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Autore: ourevel    09/08/2012    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se alla fine del festival Chao non se ne fosse andata? Anzi, diciamo che ad andarsene ci prova pure, ma se il Cassiopea comincia a fare le bizze? Sono guai per tutti quelli attorno...
per riferimenti parte dal volume 18 di Negima, magister negi magi
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17 – Infine (?)
 
Bip.
Negi girò la testa, infastidito da quel suono acuto.
Bip.
“Mhm...” mugugnò stringendo gli occhi.
Un rumore di passi risuonò accanto a lui, poi quello di una porta.
Bip.
Di nuovo la porta sbatté, l'ambiente fu pervaso da un gran scalpiccio.
“Ma è davvero lui?” udì bisbigliare la voce di qualcuno di familiare.
“Ma sì che è lui! Come fate a non riconoscerlo?” rispose irritata un'altra voce.
“...”.
“E'-è lui!” confermò timidamente un'altra persona.
“Ma non avevi detto che si stava svegliando?” intervenne un'ulteriore tono.
Due piccoli pesi si accomodarono sulle gambe del professore.
Negi, pian piano schiuse gli occhi, assonnato.
“Uh? Ma che...” era circondato da una moltitudine di volti. Volti che da anni sognava di rivedere.
Sentì gli occhi bagnarsi di lacrime.
“Fuuka! Fumika! Scendete subito! Non vedete che gli fate male?” risuonò l'inconfondibile voce della capoclasse.
“Ragazze...” sussurrò Negi, poi si riscosse, tirandosi a sedere.
Si trovava in un ampio letto d'ospedale, attorno a lui era riunita praticamente tutta la terza A, salvo le sue compagne di Istanbul, che lo stava fissando dopo un sussulto di stupore.
Nodoka, poco più indietro rispetto alle altre, era diventata paonazza.
Il professore la guardò con aria interrogativa, poi notò Kotaro in un angolo, che gli gesticolò di abbassare lo sguardo.
Quando si era alzato, le coperte gli erano scivolate in vita, ma solo guardandosi si rese conto di non avere nulla a coprirgli la parte superiore del corpo, bendata dove il vampiro l'aveva trafitto.
Imbarazzato si tirò su il lenzuolo, ma lo sguardo delle ragazze rimase sul suo fianco destro.
“Negi...” disse Asuna pallida, da una poltroncina sotto la finestra “Come te la...”.
“E' una vecchia storia.” l'interruppe semplicemente lui.
“Ragazze!” disse poi rivolgendosi alle sue alunne “Che gioia rivedervi! Mi fa un immenso piacere che siate qui... qui... qui dove, a proposito? Che è successo?”.
Non fece in tempo a finire che fu travolto dall'affetto delle ragazze, anche se un po' troppo esternato per un normale convalescente. Con un coro di gioia, le ragazze gli saltarono addosso tutte insieme ad abbracciarlo, sotto lo sguardo allibito di Asuna e Nodoka, le uniche ancora al loro posto.
“Aiut...” stava cercando disperatamente di far capire alle due Negi con un braccio quando fu salvato da un bussare alla porta.
Erano il preside e Takamichi, seguiti dalle restanti ragazze. C'era pure Chachamaru, nel corpo di un'altra delle sue sorelle.
“huhuhu! Mi fa piacere sapere che siete così interessate alla salute del professor Springfield, ma temo ragazze, che questa non sia proprio la cura di cui il vostro insegnante ha bisogno! Mi sa inoltre che questa stanza è al momento leggermente sovraffollata, per gli standard di un ospedale...” disse arzillo l'anziano docente.
“Su, ora. Tornate al dormitorio! E tardi e comunque sia lo rivedrete presto a lezione!”.
Le ragazze sembrarono voler protestare, ma dopo qualche attimo decisero di lasciar perdere e dare ascolto al preside.
Come l'ultima fu uscita chiudendosi la porta alle spalle, nella stanza rimasero solo coloro che avevano partecipato allo scontro con Herbert. Anche Ako era presente, con la testa china e seminascosta dietro Takamichi.
“Signor preside!” Negi fece per scendere dal letto, ma venne fermato da un gesto di Konoemon.
“Comodo, professore. Comodo.” un'ampia poltrona comparve accanto a quella dove era seduta Asuna, per poi venire occupata dall'anziano mago.
“Innanzitutto: bentornato! Ha dormito decisamente un bel po': è stato a letto per ben tre giorni, professor Negi. E' stato trasportato qui al Mahora insieme alle sue compagne la notte stessa dello scontro, ricevuto il via libera dalle autorità turche. Devo dire di essere particolarmente soddisfatto di come lei abbia gestito la situazione nel passato. Oh, non stupitevi! Il signorino Kotaro e le vostre allieve mi hanno fornito un dettagliato resoconto delle vostre imprese e dei vostri viaggi. Vi hanno descritto in maniera eccellente!” cominciò il preside.
“G-grazie...” rispose stupito Negi.
“Allo stesso modo, devo complimentarmi per la brillante soluzione trovata per il ritorno al nostro tempo, questo sicuramente dimostra quanta esperienza ha accumulato nel suo tirocinio!”.
“No. Non è stata brillante.” lo interruppe il giovane mago “Avrei potuto arrivarci in molto meno tempo, se mi fossi ricordato subito che i luoghi sacri hanno periodi di attivazione limitati!”.
“Non si biasimi. Quella in cui si trovava non era affatto una situazione semplice. Comunque sia, il signorino Kotaro ha ribadito che per terminare il rapporto riguardante il passato, avremmo dovuto attendere il vostro risveglio.”.
Negi guardò l'amico, che annuì.
Con un sospiro, iniziò a raccontare:
“Come immagino Kotaro vi abbia detto, al terzo anno della nostra permanenza nel passato fummo attaccati dal conte, ripresosi dalla sconfitta a Castel Grigio e potenziatosi, ma fortunatamente non carico di magia come quattro giorni fa.
Ci colse di sorpresa: stavamo esplorando una serie di cripte in cerca di riferimenti sui viaggi temporali quando ci assaltò alle spalle. Lo scontro fu durissimo: Kotaro e William furono sopraffatti quasi subito, e io li seguii rapidamente. Mentre però per gli altri due si sentì soddisfatto nel metterli fuori gioco, io dovevo soffrire. Rappresentavo una sconfitta. Gliela ricordavo.
Così decise di umiliarmi come io avevo fatto con lui, infliggendomi questa ferita.”.
Detto ciò mostrò ciò che nascondeva sotto il lenzuolo: sul suo fianco vi era una grossa cicatrice, larga almeno due dita umane, dai bordi frastagliati, che si allungava restringendosi fin sulla schiena.
Le ragazze sbiancarono a quella vista, Nodoka e Ako distolsero lo sguardo con espressione afflitta.
Il professore riprese:
“Per mia fortuna poco distante vi era Marcus, che prontamente intervenne ed attaccò il conte, riuscendo a metterlo alle strette. Furente, questo fuggì dando alle fiamme le librerie che stavamo consultando. Si ripresentò qualche settimana dopo, ma quella volta eravamo preparati.
Fu una battaglia difficile, ma riuscimmo a sopraffarlo e a sigillarlo grazie ad un incantesimo di Holyway. Gli impose una maledizione il cui sigillo si sarebbe sciolto solo quando gli sarebbe stato donato del sangue.
Dopo il combattimento, Marcus ritenne opportuno iniziarci all'ordine della Lama Celeste. Successivamente...” Negi sembrò sul punto di aggiungere qualcosa, ma poi continuò scuotendo la testa ed arrossendo lievemente, ma nessuno ci fece troppo caso.
“Successivamente non successe nulla di particolare. Trovai una formula che pareva funzionante, la memorizzai in una marionetta che comprai al mercato e la regalai alla piccola Eva: sì, quella era Chachazero. Sigillai i ricordi della ragazzina e li rimpiazzai con memorie artificiali e sensazioni sgradevoli collegate alla città, in maniera che non venisse mai a cercarci. Poi assunsi pure io il siero. Il resto lo sapete.”.
Negi prese un profondo respiro, poi ricominciò prima che qualcuno potesse intervenire “Mi scuso inoltre per aver messo in pericolo le mie allieve a causa del mio sciocco ed egoistico desiderio di chiudere i conti con la creatura. Non ho parole per giustificare la mia mancanza di giudizio quando ho proposto l'alternativa alla reclusione.” disse scendendo dal letto ed inchinandosi profondamente “Punitemi come riterrete più opportuno.”.
“Si alzi professor Negi!” disse dopo qualche attimo Konoemon “E non dovete scusarvi con me, ma al massimo con le ragazze, anche se devo dire che nonostante le difficoltà incontrate non paiano rammaricate della loro scelta di seguirla.” continuò volgendo un sorriso verso Ako, che annuì debolmente.
Il professore alzò lo sguardo stupito.
“Ha capito bene. Lei non ha obbligato nessuno ad aiutarla anzi, ha rifiutato persino di coinvolgere esterni. Queste ragazze la stimano molto, e lei dovrebbe essere fiero di averle come alunne. La seguirebbero in capo al mondo se solo glielo chiedesse. Negi, lei ha dimostrato più volte di essere una persona affidabile, onesta e giudiziosa, anche se effettivamente tende a farsi trascinare più dal cuore che dalla mente. Ma nessuno la critica per questo, al contrario! Questo è ciò che dimostra la sua umanità.” gli sorrise il preside.
Il giovane si voltò verso le sue alunne, che sorridendo gli fecero sicuri cenni d'assenso.
“Tuttavia, ciò che ha detto è vero. Anche se non era sua intenzione ha esposto ad un gran pericolo queste giovani, e purtroppo non tutte ne sono uscite incolumi.” riprese serio l'anziano.
Il sorriso si congelò sul volto del professore, che si sentì stringere il petto in una terribile morsa.
“La nostra giovane Ako è purtroppo caduta vittima della sete di sangue del conte. Grazie al suo pronto intervento non ne è rimasta uccisa, però è stata maledetta come figlia della notte.” dicendo questo il preside fece un cenno a Takamichi, che gentilmente spinse l'alunna di fronte a Negi.
Questa pareva terribilmente a disagio e borbottava frasi sconnesse, senza sapere esattamente cosa dire. Non se la sentiva di accusare il professore della sua condizione, oltretutto dopo che l'aveva salvata ben due volte. Allo stesso modo voleva qualcuno su cui scaricare la propria disperazione: non voleva rimanere per sempre una ragazza di terza media, costretta a bere sangue per sopravvivere, senza avere nessuno che potesse aiutarla e senza poter condividere quel fardello.
“Questa è la sua punizione. Sapere che a causa di una sua scelta mal ponderata vi è rimasta vittima una persona a lei cara. Sarà compito suo trovare una scusa accettabile da riferire alla famiglia per la nuova condizione di loro figlia e lei stessa sarà sotto la sua diretta responsabilità finché non sarà in grado di provvedere a sé stessa e a proteggersi da sola dai pericoli magici ai quali è stata introdotta.” terminò Konoemon.
“Eh?” Ako fece un salto indietro, scuotendo le mani “Nonono! Non ce n'è assolutamente bisogno! Io... me la posso cavare...”.
Negi era silenzioso, i pugni stretti ed il viso abbassato.
“Certo.” rispose tirando su il capo.
Poi, all'improvviso, s'inginocchiò in stile cavalleresco ai piedi della ragazza, con un pugno a terra e uno sul cuore.
“Imploro umilmente il vostro perdono, madamigella Izumi, per la mia inadempienza in quanto tutore e quindi protettore. Se vorrete negarmelo, nessuno avrà nulla da biasimarvi.” recitò serio, con gli occhi bassi “Credimi, Ako. Farò tutto ciò che è in mio potere per porre rimedio.” sussurrò.
Tutti erano rimasti a bocca aperta alla reazione di Negi, compresa la stessa Izumi, che più rossa di un pomodoro annuì incerta.
“Aspetta moccioso! Tu non puoi proprio far nulla? In fondo hai distrutto Herbert...” lo chiamò Evangeline, che fino ad allora era rimasta muta.
“No.” rispose il professore, frustrato, senza muovere un muscolo “Sono desolato. Posso al massimo provare con la maledizione che ho imposto al conte, ma rischio solo di aggravare la situazione.”.
“Perché? Cosa fa quell'incanto?” chiese riflettendo Eva.
“Ristabilisce il processo d'invecchiamento nel bersaglio, facendogli assumere la sua vera età. Praticamente annulla l'immortalità, e con poche modifiche può anche accelerare lo stesso processo d'invecchiamento. Per questo non posso usarlo per annullare la vostra maledizione, Master. Il problema con Ako è simile: essendo lei una viaggiatrice temporale, è effettivamente esistita su più epoche distinte. Ciò rende imprevedibili gli effetti dell'incantesimo, in quanto ristabilirebbero la vera età, nonostante lo stesso incanto le rimuova pure la maledizione.” rispose il mago prontamente.
“La prego professore...” lo incitò Ako, imbarazzata “Si rialzi...”.
“Bene ragazzi, vi lascio riposare. Ho disturbato anche troppo.” disse allora il preside, uscendo con un mesto sorriso insieme a Takamichi “Ci vediamo tra qualche giorno!”.
Mentre si rialzava, Negi chiese stupito “Aspettate... ma cosa avete detto alla classe per farle accettare il mio aspetto e quello di Kotaro?”.
“Ecco...” rispose Chao, ridacchiando “Quando hanno saputo che siete effettivamente invecchiati a causa del malfunzionamento di una mia invenzione, che per inciso è pure la verità, nessuno ha messo in dubbio nulla, ne!”.
“A volte sono così... Bha! Non esiste un termine adatto!” esclamò irritata Chisame.
“Comunque sia, vieni Negi. Bentornato a casa!” dichiarò Asuna, consegnandogli il suo completo.
 
* * *
 
“Spero che in cinque anni ti sia passato quel viziaccio di intrufolarti nei letti altrui!” esclamò Asuna seria, mentre apriva la porta dell'appartamento.
“Ehrm... Certo!” rispose Negi “Eheh... è vero che mi capitava, quando ero qui!”.
“Ti capitava?! Ma se era tutte le notti!” rispose secca l'altra aprendo l'uscio.
“Scusa... ma perché è dall'ospedale che ci segui, Ako? Hai bisogno di qualcosa?” chiese incuriosita Konoka, lì con loro, rivolta alla silenziosa ragazza dai capelli grigi dietro di loro.
“Ecco... il preside mi ha detto che non posso più stare in stanza con le mie amiche a causa della mia s-se-sete... sai... rischio di morderle nel sonno, dato che da sveglia mi rifiuto di bere s-sangue...” rispose con espressione triste “B-buffo vero? Un vampiro che ha paura del sangue...” grosse lacrime le comparvero negli occhi.
I tre coinquilini si guardarono un momento negli occhi, poi circondarono la ragazza per consolarla.
“E quindi? Dove andrai ora?” chiese Asuna.
“I-il professor Takahata mi ha detto di trasferirmi da lei professore, dato che potete aiutarmi in caso di problemi, e che non rappresento una minaccia per voi...”.
“COSA?” fu il grido stupito della spadaccina che riecheggiò nei corridoi.
Effettivamente, dentro la stanza era presente un letto aggiuntivo, subito dietro il divanetto, con sopra due grosse valigie.
“Prometto che non darò fastidio!” s'inchinò Ako davanti alle sue nuove coinquiline.
 
 
FINE
  
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