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Autore: TwitchAndSpaz    23/02/2007    12 recensioni
Gaara e Sakura si 'incontrano' inaspettatamente nell'ospedale di Konoha. Sarà l'inizio che calmerà un demone, l'inizio di una pericolosa dipendenza...Una GaaraSakura ambientata dopo i preliminari al terzo esame dei chuunin.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Sakura Haruno
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non sono miei, ecc ecc…

Disclaimer: I personaggi non sono miei, ecc ecc…

Fic ambientata dopo la prima parte dell’esame dei chuunin (qui trovate la storia in originale: http://www.fanfiction.net/s/3390502/1/ ), quando Gaara va a uccidere Lee all’ospedale. Ecco cosa potrebbe essere accaduto. I commenti sono ben accetti!

 

Autore: TwitchAndSpaz

Traduzione by Lyla

 

Green Drug

 

Mi sedetti silenziosamente sul tetto, sorvegliando le strade oscurate di Konoha con le spalle alla luna che splendeva e mi ricordava come presto sarebbe stata piena…e di quando sarei stato usato come arma contro questo villaggio che pensava di essere alleato con la Sabbia.

Patetici idioti.’

Odio questo villaggio più di quanto odi il mio.

Lasciai che la mia mente abbandonasse quel pensiero, senza preoccuparsi di pensare a faccende irrilevanti.

Presto moriranno tutti comunque.

Mi concentrai su quello che contava veramente, verificando la mia esistenza.

Quello…stupido…

I miei occhi si restrinsero per l’irritazione, mentre il volto dell’idiota vestito di verde mi appariva in mente, insieme a quello del suo maestro dall’aspetto egualmente idiota.

Strinsi i pugni, emettendo un lento sospiro.

Uccidili…’ la voce con cui usavo parlare venata da una profonda malignità.

Faccio quello che voglio.’ Risposi minacciosamente.

Non ero schiavo di nessuno, specialmente della gelida voce dentro la mia testa.

La rabbia mi avvolse rapidamente, pulsandomi nelle vene mentre cercavo di calmarmi. Manciate di sabbia uscirono dalla mia giara e cominciarono a muoversi in circolo intorno a me, creando un’aura pericolosa. Mi afferrai la testa in un inutile tentativo di fermare il dolore bruciante.

Il demone dentro di me cominciò a bisbigliare come al solito, derisorio e ossessivo.

Nella mia mente parlava a voce alta e inudibile al tempo stesso.

Sapevo che stavo diventando sempre più instabile, potevo sentirlo ogni secondo che passava.

Era come essere una corda che veniva tirata troppo…presto si sarebbe spezzata.

Uccidili…meritano di morire…tutti quanti…’ l’immagine di quell’insegnante che proteggeva Lee, fermando l’assalto furibondo della mia sabbia…proprio come prima…

Li ucciderò tutti e due…’

Prima farò quello che voglio, e ucciderò quello che si chiama Lee. Lo scontro non era finito. Il suo sangue doveva ancora macchiare la mia sabbia.

Una risata irragionevole incoraggiò i pensieri maligni negli angoli oscuri della mia mente. L’invasione della Sabbia, diventare chuunin, queste erano cose che non avrebbero potuto importarmi di meno.

Ero lì per uccidere, per sentirmi vivo.

Quando uccido sento che sono vivo, quindi so che sono vivo. Chiunque ha bisogno di provare la propria esistenza, perchè se non ne esiste alcuna, cosa rende diversi dall’essere morti?

Un morto non può uccidere. Nel morto, non scorre sangue. Più forti sono le vittime, più forte è la voglia di provare me stesso, il mio potere.

Li ucciderò tutti, Lee, il suo maestro, l’Uchiha…chiunque incroci la mia strada.

L’eccitazione mi scorreva dentro, un leggero sorriso sulle mie fattezze adombrate.

Domani sarà sicuramente una giornata interessante.’ Pensai malignamente.

Lo Shukaku era finalmente d’accordo. In momenti come questi, mi chiedevo chi fosse realmente il demone: lui…o io.

 

 

L’ospedale era finalmente in vista. Camminai velocemente verso di esso, tenendo gli occhi fissi soltanto sulle due porte d’entrata.

‘Presto, molto presto.’ Dissi alle mie sabbie affamate, assetate di sangue.

Ero a malapena riuscito ad aspettare fino alla mattina seguente, l’immagine della morte del ragazzo che mi infestavano la mente.

Mi tremavano le mani, il mio respiro era irregolare…solo qualche minuto…

Uccidili…’

Cercai di ignorare la voce disperata, camminando più velocemente verso le porte.

Mancavano solo pochi passi, ormai.

Presto sarebbe morto a causa mia. Molto presto.

Bagna del suo sangue le mie sabbie.’

Basta. Una mano si sollevò per premere duramente sui miei capelli cremisi, cercando di fermare il dolore. Continuò a pulsare fortemente. Il dolore costante non sarebbe mai cessato, era come un mal di testa senza fine, che sarebbe durato per sempre. Chiedeva insistentemente la morte.

Facciamo piovere il loro sangue dal cielo…’

Basta…basta… la voce diventava sempre più alta, gridava nella mia testa. Stavo arrivando al punto in cui non l’avrei più sopportato.

Raggiunsi finalmente l’entrata dell’ospedale di Konoha. Non sarebbe durata ancora a lungo, la voce aveva bisogno di fermarsi…doveva fermarsi.

Diventerò pazzo, più di quanto non lo sia già.

Tuttavia, c’era un certo conforto nella pazzia.

Quando sei pazzo, niente importa. Nessuno è importante.

Prova la tua esistenza e uccidi!’

Attraversai le doppie porte, muovendomi di soppiatto e passando vicino al tavolo della reception inosservato. Non c’era nessuno, le sale bianche erano prive di attività.

Bene.’ Pensai. Le intromissioni sarebbero state fastidiose.

Presto…’ pensai, cercando di calmare le urla nella mia testa. La pressione stava aumentando, sarebbe esplosa da un momento all’altro.

Chiusi gli occhi nel tentativo di sentire la presenza di quel ragazzo, Lee.

‘Lì.’ Sorrisi malignamente; le sabbie non avrebbero più dovuto aspettare.

La sete incontrollabile sarebbe stata saziata presto. Mi avvicinai alla porta scorrevole, sentendomi pervadere dal desiderio. Aprì la porta velocemente, quasi rompendone i cardini.

Sì…uccidili tutti…distruggili pezzo per pezzo…ora, nutri’-

La voce smise improvvisamente di parlare.

L’unico avvertimento che ebbi, fu un’improvvisa tempesta di colore rosa.

Calore…e uno strano brivido dietro il collo che raggiunse ogni angolo del mio corpo. Fissai un paio di grandi, terrorizzati occhi verdi. Le mie labbra erano premute duramente contro quelle di una ragazza dai capelli rosa in modo goffo, imbarazzante.

Tutto quello che potevo fare era ricambiare lo sguardo con la stessa espressione sconvolta, ma per ragioni del tutto differenti.

La reazione fu immediata. Silenzio. Niente.

Niente sussurri, risate maligne.

Il silenzio echeggiava negli angoli della mia mente. Potevo sentire la presenza del demone a malapena.

Questa era…era…

Beatitudine. Innaturale, spirituale beatitudine. Non mi ero mai sentito così una sola volta in tredici anni. I miei pensieri erano gli unici suoni nella mia mente. Pura euforia.

Interessante.’

Indietreggiò, troppo terrorizzata per parlare. La fissai a mia volta, assimilando il suo aspetto stringendo gli occhi. Capelli rosa, occhi verdi, una ragazza che mi sembrava strana. Era familiare…perchè?

La compagna di squadra dell’Uchiha.’ Riconobbi, studiando silenziosamente la ragazza scossa mentre il demone dentro di me ruggiva dalla rabbia.

Questo, comunque, irritò il mio interesse in lei. Perchè faceva visita a Lee se non era nemmeno il suo compagno di squadra?

"Tu…tu…" cominciò, gli occhi verdi che le si riempivano di lacrime.

Si portò una mano esile alla bocca, scuotendo la testa senza parlare.

Le afferrai un polso, spingendola fuori dal vano della porta senza sforzo e nel corridoio senza vita.

Lasciò immediatamente uscire un urlo di disapprovazione, ma la mia mente era concentrata su altre faccende.

L’idiota vestito di verde era l’ultimo dei miei pensieri, grazie a questo sviluppo improvviso.

Un esperimento.’ pensai.

Ecco cosa c’è bisogno di fare. Ho bisogno di sapere se accadrà di nuovo. Se lei fermerà la voce…se mi darà tregua…silenzio.

Sorrisi dentro di me; potevo ancora sentire lo Shukaku ribollire con furia.

Proprio quando stava per liberarsi, le afferrai l’altro polso e la inchiodai al muro, tenendole le mani sopra la testa. Mi avvicinai, ignorando l’impulso di evitare il contatto fisico. Doveva essere fatto, per il mio esperimento. Che lei e io ci sentissimo a nostro agio, non importava.

Di che cosa era capace, questa ragazza apparentemente debole?

Poteva davvero zittire la voce rabbiosa nella mia testa?

Dopo tutto, lo Shukaku era un demone potente. Avevo bisogno di saperlo.

"No! Ti prego…" era sull’orlo delle lacrime. "Lasciami andare!"

Il suo tremore era peggiorato, in modo da scuotere tutto il suo corpo. Non mi importava, ero abituato a vedere gente spaventata.

"Che…che cosa stai facendo?!" gridò, terrorizzata.

Scacciando la maledizione del demone, premetti le labbra contro le sue ancora una volta.

Erano soffici contro le mie, mentre le sfioravo, i suoni del mio tormento ora sordi nella mia mente.

Chiusi gli occhi e sospirai, il mio respiro fuso con quello di lei. Un sollievo agrodolce.

Era…strano, nuovo, e stranamente piacevole. Non avevo mai pensato che qualcosa potesse essere così delicato, quasi come petali di fiori.

Potrei persino spingermi più in avanti, dicendo che mi piaceva.

Sentivo l’adrenalina pulsarmi nelle vene, il cuore che mi rimbombava nelle orecchie. Era come se avessi vinto una lunga battaglia.

Lei si dimenava ancora, ma i suoi piagnucolii stavano diventando echi lontani.

La mia mente era avvolta dal vuoto assoluto. Niente importava, nemmeno il tempo o il luogo intorno a me. Mi piaceva…mi sentivo rinascere internamente. Davvero interessante, questo esperimento…

Dopo quello che sembrò durare in eterno o solo qualche secondo, mi feci indietro, di mala voglia. Quegli occhi verdi incontrarono i miei. Le lacrime scorrevano sulle guance pallide della ragazza, mentre mi fissava con un’espressione inorridita sul volto.

"Come…come hai osato?!" soffocò un singhiozzo. "Perchè mi stai facendo questo?" tentò di staccarsi con violenza dalla mia stretta sui polsi, senza riuscirci.

"Hai fatto tacere la voce." Risposi senza emozione, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi per un istante.

Questo aumentò la sua paura, e cominciò a dibattersi violentemente.

"Lasciami andare, ora!"

Aggrottai le sopracciglia, spingendola più fortemente contro la parete dipinta di bianco.

Non avevo ancora finito il mio esperimento, e volevo che rispondesse a delle domande.

"Mi metterò a gridare!" urlò. Non si rendeva conto che stava già gridando?

Assicurandomi che una delle mie mani avesse ancora una buona presa sui suoi polsi, posi l’altra sulla sua bocca, mettendola a tacere.

Suoni soffocati riuscivano a passarvi attraverso, mentre lei gridava a voce sempre più alta.

Corrugai la fronte incuriosito, ‘perchè fa tanto la difficile?’

"Non emettere un altro suono, o ti ucciderò."

Smise di dibattersi, mentre il terrore sul suo viso aumentava. Chiuse gli occhi e li strinse con forza, piangendo silenziosamente.

Ha paura di me…come chiunque altro.’

Mi irritai, sentendomi attraversare da un’antica rabbia.

Ma no, non l’avrei uccisa. Se l’avessi fatto, avrei completamente distrutto il mio esperimento.

Se non mi sbaglio…lei è la medicina per l’incubo che mi affligge. Lei è la risposta, la chiave. Questa minuta dodicenne dai capelli rosa.

Risi tra me e me, a voce bassa.

‘Questa è la prima volta che nego alle sabbie un’uccisione.’

Mi concentrai nuovamente su di lei.

Lacrime silenziose le scendevano dagli occhi. Li teneva ancora chiusi.

La fissai torvo, senza gradire il fatto che mi stesse nascondendo il suo sguardo.

Non so perchè, ma era stranamente soddisfacente vedere i suoi occhi verdi in preda al terrore.

Stranamente additivo.

E’ così debole; chiunque l’avrebbe notato semplicemente guardandola. Che tipo di potere contiene, se persino lo Shukaku non può combatterlo?

‘Cosa potrebbe essere…?’

Sono intento a risolvere questo mistero.

Le tolsi la mano dalla bocca, usando il pollice per sfiorarle le labbra arrossate con crescente fascinazione.

Rimase senza fiato, spalancando gli occhi e incontrando i miei, ridotti a fessure.

Volevo baciarla di nuovo, per qualche ragione…ma no, prima avevo bisogno di risposte.

"Il tuo nome?" le chiesi calmo, il mio naso quasi a sfiorare il suo.

"S-sakura Haruno." Sussurrò forzatamente.

Sakura Haruno…’

Ma certo. Con quei capelli rosa e gli occhi verdi, era così ovvio. Assomigliava a un bocciolo di ciliegio.

Mi resi finalmente conto che lei era quella che aveva combattuto contro la ragazza bionda durante i preliminari del terzo esame.

L’unico scontro che è finito in parità.

Quella volta, non avevo nemmeno riconosciuto la sua presenza.

Ora è completamente diverso.’

Abbassai leggermente la testa, facendo incontrare intenzionalmente le nostre labbra.

Guardò da un’altra parte, voltando la testa da un lato. Le afferrai il mento e la costrinsi a guardare nella mia direzione.

"Non puoi farlo!" disse Sakura con calma, ricacciando indietro un’altra ondata di lacrime.

Piange continuamente.’ Pensai assente, rivolgendole un’espressione vuota.

"Perchè?" Chiesi con un tocco di curiosità nella voce.

Sembrò sconvolta dalla mia risposta. Balbettò qualcosa, sbattendo rapidamente le palpebre come per registrarne il significato.

I suoi occhi mi fissarono con sfida, una luce di determinazione che le illuminava lo sguardo prima terrorizzato.

Vidi un barlume di coraggio in lei, cosa che mi stupì.

Ninja più forti e capaci sarebbero stati letteralmente fatti a pezzi, se mi avessero guardato in quel modo.

Potrebbe non essere come tutti gli altri.

Stupida…ma coraggiosa. Che ragazza strana.

"Perchè è sbagliato! Non puoi farmi fare questo!" gridò, "Che razza di persona sei, tu…tu…PERVERTITO!" quindi sembrò calmarsi, i suoi occhi che vagavano lungo il corridoio nella speranza che stesse arrivando qualcuno.

Pervertito…?’ E’ questo che pensa?

La fissai, senza sbattere le palpebre. Questo turbò Sakura ancora di più.

"Hm."

Era per avere chiarezza, non per guadagno personale.

Avrebbe dovuto essere felice del fatto che stavo facendo un test su di lei – sarebbe vissuta più a lungo.

Avvicinandomi nuovamente a lei, ignorai i suoi piagnucolii di paura mentre facevo incontrare le nostre labbra per la terza volta, chiudendo gli occhi per assaporare meglio la calma nella mia mente.

Mi sentivo…eccitato? Ma in un modo diverso che per una sfida o per uccidere, molto diverso.

Era come se un fuoco mi stesse bruciando nello stomaco, le fiamme che mi riscaldavano la pelle.

Che strana reazione…volevo fare di più, ma non ero sicuro di cosa fare esattamente.

Azzzardai, leccandole lentamente le labbra per vedere la sua reazione. Era quella la cosa giusta da fare? Smise di muoversi, aprendo leggermente la bocca scioccata da quello che stavo facendo. Mi chiesi cos’altro potessi fare.

Volevo nutrire il fuoco…fargli consumare ogni cosa, ma come? Le leccai le labbra con la lingua ancora una volta, frustrato, ma lei non ricambiò affatto.

Aggrottai leggermente le sopracciglia esaminando la situazione, tamburellando ritmicamente con le dita che la tenevano inchiodata al muro sui suoi polsi delicati.

Esamina il problema e trova una soluzione.

Usando la mano libera, invasi il suo spazio personale, violando probabilmente anche lei.

Tracciai una linea con l’indice da un lato della gamba fino al punto in cui il suo petto si curvava. Aprì la bocca dalla sorpresa.

Questo era quello di cui avevo bisogno. Spinsi la lingua dentro di lei, curioso del sapore che avrebbe avuto.

Questa esperienza…mi piaceva molto – molto di più.

Spostai la testa di lato per rendere tutto più semplice, esplorando avidamente.

Aveva un sapore dolce. Di solito odio le cose dolci come il cibo del deserto, ma forse questa era un’eccezione.

In un certo senso, credo che fosse questo quello che avrei chiamato "intimo".

Fece peggiorare la situazione bruciante in un modo piacevole. Come una vera fiamma, voleva consumare ogni cosa…ma non mi sarei fatto guidare dall’emozione.

Mi staccai, respirando affannosamente – come lei, del resto.

Feci un piccolo passo indietro, in modo tale che non eravamo più appiccicati l’uno all’altra.

Inclinai la testa verso Sakura, chiedendole silenziosamente se questa fosse una distanza abbastanza buona.

Il suo respiro divenne regolare. Ora tremava solo leggermente.

"P-perchè?" chinò la testa, le ciocche di capelli che le coprivano gli occhi.

"E’ stato solo un esperimento. Quando…" le fissai le labbra, "…ti ho baciato, non ho più sentito la voce dello Shukaku nella mia testa."

"Shukaku?" chiese alzando gli occhi e spalancandoli.

"Il demone che vive dentro di me."

"…!" battè le palpebre, incredula. Ma riguadagnò l’uso della parola…

"Questo non ti dà il permesso di baciarmi! Ti sei preso il mio primo bacio…idiota!" tirò su col naso, gli occhi pieni di lacrime.

"No?" Non sapevo ci fossero così tante regole per una cosa del genere. Questa è stata la prima volta che l’ho fatto, come potevo saperlo? Quando la gente vicino a me lo fa, di solito lo odio, per qualche ragione.

"C-certo che no! Ora mi lascerai andare, per favore?!" rispose, lottando di nuovo per liberare i polsi imprigionati.

‘Ho molto a cui pensare…’

Avevo bisogno di pensare a questo nuovo sviluppo e a quello che significava.

Qusta Sakura Haruno creava una lista di possibilità che non erano mai esistite, prima.

La lascerò andare…potrò sempre trovarla più tardi.

Non potrà nascondersi da me.’

L’esistenza di Sakura era impressa vividamente nella mia memoria, in ogni sua parte.

"…Per adesso." Risposi con voce apatica.

Sapevo che l’avrebbe presa come una minaccia e un avvertimento.

La lasciai andare, allontanandomi da lei di un intero passo. Sospirai, la distanza dalla gente rassicurante…e fastidiosa al tempo stesso.

Non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto il mio contatto con lei. Era qualcosa di totalmente nuovo.

Mi fece diffidare di lei.

Non ho vizi.

Mangio solo quando necessario, non desidero ardentemente l’attenzione degli altri o l’affetto come la gente normale, non sono consumato da emozioni insignificanti e non ho bisogno di dormire.

I nostri occhi si incontrarono un’ultima volta. I suoi spaventati come quelli di una preda…e i miei calcolatori.

Guardare quegli occhi smeraldo…era come una droga, una droga verde.

Una droga che poteva creare pericolosamente dipendenza, portare persino alla follia.

Interessante…’

Si voltò e corse via, una scia di rosa che spariva alla fine del corridoio.

Mi incamminai nella direzione opposta a passo lento.

Non mi sentivo di uccidere Lee, oggi. Magari un altro giorno.

Mi morsi il labbro inferiore, fissando il pavimento.

No, c’erano altre cose nella mia mente, cose che nemmeno gli orribili rantoli dello Shukaku potevano scoraggiare.

Una kunoichi dai capelli rosa…la droga che mi stava lentamente creando dipendenza.

……………………………………………………………………………………

 

A/N: Povera Sakura! Gaara l’ha spaventata! XD Ho sempre pensato, "non sarebbe un’idea carina per una Gaa/Saku se Sakura potesse zittire lo Shukaku per lui?" Bè, spero che questa oneshot vi sia piaciuta.

Per favore, siate gentili e lasciate un commento!

Nota della traduttrice:

Ciao a tutti! Era da un po’ che non traducevo qualcosa, e ho voluto provare a fare un po’ di pratica con questa oneshot su una coppia che ultimamente mi ha appassionato (ho visto troppe fanart su di loro, lo ammetto! XD).

Mi è piaciuta molto. A parte che questo pairing è incredibilmente intrigante, e che qui non è stato reso per niente in modo sdolcinato, la fic è scritta (e descritta)bene, e concordo con l’autrice. E’ un’idea carina pensare che Sakura potrebbe zittire lo Shukaku…e poi la fic ha un che di perverso, non so, mi ha molto attirato. Spero che come traduzione sia venuta bene, era da un anno che non ne facevo una ^^

Farò pervenire i commenti all’autrice (mi sembra superfluo dire che ho ottenuto il permesso di tradurre la fic…ma lo dico lo stesso, non si sa mai!) ^^

  
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