Time to grow up.
Il cielo cominciava a
tingersi di rosso sopra l’isola di Kuraigana quando le porte del castello di
Mihawk si aprirono bruscamente: Perona aveva intenzione di farsi una
passeggiata e nessuno scimmione gliel’avrebbe impedito!
Camminava lentamente,
i passi incerti mentre la sua mente vagava tra mille pensieri; avrebbe dovuto
trascorrere i prossimi due anni con due spadaccini esaltati senza avere
notizie del suo adorato Moria, senza sapere se fosse ancora vivo …
Non voleva credere a
ciò che le aveva detto Occhi di Falco, era impossibile che fosse morto, che
fosse rimasta senza alcun obiettivo!
Continuò il suo giro
per una decina di minuti finché non si fece travolgere dallo sconforto, il
cuore che batteva frenetico e le lacrime che le riempivano il viso: senza
rendersene conto, si ritrovò in ginocchio a piangere e ad urlare disperata.
«Perché
non me ne va una giusta? Perché sono così solaaaaa?! Padron Moria, non mi
lasciare …»
«Ah,
ecco dove ti eri cacciata! Dovevi per forza fare tutta questa strada?»
Nel
sentire quella voce, alla ragazza per poco non prese un colpo: non l’aveva
neppure sentito arrivare, presa com’era dal suo dolore! Nonostante lo spavento,
il suo pianto non cessò: all’iniziale sofferenza che lo caratterizzava, si
aggiunse una nota di rabbia …
«Razza
di insensibile testa di muschio, che sei venuto a fare qui, eh? Perché non –
sigh! – non torni dentro invece di rompere!»
Il
Cacciatore di Pirati sbuffò, e quello fu l’unico suono che si udì per quella
che alla Ghost Princess parve un’eternità; credette che le avesse dato retta,
ma poco dopo sentì una mano poggiarsi sulla spalla destra mentre il ragazzo si
sedeva accanto a lei.
«Perché
sto provando il tuo stesso tormento e ho capito che stare per conto nostro non
è d’aiuto a nessuno di noi …»
La
rosa si voltò sbalordita verso Zoro, convinta che la stesse prendendo in giro:
come poteva paragonare le loro situazioni, erano completamente diverse! Il suo
stupido capitano era ancora vivo e al termine di questi stramaledetti due anni
si sarebbero rivisti, mentre a lei la fortuna non aveva concesso lo stesso
privilegio … Eppure la sua espressione era dannatamente seria, perciò non
riuscì più a contenere la rabbia che le montava nel petto.
«Ma
davvero? Non sapevo che quel demente col cappello di paglia fosse morto,
proprio come …»
Non
riuscendo a finire la frase, Perona si portò le mani al volto, il corpo scosso
dal dolore causato da quel pensiero. Il verde chiuse gli occhi, cercando le
parole giuste per farsi capire, così le prese delicatamente le mani e con il
pollice le asciugò le lacrime che rigavano il suo pallido viso.
«La
morte non riguarda solo il corpo, interessa anche l’anima», e le toccò un punto
al centro del petto. La ragazza divenne rossa dalla testa ai piedi, sentiva il
cuore battere all’impazzata, senza contare che il cervello era andato in tilt:
ma quello era veramente lo stesso odioso spadaccino privo di tatto che
“conosceva”? Prima che potesse metabolizzare il tutto, il pirata prese il
giornale che portava sempre con sé, insieme alle sue fidate spade, e disse: «Guarda
questa foto: ti sembra lo stesso ragazzo pieno di vita che hai visto a Thriller
Bark?»
Ancora
confusa ed imbarazzata, la rosa si sporse per osservare l’espressione di
Cappello di Paglia e dovette ammettere che sembrava infinitamente triste.
«Io
mi fido di Rufy e so che questa è la decisione più giusta per la ciurma, ma
sarà lo stesso anche per lui? E se il suo sorriso fosse scomparso insieme a suo
fratello?»
Sentendo
quelle parole, la giovane piratessa sentì una morsa attanagliarle la gola e gli
occhi cominciarono a pizzicarle nuovamente: guardando il nemico-amico dritto
negli occhi, le sembrò di vedervi riflesso il suo stesso struggimento.
Fu
allora che capì che lo spadaccino aveva ragione e che doveva farsi forza: non
riusciva ad immaginare quanto gli fosse costato esprimere i suoi sentimento,
perciò voleva dimostrargli che il suo sforzo non era stato vano … Così Perona si
asciugò le lacrime e con un gesto secco strappò la foto di Mugiwara: ovviamente
Zoro si riscosse dai suoi pensieri e rimase attonito, la mandibola minacciava
di staccarsi dal viso per rotolare via.
«Ma
che diavolo ti è preso? Tu non devi essere tanto normale: si può sapere perc…»,
ma non ebbe modo di finire la frase perché la Ghost Princess poggiò un dito
sulle labbra del ragazzo, mettendolo a tacere.
«Basta
così: abbiamo perso anche troppo tempo a rimuginare sulle nostre sventure. Se
non sbaglio, qualcuno qui dovrà cominciare un estenuante allenamento: è tempo
di crescere! Horo horo horo!»
In
qualche modo aveva raggiunto il suo obiettivo, dato che Zoro le sorrise grato e
si rialzò; peccato che il pirata ruppe quella piacevole atmosfera pochi secondi
dopo.
«A
proposito di crescere, che ne diresti di piantarla con la storia dei pupazzi?
Con quelle codine sembri una mocciosa, perché non provi a sciogliertele?
Potrebbe essere un inizio …»
Quella frase fu come un pugno nei denti per la rosa che, furiosa, gli scagliò un Negative Ghost e disse: «Stupido tanghero privo di tatto! Chiedimi subito scusa e portami in braccio al castello: MUOVITIIII!!»
Il
verde si prostrò ai suoi piedi ed obbedì immediatamente finché, giunti a
destinazione, non tornò in sé. Inutile dire che i due ripresero ad insultarsi,
senza che il pirata si accorgesse che Perona aveva i capelli sciolti: l’unico a
notare quella differenza fu Mihawk, che si godeva lo spettacolo da una finestra
del castello, un ghigno divertito stampato in faccia.