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Autore: Marta Weasley    08/08/2012    1 recensioni
Questa mia storia commedia-romantica che ho ideato parla di una ragazza normale, come me o te, alle prese con i suoi problemi da adolescente. Lei è una ragazza un pò pasticciona ma molto solare, amante della musica e degli animali. Bè, che dire, buona lettura! =)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1 Un po' di me

L'aria fresca di montagna mi sferzava il viso e dalla finestrella della mia camera filtrava la luce di un leggero sole autunnale. “Occavolo! Oggi è il primo giorno di liceo!” la mia mente si risvegliò di colpo con questa frase. Guardai l'orologio: erano le 7:00. avevo previsto di svegliarmi molto prima del solito per curare ogni dettaglio in ogni minimo particolare, come faccio sempre in queste occasioni. In realtà quando faccio tutti questi preparativi e sono tesa, le cose vanno sempre peggio di quando sono tranquilla e serena.

Ma io sono così: un quattordicenne iperattiva di bassa statura, magra, con capelli rosso rame e occhi verde acqua. La mia faccia (coperta di qualche lentiggine) è piuttosto nella norma, anche se ho delle orecchie a punta che sommate ai miei capelli rossi e alla mia bassa statura contribuiscono a darmi l'aria di un elfetto di Babbo Natale. Ho un nome abbastanza comune, direi, Alice, Alice Esposito. Mia madre decise di chiamarmi Alice per via della favola di Alice nel paese delle meraviglie, che tutt'ora rimane la mia fiaba preferita, insieme agli Aristogatti e alla Spada della Roccia.

Di carattere mi posso definire senza falsa modestia una persona solare, gentile e amo circondarmi di amici, ma sono d'altro canto riflessiva e amo leggere. Spesso ho il problema di aver la paura di non piacere agli altri e quindi mettermi in ansia, e so benissimo che invece risulto molto più simpatica agli occhi degli altri quando mi rilasso e non divento iperattiva. Vivo a Santa Marta, una frazione di Narro, in montagna, in Trentino Alto Adige. Mia madre è inglese (di Londra) mentre mio padre è siciliano, quindi passo il Natale e la Pasqua dai miei parenti inglesi e l'estate tra i mari siciliani.

Di sport faccio calcio (eh, si, non si direbbe, vero?) e hip hop. In più amo la musica più di ogni altra cosa: amo suonare la chitarra classica e elettrica, il piano e adoro cantare. So che può sembrare un po' surreale pensare che una quattordicenne faccia tutte queste cose ma si, ce la faccio, perchè come ho detto prima, sono molto iperattiva e quindi mi piace essere sempre impegnata. Infatti tra la scuola, lo sport, la musica, trovo anche il tempo di uscire con gli amici e fare mezz'ora di ginnastica al giorno.

 

Bè, per tornare al nostro discorso, mi ritrovavo nel pieno panico alle 7:00 di mattina, un'ora prima dell'ingresso nella mia nuova scuola, il liceo linguistico Alessandro Manzoni. Nella mia scuola sarebbero venute due mie amiche delle medie, Cassandra e Erika. Sono due amiche fidate, e dovrei essere contenta di avere almeno due amiche della vecchia scuola, ma non riesco a non pensare a quei tre anni passati con anche altre facce che ora mi ritroverò così distanti: Antonio, quello che è sempre stato il mio migliore amico e dall'asilo è sempre stato in classe con me, ha deciso di intraprendere la via del classico, come del resto l'altra mia amica d'infanzia Rosa, e gran parte dei miei amici più stretti.

oDevo dire che alle medie ero abbastanza popolare: conoscevo praticamente tutti e avevo buoni rapporti con tutti. Sarà così anche nella nuova scuola? O saranno tutti prepotenti? O snob? O razzisti? Frena, frena, Alice, non farti film mentali prima del tempo. Andrà tutto bene, mi ripetevo mentalmente mentre mi provavo in fretta e furia la glicemia e mi facevo l'iniezione per fare colazione, nonostante non è che avessi proprio molta fame.

Infatti io sono diabetica dall'età di cinque anni e ciò comporta che ogni tanto abbia degli cali di zuccheri e mi senta male, e mi devo provare la glicemia (cioè lo zucchero nel sangue) prima e dopo mangiato e mi faccia minimo quattro iniezioni al giorno. Già, è una bella seccatura, e ci ho sofferto molto in questi anni, ma finalmente sono riuscita a passarci sopra e il mio corpo sembra avere meno sbalzi di un tempo quando rischiai il coma. Per non finire tragicamente parlando come una povera vittima dei ricordi dell'ospedale durante le vacanze di Natale mentre gli altri giocavano fuori a palle di neve e io ero a letto con le flebo ecc. ecc. finiamola qui. Quindi, mentre bevevo il caffe-latte appena munto dalla mucca Lady da mio padre, accompagnato da un cornetto al cioccolato, pensavo a cosa mettermi. “ci sono”, pensai, “devo essere semplice ma carina: jeans a sigaretta, camicetta a quadretti blu, converse rigorosamente verdi, e un filo di trucco: matita verde, mascara, blush e rossetto nude (che praticamente è invisibile). “Così non sembrerò volgare, ma nemmeno sfigata” pensai.

Mi vestii rapidamente, diedi un bacio ai miei, al mio cane macchia e al mio gatto briciola, presi la borsetta della pinko con dentro libri, medicine, mentine e cellulare e uscii. Nonostante tutta la mia fretta, mi ritrovai in largo anticipo considerando che il liceo era a due passi da casa mia. Erano le 7:40 quando incontrai Antonio. “ma dove va questa signorina?” dice lui con un sorriso.

Antonio non era il classico ragazzo buzzurro che comunemente troviamo alle classi medie, un po' stupido e con poco sale in zucca, tutt'altro. Magrolino e basso come me, capelli castani corti e occhi verde smeraldo, era un ragazzo molto dolce e sensibile e, come tutti i ragazzi, amava il calcio e lo sport, e aveva, come me, una passione per il mare. Dotato di uno spiccato senso dell'umorismo, a volte però un po' permaloso e quando gli gira male sono guai, meglio stargli al largo. Insomma eccolo qui, davanti a me, il mio migliore amico da sempre.

a mettermi in ansia per il primo giorno”risposi io veloce veloce, come sempre facevo in quelle occasioni “dimmi, antò, sinceramente, come ti sembro?”

fai un giravolta, mettiti in posa... no no no ragazza proprio non ci siamo: la camicia è della scorsa collezione primavera e le scarpe sono troppo anonime... o santo cielo! Qua bisogna rifare le basi! Fidati il corpo c'è! ”

risi come una scema,sapendo che ovviamente scherzava. Ho sempre saputo che Antonio è un attore nato e quando si cala nelle parti, come ora ad esempio di un fashion-stilist, fa sbellicare dalle risate. Dopo lo guardai con sguardo interrogativo, e lui mi rispose semplicemente “perfetta così”, mi fece l'occhiolino e Matteo, un nostro amico, lo trascinò via per chiedergli che libri bisognava portare. Matteo era così, si ricordava una cosa e se ne scordava cento. A quel punto incontrai Rosa, con Cassandra, Erika e Giada.

Rosa, aveva i lisci capelli biondi raccolti in una crocca ed era vestita con una minigonna sotto a un fuseaux e una semplice cannottierina a righe. I suoi occhi azzurro cielo erano contornati da un leggero velo di ombretto nocciola e mascara. Rosa è sempre stata fissata con la moda, ma non una di quelle persone che fanno a gara per avere capi firmati o che si vestono come si suol dire da “baldracca”. No, aveva sempre avuto una passione per la moda, i trucchi e gli smalti (che mi aveva contagiato) ma non era mai stata stupida. Infatti aveva scelto il classico perchè amava molto leggere e scrivere, infatti lei scriveva testi di canzoni che io e Antonio (che suona la chitarra acustica) riproducevamo.

Cassandra, pelle color caffe-latte e riccioli neri ricadenti sulla fronte, sempre allegra e solare, occhi castano scuro e ballerina provetta di tutte le danze possibili e immaginabili, sarebbe venuta al linguistico con me. Infatti proprio lei mi trascinò a hip hop facendomi scoprire la danza: frequentai con lei anche il corso di classica e di moderna-jazz.

Erika,dai capelli castani chiari e occhi giallo-verdi, amante degli animali e del disegno artistico, anch'essa sarebbe venuta al linguistico, nonostante fosse seriamente tentata dall'artistico, ma alla fine “l'artistico non serve a molto, per trovare lavoro! Ma è così bello...”come diceva sempre lei per autoconvincersi.

Ma, bando alle ciance e alle noiose descrizioni, subito Rosa attaccò a palla a parlare come facevamo spesso io e lei ma notai che anche lei aveva uno sguardo spento nel guardarmi come per dire “non ci credo che andremo in un'altra scuola”.

oi, ali, non ti immagini... sono andata a vedere le tabelle delle classi davanti alla mia scuola e non sai... in classe con me c'è Roberto.” mi disse con sguardo perso. Roberto era il suo fidanzato. Ecco devo dire che l'unica cosa che mi ero mancato alle medie, a dispetto delle elementari in cui invece avevo avuto dei “fidanzatini”, era proprio questo. Come ho già detto, ero abbastanza popolare nella mia vecchia scuola ma comunque non ero fidanzata e vedevo continuamente coppiette in giro. Nonostante a volte ero invidiosa di Rosa, ero sinceramente felice per lei, dopotutto le amiche sono amiche. “wow, davvero, rò? Batti cinque, sorella!”

o raga, non per interrompere il bel momento, ma misà che dobbiamo entrare!” disse Erika frenetica.

già... ciao Rò, buona fortuna! Poi ci devi raccontare tutto per filo e per segno!” disse Cassandra come sempre energica e solare.

Rosa, ecco, troverai sicuramente tante amiche molto più simpatiche della vecchia Alice al Virgilio, ma, ecco, non scordarti di me!” e l'abbracciai di scatto. Lei ricambiò pronta e mi stampò un bacio sulla guancia:

queste cose non dirle neanche per scherzo! Ah...” e sospirò “ e la stessa cosa vale per te! Non scordarti della buon vecchia Rosa la Vanitosa!” a volte lei si autodefiniva così, perchè si rendeva conto di avere degli atteggiamenti un po' altezzosi. Cass mi trascinò col braccio fino all'entrata ed entrammo. “tese?” dissi io.Erica e Cassandra mi guardarono come se avessi detto la cosa più ovvia del mondo. “lo prendo come un si”. Dissi io spalancando la porta della nostra nuova classe.

  
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