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Autore: ExcelSpectre    11/08/2012    1 recensioni
Questa saga ruota attorno a Axe, un mio PG originale presente in un vecchio Gioco di Ruolo che ora non esiste più. Questo personaggio mi è sempre stato a cuore, e per ricordarlo ora che non è più utilizzabile ho deciso di creare una storia con le sue origini fino al punto in cui entro nel GDR. Attenzione!: Questo capitolo non è altro che una rielaborazione di un capitolo già esistente. L'ho migliorato e sistemato solo per voi, oh popolo di EFP! Buona Lettura!
Trama: Axe, nelle vicende del Gioco di Ruolo di cui vi ho parlato, è una povera anima vagante (in senso letterale) che viaggia per il mondo a far niente, ricordando malinconicamente i momenti più tristi del suo passato a i viaggianti per fargli conoscere i momenti più terribili dell'esistenza umana, e qui giunge la domanda: Com'era il suo passato?
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era una mattina d’Estate fin troppo calda per le montagne ಕಪ್ಪುಆಲ್ಪ್ಸ್, che significa “Del Villaggio Gelato”. Da una casa in legno lavorato uscì un ragazzo vestito di giacca viola con cappuccio e Jeans Blu fatti a mano che, mentre si dirigeva per le strade principali del villaggio intravide altri ragazzi, tutti con lo stesso abbigliamento, tra cui una ragazza bionda, bassina e con degli occhiali piccoli, ma con un sorriso affascinante di cui, manco a dirlo, il ragazzo di cui stavamo parlando era innamorato.
“Ciao Ragazzi.” Disse, ed un suo amico, di una statura alta e con un corpo possente altrettanto, con dei capelli lisci, corti e mori gli parlò, fingendo delusione.
“Axe, Axe, Axe … Devi sempre svegliarti tardi quando dobbiamo incontrarci?” il ragazzo gli rispose con una faccia triste.
“Mi dispiace, ma ero rimasto tutta la notte a giocare con il Freezer …”.
So che poteva sembrare strano per un ragazzino giocare con uno strumento per mantenere gelati i cibi, ma per la gente che abitava quelle montagne era un vero spasso.
“Penso che tu sia un drogato Axe …” Disse ironico un ragazzo che, anche se più grande del ragazzino di nome Axe, era preciso identico a lui come aspetto fisico. “Certo Shové … Senti, perché non te ne vai a scuola per fumare un po’ di sigarette e poi torni qui a dire chi è il drogato di cosa?” disse altrettanto ironico il ragazzo.
“Ahahahah! Non osare fare la spia fratellino, ci vediamo a scuola ...” disse, prima di rimettersi lo zaino in spalla e di allontanarsi con una sigaretta in bocca assieme ad altri due ragazzi. Così Axe, assieme ad altri tre ragazzi, tra cui la ragazza che gli piaceva, si diressero a scuola.
“Allora Axe, hai imparato come congelare i manichini?” chiese il più grande (in fatto in età) del gruppo.
“No Hammer, ogni volta che ci provo lancio solo delle inutili schegge …”
“Se invece di giocare col Freezer provassi ad allenarti non saresti così inutile …” Rispose ridendo dando una pacca sulla spalla a Axe. Hammer era un ragazzo molto alto, che aveva un gigantesco pacco di capelli castani a cespuglio sulla testa, un paio di giganteschi occhiali, un apparecchio che gli rendeva i denti di un argento vivo e due orecchie appuntite. Il viso era irto di cicatrici.
Intanto la ragazza bionda e un altro ragazzo con il viso riempito di brufoli su cui faceva capolino un gigantesco naso e due occhi corvini, rimanevo zitti a fissare l’animata discussione.
Tra le risate, le discussione e le litigate finalmente i quattro erano arrivati alla “Scuola”: Un gigantesco prato con l’erba bianca e congelata dove erano presenti dei manichini di paglia armati di fucili e dotati di vita propria che correvano per la staccionata dov’era delimitata la zona.
“Andiamo ragazzi, sbrighiamoci ad entrare. Non voglio prendermi la ramanzina del Professor Omega.”
Detto questo il ragazzo brufoloso corse dentro il campo saltando la staccionata sbattendo contro due manichini che caddero a terra urlano frasi di una lingua sconosciuta a qualunque essere, inseguito dagli altri. Riuscirono appena ad arrivare alla riga degli altri ragazzi e a togliersi i cappucci che il Professor Omega arrivò inseguito da diversi manichini rovinati.
“HOE! DOVE DIAMINE SEI?!” urlò. Il sig. Omega era un uomo alto e con una muscolatura statuaria, la pelle liscia e la carnagione chiara. Aveva la particolarità di non aver mai avuto nessun pelo sul corpo a causa di una malattia e questo gli aveva donato il soprannome di “Testa a palla” tra i “piantagrane” della Scuola. Il ragazzo brufoloso rabbrividì.
“S-s-s-sì Professore?” chiese tremando.
“Hai o non hai saltato la staccionata atterrando addosso a dei manichini?!” schiamazzò.
“Ehm, uh … Ugh … Ehm … Sì.” balbettò.
 “BENE! TRE SETTIMANE DI PUNIZIONE!” rispose arrabbiato il Professore. “QUESTI MANICHINI SERVONO PER ALLENARSI O IN CASO DI EMERGENZA! SAPETE CHE IL NOSTRO POPOLO E’ ORMAI IN CONFLITTO COL POPOLO DEI LAGHI!” La ramanzina andò avanti per molto tempo. Un periodo in cui Hoe rimase immobile terrorizzato, Axe, Maha (la ragazza) e Hammer che lo fissavano e il fratello di Axe e la sua combriccola che se la ridevano allegramente fumando delle sigarette.
“TI E’ TUTTO CHIARO HOE ENDERTOMAS?” Urlò.
“Sissignore!” Rispose sempre più spaventato il ragazzo, facendo un saluto militare incerto.
Dopo di ciò ci furono le lezioni, che terminarono come terminano ogni giorno: Tutti riescono a congelare e distruggere i manichini tranne Axe, che irrimediabilmente sbaglia rovinando i manichini altrui o i ragazzi stessi. Questa volta colpì proprio il fratello che, per dargli un’importante lezione di vita, nello spogliatoio lo picchiò di santa ragione. Finiti gli allenamenti Axe e Maha tornarono a casa accompagnati da un roseo tramonto.
“Sei una frana” disse di colpo Maha a Axe. “Dovresti darti all’ippica … O alla cucina” continuò ridendo.
Axe rise “Tu, con la tua bravura a “Raccogliere i frutti nel tempo libero” dovresti darti alla vendita di ghiaccioli.”
Erano arrivati a casa di Axe.
“Stai zitto che non sai nemmeno difenderti da tuo fratello! Guardati! Sembri un cesto di vimini rovinato pieno di more! Ahahah! Ciao!” Diede un bacio a Axe e corse via, ma non state a pensare chissà cosa, baciarsi per salutarsi è un abitudine normale del popolo tra uomini e donne. Una volta allontanatosi, Axe rimase a fissarla sorridendo e, dopo che Maha imboccò una stradina e rientrò in casa, anche lui rientrò, sperando che ogni giornata sia come quella che aveva appena vissuto, come è sempre stato.
  
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