Axis Powers Hetalia, 'Hurricane' di Brokenhearted su EFP Fanfiction

Questa storia non è niente di che. Una semi-lemon, un po' angst e un po' deprimente. In ogni caso, è il mio primo tentativo in entrambi i generi, quindi pietà.

{ Dedicata alla mia frog, perché gliel'avevo promessa. Ti voglio bene, Marghe. <3 Anche se ci conosciamo da neanche un anno, ogni volta che parlo con te mi sento a mio agio e felice. E spero che questa, almeno un po', ti piaccia e ti faccia capire che ti voglio bene. <3 }

Tanti ringraziamenti anche alla mia altra FrogFace perché mi spinge sempre a scrivere, ovvero la Gre (almeno questa l'ho fatta! Vedi che brava?) e alla mia meravigliosa beta, che è una persona troppo speciale e la amo alla follia. Ti amo, Mari. <3

È buio, notte fonda probabilmente. La sveglia, rotta dalla caduta causata dal loro eccessivo movimento, non segna più l’ora, e anche se la segnasse non potrebbe importar loro molto. Sono troppo impegnati a guardare l’uno negli occhi dell’altro per preoccuparsi del buio sempre più fitto che li circonda.
Due smeraldi fissano i turchesi dell’uomo sopra di lui; in questi, riconoscibili l’illusoria speranza di vederli cambiare in altri celesti e il senso di colpa per questo assurdo desiderio.
Nell’aria non è udibile alcun rumore, tranne veloci sospiri sussurrati all’orecchio e il suono peccaminoso di corpi che scivolano l’uno contro l’altro, in un ritmo dolce e controllato. Lui non vuole fargli male, non vorrebbe mai causargli dolore coscientemente; perché la verità è che lo ama, non importa quando i due si affannino a negarlo, e non importa neanche quanto il sentimento non sia ricambiato. Entrambi hanno il diritto di sognare, in fondo, e di fingere.
L’uomo dagli occhi turchesi finge che non gli importi se l’altro non lo ama, finge di non provare nulla per lui. Finge di vedere solo puro movimento e piacere in quello che stanno facendo, anche se per lui è molto di più.
L’altro finge in modo diverso. Mente all’altro, giurandogli di stargli sempre vicino con sguardi falsi e speranzosi – la speranza che un giorno possa davvero ricambiare i sentimenti dell’uomo.
Ma soprattutto, egli mente a sé stesso, negando di desiderare qualcun altro al suo posto. Qualcuno i cui occhi ricordano specchi di cielo, e non il calmo mare in cui il suo sguardo sta navigando.
Entrambi desiderano lasciar da parte questi pensieri, lasciandosi travolgere dalle ondate di piacere conseguenti all’aumento del ritmo da parte dell’uomo dagli occhi blu. Altri sussurri e gemiti si propagano nella notte, mentre un orgasmo fin troppo desiderato si fa sempre più prossimo.
I due si stringono l’uno all’altro sempre più forte, i corpi tremanti nell’attesa; dopo pochi istanti giungono al termine, fin troppo simultaneamente, un nome solo risuonante nella stanza silenziosa.
“Ah-Alfred!”
E sentendo all’improvviso il calore abbandonarlo e il gelo avvolgerlo, Arthur capisce di aver fatto un grosso errore.