Crossover
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Autore: ghirigoro    10/08/2012    7 recensioni
Lei è bellissima, intelligentissima, innocentissima, amatissima, bravissima Mary Sue.
Lui è il fighissimo, malinconicissimo, perfettissimo Gary Stu.
I due si incontrano.
E il resto è leggenda...

Eccomi qui con una demenziale storiella! Dedicata a tutti quelli che soffrono a causa dei critici che li accusano di aver creato una Mary Sue o un Gary Stu.
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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E così come inaspettatamente, improvvisamente e fulmineamente Gary Stu era entrato nella sua vita, così come il corso naturale delle cose sarebbe era in procinto di essere stravolto per dare spazio ad una nuova cronologia di eventi stupefacenti, così come i gioiosi tempi di danze e canti e pic-nic all'aria aperta in compagnia della famiglia sarebbero stati spazzati via per cedere posto ad un'epoca di terrore e morte, arrivò l'ora di pranzo.
La fede di Mary Sue nella Provvidenza Divina (paragonabile solo e soltanto a quella della Santissima Lucia del Borgo Vicino a Lecco) fu messa a dura prova durante quell'intervallo, tanto che da quel giorno diventò una satanista convinta ed adepta delle streghe Wicca, svolgendo oscuri riti voodoo ed incidendo album death metal con suo zio Varg, meglio noto con l'adorabile nomignolo di Burzum.
Ma ritorniamo al nostro racconto, ora.
La nostra adorabile protagonista entrò nell'ampio salone, e subito tutti gli sguardi furono puntati su di lei, attirati dalla sua rara bellezza senza pari. Mentre soavemente oltrepassava i primi tavoli, con tutti i commensali (a prescindere dal sesso, dall'età, dal livello di istruzione e dal grado di avanzamento di putrefazione) che si giravano a guardarla assolutamente estasiati, il suo adorabile piede incontrò una piastrella rialzata, la sua sottile caviglia si piegò su se stessa e la sua dolce persona perse l'equilibrio e si avviò ad una rovinosa caduta sul pavimento. Appena prima che il freddo marmo facesse la conoscenza della sua graziosa faccia, una paio di braccia robuste e virili ma comunque gentili e profumate di vaniglia la afferrarono per la vita, e la salvarono da una certa frattura cranica.
Le lunghe, lunghe ciglia di Mary Sue si sollevarono verso l'alto, provocando una folata di vento tempestoso che per poco non strappò la pelle di dosso al bel ragazzo, e i suoi grandi occhi del colore del cielo, dell'erba e del finissimo cioccolato al latte Lindt si fissarono in quelli profondi ed argentati del suo salvatore, che la osservava protettivo.
-Me chiamo Sebastien. Zòno il Cònte Sebastien Maximilian Valentine Mont-Saint Charmantagoniste, milady.- le disse, precedendo la sua domanda, con un musicalissimo ed affascinantissimo accento inglese.
Mary Sue rimase assolutamente meravigliata. Come faceva a sapere quello che gli avrebbe chiesto? Di sicuro doveva avere dei poteri magici. Un altro punto a suo favore.
-And, potchrei avère il onòre di connòshere il vostro nome?-
-Mary Susan Elizabeth Charlotte Tamara Danielle Wilson, ma tutti mi chiamano Mary Sue.-
-E poutchrei anche sapére il voustrou coudice phiscàle?-
La splendida ragazza dischiuse le rosee labbra per rispondere, ma lui le posò dolcemente un dito sulle labbra, scuotendo piano la testa con un sorriso.
-Nou, non sèrve. Non aphaticatchevi, lo spaventcho deve avervi privatcha di ogni energìa. Coradgio, cercate confortcho contchro il mio palestchratizzimo e diàfano pettcho, phorgiato dal phuoco di mile batàjje.-
-Ooooh, Sebastien! Mi sento mancare!- gemette la nostra impavida eroina, improvvisamente pallida e senza forze. Si abbandonò sui suoi addominati scolpiti nel marmo di Carrara, e svenne portandosi una mano alla fronte.

Quando riaprì quelle due dolci gemme incastonate nella panna che erano i suoi occhi, Mary Sue si ritrovò sdraiata in uno sfarzoso letto a baldacchino appartenuto al re Luigi XIV, a giudicare dagli intarsi e dalle radiazioni del carbonio-14, perfettamente truccata e pettinata e con indosso il suo vestito migliore. Davanti a lei, un vassoio d'argento puro su cui stavano una teiera di porcellana dipinta del valore di qualcosa come tredici biliardi di yen cinesi, penny più penny meno, dal quale si alzava un sottile filo di vapore profumato alla rosa e un piatto di deliziosi biscotti.
Alzò lo sguardo, ed incrociò quello di Sebastien, che era improvvisamente apparso nella stanza senza alcun preavviso. Aveva la camicia aperta sul petto statuario, ed emanava quell'attrazione così vibrante e carnale tipica degli strafighi londinesi. Sì, era sicuramente una cosa d'attrazione... monocolo, pipa e cappello alla Sherlock Holmes a parte.
Le pupille nere come la notte della fanciulla risplendettero e presero un'ardita forma a cuore.
-Sebastien! Dov...-
-Zei nel mio castchello nel Porkshite, mia adoratcha.- le disse il Conte con un sorriso smagliante da testimonial Mentadent White Now, prevedendo ancora una volta la sua domanda.
-Ooooh, nel Porkshite... la regione più romantica di tutto il Paese, con un reddito agrario doppio rispetto alle campagne scozzesi ed una popolazione di ben ventimila abitanti!-
-Yes: io, i miei dgenitors, mio zio Lourd Vouldemort e i noustchri ditchianòuvemila and nouvecientounouvantchazei zervitouri.- replicò con fascinosità la nobile apoteosi dei modelli Abercrombie. -Abiàmou comperatou la intchera redgioune ottchou ani fa per praticàre la catchia ala volpe strishante sènza più utchidere per sbagliou i còntadini.-
-Oh, volpi striscianti? Che adorabili creature, con le loro soffici squame pelose e le loro zampe atrofizzate che penzolano e vengono trascinate in giro ad ogni aggraziato movimento!-
-Dgia, darling. Dgia. Ma su, alzatchevi sùbitou! Il gàlo ha fatchou "Cock-a-doodle-doo!" ben cenque oure fa! E' tchardi! Vi hou portchatou an pou' di tea and scones, colaziounate e poui andgremou a vizitare la fantàstchica ala West!-
-Cock-a che?-
-E' il versou dgel galou.- rispose tranquillamente Sebastien, sorpreso che non lo sapesse.
-Oh, in verità qui noi diciamo "chicchirichì".-
-Chicchi ricchi?- ripetè il conte, alzando un londinese sopracciglio.
-No, pronuncialo con l'accento marcato sulla i.-
-Chìcchi rìcchi.-
-No! Con l'acc...-
-Insistou, signourina. Chìcchi rìcchi.-
-L'accento sull'ult... uff, fa niente.- mormorò infine la dolce pulzella, arrendendosi.
Mary Sue si infilò il becco della teiera in bocca e vuotò tutto il bollente contenuto direttamente in gola, provocandosi ustioni di quinto grado alle mani e lo scioglimento dei tessuti interni allo stomaco, poi ingoiò quattro o cinque brioches ripiene di crema, due o tre bomboloni alla panna ed arancia con tanto di piatto di ceramica croccante. Si alzò in piedi, agile e scattante come una giovane gazzella nella stagione degli amori, ed afferrò con delicatezza il braccio che il Conte le aveva porso.
Insieme uscirono dalle ricche e principesce stanze e passeggiarono per i regali corridoi.
Sebastien chianò appena la testa verso di lei, sorridendo, e le sussurrò le parole più dolci che Mary Sue potesse immaginare.
-Coumunque, milady, è cock-a-doodle-doo.-




Legenda termini:
Mont-Saint Charmantagoniste: tipo Monte San Affascinantagonista. Sono un mito con i giochi di parole in francese, neh?
Porkshite: come faccio a spiegarlo... praticamente cacca di maiale, okay? Con parole più volgari.
Cock-a-doodle-doo: la mia prof mi ha detto che è così che gli inglesi dicono chicchirichì. Mi fido della sua parola.

Oh, miei amati lettori! Che Odissea è stato questo capitolo y__y

Ho dovuto mangiare scones e scemenza per mesi. No, okay, un po' debole come scusa, visto che fa comunque cagare.
MA, ed è un ma importante, è sempre meno cagoso degli altri abbozzi mostruosi che la mia mente ha abortito durante questi mesi. Non odiatemi, vi prego y__y
Per farmi perdonare, vi metto anche la foto del Conte
Sebastien Maximilian Mont-Saint Charmantagoniste con il vassoio di tea and scones! :D
ghirigoro


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