Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: Sarhita    09/08/2012    3 recensioni
Anche quella tediosa giornata passata da solo, o per meglio dire affiancato dalla costante presenza silenziosa di Yuki Nagato, nell'aula che ormai per me era diventata come una seconda casa, sembrava non voler finire mai.
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Like a Possessed

Ambientabile quando volete, non presenta spoiler, Da leggere con la voce di Kyon. Itsuki potrebbe sembrare OOC, pazientate e tutto sarà spiegato

Capitolo uno, Bear...?

Anche quella tediosa giornata passata da solo, o per meglio dire affiancato dalla costante presenza silenziosa di Yuki Nagato, nell'aula che ormai per me era diventata come una seconda casa, sembrava non voler finire mai.

L'unico rumore che si sentiva era il leggero fruscio delle pagine che venivano sfogliate da Yuki ogni pochi secondi.

Quanti libri avrà letto durante le interminabili ore passate nell'aula della Brigata SOS a far da tappezzeria? Ovviamente quando non vi era Haruhi con qualche idea strampalata e dannosa (soprattutto per noi), o qualche entità di dati rifugiatasi nella rete per poi trasformare la coscienza di qualche diligente studente membro del club di informatica in un gigantesco grillo delle caverne.

Me ne stavo seduto davanti lo schermo del computer a far girare il mouse a vuoto, rallentando inconsciamente ogni qualvolta che il puntatore si posava per qualche millisecondo sulla cartella delle foto di Asahina, quando la porta si aprì, senza neanche un seppur lieve bussare.

Alzai lo sguardo, fulminando con gli occhi il nuovo arrivato.

«Salve, scusate il ritardo. Dov'è la nostra presidente?»

Ma seriamente, non hai proprio niente di meglio da fare? Che ne so, trovati una ragazza... Non penso che osservare Haruhi richieda tutte le 24 ore che compongono un giorno, no?... che poi, Koizumi dormirà mai? Sospirai sconsolato.

Il mio ragionamento fu interrotto dalla mano dell'altro ragazzo che si posò, invadente, sulla mia spalla.

«Allora, Kyon, cosa stai facendo di bello?» chiese, abbassandosi leggermente per guardare anche lui lo schermo.

Nh, quanto odio quel suo parlare così sempre posato, e quel sorriso tra il sinceramente divertito e lo scherno che ha perennemente stampato sulla faccia, quel suo fare così da “uomo di corte”, e, più di tutti, quel suo prendersi decisamente troppe confidenze!

«Togliti, sento il tuo alito sul collo...!» risposi io, scostando la spalla e allontanandolo malamente, e lui, come da programma... sorrise divertito...

La sua faccia sembra adatta per un cartellone pubblicitario, o una réclame di qualche pillola miracolosa... della serie: provala e avrai anche tu un motivo per sorridere così!

Koizumi, avvicinandosi al tavolo, tirò fuori dalla borsa uno strano costume...

«Che c'è, vuoi essere tu la mascotte, ora?» chiesi sarcastico... che poi quel costume era decisamente da donna. Aveva soltanto un top ricoperto di pelliccia color cioccolata, così come quei minuscoli pantaloncini, e un cerchietto con attaccate delle orecchiette pelose. Facile intuire che fosse per Mikuru, ma la battuta mi era uscita senza pensarci. Come anche l'immagine di Asahina con quei vestiti addosso... uno spettacolo! Oh, come avrei voluto vederla!

«Suzumiya mi ha chiesto di andare a ritirare il costume che aveva ordinato, deve avere in mente qualcun'altra delle sue idee... beh, finché non si annoia e inizia a creare spazi chiusi nel bel mezzo della città, chi sono io per non accontentarla?»

Non mi presi neanche la briga di inarcare un sopracciglio e mettere su un'espressione scettica, tanto ero abituato a queste uscite, che rendevano Koizumi non accondiscendente, ma bensì un vero e proprio lecchino, dal mio punto di vista.

Itsuki si rigirava il cerchietto con le orecchiette tra le mani con fare pensieroso, sorridendo appena (e dov'è la novità?).

Poi mi si avvicinò lentamente, mentre io, con ancora nulla di interessante da fare, controllavo il contatore dei contatti al sito della Brigata, chiedendomene l'utilità.

Con la coda dell'occhio ne osservai i movimenti lenti, ma lo stesso non mi ero aspettato che Itsuki, giunto alla mia sinistra, con un veloce movimento, mi infilasse il cerchietto in testa, per poi scompigliarmi i capelli con la mano in modo da coprire la plastica dell'oggetto, lasciando così intravedere solamente le pelose orecchie da... cos'era, un orso?

Passato il momento di stupore, feci per togliermelo sgarbatamente, ma venni bloccato con uno scatto repentino dalla mano dell'altro che avvicinò pericolosamente il suo volto al mio.

La situazione era imbarazzante, tant'è che sentii chiaramente le guance scurirsi.

«Sai, Kyon...» come mai Koizumi ha un tono di voce così basso? «i tuoi capelli si intonano perfettamente con il pelo dell'orso» beh, almeno avevo scoperto che era effettivamente un orso...

«Sembrano quasi vere» soffiò, per poi annullare definitivamente la distanza, già di per sé molto esigua.

Trovandomi le labbra incollate a quelle di Koizumi, non potei fare altro che sussultare... Koizumi mi stava baciando! Solo a me sembra una situazione tanto assurda quanto improbabile?

Senza che nessuno se ne accorgesse, Yuki, aveva già lasciato la stanza, lanciando uno sguardo apatico in direzione di Itsuki, prima di uscire, chiudendo silenziosamente la porta dietro di sé.

Con il polso sinistro ancora bloccato dalla mano di Koizumi, e la mano destra ancora sul mouse, non potei reprimere un brivido quando sentii la mano dell'altro poggiarsi sulla mia coscia. Un campanello d'allarme scattò automaticamente, anzi che dico! Quale campanello?! Quello scatta normalmente ogni volta che qualcuno apre quella dannata porta! Quella che scattò nel mio cervello era una vera e propria sirena dei vigili del fuoco!

Mi allontanai di colpo, come scottato, facendo quasi sbilanciare l'altro, anche se con il suo perfetto equilibrio, non cadde, come sarebbe successo a una persona normale.

Se il mio cervello in quel momento non fosse stato spento con tanto di segreteria telefonica ( cervello non disponibile, si prega di riprovare più tardi, grazie ), mi sarei chiesto come mai da quando lo conoscevo non l'avevo mai, mai visto perdere l'equilibrio. Mai inciampare, mai impappinarsi in una frase, mai senza una risposta pronta, i movimenti così fluidi ma allo stesso tempo posati e mai esagerati. Saranno i suoi poteri da Esper o è un talento naturale?

Asciugandomi la bocca, strofinandola forse più del dovuto con la manica della divisa, ero indietreggiato fino a ritrovarmi con la schiena appoggiata alla finestra, vicino alla sedia di Yuki, notandone l'assenza soltanto in quel momento. Mi chiesi dove fosse finita, e soprattutto quando fosse uscita e quanto avesse visto, ricordandomi poi di averla vista muoversi con la coda dell'occhio qualche attimo prima.

Guardai stranito Itsuki, che, forse per la prima volta, non stava sorridendo, ma era terribilmente serio.

«Si può sapere cosa ti è preso?» non riuscivo proprio a connettere! I miei neuroni – quelli superstiti che Haruhi non aveva ancora provveduto ad eliminare con la sua sola e assurda presenza - erano tutti, nessuno escluso, impegnati in una folle corsa nel tentare di capire il perché di quel gesto. L'unica conclusione a cui arrivai, fu che l'emicrania era imminente.

Koizumi non rispondeva, mi guardava, serio, ma allo stesso tempo... dolce? Non volli notarlo, provai solo rabbia per il suo prolungato silenzio.

«Si può sapere cos'era quello?» chiesi, di nuovo.

«Un bacio, Kyon.» rispose lui, con l'aria da Capitan Ovvio. Un bacio? Davvero, non me ne ero accorto!

«Si, ma... perché?» i miei neuroni avevano alzato bandiera bianca, stremati.

Sospirando, Itsuki fece un passo in avanti, ma venne fermato dal mio “Non ti avvicinare!”.

Quando? Quando Koizumi aveva iniziato ad evere quel tipo di interesse nei miei confronti? Oh, certo, era stato sempre un po' strano, e anche un po' ambiguo... un bel po' ambiguo... ok, molto ambiguo! Ma avevo iniziato a pensare che quello fosse il suo carattere... non certo che...

«Mi dispiace, Kyon...» iniziò lui

«Esci, per favore.» dissi, passandomi una mano sul viso, non sapendo più cosa pensare.

«Mi disp-

«Ho capito, ora,vai!»

Mi tolse dolcemente la mia mano dal viso (quando si era avvicinato?), «No, non hai capito Kyon... mi dispiace non potermi fermare a questo...»

«Cos...- di nuovo, le mie labbra violate, ma Itsuki le trovò socchiuse, dato che stavo cercando di parlare, quindi la sua lingua non trovò nessun ostacolo.

Quando? Mi chiesi, di nuovo. Quando aveva iniziato a guardarmi in quel modo. Forse dalla prima volta che ci siamo visti, quando Haruhi, con la sua energia e la sua esuberanza aveva trascinato Koizumi all'interno di quella stessa aula presentandolo come “lo studente misterioso che aveva cambiato scuola a metà anno scolastico”. Mi aveva guardato, aveva fissato me... Forse perché ero l'unico normale lì dentro, tra un'interfaccia umanoide, quella che lui definiva una divinità, e una ragazza del futuro... o forse già allora aveva pensato a questo? Ok, Kyon, ora stai esagerando! O forse no?

Un'altra cosa che i miei neuroni proprio si rifiutavano di spiegare era il perché non lo avessi ancora staccato a forza, perché non gli avessi ancora mollato un pugno. Ok che avrebbe vinto lui, ma almeno dovevo provarci, diamine!

«Fermami» mi chiese una volta staccatosi.

Sapete il significato di confusione mentale? Anche io credevo di saperlo...

«Fermami ti prego. So che non vuoi, ma devi fermarmi tu. Io non ci riesco.»

Il tono supplicante stonava terribilmente con il suo carattere. Anche che Koizumi non riuscisse a fare qualcosa era una nota stridente nella composizione.

Detestavo a volte gli strani modi di Koizumi, ma lo stimavo, in fondo, ma molto, molto in fondo...! I nervi d'acciaio che aveva mi avevano sempre rassicurato, come in quello spazio chiuso che mi aveva mostrato una volta, quando, prendendomi per mano, mi aveva trasportato dalla città in movimento, in una dimensione in cui la città era solo un luogo scuro e inanimato, oppure quando, sempre con il suo sorriso rassicurante, aveva, con l'aiuto di Nagato, salvato me e Asahina da quella specie di grillo gigante delle caverne.

Ero abituato ai suoi discorsi strani, come quando aveva cercato di spiegarmi, in quel Taxi, la teoria antropica, ma quella situazione non mi era assolutamente familiare!

C'era qualcosa che mi bloccava. Che mi ghiacciava sul posto. Come ritrovarsi di colpo in un quartiere che non conosci: stai lì un paio di secondi fermo a guardarti spaesato intorno, prima di iniziare a cercare un punto di riferimento o qualcuno a cui chiedere. Ecco, io ero in quel paio di secondi, solo che stavano durando più del previsto...

Non risposi a Koizumi, ne lo fermai, non seppi bene il motivo. Anche se avessi voluto, comunque non ci sarei riuscito, molto probabilmente, la mia mente ormai si trovava fuori dalla realtà, mentre lui era sceso a... a baciarmi... il collo...! E io me ne stavo lì, immobile come una statua!

«Kyon, se non mi fermi ora, io... » di nuovo Koizumi si era fermato e mi scrutava, in attesa di una qualsiasi reazione. Non so come trovai la forza di scuotere la testa, sperando che capisse che volevo che si fermasse, che se ne andasse...

Koizumi abbassò lo sguardo, sorridendo. Ma era un sorriso struggente, il suo.

«Di nuovo, perdonami, Kyon.»

Riusciva a mantenere la calma, ma sono sicuro che se ci fosse stato un altro al posto di Koizumi, questi avrebbe pianto...




Tentai di dimenticare l'accaduto... magari il più in fretta possibile... ma quando Haruhi arrivò di corsa dopo aver incontrato Itsuki per le scale, mi ricordai di un particolare...

«Kyon! Quelle orecchiette non sono per te, sono per Mikuru!»

Avvampai ripensando a come fossero finite sulla mia testa e praticamente le lanciai verso di lei con la speranza di non vederle mai più... nemmeno indosso alla bella Asahina...

«Ehi! Ma...! Che modi!» urlò lei con quella voce squillante...

Il mio primo bacio... ok il mio primo bacio reale...

Ancora non ho capito se il bacio che diedi ad Haruhi per svegliarla e far scomparire lo spazio chiuso da lei creato sia stato un sogno o meno...

«Io me ne vado a casa» dissi, cercando di assumere il mio solito tono annoiato...

I giorni a seguire dubitai seriamente della mia sanità mentale, e indovinate un po' di chi è la colpa?

No, seriamente, come diamine poteva far finta di nulla dopo quello che era successo?

Dopo le lezioni, avevo esitato per qualche minuto prima di entrare nell'aula del club, ma comunque Koizumi non era ancora arrivato. In compenso Haruhi stava svestendo Asahina... che come suo solito appena mi vide entrare iniziò ad urlare... ah, la bella Asahina...! Certo che da quando ho notato quel suo neo vicino al seno, ormai, anche se la vedo semi svestita solo per pochi secondi, non riesco più a non farci caso...

Appena si furono acquietati gli schiamazzi, mi arrischiai a rientrare, e quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva... Mikuru stava indossando quel costume... e l'avrei anche trovata dannatamente attraente, se solo i miei occhi non si fossero fissati sul cerchietto tra i suoi capelli. Le orecchie brune da orso spiccavano tra i capelli ramati di lei...

«Sai, Kyon...i tuoi capelli si intonano perfettamente con il pelo dell'orso... sembrano quasi vere»

Scossi violentemente la testa attirando l'attenzione di Haruhi.

«Beh? Non trovi anche tu che Mikuru vestita così sia davvero molto provocante? Guarda! Come sono grandi!»

Mi coprii il viso con una mano... Quante volte avrò sentito Haruhi elogiare le tette di Mikuru?

Haruhi mi guardò per un secondo aspettando che gli dessi ragione, poi, stufandosi immediatamente, corse a prendere la macchina fotografica digitale. La povera Mikuru iniziò a tremare. Haruhi era una vera e propria dittatrice...

«Forza Mikuru, sorridi di più, più provocante!»

« Haruhi, lasciala perdere!» tentai di fermarla, ma sia mai che lei mi ascolti!

Voltandomi mi accorsi che la porta era aperta, e Koizumi se ne stava serio sulla soglia a fissare Asahina. No, non Asahina, ma anche lui le orecchiette... poi guardò me, e mi sentii costretto a distogliere lo sguardo.

«Ah Koizumi! Prendi il cartello bianco, così facciamo delle foto decenti! Dai Mikuru!» Haruhi, mentre stava cercando di abbassare il top di Mikuru per aumentarne la scollatura, lo distrasse. Così lui, tornando il Koizumi di sempre, con quel fastidioso sorriso sempre sulle labbra, obbedì alla grande Suzumiya, e io uscii, non volendo assistere a quella pagliacciata...

Fuori scuola incontrai Yuki, che in effetti mi resi conto di non averla vista prima, come suo solito, a leggere nel solito posto vicino alla finestra nell'aula del club.

Mi guardò con i suoi occhi color elio liquido, battendo le ciglia solo una volta.

«Fai attenzione.» mi disse per poi sorpassarmi.

Rabbrividii, l'ultima volta che mi aveva detto una cosa del genere, abbiamo rischiato la fine del mondo!

   
 
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