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Autore: F13    10/08/2012    3 recensioni
che sapore aveva la mela del peccato originale? Adam se lo domanda e lo domanda anche a Crowley (che passava di la giusto per caso, è pronto a giurarlo)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: scritta per la Maratona in Piscina organizzata da Piscinadiprompt sul Prompt : Good Omens/Buona Apocalisse a tutti! , Adam Young, " Gite scolastiche e strani incontri al National museum" che l'avrei proposto io, ma shhhh,

Wordcount: 593
Rating: G
Avvertimenti: Oneshot, Discorsi ai limiti dell'eresia  e sì, per la cronaca, sono andata a rileggermi la genesi per essere sicura di non aver scritto castronerie XD



"E secondo Adam, per quanto ci si potesse cacciare nei guai, non c'era mela che non valesse la pena di essere colta"
Domenica (il primo giorno del resto delle loro vite), Pagina 193



 

“Quindi che sapore avevano le mele quando eravate ancora lassù? Più buone di queste?”

Erano seduti su una panchina di fianco al lago di St.James Park con le oche che starnazzavano attendendo il pane che spettava loro, Adam sgranocchiava una mela e, di tanto in tanto, lanciava i frammenti del panino che sarebbe dovuto essere il suo pranzo al sacco nel lago, causando piccole lotte di supremazie piumate.

“Bhe… non è che proprio fosse abitudine mangiare i frutti dell’albero della conoscenza lassù sai?”

“Ma tu sei il serpente del Eden, com’è possibile che tu non le abbia assaggiate? Non ti sei chiesto che sapore avessero?”

Gli occhi sinceri e stupidi di Adam facevano sorridere Crowley, quel bambino gli parlava di tentazione e curiosità con una sincerità che probabilmente non sarebbe stata ritenuta opportuna da molti di quelli come lui e nemmeno da quelli della parte di azirphale.

Sforzando la memoria fino a ricordare quel lontanissimo giorno nel eden, mentre, con le spire arrotolare sulla corteccia di quell'albero, aveva avuto un discorso simile con la prima donna e si era trovato davanti a uno sguardo di curiosità quasi identico a quello che il bambino gli rivolgeva adesso, e ora come quel giorno, la cosa più importante, indipendentemente da cosa fosse stata scritta da altri, non era stata la conoscenza o il potere, ma solo l’inarrestabile curiosità degli uomini. Crowley sorrise all’ironia della cosa; il figlio di satana era così umano da avere nello sguardo la stessa luce curiosa che c’era nello sguardo di Eva.

“Bhe mettila così; all’epoca avrei avuto anche difficoltà a mangiare una mela, la bocca di un serpente non è che funzioni bene per certe cose”

 Era una plateale bugia, Crowley ne era consapevole, ma sperava che Adam fosse abbastanza ingenuo o magnanimo da soprassedere sulla cosa. Adam nonostante lo uno sguardo perplesso non infierì oltre su quel punto.

“L’altro invece, il tuo amico? Lui lo sa che sapore avevano le mele del giardino?”

Crowley soppesò la domanda un secondo “Azirphale? Non è che sia proprio mio amico... un collega se proprio vuoi. Comunque no, non credo che Azirphale abbia mai mangiato una delle mele, è un tipo parecchio ligio alle regole lui, è un angelo dopotutto”

Crowley evitò di domandarsi quanta verità ci fosse invece in quest’affermazione, dopotutto quel giorno, quando la prima tempesta del mondo stava per scoppiare, sia lui che l’angelo si erano chiesti chi dei due avesse fatto la cose giusta, chi avesse seguito le istruzioni e chi invece avesse invece infranto una qualche regola.

“Bhe mi sembra stupido non c’è nessuna mela che non valga la pena di essere colta. Io la penso così”

Crowley rise e Adam rise con lui, e per quanto folle e improbabile fosse la cosa, probabilmente era quella giusta.

“Sì probabilmente hai ragione”

Più tardi, quel pomeriggio, la maestra della classe Adam avrebbe potuto giurare che il bambino non si fosse mai allontanato dal gruppo classe in gita al National Museum. Questo, ovviamente, prima di vedere il bambino scendere da una Bentley nera guidata da uno sconosciuto magro e con indosso degli occhiali scuri nonostante il tempo nuvoloso.

Purtroppo mentre si preparava a scatenare contro quella peste di Adam Young tutta la sua giustificata ira di insegnate delle medie il ricordo della macchina, del uomo e del arrabbiatura si sfocò inspiegabilmente nella sua mente e, quando riemerse dal suo momento di confusione, lo fece solo per vedere Adam tranquillo, in mezzo al resto dei suoi coetanei, che sgranocchiava patatine con il ritratto dell’innocenza stampato in faccia.

   
 
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