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Autore: I Believe in You    09/08/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una ragazza il cui sogno è incontrare i One Direction. Ma un giorno qualcosa o meglio qualcuno le farà cambiare idea.
E proprio a quel punto si ritroverà a vivere pienamente la vita, con una nuova svolta.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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(Qualche settimana prima)



Bip. Bip. Bip. La sveglia! Pensai tra me e me. Erano precisamente le 6.30 di uno dei giorni più importanti della mia vita, perché oggi era il 9 gennaio, nonchè compleanno della mia miglior amica: Emy. Avevo deciso di regararle per il suo compleanno il cd dell'album completo dei nostri idoli: i One Direction. Loro per noi erano come il sole che illuminava le giornate spente e invernali di Londra. Erano una boyband famosa quasi in tutto il mondo. Loro erano Harry, Louis, Zayn, Niall e Liam, e li amavamo tutti con i loro pregi e difetti. E a pensare che abitavano a proprio nella nostra città, ma non avevamo mai avuto l'opportunità di conoscerli o anche solo incontrarli. Per questo il nostro sogno era di riuscire a vederli dal vivo. Infatti, oltre all'album, avevo incartato in una letterina i biglietti del concerto imminente dei One Direction! Io, Laurel Mia Delaweyne, ero sicurissima che questa si sarebbe preannunciata una giornata fantastica.

Al suono della sveglia mi alzai e andai in bagno. Mi sciacquai per bene e mi lavai i denti. Dopodichè mi vestii con i panni che avevo preparato il giorno prima. Siccome era inverno nelle strade londinesi, decisi di mettermi dei leggins neri pesanti e un maglione grigio lungo aderente sui bordi e lo decoraii con una cintura di perline. Infine pettainai i miei capelli castano dorato che arrivavano fino a metà schiena, e ogni tanto incontravano qualche curva. Ai miei genitori piacevano molto i miei capelli ondulati, ma io non davo troppa importanza a queste cose. Mi misi dei stivaletti e scesi giù a fare colazione.

Oggi era il rientro a scuola dopo le vacanze natalizie, ma alla fine mi sentivo in ansia non per il rientro, ma più per il compleanno della mia amica. Presi una bella tazza di cioccolata calda e ci affondai dentro dei biscotti al cacao della miglior marca. Mancavano solo i marshmallow e tutto sarebbe stato perfetto, ma non c'era piu' tempo per questo, dovevo andare a scuola, cominciava a farsi tardi. Con un rapido scatto presi il cappotto e una sciarpa, presi lo zaino, diedi di sfuggita un bacio a mia madre e uscii fuori in quel mondo che pareva ricoperto di panna. Le strade erano piene di neve e ogni tanto vedevo, passando per le vie, dei pupazzi. Alcuni erano fatti davvero bene, altri invece non erano molto ehm, come dire... pupazzi.

Così era ricominciata quella monotona routine quotidiana, visto che la mia scuola era abbastanza vicina a casa ci andavo tutti i giorni a piedi. Arrivata lì cominciai a cercare Emy per darle il regalo. La vidi, ma... un momento! Non avevo il regalo con me! Me lo ero dimenticata a casa! Ed ora come potevo fare? Troppo tardi ormai mi aveva vista, ed Emy si avvicinava a me.
«Ciao! Hei Laurel! Come sta oggi la mia miglior amica? Ti ricordi che giorno è oggi? Vero?» Ovvio che me lo ricordavo ma ora come facevo?
«Umh... No perchè che giorno è oggi?» Dissi ironicamente e per scherzo. Sul suo volto comparve un velo di tristezza.
«Sì, che me lo ricordo! Ma ti pare! Oggi è il tuo compleanno! Auguri Emy.» L'abbracciai stritolandola a me. Le era ricomparso il sorriso.
«Grazie! Sapevo che non te ne saresti mai dimenticata!».
«Ovvio» Risposi «Però ti devo fare una premessa, mi sono dimenticata il tuo regalo a casa percui oggi verso le quattro vieni a casa mia e ti do il regalo, okay?» Le feci l'occhiolino. Ci penso un po' sù, era dubbiosa.
«Va bene, ma tu sapevi però che non ce n'era bisogno. Mi basta vederti felice come regalo...» Ma certo che ce n'era bisogno, dopo tutto quello che faceva per me. Lei era proprio perfetta. Era la mia miglior amica. Con quei suoi riccioli color oro, e quei grandi occhioni verdi e quel suo visino così dolce riusciva veramente a farmi sentire al settimo cielo.
Drin. Drin. La campanella della scuola interruppe i miei pensieri.
«Hei, allora ci vediamo oggi pomeriggio a casa mia Emy. A dopo!»
«Okay a dopo Lu!» E mi incamminai verso l'ingresso della scuola dove mi aspettavano sei lunghe e noiosissime ore di studio, e la prima era proprio biologia.

Fortunatamente quelle ore passarono molte velocemente, ed io non vedevo l'ora di tornare a casa. Ormai mancavano solo cinque minuti.
Drin. Drin. La campanella! Finalmente, era ora! Uscii dall'aula di storia dell'arte e m' incamminai subito verso l'ingresso della scuola e infine verso il parcheggio. Andavo di fretta, volevo preparare tutto per dopo. Il cellulare mi squillò. Era un messaggio di Emy. Ero talmente concentrata a correre e a guardare il cellulare, che non notai un ragazzo che stava passando. E in un attimo mi ritrovai a terra. Fu un bel botto.
Mi guardai un momento intorno per cercare di riprendere più o meno conoscenza, ma qualcuno tese la mano verso di me... o sì certo! Era quel ragazzo che avevo preso in pieno. Mi aiutò ad alzarmi. Era un ragazzo alto moro con gli occhi azzurri. Indossava un jeans quasi aderente e una giacca di pelle, tipo uno di quei ragazzi ribelli a cui non piace niente e nessuno se non loro stessi. Ma, accidenti! In fatto di bellezza non scherzava proprio.
«Hei, stai bene? Emh... scusami io non ti avevo vista.» mi disse, portandosi una mano sui capelli.
«No! Figurati è colpa mia mi ero troppo distratta a guardare il cellulare... comunque, sì, sto bene grazie.».
«Scommetto che era il tuo fidanzato, giusto?».
«No! Ma che dici! Come ti viene in mente?!».
«Scusami, non volevo. E' solo che mi pareva strano che una ragazza così carina e attraente come te non abbia un ragazzo. A proposito! Io sono Matthew, ma tutti gli amici mi chiamano Matt.». Forse avevo esagerato un pochino, diventai rossa.
«Scusami tu. Sono stata troppo permalosa. Comunque... Laurel, piacere!» e tesi la mia mano verso di lui. Appena me la strinse sentii un brivido caldo scorrermi dentro. Ma era un brivido piacevole. Mollai subito la presa, era tardi!
«Allora ciao!» stavo per andarmene ma qualcosa mi bloccò la mano.
«Potrò rivederti ancora?» guardai i suoi occhi color ghiaccio. In fondo che male c'era.
«Beh, in fin dei conti frequento la tua stessa scuola. Niente te lo impedirà. Quindi arrivederci.»
Comiciai ad incamminarmi verso casa, e ripensai a quel ragazzo. Mi aveva veramente colpito.
Appena dentro casa mi preparai qualcosa al microonde, visto che erano le due e mezza. I miei genitori non c'erano o almeno mia madre non c'era. Mio padre ci aveva abbandonate il 4 agosto. Proprio il giorno del mio secondo compleanno. Che stronzo! Avevo un ricordo vago di mio padre, ma per quanto mi riguardava, non me ne fregava niente. Però quest'anno mi promisi che sarebbe stato un compleanno fantastico. Mi sarei goduta alla grande i miei diciassette anni.

Mi misi seduta sul divano a guardare un film. Passò circa un'oretta buona, ed ad un tratto, proprio sul più bello qualcuno bussò alla porta.
Ero proprio incazzata, sulla scena piu' bella mi avevano interrotto. Decisi di andare comunque ad aprire.
«Hei! Non ti aspettavo così presto! Sei in anticipo. Potrei lasciarti qui fuori, ma comunque ti faccio entrare.» risi. Era Emy.
«Grazie! Vedo che sua maestà la regina imperiale accetta le visite di un'umile cittadina!» e si inchinò a me.
«Emh... okay, però adesso non esageriamo in fin dei conti sei tu quella che è ricchissima, ed ha un una mega villa, con dentro tre cani, due gatti, e un pesciolino rosso! E poi oggi è il tuo compleanno.» ci sedemmo sul divano.
«Non è vero... okey, sì, sono ricca, però non ho tutti quegli animali, ho solo un cucciolo di Aschi. E comunque mia cara, sono venuta prima, perché nella mia mega villona mi annoio e volevo sapere qualche nuovo pettegolezzo.» Rise e mi tirò una cuscinata. Me l'ero meritata.
«Va bene... questo volta il pettegolezzo ce l'ho io.»
«Ooo!»
«All'uscita di scuola mi sono scontrata con un ragazzo, alto, moro con gli occhi azzurri. Mi ha aiutato a rialzarmi e si è scusato mille volte. Poi mi ha detto che ero carina e che vorrebbe rivederemi. Era davvero molto dolce.»
«Ooo... la nostra Laurel ha pescato un bel pesciolino. Comuque che fortuna, avrei voluto essere al posto tuo.»
«Beh, in fondo ci ho rimesso la botta sul di dietro!»
«Ma comunque pensi che possa piacerti?»
«Non lo so. Forse.» mi fece spallucce «Okay, sì, lo ammetto. Non era niente male. Mi potrebbe piacere. Ma ora passiamo al tuo regalo.»
Le passai un pacchettino.
Cominciò ad aprirlo. Non fece in tempo a scartare la carta, che i suoi occhi si illuminarono. Aprì anche la bustina che conteneva i biglietti.
Guardaii i suoi occhi, e vidi scenderle una lacrima lungo le guance, e poi un'altra. Pensai stesse piangendo per gioia. L'abbracciai. Ma dopo cominciò a piangere seriamente. Capii che non era quello il motivo di tutte quelle lacrime.
«Hei... cos'hai, tutto bene? Non sei felice? Andremo a vedere i One Direction dal vivo! E' quello che abbiamo sempre desiderato...»
«Sì, il regalo è stupendo! E per questo ti ringrazio.»
Si asciugò le lacrime, ma poi ne scesere altre. Non ce la facevo a vederla così, mi resi conto che era la cosa che mi faceva piu' male di tutte.
«E allora qual'è il problema?» dissi asciugandole una lacrima.
«E' che vedi io ci ho pensato, sono troppo innamorata di loro. Dimmi, una volta che staremo lì e avremo visto il concerto, che succederà? Beh, la so io la risposta, non sarà cambiato proprio un cazzo di niente! E vederli per cinque secondi e poi lasciarli andare, mi farà ancora più male di adesso. Sono una ragazzina deficiente che si è innamorata del più bel ragazzo del mondo!»
«Hei, no... non fare così! Vedrai che col tempo passerà...»
Le mie parole furono vane.
«Tu non capisci.»

Faceva troppo male vederla cosi, troppo! La questione girava tutta intorno ai One Direction. Tra me e me pensai solo ad una cosa. Ma no! Non potrei mai farlo! Ma alla fine, lo feci, feci quello che all'inizio fu un grandissimo errore. Presi tutte le forze che avevo, tutti i miei sentimenti  e li trasformai solo in puro "Odio". Odio per loro che avevano fatto stare così male la mia amica. Loro: i One Direction!






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Ditemi tutto. Accetto critiche e suggerimenti. Non scrivo molto bene, ma siccome leggo molto mi piace inventare storie :D
   
 
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