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Autore: ourevel    09/08/2012    1 recensioni
E' una normale giornata invernale al Mahora, soprattutto per la piccola Yue.
Molto più imprevedibile sarà invece lo svolgersi della stessa, costellata da inquietanti avvenimenti...
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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4° capitolo – Perché?
 
Yue ci mise qualche attimo a capire ciò che era accaduto. Con espressione stupita guardò quel quel segno simile a tanti altri sulla mappa, uno di quei tanti che aveva cercato di fare evitare all'amica per tutto quel tempo, poi spostò lo sguardo sul cellulare, nel cui schermo continuava a lampeggiare la scritta 'segnale assente!'.
Plitch.
Un brivido percorse la schiena di Yue, che iniziò a tremare violentemente.
-N-no! NO! Cosa ho fatto?! L-l'ho u-u-uccisa! S-se mi fossi accorta prima della macchia... ma non ci ho fatto molto caso! E per questo è morta!- si disse lanciando il telefono sul cuscino,quasi fosse bollente -No... io non posso aver ucciso nessuno! M-ma Konoka è...è...-
Plitch.
Qualcosa le cadde sulla testa, qualcosa di umido e caldo.
Yue si congelò.
Plitch.
Qualcosa macchiò lo schermo del cellulare, ancora sul cuscino, quasi fosse infettivo il solo contatto.
Era un liquido rosso e abbastanza viscoso, e c'era solo un posto dal quale potesse provenire.
Lentamente, la ragazza alzò il capo per vederne l'origine.
Plitch.
Un'altra goccia si staccò da una grossa chiazza scura nel materasso soprastante, appena visibile nella flebile luce fornita dai lampioni in strada, e le finì in fronte.
Lentamente, la goccia iniziò a colarle prima sul naso, per poi discendere quasi come una lacrima sulla guancia. Poteva sentirne l'odore metallico.
Silenzio.
Plitch.
Quasi con movimenti automatici, e in un silenzio assoluto, Yue scese dal letto recuperando il cellulare e rimase in ascolto.
Nulla.
Plitch.
Lentamente salì la scala del letto a castello, aiutandosi con la luce del telefono per non cadere.
Sotto le coperte, nere, nulla si muoveva. Con mani tremanti Yue scostò la trapunta.
Asuna sembrava quasi in pace, con quell'espressione serena in viso. Se non fosse stato per lo squarcio largo un dito che aveva da una parte all'altra della gola, attorno a lei una gigantesca macchia cremisi. Un grosso coltello da cucina le era stato conficcato in mezzo ai seni.
Yue contemplò per un paio di secondi quella macabra scena, quasi non riuscisse ad afferrare il concetto di ciò che vedevano i suoi occhi.
Poi parve realizzare e fu subito colta da un intenso conato,che la fece cadere dolorosamente a terra.
Ripulendosi e singhiozzando si alzò, cercando di mettere più distanza possibile tra sé e il cadavere di Asuna.
Plitch.
Quel suono sembrava un rimbombo nella testa di Yue.
Poi vide il professore. Dormiva sereno nel suo letto, per nulla consio di ciò che stava avvenendo a pochi metri da lui. La sembrò tranquillizzare almeno un po' Yue, che con una mano sullo stomaco cercava di decidere che fare.
Plitch.
Quel lento gocciolare la stava facendo impazzire, e non aveva la minima intenzione di rimanere in quella stanza, ma lasciare lì Negi, inerme e addormentato...
Plitch.
No. Doveva uscire. Quasi di corsa attraversò la porta, e appoggiandocisi sopra non appena la chiuse, per riprendere fiato.
La testa aveva iniziato a pulsarle dolorosamente, così come lo stomaco non smetteva di dolerle.
Con passo malfermo iniziò ad incamminarsi verso le stanze dei responsabili, quando qualcuno le si parò davanti.
“Y-Yue! Ma che ci fai qui?! E che è successo? S-sei tutta sporca... e s-sanguini!” disse una Nodoka visibilmente preoccupata.
“Nodoka...” faticò a dire Yue “Grazie al cielo sei qui... per favore... accompagnami in camera dei responsabili... Asuna.. Asuna è... Ugh... e poi mi sento malissimo...” disse arrancando e tenendosi al muro per non cadere.
“E perché dovrei?”
Yue si bloccò.
-No... Non può essere...- pensò raggelando.
“Perché non credo di farcela da sola...” iniziò a dire, per poi bloccarsi davanti a una Nodoka sorridente che iniziava a ridacchiare.
“Mphf...Ahah... Questo lo so pure io, cretina! Anzi, mi stupisco che tu stia ancora in piedi!”
-No...- ma Yue non ebbe la forza di dirlo.
“Sai che sei veramente fastidiosa quando ti ci metti?” disse con un sorriso sadico stampato sulla faccia “questo mi costringe a rivedere i miei piani!”.
Detto questo la afferrò per i capelli e la tirò a terra con violenza abbastanza velocemente perché Yue non potesse fare resistenza.
“Dunque...cosa ne posso fare di te ora? E pensare che avevo deciso di donarti la morte meno dolorosa, l'esatto contrario di ciò che meriteresti! Che siocca che sono stata!”
Sempre tenendola per le code, Nodoka iniziò a trascinare la piccola compagna nella direzione da cui era arrivata.
“Eh! Ma ora torniamo subito al piano originale! Che ne dici mhm? Mentre stavi facendo anzi, per fare un bel bagno, e... uff, pesi sai?... ecco che non vedi dove poggi il piede, e sbatti la testa sul bordo della vasca! Ti piace?” disse tutto questo con una tranquillità ed un'allegria che spaventò ancora di più la compagna,di quanto non lo fosse già.
“No...do...ka...” provò a fermarla Yue.
“Sai? Non ti facevo così resistente ai sonniferi...” proseguì incurante l'altra “dev'essere per via di tutto quello schifo che ingurgiti senza sosta! Dio che schifo! Ma ti sei mai messa a riflettere su che ci può essere dentro quelle buste?”.
Erano intento arrivate verso le porte dei bagni. Con un brusco e doloroso strattone Nodoka buttò letteralmente la compagna di stanza dentro e, entrando a sua volta, si richiuse a chiave la porta alle spalle.
“P-per...ché? Perché lo... fai?” provò a domandare Yue.
Nodoka, che le stava praticamente strappando di dosso il pigiama, si immobilizzò un secondo prima di riprendere imperterrita, guardandola con aria interrogativa.
“Ma come... ti facevo più intelligente Yue... Davvero non ci arrivi? E' tutto per Negi! Ammettiamolo... io non sono proprio la ragazza più carina della classe, né la più intelligente... tanto meno la più simpatica!” iniziò ricominciando a trascinarla verso le vasche, vanificando i sempre più fiacchi tentativi di Yue di liberarsi “Quindi, quando ho visto anzi, ho sentito che pure la mia MIGLIORE amica, colei che fino ad allora mi aveva sostenuto o almeno così mi aveva fatto credere, mi aveva tradito, desiderando lei stessa il mio amato... non mi è rimasta che un'opzione per farmi notare... per uscire dalla massa.”.
Detto questo rifilò un violento calcio nella gamba a Yue, e si allontanò qualche metro, mentre la vittima si stringeva la nuova contusione.
“Dato che non sembri molto sveglia te lo dico: le dovevo fare fuori. 'Eliminare la concorrenza'. Per quella piccola bastarda di Makie è stato facile: una spintarella è ha fatto il resto da sola! Per la capoclasse ho invece dovuto gelare per quasi mezzora su quel fottuto balcone con dannatissimo pezzo di ghiaccio in mano! Mi faceva una rabbia, lì a ridere con le sue VERE amiche...” continuò tornando con una pietra grande poco più di un pugno, soppesandola.
“Ma anche lei è stata sistemata. Ora venivano le due più grandi distrazioni del mio caro professore: le sue coinquiline. Per quell'idiota di Konoca è stato semplicissimo, bastava tenerla lontana dalla sua schifosissima spadaccina! Durante la spedizione gli ho fregato le carte pactio e le ho nascoste dove penso tu ben sappia, data la tua faccia. Peccato ci sia cascata pure Paru... Ah, sì, la mappa l'ho modificata io, sai, per ogni eventualità. Aquanto pare ho fatto bene!” concluse con un sorriso.
Nodoka le rifilò un secondo calcio, per poi iniziare a prendere la mira con la roccia “...e sta un po' ferma, dannazione! Altrimenti ci mettiamo anni! Comunque... rimaneva solo Asuna. Un po' di sonnifero nel vostro thè, mentre la sistemo a letto le apro un secondo sorriso... ed il gioco è fatto!”
“No... non... farlo... Nodoka!” disse con le sue ultime forze Yue, disperata.
“Come ho detto prima: perché no?” disse la ragazza con l'aria più innocente al mondo. E abbassò di scatto la pietra.
Il mondo di Yue divenne nero.
 
“NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!” urlò di scatto Yue, alzandosi a sedere nel letto, trafelata come dopo una maratona.
Ancora col batticuore e con la scena più vivida che mai nella sua mente,si guardò intorno. La sveglia indicava l'una di notte.
Tirò un sospiro di sollievo. Il raro succo di quel pomeriggio le aveva fatto davvero male.
E per di più doveva andare in bagno. Dandosi un'occhiata in giro, si avviò utilizzando il cellulare come unica fonte di luce.
Non un rumore in quella notte tenebrosa.
Rabbrividì.
Poi... Plitch.
 
-FINE-
  
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