Trattenne un gemito di dolore, che risuonò come un sussurro nella sua stanza, la sua fedele compagna. Da mesi andava avanti quel gioco di sangue e ferite, da troppo aspettava il giorno in cui la lama avrebbe inciso più a fondo del dovuto, aspettava da sepre quell'uscita di scena.
Due mesi prima..
Si alzava stanca, come se fosse svenuta senza forze sul suo letto, si alzava e non mangiava, no, non mangiava da settimane, il suo corpo
aveva pensato che fosse bene evitare di sopravvivere; viveva stanca, stanca di tutto stanca di se stessa e del mondo che la circondava.
''Sto bene'' fingendo un sorriso, quello le scavava ancora di più il cuore, far ridere la gente e imparare a far finta di niente, quello la distruggeva,
perchè pur essendo forte e coraggiosa una spalla su cui piangere avrebbe voluto averla.
Non c'era stato un inizio a tutto quello, forse la scomparsa del padre e il fatto che i suoi amici le fossero infedeli, ma nemmeno a quello si
poteva dare la colpa, lei era sbagliata, come si ripeteva ogni giorno. Sbagliata per tutto e per tutti, sbagliata nel modo in cui si mostrava e
sbagliata per com'era. Tutto di lei era sbagliato e lei cercava di chiedere aiuto inutilmente.
Un giorno e puf.. una piccola lametta si presenta davanti ai suoi occhi stanchi e infelici, una lametta che secondo lei può salvarle la vita e può
proteggerla da tutti.
-Solo un taglio, uno per provare cosa si sente, cosa si percepisce- prese la lametta e incise, non a fondo nella sua carne un taglio lieve che
però diede il via a molti altri tagli, più potenti e più mortali. Perdeva sangue, ma non lo diceva; moriva ad ogni taglio, ma non lo confessava; si
sentiva bene e appagata, ma non era per niente giusto.
Avrebbe voluto che qualche forza misteriosa spingesse la lama più affondo, per portarla via da quella stanza,la sua amata, buia e sconsolata.
voleva che un angelo la facesse vivere in altro modo, voleva diventare cenere e volare via. Ma nessuno l'avrebbe portata via, se non se stessa.
Ed ora era lì con la sua arma in mano, voleva salvarsi e scappare, voleva sentirsi bene, perchè il buio nella sua stanza stava tornando e con sè
portava mille dubbi e sofferenze, il buio stava tornando e con lui ci sarebbero stati e urla di disperazione, niente e nessuno avrebbe potuto
separarli. Un taglio, per quella volta in cui il so migliere amico le aveva dato della sfigata; secondo taglio, per quella volta in cui suo cugino
l'aveva chiamata grassa davanti a tutti; terzo taglio, per quella volta in cui suo padre l'aveva picchiata. Tutto iniziava ad avere un senso e il buio
faceva meno male, di tutto quello, non faceva poi più così paura, i tagli e il dolore sbarazzavano la sua mente da quei pensieri e niente aveva
più senso. Quarto tagio, per quella volta in cui i suoi compagni di scuola l'avevano presa in giro per il suo peso; quinto taglio, per tutto quello
che doveva ascoltare. Non faceva più male, era immune al dolore e ormai era decisa ad andare più a fondo.
Fino a perforarsi l'anima, tutto era ormai inutile. E la stanza divenne buia, come non mai.
*angolino*
ma un po' di felicità no? NO, sono in uno stato d'animo confuso e mooolto depresso e angosciato quindi direi che scrivere One shot così mi fa sentire meglio, stento pure io a crederci. Fatemi sapere se vi piace o se c'è qualcosa che non quadra.