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Autore: Madnesss    09/08/2012    2 recensioni
"...Ce n'era una, però, che aveva catturato la mia attenzione. A differenza delle altre, non rappresentava una scena locale o una persona del posto; rappresentava una famiglia. Un padre in un vestito elegante seduto su una sedia, la sua obbediente moglie dietro di lui e il suo giovane figlio e sua figlia ai suoi piedi...."
[One-shot, se mi chiedete il continuo vi picchio :v]
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Recentemente alla galleria d'arte dove lavoro c'è stata una nuova esposizione dedicata agli artisti locali. Era il solito tipo di cose; dipinti di scarso valore che avevano successo solo perché provenivano dalla comunità locale, dipinti delle persone del posto, dei luoghi, e così via. Era mio compito decidere quali opere mettere in mostra, e ciò mi ha costretto allo smistamento di circa un centinaio di queste terribili parodie dell'arte. Ce n'era una, però, che aveva catturato la mia attenzione. A differenza delle altre, non rappresentava una scena locale o una persona del posto; rappresentava una famiglia. Un padre in un vestito elegante seduto su una sedia, la sua obbediente moglie dietro di lui e il suo giovane figlio e sua figlia ai suoi piedi.

Guardando i loro vestiti ho capito che provenivano dal diciannovesimo secolo, erano tipicamente vestiti come una famiglia borghese di quel periodo. Due cose del dipinto mi hanno colpito: per prima cosa, l'attenzione per i dettagli e la qualità dell'opera erano impeccabili (quasi come in una fotografia) e secondo, fu il brivido che provai lungo la schiena. Le persone nel ritratto avevano questo strano, scarno sguardo, e le espressioni che avevano erano così vuote da farli sembrare quasi morti. Il dipinto non aveva il nome di nessun artista su di esso, e Molly della reception aveva detto che non ricordava nessuno portarlo lì. Allora ho deciso che invece di mettere in mostra il quadro, lo avrei portato a casa con me; dopotutto non aveva nessun nome sopra, quindi nessuno lo aveva perso, giusto?

Sono tornato a casa e ho deciso che lo avrei appeso nel mio studio, e dopo averlo attaccato al muro ho speso il resto della nottata compilando documenti. Ogni tanto i miei occhi erano attratti dal dipinto. Sentivo una strana, e molto poco confortante, sensazione. Mi sentivo come se la famiglia nel dipinto mi stesse in qualche modo giudicando; come se potessi sentire i loro occhi cavanti dentro di me dal quadro. Quel che era peggio era che dato che fissavano il pittore (e quindi chiunque guardasse il dipinto) i loro occhi sembravano seguirmi per tutta la stanza. Dopo un po' non ce l'ho più fatta, ho girato il quadro contro il muro e ho giurato che, non importava quanto interessante fosse, lo avrei riportato alla galleria il giorno dopo. Avevo perso il controllo di me stesso, però avevo lavorato fino a tardi ed ero molto stanco, e decisi che ci avrei dormito su. Ho deciso di finire di compilare l'ultimo documento sulla mia scrivania. Fu una cattiva idea; i miei occhi erano appesantiti e prima che me ne accorgessi mi addormentai proprio lì, nello studio.

Quella notte i miei sogni furono pieni di visioni del dipinto. Più e più volte tutto quello che sognai fu la famiglia che mi fissava da dietro la tela, perforandomi l'anima con i loro sguardi vuoti, ciechi. Con ogni sogno sembravano diventare più intensi, fino a quando dopo un po' i loro occhi diventarono spalancati e mi lanciavano occhiate con un odio così intenso che ho pensato che volessero uccidermi. Dopo un po' sono scattato in piedi alla consapevolezza di trovarmi faccia a faccia con il quadro, ma questa volta invece di espressioni vuote, mi trovai di fronte ad una visione infernale che mi perseguiterà fino alla morte. I loro volti erano contorti in sguardi di cattiveria assoluta. La loro pallida e scarna pelle era stata disegnata sui loro zigomi appuntiti, le loro labbra ritirate dietro le gengive annerite per rivelare nodosi denti gialli scoperti in un ghigno terrificante. Meno vi parlo dei loro occhi sporgenti e iniettati di sangue, e meglio è. Ho urlato e sono caduto dalla sedia, cercando di correre fuori dalla stanza, incapace di girarmi e guardare il dipinto. Ho corso lungo il corridoio e mi sono tuffano nel mio letto, seppellendomi la testa sotto le coperte.

La mattina dopo, quando mi sono svegliato ero ancora terrificato. Ho razionalizzato l'accaduto a me stesso; eri troppo stanco e hai vissuto una notte di terrore, la stanza era buia e sia le ombre che la tua mentre stavano cercando di tirarti un brutto scherzo. Ho vissuto la mia solita routine imperturbabile, confortato dalla logica razionale della mia mente. Stavo per andare a lavoro, quando mi sono accorto di aver dimenticato i documenti nello studio. Ho aperto la porta per prendere i documenti, ma appena ho messo un piede nella stanza mi si è congelato il cuore e mi si è gelato il sangue nelle vene. Il dipinto era ancora girato verso il muro. Non solo, ma la mia scrivania non si trovava nemmeno di fronte al dipinto, tanto per cominciare; si trovava di fronte la finestra.
   
 
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