare i suoi scossi singhiozzi. Mai. Nessuno. Come nessuno mai potrò apprezzare un suo sorriso, un suo gesto, un suo bacio.

Chissà come devono sentirsi quelle nuvole, con la loro apparenza di felicità e tranquillità, mentre il loro cuore si sbriciola, sorriso finto dopo sorriso finto. E alla fine, ma proprio alla fine, crollano e piangono, piangono fino alla morte, fino alla rovina, fino alla distruzione. E scompaiono con il loro primo ultimo sfogo vero e spontaneo, nella sinfonia dei loro ultimi singhiozzi, mischiati agli ultimi battiti del cuore, del loro cuore. E c’è anche chi sorride ed è felice, è felice!, nel vere il cielo azzurro e sgombro dopo la tempesta… felice! Felice nel vedere quell’azzurro calmo e triste perché le uniche cose che lo rendevano più bello, più felice, più lui erano i batuffoli bianchi che sono scomparsi con le SUE lacrime. E come non si può capire la sua sofferenza quando persino la luce e il suono si uniscono al loro dolore con tuoni, fulmini, lampi, saette… tutto quel rumore che ti spaventa, t fa sobbalzare sulla sedia e non sai neanche perché, vuole solo farti capire la SUA sofferenza, perché LUI non è il tipo da imporsi, da farsi notare con forza e prepotenza, lui è quello del dolce picchiettare della pioggia contro il vetro della tua finestra, chiedendo di entrare, piano dolce, piccolo, un lieve bussare per aprire le porte del tuo cuore e a quel piccolo, dolce, lieve, piano, quieto, ritmico, soave bussare si accompagna l’ululato del vento, il rombo del tuono, l’alba del fulmine. E’ un invito a una nuova vita, una nuova aurora, un nuovo nato, perché ogni volta che muore un uomo, un altro ne nasce e tu puoi, puoi nascere ancora una, cento, mille volte. A ogni tempesta hai la possibilità di nascere ancora e ancora e ancora, basta che ascolti quel grido silenzioso, fallo. Fallo, non perché devi, ma perché vuoi, perché ne hai bisogno, perché cerchi la felicità e non la trovi.

Fallo.

Perché qualcuno ha detto homo hominis lupus, è vero, il lupo è nel riflesso dei nostri occhi quando guardiamo qualcun altro, ma è anche vero che in una sola persona della nostra vita vediamo anche qualcos’altro, in un'unica persona vediamo un angelo, l’unico che ci può aiutare, l’unico che ci rende felici. E’ vero. I lupi sono molto di più, molto… ma gli angeli sono immortali, i lupi no!

E magari questo a qualcuno non basta, magari qualcuno può pensare che un solo angelo è poco, c’è chi ne vuole di più, chi non capisce la bellezza di un angelo, chi preso dai pupi si dimentica degli angeli e diventa lupo. Ma un giorno o l’altro, volente o nolente, un lupo troverà il suo angelo e cambierà o forse rimarrà sempre lupo, ma non il lupo di Cappuccetto rosso, sarà il lupo mischiato al cane che ti si avvicina solo per ricevere una carezza e poi non ti abbandona più. E allora vedi incedere per strada un angelo e un lupo, insieme, mano nella mano, e ti chiedi com’è possibile che due creature di natura così diversa, possano stare insieme, prima di girarti e incontrare il tuo angelo.

B:C

(… e Terenzio insegna…)

Grazie a chi legge e chi commenta!!! Un bacio!!!

  
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