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Autore: Cat e Dog    10/08/2012    4 recensioni
Ecco la mia quarta One-shot, ispirata alla notte di San Lorenzo.
Chi di voi guardera le stelle con Gwen, sperando si vederne almeno una per esprimere un desiderio?
Buona lettura, Dog
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La ragazza se ne stava lì, a fissare il cielo.
Giusto un ora prima, era partita di casa per dirigersi al suo rifugio segreto, una piccola casetta abbandonata in mezzo ad una radura nel bosco.
L’aveva trovata qualche mese prima insieme al suo ex ragazzo. ‘So già cosa faremo qui – aveva detto lui – il dieci agosto guarderemo le stelle cadenti. Sarà fantastico’. San Lorenzo era il giorno preferito del ragazzo, ne parlava sempre.
Invece me le guarderò da sola le stelle disse fra se e se, ripensando a quel momento.
Entrò un attimo dentro la casetta per prendersi una birra dal frigo da poco funzionante, per poi tornare fuori e sedersi sulla panchina. Stappò la bottiglia e iniziò a berla, pensando all’ultimo anno. Quel maledettissimo anno passato con Duncan. Era stato il più bello della sua vita e lui il ragazzo più importante della sua esistenza.
Di ragazzi ne aveva avuti, ma nessuno era stato come lui.
Poi abbassò la testa e bevve un altro sorso di quella sua tanto amata birra e guardò il cielo: nessuna stella stava passando.
Ma perché chiamarle stelle se poi non sono altro che piccoli meteoriti che entrando a contatto con l’atmosfera si bruciano pensò ancora lei, bevendo ancora un po’.
Alzò nuovamente la testa e cercò una stupida stella cadente. Voleva esprimere un desiderio, pur sapendo che tanto non si sarebbe avverato.
Restò in quella posizione scomoda per un tempo indefinito. Quando riabbassò la testa si accorse di aver finito la birra e così si alzò nuovamente e rientrò nella casetta.
Dopo aver ritirato la sua birra ed averla aperta si voltò e, casualmente, vide una foto appesa al muro. Una foto di lei e di lui che si baciavano. Forse un po’ sotto effetto dell’alcool, forse un po’ per rabbia, andò verso il muro e buttò giù la foto, rompendo il vetro. Poi pian piano, scivolando giù per la parete, si accucciò sul pavimento e iniziò a piangere, ricurva sulle sue ginocchia. Rimase lì dieci minuti buoni, poi prese la birra, che nel frattempo era stata nella sua mano, e ne bevve un sorso, per poi alzarsi e andare fuori.
In poco tempo finì pure quella bottiglia. ‘Basta ora – si impose la ragazza – troppa birra fa male’.
Alzò nuovamente gli occhi al cielo, alla disperata ricerca di una stella.
Poi si alzò nuovamente, prese un telo dal suo zaino e andò a sdraiarsi in mezzo alla radura.
Si sentiva sola. Molto sola. Non si era mai sentita così in vita sua. Si, era vero che lei non era una ragazza piena di amici, dato che era molto introversa, però non era mai rimasta veramente sola come in quella sera.
Iniziò a pensare a lui, alle sue stupide e false promesse.
Per sempre le aveva detto. Infilatelo in culo il per sempre pensò. Era stufa e stanca.
Così, mentre osservava le stelle, scoppiò nuovamente in un pianto, anche se a differenza di quello di prima, era silenzioso. Le lacrime le scivolavano lateralmente, solleticandole le tempie e bagnandole i capelli.
Nessuna stella ha ancora varcato i cieli stanotte? O sono io che non le vedo? pensò lei, distraendosi così dai pensieri su Duncan.
Poi le venne ancora voglia di birra e anche di biscotti al cioccolato.
Con fatica, si alzò e riandò a prendere un'altra birra e dei biscotti, per poi tornare alla sua postazione.
Iniziò a contemplare il paesaggio: era circondata da alti abeti. L’erba era bassa e ricca di fiori di ogni genere e tutto ciò era rivestito da un velo di rugiada. La ragazza, seduta a gambe incrociate, alzò per l’ennesima volta il viso al cielo.
Vide delle stelle che, unite, formavano un nove. Così le venne in mente il suo altro ex, Trent, che aveva lasciato per quell’imbecille di Duncan.
Non se lo meritava pensò Sono stata un idiota.
Solo il pensiero che il punk fosse tornato fra le braccia della sua ex, la uccideva. Si era preso gioco di lei. Lei per lui aveva lasciato il ragazzo più dolce del mondo. Un ragazzo che l’amava, veramente.
Bevve l’ultimo sorso della sua terza birra ed alzò gli occhi. La vide.
Era una stella cadente. Dopo essa ne arrivò un’altra e poi un’altra. Poi ne vennero altre. Il cielo si era riempito di stelle e così, felice, espresse il suo desiderio e rimase li a finire di vedere quello spettacolo, mentre mangiava i biscotti.
Avrebbe voluto che lui fosse lì, ma probabilmente era con la sua nuova ragazza a godersi quello spettacolo.
Avvertì altre lacrime sfiorarle le guance e le labbra. Una folata di vento freddo le scompigliò i capelli e la ragazza corse verso la veranda della casetta per ripararsi dal gelo.
Improvvisamente sentì un rumore provenire dal bosco. Più incuriosita che spaventata, prese la giacca e si diresse verso il luogo da cui provenivano quei rumori.
Al ragazza di addentrò per un paio di metri nella foresta e, vedendo che non c’era niente e nessuno, si voltò, scontrandosi verso una figura.
‘Ahi! Stai attento a dove cammini!’ gridò alla persona che le aveva intralciato la strada. Avrebbe voluto darli anche dell’imbecille, ma non sarebbe stato cortese.
‘Caso mai stai attenta a dove cammini tu, principessa’ rispose una voce divertita.
La ragazza alzò lo sguardo e incrociò dei grandi occhi blu. ‘Ma che ci fai qui?’ chiese la ragazza sorpresa.
‘Mi sbaglio o ti avevo promesso che avremmo guardato le stelle insieme oggi?’ rispose.
Le prese la mano e la portò sulla veranda. Si sedettero sulla panca e iniziarono a guardare quello spettacolo. Poi lui, all’improvviso, si avvicinò alla giovane e le sussurrò nell’orecchio, tirando fuori una rosa dallo zainetto che aveva con se ‘Scusa per il ritardo, ho avuto un contrattempo dal fioraio’.

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Ciao a tutti... Che ve ne pare?
Spero che non faccia tanto schifo e che non ci siano tanti errori, come al solito!
Baci, Dog <3
  
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