Chi li ha ridotti così deve pagare
Ti viene in mente il modo in cui ti presenti “Ciao! Io sono Neville, sono stato allevato da mia nonna” . Nessuno ti ha mai chiesto il motivo.
Forse non ci hanno mai pensato, forse hanno paura della risposta perché non saprebbero come compensare il silenzio che ne seguirebbe.
Sei abituato al fatto che non ti riconoscano, ma ci speri sempre. Sei fiero di loro, non si sono piegati ai loro assalitori, per te è come se li avessero vinti. Non ti senti alla loro altezza, non hai il loro coraggio, la loro sicurezza. Non ti senti degno di essere loro figlio, per questo non sei pronto a dirlo. ‘Quell’imbranato di Paciock, con due genitori che sono stati ridotti peggio che morti perché non hanno parlato neanche sotto tortura’
Vuoi loro un bene immenso e sai che anche loro te ne vogliono, anche se il modo di dimostrartelo non è propriamente ordinario.
Gli occhi di tua madre si posano su di te, ti guarda intensamente, come se ti vedesse per la prima volta. Ti si avvicina e ti mette in mano la carta di una cioccorana.
Tua nonna ti dice che è ora di tornare a casa e ti ordina di buttare via la carta. Mentre non ti guarda te la infili in tasca. Li guardi un ultima volta mentre una lacrima, una sola, scivola lungo la tua guancia.
“Tornerò” sussurri ai loro sguardi spaesati.
Chi li ha ridotti così deve pagare.
# Spazio autrice.
Mi sono sempre chiesta come si sentisse Neville nei confronti dei propri genitori, e questo è quello che ne è uscito:)
Vi prego di lasciarmi i vostri pareri.
Un bacio,
Alexia(: