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Autore: howtimeflies    10/08/2012    2 recensioni
Missing Moment di due momenti Kurtbastian nell'episodio 3x14.
Kurt assiste a un "nuovo" Sebastian. Reagirà davvero inaspettatamente e...fisicamente ;)
Una sorta di "vendetta" dopo "Sebastian, I Want You Back" (a quanto mi hanno detto insufficentemente lunga xD allora beccatevi questa!).
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Author's Corner
Come avevo promesso eccomi qui! Ok, l'idea principale era un'altra ma alla fine è sfociato in fluff/angst temo, anyway spero che vi piaccia la mia Missing Moment della 3x14 (puntata molto intenza a mio parere) spero che non siate già scappati per questo mio intervento xD spero davvero che vi piaccia! Per le minacce di morte ci vediamo in fondo =)

 

Chiara :)


 

I Think I Love You

 

“Quelli come te sono la vergogna della comunità gay.”

“La comunità gay dovrebbe vergognarsi di come ti vesti, sembri un carro del Gay Pride di Portorico Kurt.”

“Scusa non ti sento sono distratto dai tuoi enormi denti da cavalla!”

Ma come si era ritrovato a litigare con Sebastian di nuovo?

Ogni volta che incontrava quel cretino “figlio di papà” finivano sempre per litigare o, come in quel caso, esprimersi utilizzando solamente offese e provocazioni. Kurt non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che guardandolo ballare e cantare “I Want You Back” si era…eccitato.

Come aveva fatto?

Quel coglione montato non faceva altro che ricoprirlo d’insulti e sfotterlo continuamente, esattamente come stava facendo in quel momento con quella orrenda foto ritoccata di Finn.

“Hai ventiquattro ore per ritirarti Rachel, poi caricherò le foto.”

Detto ciò esibì uno dei suoi più grandi sorrisi da mangusta e girò i tacchi.

Kurt si voltò verso Rachel che aveva le lacrime agli occhi.

“Rach..”

“E ora come facciamo?? Se non canterò alle Provinciali non vinceremo sicuramente, e io avrò ancora meno chance di entrare alla NYADA!!”

Disse, mantenendo comunque la sua proverbiale modestia, prendendo un fazzoletto dalla borsa per asciugarsi il viso bagnato da rivoli salati.

E no. Qui il Kurt buono e tollerante andava a farsi fottere. Rachel…era pazza ma lui le voleva davvero bene.
 Poteva sopportare molte cose di una persona, ma arrivare ai ricatti per vincere una competizione canora era davvero da stronzi…anzi da stronzo.

Si alzò di scatto dalla sedia e uscì immediatamente dal locale, dicendo a Rachel di dover fare una cosa molto urgente, sperando di trovarlo ancora nei paraggi. Notò quasi subito il ragazzo a una manciata di metri da lui e gli si avvicinò gridando:

“Ehi! Idiota!”

Il capitano dei Warblers si voltò molto lentamente e Kurt notò con disgusto che portava ancora quel sorriso da Stregatto di Alice in Wonderland.

“Si…Kurt.”

Avvertì un improvviso brivido dietro la schiena, lui non lo chiamava mai per nome. Anzi, in realtà non chiamava per nome mai nessuno dei ragazzi del Glee, a parte Blaine ovviamente.

Perché Blaine gli piaceva, o meglio, se lo scopava con gli occhi.

Il dubbio che avesse chiamato per nome anche lui per dimostrare un certo interesse lo spiazzò completamente, e poi gli fece male. Letteralmente. Perché si diede immediatamente uno schiaffo sotto lo sguardo torvo del diletto interessato, che aveva avuto tutto il tempo di sbottonarsi la camicia e togliersi la giacca portandola con la mano dietro una spalla.

Il povero controtenore si ritrovò a sbavare per quel ragazzo che sembrava appena uscito da, se fosse esistita, la sezione di Vogue dedicata ai fotomodelli gay più sexy dell’universo.

Dopo essersi dato un altro schiaffo fu l’altro a parlare.

“Allora? Mi sei venuto dietro per farmi vedere come ti schiaffeggi da solo? Certo che sei strano forte Miss Checca 2012.”

Perché doveva offenderlo in ogni frase che gli rivolgeva? Di cosa aveva paura??

Si, perché l’unica cosa buona uscita dall’esperienza con Kurofsky era che i bulli sono stati o sono vittime di bullismo ed era questo che lo incuriosiva in un certo senso di Sebastian.

Beh oltre al fatto che non aveva mai visto un ragazzo gay così bello in tutta la sua vita.

“E-ehm…senti. Come ti permetti di fare una cosa del genere alla mia amica Rachel?? Anzi a Finn? Hai idea delle conseguenza che potrebbe avere sulla loro vita in futuro quella foto se la divulgherai??”

“Eeeehm non mi interessa??”

Rispose con ovvietà. Kurt odiava quelle risposte…perché doveva essere sempre lui ad avere l’ultima parola??

Oddio e perché nonostante la rabbia che gli animava il corpo c’era anche un incredibile desiderio di..di…

“Ma non ti stanchi mai di demolire le persone? Di essere così cattivo??”

“Ma quanto sei melodrammatico Kurt! Io mi sto divertendo troppo. Adoro prendermi gioco del vostro sfigato Glee club da checche.”

Eccolo che ricominciava. In quel momento chiunque avrebbe giurato che dalla testa di Kurt uscissero fumo e fiamme.

“SEBASTIAN SMYTHE NON PUOI SCHERZARE CON LA VITA DI UNA PERSONA!”

“IO VOGLIO SOLO VINCERE KURT! NON PUO’ FREGARMI PROPRIO UN CAZZO DI CiO' CHE FA O FARA’ QUELLA BABY-STREISAND SCLEROTICA.”

Ancora insulti. Kurt tenne a bada l’incendio nella sua mente e si fece serio puntando i suoi occhi verde-azzurri in quelli blu dell’altro.

“Chi mai può averti fatto soffrire a tal punto da diventare così?”

Per la prima volta da quando aveva avuto il dispiacere (o forse piacere) si incontrare Sebastian Smythe il ragazzo non seppe controbattere. Il controtenore non si era nemmeno reso conto di quanto fosse vicino a lui…al suo viso…alle sue labbra. Poteva avvertire il suo respiro farsi più affannoso sulla pelle nivea del suo collo. L’uno non riusciva a staccare gli occhi dall’altro, come se il cielo più blu avesse incontrato le acque del mare più cristallino creando un legame all’orizzonte. Rimasero in silenzio per un tempo indeterminato, la distanza tra i loro visi farsi sempre più piccola e desiderosa di scomparire, finché il cielo vacillò e si ritirò, lasciando tutto lo spazio al mare che si scontrò con il bianco di una camicia.

Sebastian era appena andato via lasciando Kurt immobile come un cretino, che non sapeva più cosa pensare.

***

Il giorno successivo tra i corridoi della McKinley High School e i saloni eleganti della Dalton Academy si sparse rapidamente la voce del tentato suicidio di Dave Kurofsky.

***

Cosa poteva essere capitato di così importante da dover chiamare lui e Blaine al Lima Bean quel pomeriggio? Dopo ciò che era successo a Dave non aveva nessuna voglia di “giocare” con Sebastian.

Forse voleva aumentare la posta in gioco del suo stupido ricatto.

O forse visto che Rachel aveva deciso di esibirsi comunque alle Provinciali voleva sbattere loro in faccia tutta la sua felicità e vomitargli addosso un mare di arcobaleni.

Ciò che videro gli occhi di Kurt invece fu ancora più incredibile che vedere Sebastian ammutolito. Perché se c’era qualcosa di più incredibile era sicuramente Sebastian triste.

Era seduto da solo ad un tavolino all’angolo del locale (dove non si metteva mai perché lì non lo vedeva nessuno e lui doveva “rimorchiare qualche bel culetto” a quanto ne sapeva lui) mentre beveva uno dei suoi caffè corretti al Cognac nel più completo silenzio.

“Allora parliamoci chiaro Sebastian, da stronza a stronzo. Ci hai rotto con i tuoi intrighi da soap opera, adesso basta.”

Lo aggredì subito Santana (si, appena aveva saputo dove andavano si era sentita chiamata in causa ed era venuta con loro accompagnata dalla sua inseparabile Brittany).

“Infatti. Per questo vi ho chiamati…”

Iniziò il ragazzo e Kurt avrebbe potuto giurare che avesse la voce un po’ roca come se avesse appena terminato di piangere. Tutto ciò lo lasciò senza parole.

“…prima di tutto, Blaine mi dispiace per il tuo occhio.”

Disse rivolto proprio a Blaine con il tono più dispiaciuto che avesse mai sentito provenire dalle sue labbra. Kurt si stupì della sua perversione mentale per aver pensato anche in un momento come quello a cosa avrebbe potuto farci con quelle labbra.

“Non mi incanti Sebastian.”

Rispose prontamente il suo ragazzo rendendo l’altro, se possibile, ancora più triste e più…stranamente…dolce agli occhi di Kurt.

“Dammi un’occasione. So che non ho scuse, è-è stata una sciocca bravata che mi è sfuggita di mano.”

Continuò Sebastian con lo stesso tono, spezzando il cuore del controtenore.

“Seconda cosa: le foto di Finn sono state distrutte, voglio che gli usignoli vincano lealmente. Raccoglieremo fondi per la fondazione di Lady Gaga Born This Way e comunque andrà la gara dedicheremo l’esibizione a David Kurofsky, spero che vi uniate all’iniziativa.”

CHI. ERA. QUEL. RAGAZZO??

Dov’era finito Sebastian Smythe lo stronzo, manipolatore, bugiardo, egoista e meravigliosamente sexy Sebastian Smythe?

Ma soprattutto chi era quel ragazzo tutto sensibile che voleva giocare pulito, scusarsi e fare beneficenza tutto in una volta sola?

Il primo pensiero razionale di Kurt fu: ci sta prendendo tutti per il culo.

 “Arriva la pugnalata, questione di attimi.”

La sua lingua fu più veloce del suo cervello e Sebastian incrociò il suo sguardo replicando:

“Non questa volta.”

Poi continuando a immergere gli occhi in quelli che stava già incontrando continuò il discorso.

“Per troppo tempo ho trattato tutte le cose come un grosso scherzo…

Che si riferisse al discorso fattogli il giorno prima Kurt?

Ma si, certo…come no.

“…è divertente finché il gioco non finisce.”

Tutti e quattro i membri delle New Directions erano completamente allibiti.

“Devo andare, scusatemi ragazzi.”

Detto ciò quello strano sosia di Sebastian lasciò il Lima Bean.

“Beh vedremo.”

Disse Blaine per rompere quel silenzio e Kurt non avrebbe mai creduto di ritrovarsi a pensare quanto potesse essere cattivo a volte Blaine Anderson.

***

Kurt era nel bagno per ragazze del McKinley. Si era dovuto rifugiare lì per non sentire più le paroline smielate di Finn e Rachel, le urla isteriche di Schuester, le prove di ballo di Mike e Brittany insieme a i vari scleri pre-Provinciali delle New Directions. Si stava lavando le mani quando la porta si aprì ed entrò l’ultima persona che si aspettava di vedere: Sebastian.

Non era così sconvolto dal fatto di vederlo, in fondo erano i loro sfidanti e prima o poi sarebbero arrivati per esibirsi, ma dal fatto che era entrato anche lui nel bagno delle ragazze e in modo così brusco. Appena lo aveva visto si era subito chiuso in una cabina senza proferire parola. Il controtenore si scoprì intensamente desideroso di scoprire cosa gli era successo perché, se la sua vista era ancora buona, quelle che aveva visto luccicare sulle sue guance erano lacrime…e quelli che sentiva erano singhiozzi.

“Sebastian.”

Ancora una volta aveva già agito prima di pensare, gli succedeva sempre quando era con lui.
In risposta a quell’uscita ci fu solo silenzio.

“So che stai piangendo. Ma cosa ti succede? Perché?”

Silenzio.

“Sebastian.”

Chissà per quale motivo era certo che stesse continuando a piangere lacrime silenziose. Allora si tolse un fazzoletto che portava sempre con sè dalla tasca e lo passò sotto la porta. Poco dopo una mano lo prese lentamente e la porta si aprì ad altrettanta velocità. Kurt stava per commuoversi…il ragazzo che vide seduto sulla tazza chiusa sembrava davvero triste.

“Sono qui.”

Disse in un sussurro continuando a tenere lo sguardo fisso a terra.

“Chi?”

“I suoi genitori Kurt.”

“Non capisco…”

“Hanno sentito parlare dell’esibizione che dedicheremo a David e lo hanno lasciato in ospedale appena si è ripreso per venire a vederci.”

Alzò lo sguardò e incontrò quello di Kurt…era il più dolce che gli avesse mai rivolto, e lo abbassò immediatamente coprendosi il volto con le mani.

“Oddio devo sembrarti davvero stupido…”

In tutta risposta si chinò verso di lui e gli prese delicatamente la mano.

“Affatto…anzi non ti avevo mai visto così e non mi ero mai reso conto di quanto potessi essere dolce. Hai saputo di Dave e ti sei commosso a tal punto da fare tutto questo, non me lo sarei mai aspettato da te e credo neanche loro, quindi saranno venuti a fare il tifo per te.”

“No, tu non capisci…”

Continuò quello sempre con il viso affondato tra le mani.

“C’è qualcosa di più?”

“Si…l’altra sera allo Scandal…lui mi chiese d-dei consigli per rimorchiare.”

“Davvero?”

“E-e…io gli ho risposto in un modo orribile e l’ho preso anche in giro…è-è tutta colpa mia.”

Allora alzò lo sguardò sfocato dalle lacrime e incontrò quello di Kurt.

“No…no Sebastian. Ascolta non è ne colpa tua ne mia. Credimi ho già parlato con lui e abbiamo deciso di essere amici ma non mi ha per nulla accennato di te.”

“Perché?”

“Beh forse ha deciso che comun-?”

“No! Perché sei così gentile con me? Io sono stato uno stronzo con te più di tutti! Dovresti odiarmi.”

Quella domanda congelò Kurt. Già…perché? Se lo chiedeva anche lui da troppo tempo ormai.

“Non lo so…”

Pronunciate queste parole gli accarezzò il viso con la mano libera. Non riuscivano a guardare nulla se non l’uno gli occhi dell’altro. Kurt si avvicinò annullando lentamente la distanza che li separava e, arrivato vicino alle sue labbra, chiuse gli occhi posandovi un piccolo bacio.

Anche se sapeva di non essere ricambiato, chiedeva una sola occasione.

Si separò appena di un millimetro e sussurrò:

“…credo di amarti.”

Kurt si allontanava ancora aspettandosi di venir rifiutato da un momento all’altro quando Sebastian lo afferrò in volto con entrambe le mani e riportò le sue labbra sulle sue facendo presto entrare tra di esse la sua lingua che si trovò intrecciata armoniosamente a quella del controtenore, e giocavano e si rincorrevano come fossero nate per stare insieme. Kurt avvolse lentamente le braccia attorno al collo di Sebastian e lui si alzò poggiandogli le mani sui fianchi. Sebastian si staccò e iniziò a baciargli il collo risalendo fino al lobo dell’orecchio, che iniziò a torturargli non appena senti Kurt esibirsi in una serie di piccoli e soffocati gemiti di piacere che accompagnava con i fianchi spalmandosi su di lui mentre i loro respiri si facevano affannosi. Senza volerlo iniziarono a camminare uscendo dalla cabina e al controtenore venne fuori un piccolo urlo sentendo l’erezione dell’altro premere insistentemente sulla sua quando urtò il lavandino, ma non esitò a sedersi sul bordo sporgente e intrecciare le gambe all’altezza della vita di Sebastian.

“Ehi! Puffo Santarello! Dove sei? Tra poco di va in scena! Dobbiamo fare il cerchio magico!”

Chiamò la voce di un’ispanica che Kurt conosceva molto bene. Spalancò gli occhi come se fosse stato appena svegliato con una secchiata granita in faccia. Improvvisamente il suo cervello ricominciò a funzionare.

…le provinciali…

…Blaine…

…e lui aveva appena baciato Sebastian…

“Oh-oddio!”

Si staccò improvvisamente tornando alla realtà.

Ma cosa aveva fatto?

Scese immediatamente dal lavandino e pose più distanza possibile tra lui e il Warbler che aveva l’espressione di un bimbo al quale avevano appena tolto il lecca-lecca.

“D-devo andare. N-non dire nulla a n-nessuno!”

“A-asp…”

“Od-ddio!”

Furono le uniche parole che riuscì a biasciare Kurt prima di fuggire letteralmente dal bagno.

“…anch’io credo di amarti.”

Raccolse da terra il fazzoletto di seta rosa intenzionato a conservarlo quando, osservandolo con maggiore attenzione, notò all'angolo del quadratino di stoffa le iniziali K+ B e lo gettò nel primo cestino che vide in un gesto avventato e rabbioso…che non poteva dirsi assolutamente gelosia.

Sebastian decise che quella sera, avrebbe cantato solo per lui: Kurt.




Author's Corner
Prima di tutto grazie se siete arrivati fino alla fine. Ora, penso che oltre a Santana vogliate uccidere anche me perciò fatemi sapere e mi organizzo con freccie, pistole e baboline Voo Doo ok?? Ahahah kidding. Come avete trovato la mia "vendetta" di "Sebastian, I Want You Back"? Ditemelo con una recensione se volete. A presto!

Chiara :)

  
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