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Autore: ArjaBu    10/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti!! Questà è una cross-over tra HP e il telefilm Streghe! Se qualcuno non l'ha mai visto, consiglio di andare su wikipedia e cercarsi la trama e i personaggi!
Attenzione:Ho rimesso la storia , qualcosa verrà cambiato
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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ATTENZIONE HO RIMESSO LA STORIA DA CAPO! :D QUALCOSA VERRA’ CAMBIATO!!! BACI BACI!
Commentate in tante/i
I personaggi descritti non mi appartengono, sono di proprietà di JK Rowling  e della  Spelling Television.
 
 
Capitolo 1
 
 
Era una mattina come tante quando io, Ginevra Molly Weasley, mi alzai dal letto stropicciandomi gli occhi con le mani dalle dita lunghe e affusolate, come quelle dei pianisti. Mi diressi verso il bagno tentando invano di riconnettere il cervello in modo “Mattina Presto”, inforcai lo spazzolino e ci misi sopra un’abbondante e premurosa quantità di pasta dentifricia alla menta. Iniziai a lavarmi i denti con forza e vigore e finita quest’attività presi molta acqua fredda e me la lanciai senza tanti complimenti sul viso a cuore: un brivido mi percosse tutte le membra e in un attimo fui sveglia. Non contenta della sveglia poco gentile mi svestii, misi i vestiti nella cesta delle cose sporche ed entrai velocemente in doccia. Mi lavai per bene e finito anche questo mi avvolsi nel mio bellissimo accappatoio rosa, mi strizzai i lunghi capelli rossi e li raccolsi dentro a un asciugamano che prese la forma di un improbabile turbante. Misi le ciabatte ai piedi e trascinandoli verso la mia camera, con poca convinzione, mi diressi verso il mio armadio e indossai un vestito, regalatomi da mio fratello Ronald; era bello, blu notte con una cintura nera allacciata sotto il seno e le spalline grosse, e mi arrivava fino alle ginocchia. Sciolsi i capelli dal turbante e presi un aggeggio babbano che si chiama phon, molto utile, un regalo di Hermione, mia migliore amica e fidanzata di Ron. Lo accesi e in un battibaleno i miei lunghi capelli mi ricadevano asciutti sulle spalle. Soddisfatta, grugnii qualcosa e scesi di sotto dove un inconfondibile profumo di cibo m’invase le vie respiratorie: trovai subito il buon umore.
Arrivai alla fine delle scale e mi avvicinai alla cucina, dove la mia famiglia al completo mi guardò e m’illuminò con un bellissimo sorriso a trentadue denti. Io come riflesso incondizionato sorrisi e risposi al “Buon Giorno”. La mia mamma, Molly Weasley, mi si avvicinò, mi baciò e disse:
“Ginny, cara, cosa vuoi per colazione?”
Ci pensai su e risposi sorridente:
“Pane abbrustolito con pancetta e uova, per piacere, mammina!“
Lei si prodigò a portarmi una generosa porzione mentre io guardavo il resto della mia famiglia; mio padre Arthur che leggeva la gazzetta del profeta, Ron che stava dormendo con il viso tra le mani e la colazione ancora nel piatto, Fred e George che gli tiravano addosso ai pezzi di mollica per svegliarlo, Percy che li guardava irritato e che sorseggiava piano piano un po’ di caffè, e Charlie e Billy che discutevano animatamente sul fascino indiscutibile dei draghi. Finalmente la mia porzione arrivò e la mamma disse subito:
“Fred, George, smettetela subito di rovinare il cibo e tu, Ronald caro, svegliati per Merlino!“
Ron alzò stancamente gli occhi e riuscì a biascicare solo un debole:
“Ma ama…io.ho.onno.”
Molly rispose:
“La prossima volta cerca di andare a letto presto! Santo cielo Ron, le vacanze sono finite e dopodomani inizia la scuola, come reggerai mai alle lezioni se continuerai ad andare a letto alle 2??”.
Papà, che in tutto questo si era rifugiato dietro al suo libro, lo chiuse; poi si tolse gli occhiali con un movimento veloce, li guardò e disse:
“Ron, tua madre ha ragione, vedi di assecondarla!“
Ma Ron non dava segni di risveglio. Successe tutto in un momento: Fred e George si alzarono velocemente, presero la sedia nel quale era seduto Ron, la alzarono e con un sonoro Bam, Ron si svegliò di soprassalto e si ritrovò per terra con il sedere sul pavimento. I gemelli scoppiarono a ridere vistosamente e questo allora si alzò di scatto e urlò:
“Giuro che me la pagherete!!“
E corse dietro ai due. Mia madre sospirò, evidentemente rassegnata, mormorò qualcosa e si mise a sedere iniziando a mangiare. In tutto questo Charlie e Billy non si scomposero, tanto questa tiritera era frequente in casa nostra, ed io per contro mangiavo silenziosamente guardando il vuoto quando un gufo planò sulla tavola facendo rovesciare il mio succo di zucca. Sentii la mamma che urlò un “Erroll, stupido gufo!!“ e agguantando la lettera che l’animale portava legata alla zampa, la slegò e lesse. Tempo un secondo e commentò:
“Harry Potter verrà qua sta sera!“
Tutti smisero di fare quello che stavano facendo, papà di mangiare, i gemelli e Ron di rincorrersi, Charlie e Billy di parlare ed io di guardare il vuoto. Era una sensazione che conoscevo bene: ogni volta che si parlava di Harry Potter, il bambino sopravvissuto, il principale nemico del Signore Oscuro e migliore amico di Ron e di Hermione, questo scatenava sensazioni indecifrabili, simili a piccole scosse nel mio cervello e nel mio corpo: lui, l’amore della mia vita dal primo anno, lui, colui che mi trattava sempre come una sorellina minore, tra meno di 12 ore avrebbe varcato la soglia della tana, dando da fare di più di quello che già non aveva alla mia povera mamma. Ma tutto questo non dava fastidio, lui era sempre il benvenuto dai Weasley, sempre e comunque.
Il rumore dei passi dei gemelli e di Ron mi svegliarono dal flusso di coscienza che aveva, come una nuvola, invaso il mio cervello. Ron si sedette sulla sedia libera accanto alla mia.
“Merlino, era ora che arrivasse, non ce la facevo più a sopportare i gemelli da solo!!” disse  rivolgendo uno sguardo truce ai miei fratelli, che ridendo gli riposero in coro:
“Ronnie, (così lo chiamavano per farlo innervosire, devo dire che anche se avevano 3 anni più di me e 2 più di Ron, a volte si comportavano come dei tredicenni) noi non potremmo mai disturbare Harry, lui ci ha permesso di aprire i “Tiri Vispi”!”
Infatti, i soldi vinti da Harry alla fine del Torneo Tremaghi erano stati dati ai gemelli per aprire il loro amato negozio a Diagon Alley. Mia madre parlò e disse:
“Oh santo cielo, solo Silente potrebbe mandarmi una notizia del genere qualche ora prima!! E adesso?? La casa è un disastro!! Merlino, ho così poco tempo e così tante cose da fare!!”
Mio padre udite queste parole chiuse definitivamente il giornale e disse alla moglie con una dolcezza infinita:
“Molly cara, non ti angustiare, i ragazzi ed io ti daremo una mano, vero ragazzi?“ disse guardandoci con uno sguardo che non ammetteva repliche, e noi rispondemmo tutto d’un fiato:
“Certo, mamma, certo!“
Ci alzammo velocemente e all’unisono dalle sedie, e quello che avvenne dopo fu una massa indefinita di capelli rossi che si muoveva velocemente per tutta la casa mettendo a posto il disastro dei miei fratelli, e per ora di pranzo la Tana brillava e la mamma soddisfatta e un po’ stanca si abbandonò sul divano con un sospiro. I miei fratelli andarono in giardino a giocare a Quidditch, tutti tranne Percy che si accomodò su una poltrona con mano l’ultimo libro di Frederick il Mago, famoso giornalista di punta, che parlava di come il sistema delle borse babbane potesse migliorare anche la situazione economica dei maghi. Io invece mi sedetti su una sedia in cucina dando libero sfogo alla mia mente pensando a Harry e me in vacanza, a Harry e me all’altare, a Harry e me con i nostri futuri figli.
Fu mia madre a svegliarmi da quel sogno ad occhi aperti, dicendomi di salire a sistemare il baule. Controvoglia ubbidii, salii pesantemente le scale a chiocciola e mi diressi verso la mia camera chiudendo la porta a chiave e mettendomi a riordinare il baule per Hogwarts. I pensieri volavano qua e là mentre ordinavo in un angolo del baule i libri di testo e il calderone, i vestiti e altri oggetti personali in un altro. Chiusi rumorosamente il baule, e il rumore provocò uno spostamento rumoroso di alcuni uccelli che poggiavano tranquilli su un albero fuori dalla mia finestra. Mi diressi verso quest’ultima e la aprii; annusai l’aria di fine agosto e decisi che era ora di prendere gli ultimi raggi di sole estivo prima di andare a scuola.
Uscii e mi misi sdraiata su un lettino nel prato mentre i miei fratelli giocavano a Quidditch. Penso fossero passate ore quando due mani mi presero le braccia e mi scossero leggermente: mi svegliai e trovai la faccia di Ron sopra la mia.
Era bello: aveva gli occhi marrone come i miei, un viso rotondo ma non da bambino, un po’ di lentiggini sul naso e sugli zigomi. Le labbra erano carnose ma non troppo, il naso dritto e perfetto; e per finire aveva una massa di capelli rossi corti che andavano, un po’ come volevano. Quei capelli così ribelli mi ricordarono qualcun altro e sentii un tonfo al cuore. Guardai Ron e gli chiesi:
“Ron, che che ore sono? Quanto ho dormito?“
 Mi alzai dal lettino e vidi che in effetti il sole stava tramontando. Guardai Ron che parlò:
“Pulce sono le 19:00 e fra un po’ arriva Ha…”
Non fece in tempo a finire la frase che come una furia mi alzai lasciando Ron perplesso, volai in camera e mi preparai alla bell’è meglio. Scesi di corsa le scale e un sorriso tranquillo per mascherare l’ansia mi apparve sul volto. Raggiunsi la mia famiglia in cucina, ma prima di varcare la soglia, una mano afferrò il mio braccio e mi portò in giardino. Ron accigliato e divertito mi guardò e aprì bocca:
“Ginny, che diavolo ti succede? Hai reagito come se dei gorgosprizzi ti fossero entrati nel naso! “
Lo guardai divertita e con aria innocente gli risposi:
“Mah, nulla di che, volevo solo prepararmi per ehm… la cena, sì insomma non possiamo mica fare la figura dei barboni con l’ospite, vero?“
Un sorriso innocente si aprì sul mio viso, Ron soffocò una risata e disse:
“Ginny, Harry non è un’ospite! E ormai è di casa e non capisco tutte queste formalità!“
Prima che il mio non proprio sveglio fratello arrivasse alla conclusione del mio repentino cambiamento, lo portai in cucina, dove preparammo la cena per la sera.
Fortunatamente Ron non mi chiese altro ed io potei nel tempo rimasto, mente condivo l’insalata, pensare a quanto il cognome Potter si abbinasse al mio cognome da signorina. Harry arrivò puntuale come sempre. Era cambiato da quando l’avevo visto l’anno precedente al ritorno a casa: era diventato più alto e muscoloso, i suoi capelli corvini che andavano dove volevano erano cresciuti di qualche centimetro e gli arrivavano alla nuca coprendogliela. E gli occhi: quegli occhi che amavo ora splendevano e sorridevano guardando la mia famiglia. A un tratto si posero su di me, mi guardarono e improvvisamente cambiarono: una luce sexy li abbagliò, io come una stupida distolsi lo sguardo da quella tentazione color verde smeraldo e arrossendo lievemente mi portai una ciocca di capelli dietro le orecchie. Ron mi stava guardando con uno sguardo che la diceva lunga. Assieme a Harry arrivò anche Hermione: la sua lunga chioma riccioluta ora era decisamente più disciplinata e le cadeva elegantemente lungo le spalle. Era cambiata anche lei: si era fatta più magra e alta, il suo corpo come il mio aveva iniziato a prendere forme più femminili. Scoppiò un vociare di ”OH che gioia vederti Harry”, di ”Hermione, come sei cambiata, è un piacere averti qui“ e di “Grazie signora Weasley, grazie per l’accoglienza”. In tutto ciò un attimo dopo Hermione corse tra le braccia di Ron abbracciandolo e dandogli un lieve e casto bacio a fior di labbra, provocando in Ron un rossore improvviso che gli attraversò tutta la faccia per arrivare alle orecchie e spegnersi subito. 
  
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