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Autore: Just a dreamer_    10/08/2012    3 recensioni
OS.
Lascio che quel bacio mi prenda. Vorrei che non finisse mai. Il senso di beatitudine è indescrivibile. Finalmente ho trovato la persone giusta. Ho aperto gli occhi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I OPENED MY EYES

 
Questa è la mia serata. Da quanto la sognavo? Troppo, troppo tempo. È la mia grande occasione. Non posso sbagliare, dev’essere tutto perfetto. Contengo a stento la mia felicità. Certo, mi sono sfogata questo pomeriggio con Niall al telefono per almeno venti minuti facendogli quasi venire il mal di testa con le mie grida, ma non potevo non dirlo a nessuno, specialmente a lui, al mio migliore amico.
Esatto, Niall Horan è il mio migliore amico. Lui c’è sempre per me: c’è stato quando mi sono ammalata e sono stata a casa per quasi due settimane; quando mi sono rotta il piede e mi serviva aiuto; quando ho bisogno di parlare con qualcuno… Insomma, è come un fratello maggiore!
Toc… toc… toc…
“Arrivo!” urlo dirigendomi a fatica verso la porta e aprendola.
Ed eccolo lì. “Ehi sorellina!” mi saluta abbracciandomi. Si, ormai ha preso l’abitudine ad affibbiarmi questo dolce appellativo e a me va più che bene.
Si stacca dall’abbraccio e mi squadra da capo a piedi almeno tre volte.
“Come ti sei conciata?!” esclama alla fine facendo partire la sua risata inconfondibile.
Corro davanti allo specchio controllando di non avere niente fuori posto: “Che c’è? Che ho?” chiedo confusa.
“Niente niente, stai benissimo ma… non ti sembra un pochino esagerato?”. Alzo il sopracciglio lanciandogli un’occhiataccia. Ho impiegato minimo due ora per prepararmi, e mister biondo tinto si permette di dirmi che sono… esagerata??
“Assolutamente no! Mi ha invitata ad un appuntamento, mica ad un uscita al parco” affermo mentre mi siedo sul letto e incrocio le braccia.
“Lo so, ma sei proprio sicura che ti porti in un ristorante di lusso? No perché, quel vestito non mi sembra ti sia costato poco”. Si sdraia accanto a me.
Beh, in effetti non mi ha detto dov’è l’appuntamento. Mi ha solo detto: “Stasera ti va di uscire a cena con me bellezza? Ti passo a prendere alle 9”. E come potevo rifiutare un invito da Louis Tomlinson? Ho sempre avuto una cotta per lui, fin dalla prima media. E dopo sei anni si è accorto che sulla Terra ci sono anch’io!
Riguardo al vestito, Horan ha ragione. Ho speso quasi tutti i miei risparmi, ma ne è valsa la pena.
È un abito senza spalline a fascia stretto sul petto che si allarga in un gonnellino a frange color viola scuro, abbinato alla borsetta. Per le scarpe ho optato ad un paio nere semplici con pochissimo tacco. In quanto al trucco, mi accontento di matita, mascara e un velo di fondotinta. I capelli sciolti piastrati ricadono sulle spalle nude.
“A me piace!”. Mi accoccolo sul suo petto e intreccio una mano alla sua, mentre mette il suo braccio intorno alle mia spalle.
“Anche a me. Ma metti caso che ti porti in un bar. Un così bel vestito per un posto del genere non merita”.
“Sono sicura che andremo al ristorante, o almeno spero…” sussurro, insicura. Dopo la frase di Niall mi viene qualche dubbio. Avrò fatto la scelta giusta? Ma ora non c’è tempo per i ripensamenti. Questa è la mia serata. Non m’interessa se andremo a mangiare dal McDonald finché ci sarà Louis.
Il silenzio cala, interrotto solamente dai nostri respiri. È un’atmosfera rilassante.
“Ascolta, ci ho pensato a lungo… non voglio rovinare i tuoi sogni, ma sai com’è considerato a scuo…” inizia lui.
“So benissimo che è un dongiovanni e che se ne fa una ogni volta che può, Niall. Ma ha invitato me. Capisci? E tu sai quanto ci sono andata dietro” lo interrompo.
Sospira: “Come faccio a dimenticarlo? Mi telefonavi tre volte a settimana solo per parlare di lui”.
“Tu si che mi conosci!” dico fingendomi sorpresa. Ed ecco che parte un’altra delle sue risate contagiose.
Dlin dlon… dlin dlon…
“Oh mio Dio, è arrivato!!” esclamo. Mi alzo così in fretta per scendere dal letto che per poco non cado.
“Ahahah, calmati non se ne va mica se lo fai aspettare più di tre secondi!”.
Prendo alla svelta la borsa, infilo i “tacchi” e mi precipito alla porta. La apro e mi volto verso Niall che mi raggiunge con tranquillità.
Gli rivolgo il mio sorriso più sincero che ricambia. Poi gli prendo le mani dicendo: “Grazie fratellone” e gli stampo un bacio sulla guancia.
“Di niente scricciolo” risponde. Il mio secondo soprannome. Lo ammetto, è alquanto irritante. Ma mi ci sono abituata da sei anni.
Sto per incamminarmi verso il portone del condominio, quando Horan mi ferma e mi fa voltare.
“Aspetta. Non te l’ho ancora detto: sei bellissima”.
Mi avvio fuori dall’edificio e trovo il ragazzo dei miei sogni ad attendermi vicino alla sua auto nera ultimo modello di non so quale marca. Indossa dei semplici jeans con una maglia nera e una camicetta sbottonata.
È a dir poco perfetto. I capelli sistemati accuratamente con il gel, gli occhi azzurri che mi fissano, le labbra curvate in un sorriso soddisfatto, il suo corpo da paura…
Lo raggiungo esitante. “Ciao” riesco a dire.
“Ehi, sei uno schianto stasera, piccola” mi saluta ammiccando.
‘Mi ha fatto un complimento!! Ok, mantieni la calma, respira…’
Mi apre la portiera da galantuomo, si siede al posto del guidatore e mette in moto.
“Allora, dove andiamo?” domando curiosa osservando l’interno della macchina.
“In un piccolo ristorante fuori città. L’hanno aperto da qualche giorno e dicono che si mangi bene”.
Dopo mezz’oretta di macchina siamo arrivati. Il posto non sembra male. È ampio, con molti tavoli sparsi, un piccolo bar, vari quadri, musica a palla e un’atmosfera allegra.
“Salve, un tavolo per due”.
“Certo. Lo volete al centro o alla parete?”.
“Preferiamo parete, grazie”.
“Ok, seguitemi”.
Un signore ci guida tra le persone intente a mangiare. “Ecco qua il menù. Passo tra cinque minuti a prendere le ordinazioni”.
Ceniamo in tre quarti d’ora. È tutto delizioso. Tomlinson paga e usciamo sazi dal ristorante.
“Grazie per la cena, era squisita”.
“Faccio di tutto per far piacere ad una bella ragazza come te” dice passando il suo braccio attorno alla mia vita con noncuranza.
Sento le guance bruciare e le gambe diventare improvvisamente molli per quel semplice gesto. Per fortuna sono una brava attrice e riesco a tenere nascosta la voglia di saltargli addosso.
“Che ne dici se beviamo qualcosa? Conosco un bar qui vicino” propone guardandomi. Annuisco.
Entriamo in un posticino piccolo e affollato. Louis ordina due drink di cui non conosco il nome ma non me ne curo più di tanto. Beviamo tutto d’un fiato.
“Barista, altri due!”.
Dopo dieci minuti ho perso il conto di quante volte ha pronunciato quella frase.
So solo che la testa mi gira vorticosamente. Intorno a me il locale si muove anche se nessuno sembra farci caso. Vedo in lontananza il viso del ragazzo con un sorriso da ebete che mi porge un altro bicchiere. Mando tutto giù. La gola mi brucia, ma il sapore di quella bevanda è così invitante.
“Perché vedo doppio? E perché sei così piccolo?” domando ad un certo punto socchiudendo gli occhi per cercare di metterlo a fuoco con scarsi risultati.
Tomlinson mi guarda divertito e scoppia a ridere: “Dai, andiamo a ballare!”. Mi faccio trascinare in pista nella marea di gente che si strusciano uno addosso all’altro.
Sono molto stordita e non capisco bene cosa devo fare, così mi guardo intorno spaesata.
Poi sento delle mani cingermi i fianchi. Mi volto e mi ritrovo un Louis alquanto vicino che si muove a ritmo di musica mentre mi incita a fare come lui. La sua voce è lontana e sovrastata dal fracasso. Automaticamente porto le mani attorno il suo collo e piano piano inizio a rilassarmi, fino a lasciarmi andare completamente. Percepisco le sue mani che si abbassano fino ad arrivare al fondoschiena. Lo lascio fare.
“Splendore, alza la testa!” urla. Ubbidisco inconsciamente e riesco appena a vedere il suo viso sempre più vicino, finché non mi bacia. Muovo le mie labbra sulle sue con decisione, schiudendole per cercare la sua lingua. Ma interrompe quel momento troppo presto, staccandosi e avvicinandosi all’orecchio: “Andiamo in un posto tranquillo!”.
Lo seguo senza indugio passando per una porticina lì vicino. Usciamo in un vicolo. Faccio qualche passo per la strada, ma il mio scarso equilibrio mi costringe ad appoggiarmi a lui.
“Sono stanca!” sentenzio ridendo. “Mamma non voglio camminare ancora!”.
“Tranquilla dolcezza, due minuti e siamo in macchina”.
“Posso prendere il gelato?” domando con la voce di una bambina.
“Certo, a casa mangerai tutto quello che vuoi”.
“E voglio anche un pony”.
“Tutto quello che vuoi tesoro”.
Sorretta da Louis mi siedo in macchina. Lui fa il giro ed entra, voltandosi verso di me. Aspetto qualche secondo e rimane immobile.
“Non andiamo a casa mamma?”.
“Prima facciamo una cosa…”.
E detto questo preme un pulsante e vedo il mio sedile abbassarsi lentamente fino a toccare il tappetino. Mi sdraio posando le mani sul ventre: “Dormiamo qua?”.
“Oh, non credo che dormiremo” mi risponde con un sorriso malizioso accarezzandomi le gambe, per passare al braccio e infine alla guancia. Prendo la mano e la osservo.
“È davvero grande questa mano!” dico ridendo.
“Eh già. Prima nel bar abbiamo interrotto qualcosa, che ne dici se continuiamo?” mi chiede ponendo le mani sui miei fianchi e premendo le sue labbra sulle mie senza sentire risposta.
Lo assecondai subito, mettendo le dita nei suoi capelli. Sentivo le sue mani muoversi febbrili che cercano la zip del vestito, trovandola in poco tempo.
“Louis…”. Non voglio adesso, è troppo presto. L’effetto degli alcolici sta passando piano piano.
Mi lascia leggeri baci sul collo, facendomi venire piccoli brividi. Si passa una mano sulle labbra osservandomi come se fossi un premio.
“Sei dannatamente sexy con questo vestito”.
“Grazie…” arrossisco. “Louis, devo dirti una cosa”.
“Dimmi tutto bellezza”. Continua a baciarmi evitando la bocca e facendomi venire ancora più voglia di concedermi a lui. Porta la mano sotto il vestito e al suo tocco chiudo gli occhi per assaporare quel momento.
‘Resisti cazzo, resisti’.
Comincio a riacquistare lucidità. Mi accorgo delle sue mosse furtive sulla mia pelle e che ci stiamo spingendo oltre il limite.
“Louis, no” ripeto questa volta con decisione mettendo una mano sul suo petto caldo mentre lo allontano da me.
La sua espressione è sorpresa. “Che ti prende tesoro?”.
“Non voglio. Non qui, non ora, non così. Louis, è da anni che immaginavo il nostro primo appuntamento ed è stato tutto meraviglioso. Ti prego, non roviniamolo così” sussurro.
“Oh andiamo, lo so che lo vuoi anche tu piccola”.
“Certo, ma è troppo presto. Insomma, ci conosciamo a mala pena”.
“Che differenza fa?” domanda sbuffando.
Il mio sguardo è un misto tra lo scioccato e lo sconfortato: “Ne fa, e molta. Louis, è da anni che ho una cotta per te. Sai cosa vuol dire per me essere stata invitata da uno dei ragazzi più popolari della scuola? Non sono mai stata considerata… degna, ecco. Non sono la sfigata di turno, certo, ma non sono nemmeno famosa come le cheerleader. In pratica sono una mezza nullità”.
“Non dire così. Sei tremendamente sexy, non rovinare tutto cucciola”. Mi dice tornando a cercare la mia bocca.
“No! Ho detto di no”. In quel momento un pensiero mi passa per la mente. Non ho mai preso in considerazione l’idea, ma visto che ci sono, tentar non nuoce. Tanto ormai ho capito tutto.
“Louis, sai come mi chiamo?”. La sua aria imbambolata non promette nulla di buono.
“Jenny?” tenta.
“No!”.
“Ok, riprovo. Giulia?”.
“Mi hai invitata a cena solo per scopare e non sai nemmeno il mio nome?!” urlo furiosa.
“Che problema c’è…”.
“Tomlinson, sapevo quello che dicevano le persone sul tuo conto, ma non avrei mai pensato che potessi scendere a questi livelli. Mi fai schifo. Ah, e per la cronaca, mi chiamo Jessica”.
“Andiamo piccola, torna in macchina e divertiamoci!”.
“Louis, te lo dico con il cuore e con tutta la gentilezza possibile: vaffanculo e restaci!”.
Mi chiudo la portiera dietro le spalle e mi avvio per la strada senza voltarmi nemmeno una volta.
È mezz’ora che cammino e non so nemmeno dove mi trovo. Oramai sono sobria e mi rendo conto perfettamente di essermi persa. Merda.
Prendo il cellulare e compongo l’unico numero su cui posso fare affidamento.
“Pronto? Si, sono io. Emh, al momento non so dove sono. C’è un cartello con scritto ‘Tavola calda’. Conosci il posto? ok, ti aspetto, ciao”.
Dopo un tempo che mi pare infinito, vedo un’auto blu scuro in lontananza. Questa accosta vicino al marciapiede e ne esce il salvatore.
“Oh, Niall!”. Mi fiondo tra le sue braccia e mi lascio andare in un pianto amaro.
“Ehi scricciolo, che è successo?” domanda accarezzandomi dolcemente i capelli.
“Louis… appuntamento… schifo…”.
“Cos’è andato storto?”.
“Tutto cazzo! Ho perso anni della mia vita per andare dietro a un coglione! Mi ha usata solo per fare sesso. E non sapeva nemmeno come mi chiamo!”.
“Tu cos’hai fatto?!”.
“No, sta’ tranquillo, l’ho fermato in tempo. Ma non è questo il punto Niall! Sono una stupida! Ho mandato tutto a puttane!”.
“Sssh, calmati, calmati. Va tutto bene, ci sono io qua con te. Non preoccuparti per Louis, vedrai che nel giro di un giorno se ne trova un'altra" Le sue parole sono così rassicuranti. Mi lascio cullare dal suo respiro. Mi rilasso lentamente fino a tranquillizzarmi del tutto. Ma ho ancora bisogno delle sue braccia attorno a me.
“Grazie…” sussurro.
“Ehi, ci sarò sempre per te”.
Alzo la testa quel poco che basta per incontrare i suoi occhi immensamente belli. Mi perdo nel suo blu cielo, quel blu che adoro tanto, di cui non posso fare a meno. I tratti da adolescente stanno sparendo per fare spazio a quelli di un adulto. Mi rendo conto solo ora di una bellezza che non ho mai notato prima, una bellezza nascosta a cui non ho mai fatto caso. Gli sfioro la guancia con il palmo della mano, per passare inevitabilmente a seguire il contorno delle labbra, improvvisamente invitanti. Il mio cervello sta ancora registrando tutto l’accaduto, ma il mio cuore sa già cosa deve fare e lascio che guidi il mio viso a scontrarsi con il suo, catturando un piccolo bacio a fior di labbra.
Lo guardo come se aspettassi una reazione negativa. Invece niente. Sorride.
“Scusa…”.
“No, non scusarti”.
“invece si, non dovev…”.
“Cosa provi per me?”.
Perché quelle parole? Rimasi leggermente scossa. Amicizia, giusto? È solo un amico. Il mio migliore amico. Lo è sempre stato. Allora perché l’ho baciato? Gli alcolici, devono essere stati loro! Ma l’effetto è passato da un pezzo. Eppure, ora riesco a vederlo sotto una luce diversa. Voglio davvero che sia solo il mio migliore amico? Si, lo è sempre stato e sempre lo sarà.
“Mi piaci, e anche tanto…”. Stupida bocca! “Ok, riformulo la frase…”.
“Jessy, ascoltami. Non ti sei mai chiesta perché in tutti questi anni non abbia mai avuto una ragazza? Perché rifiutavo tutti gli inviti? Ogni volta che ti vedo con un ragazzo, il mio cuore perde un battito, capisci? Sono diventato amico tuo la prima volta che ci siamo incontrati, perché da quando ti ho vista in quel parco, ho capito che eri la ragazza giusta per me. Quando ti vedo, la mia giornata diventa serena e se ti stringo a me, beh, è una delle sensazioni più belle del mondo. Non voglio che tu sia la mia sorellina”. Sputa fuori tutto d’un fiato.
Realizzo tutto in tempo reale, tutte le parole dette si piantano nel mio cervello e il discorso mi rimbomba nelle orecchie. Sono cosciente. So cosa devo fare.
“Niall, io…”.
“Lascia stare, dimenticati tutto”.
“Fammi finire…”.
“Ti prego, scusami, non volevo”. Si volta e si incammina verso la macchina.
“Vieni qua, stupido che non sei altro!” gli vado incontro. “Non mi hai lasciato finire la frase. Niall, io non voglio che tu sia il mio fratellone”. Gli lascio intendere la conclusione.
Mi posa le mani sui fianchi e mi attira a sé. Porto le braccia intorno al suo collo e lo guardo in tutto il suo splendore.
Una goccia umida mi cade sul naso. Alzo lo sguardo.
“Adesso ci si mette pure la pioggia?” sbuffa lui.
“Al diavolo la pioggia, baciami!” gli ordino.
Appoggio le mie labbra alle sue in un bacio dolce e soprattutto, sincero. Ignoro la pioggia, gustandomi il sapore della sua lingua intenta a giocare con la mia. Mi stringe di più. Il suo corpo è come un rifugio sicuro: finché lui è con me, sono felice. Sento di provare qualcosa che va oltre il semplice piacere fisico, ma so che è troppo presto per trarre conclusioni affrettate.
Lascio che quel bacio mi prenda. Vorrei che non finisse mai. Il senso di beatitudine è indescrivibile. Finalmente ho trovato la persone giusta. Ho aperto gli occhi.
Durerà? Non durerà? E chi lo sa! Siamo adolescenti, nulla è certo. Le cose cambiano. La nostra relazione è appena iniziata. E direi che sia un inizio splendido.
Già, sembrerebbe quasi la scena finale di un film mieloso.
Ma sapete che vi dico? È molto meglio.

 

THAT’S ME:
Oh my gosh! Ci ho messo tutta la mattinata a scriverlo! Però mi è venuta l’ispirazione, che ci posso fare! Personalmente non penso che il racconto sia da buttare… Louis qua appare un po' cattivo, ma mettiamo in chiaro che lo adoro come tutti gli altri nella band! Boh, siete voi i giudici! Grazie comunque nelle visite per l’altra mia OS ‘I wish that was true’!.
Che dire, mi piacerebbe TANTISSIMO se mi lasciaste una piccola recensione. Non lo so, scrivete la parte che vi è piaciuta di più, quella che vi è piaciuta di meno, le impressioni, qualsiasi cosa! Vi preeego!...
Bye :D
P.s. Per chi non l'avesse ancora letta, passate dalla mia OS e dalla mia FF, grazie a tutti :D
  
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